folignoli
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venerdì 1 luglio 2011
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il presidente
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Ma insomma chi è il presidente di questa sorta di setta al di sopra degli uomini, che condiziona il nostro pensare e le nostre azioni, secondo un piano già scritto? Quel presidente dovrebbe essere DIO. C'è una frase del film in cui si dice che noi, il presidente lo chiamiamo in vari modi. Quali sono questi vari modi? Dio? Gesù? Allah?
Il film ha una sceneggiatura all'americana, classica. C'è un pò di tutto, azione, buoni sentimenti, mistero. E' un prodotto medio per allietare un pubblico medio, senza grandi pretese, che si reca al cinema per svagarsi. Ed il film centra l'obiettivo. Fin dall'inizio mette sul piatto il plot del film: Matt Damon, giovane e rampante politico, tenta la scalata al senato, ma c'è qualcosa che lo ostacola: è una donna, più che I guardiani del destino, che dall'alto dirigono ogni singolo avvenimento.
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Ma insomma chi è il presidente di questa sorta di setta al di sopra degli uomini, che condiziona il nostro pensare e le nostre azioni, secondo un piano già scritto? Quel presidente dovrebbe essere DIO. C'è una frase del film in cui si dice che noi, il presidente lo chiamiamo in vari modi. Quali sono questi vari modi? Dio? Gesù? Allah?
Il film ha una sceneggiatura all'americana, classica. C'è un pò di tutto, azione, buoni sentimenti, mistero. E' un prodotto medio per allietare un pubblico medio, senza grandi pretese, che si reca al cinema per svagarsi. Ed il film centra l'obiettivo. Fin dall'inizio mette sul piatto il plot del film: Matt Damon, giovane e rampante politico, tenta la scalata al senato, ma c'è qualcosa che lo ostacola: è una donna, più che I guardiani del destino, che dall'alto dirigono ogni singolo avvenimento. Di quella donna si innamora, ma è proprio quell'amore a distoglierlo dai suoi impegni politici. Questo i guardiani lo sanno e perciò, combattono questa unione. Tutto il film è incentrato su questo plot. E a dire il vero, il tema è un pò labile. L'amore, pur rappresentando un elemento decisivo della nostra vita, sembra diventare nel film, una questione di vita o di morte. Eccessiva la lettura che il regista vuol dare alla vicenda. Nonostante ciò il film è piacevole, curato e godibile alla visione.
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daddaman
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giovedì 30 giugno 2011
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ottimo film, non parliamo solo del racconto!!
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A me il film è piaciuto molto, di certo avrà la sua parte "secondo copione" (o di tipico "film americano") nell'eroe portatore di ideali positivi vs tutti, happy ending, ecc, ma l'ho trovato una piacevolissima sorpresa nel mio mercoledì sera...
è giustissimo parlare del racconto di Dick, ed è altrettanto giusto rendere omaggio a lui e alla sua immensa capacità di parlarci di una realtà che erroneamente crediamo di controllare, stravolgendo la nostra percezione del "normale"...si vedano gli altri film tratti dalle sue opere!!!!!!
forse questo non sarà il migliore, ma tanto di cappello agli attori e ad una regia che, sebbene non voglia andare più di tanto sul provocatorio (non certo quanto Dick), in ogni caso non cade nel banale e riesce a fornire interessanti spunti di riflessione.
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A me il film è piaciuto molto, di certo avrà la sua parte "secondo copione" (o di tipico "film americano") nell'eroe portatore di ideali positivi vs tutti, happy ending, ecc, ma l'ho trovato una piacevolissima sorpresa nel mio mercoledì sera...
è giustissimo parlare del racconto di Dick, ed è altrettanto giusto rendere omaggio a lui e alla sua immensa capacità di parlarci di una realtà che erroneamente crediamo di controllare, stravolgendo la nostra percezione del "normale"...si vedano gli altri film tratti dalle sue opere!!!!!!
forse questo non sarà il migliore, ma tanto di cappello agli attori e ad una regia che, sebbene non voglia andare più di tanto sul provocatorio (non certo quanto Dick), in ogni caso non cade nel banale e riesce a fornire interessanti spunti di riflessione...
una cosa però...evitiamo il confronto ossessivo libro/film: il regista ha una sensibilità diversa dallo scrittore, e nella trasposizione ci mette del suo...mi trovo un pò in disaccordo con la recensione "ufficiale" per questo motivo...dal guardare il film pensando solo al libro spesso derivano giudizi troppo severi...
certo, il film poteva essere più graffiante, ma penso che probabilmente non fosse il principale intento di regista&co...io ho apprezzato molto...
p.s. La lode a Matt Damon è obbligatoria, attore SUPERLATIVO.
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vittorio
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mercoledì 29 giugno 2011
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deludente!!
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Poteva essere un'idea originalissima ma il film si perde in continuazione....
Deludente anche per un finale alquanto banale....
Mi aspettavo di piu'!
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giacomogabrielli
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mercoledì 29 giugno 2011
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melenso **
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Dopo HEREAFTER un altro film praticamente tutto parlato è toccato a Matt Damon. Ci si aspettava un mega action con un tocco di soprannaturale, con scene veloci, inseguimenti e momenti straordinari. Nulla di tutto ciò invece caratterizza questo film melenso e statico, che quasi non ha conflitto. Noiose situazioni imbarazzanti sopra le righe accompagnano più della metà del film. Una storia a metà, come anche la resa del cast e di tutta l'impostazione. Un film dalle potenzialità interessanti che però sfocia nel ridicolo e, cosa ancor più grave, nel noioso. Su questo film si sono dette troppe cose positive: "Una favola d'amore".
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Dopo HEREAFTER un altro film praticamente tutto parlato è toccato a Matt Damon. Ci si aspettava un mega action con un tocco di soprannaturale, con scene veloci, inseguimenti e momenti straordinari. Nulla di tutto ciò invece caratterizza questo film melenso e statico, che quasi non ha conflitto. Noiose situazioni imbarazzanti sopra le righe accompagnano più della metà del film. Una storia a metà, come anche la resa del cast e di tutta l'impostazione. Un film dalle potenzialità interessanti che però sfocia nel ridicolo e, cosa ancor più grave, nel noioso. Su questo film si sono dette troppe cose positive: "Una favola d'amore"... quale? "Gioiellino"... come? "Acque da tutte le parti"... ah ecco, ora ci siamo. MELENSO **
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mr.duff
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martedì 28 giugno 2011
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"acqua" da tutte le parti
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Se giri il pomello a destra attraversi i luoghi, se lo giri a sinistra vai alla sede dei guardiani....se se trovi una maniglia o una semplice fessura per la chiave?? Questo film si presenta come la fusione tra The Borne Trilogy e Inception...ma nn sta ne nell'uno ne nell'altro, cioè non raggiunge minimamente i citati livelli.
Ci sono alcune cose interessanti come la storia, l'idea dei cappelli e delle porte ma la storia fa "acqua" da molte parti. Come fa il protagonista ad acquistare i poteri che solo un guardiano può avere?Indossando un semplice cappello? Come può il film incentrare la storia + sull'amore dei 2 protagonisti e parlare allo stesso tempo di una cosa così contorta come il controllo del destino senza approfondire l'argomento? Ci sono troppi cenni e troppe vie con cui lo spettatore può farsi i suoi calcoli e arrivare alla conclusione che è solo un film, e con un po di logica non funziona poi tanto bene il tutto.
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Se giri il pomello a destra attraversi i luoghi, se lo giri a sinistra vai alla sede dei guardiani....se se trovi una maniglia o una semplice fessura per la chiave?? Questo film si presenta come la fusione tra The Borne Trilogy e Inception...ma nn sta ne nell'uno ne nell'altro, cioè non raggiunge minimamente i citati livelli.
Ci sono alcune cose interessanti come la storia, l'idea dei cappelli e delle porte ma la storia fa "acqua" da molte parti. Come fa il protagonista ad acquistare i poteri che solo un guardiano può avere?Indossando un semplice cappello? Come può il film incentrare la storia + sull'amore dei 2 protagonisti e parlare allo stesso tempo di una cosa così contorta come il controllo del destino senza approfondire l'argomento? Ci sono troppi cenni e troppe vie con cui lo spettatore può farsi i suoi calcoli e arrivare alla conclusione che è solo un film, e con un po di logica non funziona poi tanto bene il tutto.Il motivo per cui Matt Damon non doveva stare con Emily nel film alla fine fi tutto nemmeno si è capito così bene, poi viatano a lui di dire a tutti chi sono...ma chi lo crederebbe? Se controllano ogni suo movimento come hanno fatto a non sapere che stava arrivando in ufficio per sorprenderli sul fatto??
Un film che va preso in maniera superficiale ma sotto sotto è una grande presa per i fondelli
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astromelia
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martedì 28 giugno 2011
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è sempre il destino?
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guidare o lasciarci guidare? essere o non essere? l'eterna disquisizione tra scegliere o relegare,questo film è una metafora sull'esistenza di un essere superiore che decide il nostro destino guidandoci,ma che dà all'uomo la facoltà di decidere qualora esso incontri l'amore, e non c'è elevazione più alta al nostro percorso terreno,che essere amati e quindi liberati dai vincoli devianti della nostra umana quotidianità,il film a tratti risulta interessante,altri ridicolo,ma tutto sommato il mistero della trama tiene legato l'ensamble...
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the efed
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lunedì 27 giugno 2011
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coinvolgente
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maxam
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lunedì 27 giugno 2011
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il deludente debutto alla regia di george nolfi
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Gli appaganti ricordi, da cinefilo, di "Blade runner", "Minority report" e "Paycheck" mi convincono a vedere "I guardiani del destino", altra trasposizione cinematografica di un'idea di Philip K. Dick, questa volta il suo racconto breve "Adjustment team".
Ma il film, sia che voglia essere un inno all'amore vero, quello che si incontra una sola volta nella vita e quando accade è per sempre, sia che voglia farci riflettere sul libero arbitrio, sulle conseguenze delle nostre più piccole scelte e sull'esistenza di un disegno intelligente, sia che voglia semplicemente trasportarci nell'immaginario paranoico dello scrittore statunitense, fallisce in tutti questi obiettivi, facendo rimpiangere riguardo l'amore la poesia di opere di gran lunga superiori come "Big Fish", "Serendipity" o "Il fantastico mondo di Amelie" e sul tema della scelta persino le sequenze più ragionate della trilogia di "Matrix", ancor apprezzabili seppur diluite in un'abbondante dose di combattimenti e fughe ed effetti speciali.
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Gli appaganti ricordi, da cinefilo, di "Blade runner", "Minority report" e "Paycheck" mi convincono a vedere "I guardiani del destino", altra trasposizione cinematografica di un'idea di Philip K. Dick, questa volta il suo racconto breve "Adjustment team".
Ma il film, sia che voglia essere un inno all'amore vero, quello che si incontra una sola volta nella vita e quando accade è per sempre, sia che voglia farci riflettere sul libero arbitrio, sulle conseguenze delle nostre più piccole scelte e sull'esistenza di un disegno intelligente, sia che voglia semplicemente trasportarci nell'immaginario paranoico dello scrittore statunitense, fallisce in tutti questi obiettivi, facendo rimpiangere riguardo l'amore la poesia di opere di gran lunga superiori come "Big Fish", "Serendipity" o "Il fantastico mondo di Amelie" e sul tema della scelta persino le sequenze più ragionate della trilogia di "Matrix", ancor apprezzabili seppur diluite in un'abbondante dose di combattimenti e fughe ed effetti speciali.
Delude subito questo debutto alla regia di George Nolfi nello strampalato primo incontro tra il politico David (Matt Damon) e la ballerina Elise (Emily Blunt) in un bagno maschile: si vuole presentare al pubblico la magica attrazione che lega i due personaggi e dopo un dialogo approssimativo, davvero superficiale, si propina allo spettatore un bacio appassionato tra i due come per dire brutalmente "okay gente, le cose stanno così, ora andiamo avanti con la narrazione".
Il personaggio di Elise non evolverà poi durante tutto il film, passando "in modo piatto" dalla ragazza frivola che si imbuca ai matrimoni e capricciosetta annega il cellulare di David in un caffè americano alla ragazza fragile (ma le femministe non insorgono?) il cui destino ruota completamente intorno all'uomo giusto da sposare. Si capisce che Emily Blunt è brava e non è giusto crocifiggerla per aver accettato questo ruolo: a lei va la mia più sincera solidarietà.
Veniamo alle eminenze grigie, i guardiani.
Hanno questo tallone d'Achille che non riescono a percepire le decisioni delle persone quando piove o ci si fa una gita in barca: l'escamotage è di per sé penoso, la sceneggiatura infierisce ricordandocelo più volte casomai lo si dimenticasse.
Il più temuto dei guardiani, tale Thompson (Terence Stamp) burocrate nemico dell'amore tra David ed Elise, che gli altri guardiani chiamano "il martello", esordisce in una scena in cui riassume a David la storia del genere umano secondo quella semplicistica alternanza di secoli bui e secoli luminosi che oggi sarebbe accettata forse solo fino alla primary school.
Ci mette poi poco "il martello" (e nessuna violenza) a convincere David ad abbandonare Elise per il bene di lei e tornare a vestire i panni del politico rampante. Inseguimento nel finale tra le strade di NY ricche di false porte fino all'Adjustment Bureau e salutiamo così Terence Stamp e gli altri guardiani, segnalando a coloro i quali non disdegnino i cartoni e siano alla ricerca di cattivi in giacca e cravatta la coproduzione italo-tedesca "Momo" tanto per rifarsi gli occhi.
Altre gravi debolezze: i salti nel tempo sono mal gestiti, in un film del genere anche una sequenza accelerata di un parco che cambia aspetto o qualche intermezzo sull'attività dei guardiani sarebbero stati più appropriati delle banali scritte tipo "tre anni dopo" o la prima, geniale, "la notte delle elezioni" (ma va?!). E la colonna sonora non accompagna il film.
Matt Damon è bravo, ma non basta: voto 2.
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emilio zampieri
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lunedì 27 giugno 2011
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ossequiosi al presidente
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I guardiani del destino manca di vero fascino. Non è colpa da poco se si considera che il soggetto è preso da un racconto di uno dei più grandi scrittori di fantascienza, Adjustment Team di Philip K. Dick. La narrazione è fin troppo lineare, quasi didascalica: si viene a sapere molto e presto. Il finale, sbrigativo, non lascia niente se non il messaggio: segui sempre il tuo cuore. L’impressione è che George Nolfi, regista e sceneggiatore, si sia preoccupato troppo di non perdere lo spettatore nel labirinto che la storia avrebbe potuto creare. Meglio così piuttosto che far brancolare nel buio il pubblico per tutto il film – mi ricordo di un Ocean Twelve inguardabile – ma si poteva fare senz’altro meglio.
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I guardiani del destino manca di vero fascino. Non è colpa da poco se si considera che il soggetto è preso da un racconto di uno dei più grandi scrittori di fantascienza, Adjustment Team di Philip K. Dick. La narrazione è fin troppo lineare, quasi didascalica: si viene a sapere molto e presto. Il finale, sbrigativo, non lascia niente se non il messaggio: segui sempre il tuo cuore. L’impressione è che George Nolfi, regista e sceneggiatore, si sia preoccupato troppo di non perdere lo spettatore nel labirinto che la storia avrebbe potuto creare. Meglio così piuttosto che far brancolare nel buio il pubblico per tutto il film – mi ricordo di un Ocean Twelve inguardabile – ma si poteva fare senz’altro meglio.
Non un granché nemmeno la direzione d’attori. Il personaggio di Elise (Emily Blunt) doveva essere sviluppato di più e con maggiore convizione. La Blunt sembra sempre pronta a dargli spessore e consistenza, ma è soffocata da una sceneggiatura che non le lascia spazio di manovra. Matt Damon se ne sta lì, come se ne stava in Hereafter di Clint Eastwood, abbastanza posato e senza dare sorprese. Fa quello che deve fare senza troppo rumore. Terence Stamp è ingessato nel ruolo, un po’ come tutti i comprimari.
La confezione, comunque, è presentabile, e lo spettacolo c’è. Certo, pur non avendo letto Adjustement Team, immagino che Dick sia riuscito a dare assai di più ai suoi lettori, indipendentemente da ciò che tutti sanno: i film tratti dalla narrativa spesso deludono i lettori. Se Nolfi avesse iniettato un po’ di anarchia, se avesse giocato con lo spettatore, se lo avesse lasciato per poi riprenderlo… Se avesse trasgredito il corso del destino e usato meno ossequio nei confronti del Presidente.
Merita due stelle e mezza. Ha una media alta, quindi opto per due.
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[+] errata corrige
(di emilio zampieri)
[ - ] errata corrige
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bonneville
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lunedì 27 giugno 2011
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interessante
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scimmiotta inception ma si lascia guardare
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