Che ormai la tanto decantata virtù degli Italiani nel far del gran cinema fosse sulla via del tramonto già si sapeva, ma non tutti si sarebbero aspettati un'imbrunire così brusco. Nauseati dai cinepanettoni nataliz proposti dai soliti comicii, che come amebe si son separate ( De Sica e Boldi vi ricordano qualcosa?) per raddoppiarne la dose, fornendo bis anche nei periodi estivi, il colpo di grazia lo da un personaggio quasi anonimo, lungi dall'esser maestro di regia o recitazione, Ezio Greggio.
Proprio lui, conduttore di Striscia la notizia insieme a Iacchetti, propone al pubblico un concept cinematografico che veramente pochi avrebbero pensato di attuare, trasformare un film in una sfilza di trailer conturbanti. Sketch, sprazzi di un'idea accennata e non sviluppata, qualche parolaccia buttata lì per caso, battute scontate ma che tuttavia vengono spiegate con altri penosi commenti, solitamente o in romano o in napoletano. Sì, perché quando un personaggio apre bocca per fare una battuta, automaticamente questi cambierà accento e dialetto, non importa che sia il Mago Albus Silenzio, il mafioso de l'ultimissimo padrino, Zorrro che diventa Zoppo e via discorrendo. L'idea che potrebbe all'inizio farvi pensare di accostare Box Office a film demenziali simili come Scary Movie scema dopo il primo trailer. Mentre quest'ultimo segue una storia, seppur insensata, il primo è praticamente un'accozzaglia di scenette dall'umorismo ignoto; freddure che il nostro cervello elabora ed allontana automaticamente perché troppo obbrobriose da esser pronunciate, e che nel film sentirete puntualmente per farvi rizzare i peli dalla vergogna.
Il cast pullula di personaggi noti, che si son prestati per macchiarsi la fedina cinematografica:
- Il regista-attore Ezio Greggio presta la sua persona a tutti gli sketch, dimostrando che il suo alterato senso dell'umorismo non è uno svarione, ma qualcosa di essenzialmente radicato in lui;
- Enzo Salvi, di poche parole ma molte smorfie, qualche versaccio buttato qui e lì, qualche "burinata" e via;
- Biagio Izzo, che interpreta uno zorro amalfitano poco atletico e molto patetico;
- Alessandro Bianchi e Michelangelo Pulci, coppia nota da Neurovisione e altri programmi televisi, si esprimono poco, senza distinguersi e senza sprofondare nel baratro dell'idiozia;
- Franco neri, comico calabrese che...ripete battute;
- Anna Falchi, o meglio è il suo davanzale, recita senza alcuno spessore ( si fa per dire), ed esce di scena con forse la battuta più di cattivo gusto dell'intero film:" Il primo che mi fa uscire da qui gliela do!"
- Gigi Proietti, interpretando il mago Silenzio avrebbe fatto meglio a tacere e lasciare che questo film andasse da se senza farsi trascinare.
- Cristiano Militello, alla sua vista il senso del film ha iniziato a farsi avanti nella mia mente, Box office appare come una puntata prolungata di Striscia la Notizia senza scandalucci, composta solo dalle solite battute (questa volta senza risata registrata) e con scenografia costata ben 5 milioni di euro.
Erry Sfotter, Old Old 70, Viagratar, Corri Fast che sono Furios etc...lasciano intendere già dal titolo che gran raccolta di parodie sia box office.
In sala ho passato più tempo a chiedermi perché tanta gente si sia riunita per provocarci un simile disagio sul grande schermo, che ad imprecare per i 7 euro buttati per il biglietto.
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