cenox
|
venerdì 28 settembre 2012
|
l'italia oggi, dal punto di vista del poliziotto
|
|
|
|
Un film che colpisce, soprattutto perchè molto reale, contestualizzato, attuale e crudo...questi sono gli aggettivi che sottolineano quanto ciò che viene mostrato non sia pura fantasia. Anzi il film trascorre immedesimandosi in fatti realmente accaduti, come la morte del poliziotto Raciti e quella del tifoso Sandri, attraversi i commenti e le sensazioni dei celerini, i poliziotti che svolgono il proprio lavoro a difesa della sicurezza nelle strade, in cui devono far fronte a tifosi inferociti, abusivi irregolari, prostituzione e tante altre situazioni di persone disperate. Solo il finale rappresenta un punto debole del film che poteva essere sviluppato più in profondità senza lasciare un senso di vaghezza.
[+]
Un film che colpisce, soprattutto perchè molto reale, contestualizzato, attuale e crudo...questi sono gli aggettivi che sottolineano quanto ciò che viene mostrato non sia pura fantasia. Anzi il film trascorre immedesimandosi in fatti realmente accaduti, come la morte del poliziotto Raciti e quella del tifoso Sandri, attraversi i commenti e le sensazioni dei celerini, i poliziotti che svolgono il proprio lavoro a difesa della sicurezza nelle strade, in cui devono far fronte a tifosi inferociti, abusivi irregolari, prostituzione e tante altre situazioni di persone disperate. Solo il finale rappresenta un punto debole del film che poteva essere sviluppato più in profondità senza lasciare un senso di vaghezza. Buona la prova attoriale dei protagonisti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a cenox »
[ - ] lascia un commento a cenox »
|
|
d'accordo? |
|
tanus78
|
mercoledì 24 ottobre 2012
|
avanti così!
|
|
|
|
E finalmente il cinema italiano torna a far vedere cose vicine alla realtà (delle cose...). Non ci sono moralismi, non esci dalla sala con la certezza di torti e ragioni ma hai finalmente visto un prodotto della tua "industria" cinematografica non inzuppato di buonismo da fiction tv. Hai finalmente visto delle divise appena un po' più problematiche del Maresciallo Rai Rocca o del Distretto di Polizia Mediaset. Hai visto vere facce da cinema (Favino uber alles!), corpi, azioni, grida verosimilmente simili al vero. Forse nel 2011/2012 in Italia è stato prodotto/proiettato un film di GENERE, da quanto ciò non avveniva?
Non si è trattato dello sforzo produttivo di un solo romantico appassionato ma di un insieme di cose: un libro tutto sommato trascurabile scritto da un cronista (Bonini) dallo stile e dalle fonti notoriamente poliziesche; il successo di una serie tv (Romanzo Criminale) mai vista sulle tv generaliste proprio perché efficacissima per cui il regista doveva essere proprio quello lì.
[+]
E finalmente il cinema italiano torna a far vedere cose vicine alla realtà (delle cose...). Non ci sono moralismi, non esci dalla sala con la certezza di torti e ragioni ma hai finalmente visto un prodotto della tua "industria" cinematografica non inzuppato di buonismo da fiction tv. Hai finalmente visto delle divise appena un po' più problematiche del Maresciallo Rai Rocca o del Distretto di Polizia Mediaset. Hai visto vere facce da cinema (Favino uber alles!), corpi, azioni, grida verosimilmente simili al vero. Forse nel 2011/2012 in Italia è stato prodotto/proiettato un film di GENERE, da quanto ciò non avveniva?
Non si è trattato dello sforzo produttivo di un solo romantico appassionato ma di un insieme di cose: un libro tutto sommato trascurabile scritto da un cronista (Bonini) dallo stile e dalle fonti notoriamente poliziesche; il successo di una serie tv (Romanzo Criminale) mai vista sulle tv generaliste proprio perché efficacissima per cui il regista doveva essere proprio quello lì. Infine Cattleya e i francesi che si sono fatti carico di molto coraggio.
Il risultato non è perfetto ma è drammatico, è teso. Ne fanno le spese la Roma "alemanna" giustamente sputtanata e i "vertici" mai toccati da nulla, al massimo prescritti.
A pagare le spese resta sempre la carne da cannone, dall'una e dall'altra parte della barricata, che sia in divisa o no, le vere vittime sempre quelle sono.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tanus78 »
[ - ] lascia un commento a tanus78 »
|
|
d'accordo? |
|
zibaldino
|
sabato 11 febbraio 2012
|
celerino è...
|
|
|
|
Stando ad un famoso brocardo da stadio, lavorare nel reparto celere non regala grandi soddisfazioni; sempre la saggezza da curva ci ricorda che la scelta di arruolarsi nelle forze dell’ordine sarebbe dettata da una sensibile contrazione del mercato del lavoro. E in effetti uno dei protagonisti, Adriano, la spina di questo inglorious bastards cacio e pepe, si unisce alla celere perché “pagano de più”. Adriano, nella sua breve esperienza tra i cellerini infami, osserva e ci fa scoprire una realtà piuttosto complessa, in cui la manichea distinzione buoni-cattivi viene relegata ad un escamotage da TG1: le cose sono un po’ più complesse, i confini molto labili.
[+]
Stando ad un famoso brocardo da stadio, lavorare nel reparto celere non regala grandi soddisfazioni; sempre la saggezza da curva ci ricorda che la scelta di arruolarsi nelle forze dell’ordine sarebbe dettata da una sensibile contrazione del mercato del lavoro. E in effetti uno dei protagonisti, Adriano, la spina di questo inglorious bastards cacio e pepe, si unisce alla celere perché “pagano de più”. Adriano, nella sua breve esperienza tra i cellerini infami, osserva e ci fa scoprire una realtà piuttosto complessa, in cui la manichea distinzione buoni-cattivi viene relegata ad un escamotage da TG1: le cose sono un po’ più complesse, i confini molto labili. Proprio il retrogusto di dubbio e perplessità che si percepisce alla fine del film ne costituisce la cifra migliore. Quanto al cast, molto bravo Nigro, magistrale Giallini, una sicurezza granitica Favino. Ottima la colonna sonora, in cui i brani originali vengono puntellati da gente tipo i Clash e i Chemical Brothers, per dirne due.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a zibaldino »
[ - ] lascia un commento a zibaldino »
|
|
d'accordo? |
|
rescart
|
mercoledì 4 luglio 2012
|
botte da orbi
|
|
|
|
“Togli prima la trave dal tuo occhio, e poi vedrai la pagliuzza nell’occhio nel fratello” recita il proverbio di evangelica memoria. Ma chi da anni è abituato a darle e prenderle di santa ragione preferisce ragionare in modo più pragmatico, basandosi su presunte regole del gioco non scritte. Come quella che da un altro romano non potrà mai venire il male assoluto considerato l’uso di armi da taglio anziché le solite pietre o bastoni. Come se la morte non possa venire da un calcio in faccia ben assestato o da un sottolavello in metallo usato come ariete contro un poliziotto. Successe a Catania quando gli scontri con dei tifosi allo stadio causarono la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti (questo e l’altro opposto episodio della morte di Sandri per mano di Sapaccarotella sono entrambi documentati nel film).
[+]
“Togli prima la trave dal tuo occhio, e poi vedrai la pagliuzza nell’occhio nel fratello” recita il proverbio di evangelica memoria. Ma chi da anni è abituato a darle e prenderle di santa ragione preferisce ragionare in modo più pragmatico, basandosi su presunte regole del gioco non scritte. Come quella che da un altro romano non potrà mai venire il male assoluto considerato l’uso di armi da taglio anziché le solite pietre o bastoni. Come se la morte non possa venire da un calcio in faccia ben assestato o da un sottolavello in metallo usato come ariete contro un poliziotto. Successe a Catania quando gli scontri con dei tifosi allo stadio causarono la morte dell’ispettore di polizia Filippo Raciti (questo e l’altro opposto episodio della morte di Sandri per mano di Sapaccarotella sono entrambi documentati nel film). Forse che il nuovo testamento è troppo esigente per un baldanzoso poliziotto emulo del re Davide che sconfigge Golia? Così non è per il vecchio testamento che con il suo “occhio per occhio, dente per dente” ben si addice a quello che avviene nel film quando il gruppo affiatato di poliziotti va a colpo sicuro dopo aver identificato l’autore dell’accoltellamento che ha reso zoppo il loro capo. Peccato che fra i colpevoli si trovi anche il figlio dell’accoltellato. E allora scatta lo spirito di squadra, che porta a proteggere un membro della famiglia anche se colpevole esattamente come gli altri estranei. Questo episodio farà prendere coscienza alla recluta cooptata nell’azione squadrista che qualcosa non funziona, che i diritti come i doveri o sono riconosciuti a tutti o non sono tali. La speranza è che nasca un nuovo prototipo di poliziotto, un po’ più orgoglioso della divisa che indossa, meno autoritario e più paternalista nel senso di dedicarsi anche a fare bene il padre senza delegare psicologicamente questo ruolo alla caserma. Come fa il poliziotto separato che per partecipare a un’azione punitiva contro dei rumeni che importunano i passanti davanti al supermercato, si dimentica di aver affidato a un collega la figlia minorenne.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a rescart »
[ - ] lascia un commento a rescart »
|
|
d'accordo? |
|
noia1
|
venerdì 31 ottobre 2014
|
violenza non fine a sé stessa.
|
|
|
|
La vita e le vicende di un gruppo di celerini, il loro lavoro, la loro vita.
Un film che non pretende d’insegnare, non ci sono approfondimenti sul tema, solo tasselli sul banco lasciando compiersi le azioni con freddezza quasi documentaristica. Tutto ciò che dev’essere mostrato sarà mostrato, senza buonismi o drammi, non ci sono parti da prendere, solo persone e i loro lati oscuri, le loro debolezze, i loro punti deboli. Tante realtà messe a confronto nel microcosmo di una Roma mai stata così oscura, protagonisti consumati, rassegnati, folli, le vite di chi ha solo il proprio lavoro in testa ma deve comunque fare i conti con la vita arrivando ad esiti sempre e comunque contraddittori.
[+]
La vita e le vicende di un gruppo di celerini, il loro lavoro, la loro vita.
Un film che non pretende d’insegnare, non ci sono approfondimenti sul tema, solo tasselli sul banco lasciando compiersi le azioni con freddezza quasi documentaristica. Tutto ciò che dev’essere mostrato sarà mostrato, senza buonismi o drammi, non ci sono parti da prendere, solo persone e i loro lati oscuri, le loro debolezze, i loro punti deboli. Tante realtà messe a confronto nel microcosmo di una Roma mai stata così oscura, protagonisti consumati, rassegnati, folli, le vite di chi ha solo il proprio lavoro in testa ma deve comunque fare i conti con la vita arrivando ad esiti sempre e comunque contraddittori. Non ci sono buoni o cattivi ma solo persone, persino il giovane e violento Adriano si renderà conto che i suoi “fratelli”, coloro in grado di mettergli la testa a posto saranno anche quelli ad aprirgli gli occhi ad un mondo di regole poste oltre il codice ufficiale, ne rimarrà scosso abbastanza da dover scegliere dolorosamente.
Trama costruita in modo eccezionale, si può definire un film d’azione, un dramma, un thriller, le vite dei protagonisti quasi fossero lavoratori come tanti, col proseguo però verranno a galla tutti i lati umani e le conseguenti bassezze di cui sono spinti a sporcarsi da una vita difficile in un proseguo di violenza sempre più preponderante.
Protagonisti fantastici, al di là della costruzione molto interessante, gran parte del merito va proprio agli interpreti, tutti abbastanza cupi ma ciascuno in grado di definire a proprio modo le piccole differenze che li caratterizzano e che giustificano i loro atti, la classica nevrosi del giustiziere posta con un realismo agghiacciante.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a noia1 »
[ - ] lascia un commento a noia1 »
|
|
d'accordo? |
|
floyd80
|
lunedì 13 aprile 2015
|
atteniamoci alla realtà
|
|
|
|
Una pellicola girata bene che cerca di raccontare la vita del reparto mobile e di chi lavora per esso. Gli attori sono sopra la media.
Purtroppo il difetto italiano di attenersi per forza di cose alla realtà (la diaz, la morte di Sandri...) lo ritroviamo anche in questa pellicola.
In ogni film italiano (vedi Diaz, romanzo criminale, la meglio gioventù) ci deve essere un riferimento alla realtà e secondo me questo limita la pellicola e la struttura del film.
[+]
Una pellicola girata bene che cerca di raccontare la vita del reparto mobile e di chi lavora per esso. Gli attori sono sopra la media.
Purtroppo il difetto italiano di attenersi per forza di cose alla realtà (la diaz, la morte di Sandri...) lo ritroviamo anche in questa pellicola.
In ogni film italiano (vedi Diaz, romanzo criminale, la meglio gioventù) ci deve essere un riferimento alla realtà e secondo me questo limita la pellicola e la struttura del film.
Però se proprio si vuole raccontare la realtà dei fatti a mio giudizio bisogna essere coerenti e non disegnare le forze dell'ordine come dei sadomaso in divisa.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a floyd80 »
[ - ] lascia un commento a floyd80 »
|
|
d'accordo? |
|
dandy
|
domenica 4 aprile 2021
|
fratelli nella violenza.
|
|
|
|
Debutto al cinema per il figlio di Sergio Sollima,che adatta l'omonimo romanzo di Carlo Bonini.I lunghi trascorsi in televisione garantiscono la resa spettacolare e la direzione del cast è competente.Ma il discorso su una materia scomoda e contraddittoria resta,al pari delle emozioni e delle mentalità dei protagonisti,puramente di superficie e di pancia:se non è esclusa la sgradevolezza nella descrizione del gruppo di "celerini figli di puttana",viene cercata la giustificazione sottolineando ripetutamente la frustrazione che la causa,dovuta tra le altre cose all'incompetenza e l'ingiustizia politica delle false promesse e dei contentini momentanei per l'opinione pubblica.
[+]
Debutto al cinema per il figlio di Sergio Sollima,che adatta l'omonimo romanzo di Carlo Bonini.I lunghi trascorsi in televisione garantiscono la resa spettacolare e la direzione del cast è competente.Ma il discorso su una materia scomoda e contraddittoria resta,al pari delle emozioni e delle mentalità dei protagonisti,puramente di superficie e di pancia:se non è esclusa la sgradevolezza nella descrizione del gruppo di "celerini figli di puttana",viene cercata la giustificazione sottolineando ripetutamente la frustrazione che la causa,dovuta tra le altre cose all'incompetenza e l'ingiustizia politica delle false promesse e dei contentini momentanei per l'opinione pubblica.E i bersagli sono quasi sempre persone cattive(e povere) che ricevono i pestaggi a suon di musica(Clash,Chemical Brothers,Pixies,White Stripes,la cui "Seven Nation Army" è diventato un inno di moltissime tifoserie) così da spettacolarizzare il tutto e mettere a suo agio lo spettatore.Poco incisivi gli accenni alla cronaca,dal'G8 alle uccisioni dell'agente Filippo Raciti e il disk jokey Gabriele Sandri nel 2007,e poco credibile la presa di coscienza di Adriano.Anche il finale sospeso non ha la potenza a cui vorrebbe ambire.Come il successivo "Suburra",solo un prodotto di genere onesto e apprezzabile da un regista di indubbia competenza,che si spera possa maturare in futuro,o perlomeno continuare a mantenersi a questi livelli.Ma naturalmente non potevano mancare le polemiche all'uscita,che di certo hanno favorito il buon successo al botteghino.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dandy »
[ - ] lascia un commento a dandy »
|
|
d'accordo? |
|
muttley72
|
venerdì 20 luglio 2012
|
un buon film per la tv ma non per il cinema
|
|
|
|
Avevo letto il libro "ACAB" (ma quando poi ho visto il film in DVD, del libro non avevo più un ricordo ben nitido) e mi era piaciuto per la "schiettezza del raccontare" le storie quotidiane di vita. Il libro fa comprendere (ma poi non è una grande novità) come un poliziotto può talvolta essere un "proletario" (anche se oggi con i tempi che corrono è divenuto, salvo sfortunate eccezioni, un lavoro d'oro) e può avere gli stessi grandi problemi economici e/o familiari di qualsiasi altro cittadino. Inoltre un poliziotto può anche essere "frustrato" quotidianamente (soprattutto se crede nel lavoro che fa) dalla constatazione che la sua faticosa e stressante opera (almeno entro certi limiti) è resa totalmente inutile dalle leggi e dalla burocrazia.
[+]
Avevo letto il libro "ACAB" (ma quando poi ho visto il film in DVD, del libro non avevo più un ricordo ben nitido) e mi era piaciuto per la "schiettezza del raccontare" le storie quotidiane di vita. Il libro fa comprendere (ma poi non è una grande novità) come un poliziotto può talvolta essere un "proletario" (anche se oggi con i tempi che corrono è divenuto, salvo sfortunate eccezioni, un lavoro d'oro) e può avere gli stessi grandi problemi economici e/o familiari di qualsiasi altro cittadino. Inoltre un poliziotto può anche essere "frustrato" quotidianamente (soprattutto se crede nel lavoro che fa) dalla constatazione che la sua faticosa e stressante opera (almeno entro certi limiti) è resa totalmente inutile dalle leggi e dalla burocrazia... cioè dai politici, autori pratici dei suddetti "ostacoli".
Qualcuno potrebbe rassegnarsi a questo fatto, arrendendosi cioè all'idea che le "regole del gioco" tra (veri e comprovati)delinquenti e Polizia sono solo quelle stabilite dalla legge e per belle o brutte che siano, vanno sempre e comunque rispettate...
Ma è proprio qui che si entra nel "terreno minato", perchè se e quando un poliziotto infrange la legge (va oltre) lo può fare sia per "coprire" un compagno che ha sbagliato (magari per una colpa lieve o per difficoltà pratiche), ma anche per far condannare una persona che gli è antipatica, ma che sa essere innocente; lo può fare cioè per far trionfare quella che egli sa essere la verità o all'opposto in favore di una menzogna (es. per compiacere un superiore o un potente di turno).
Quello che viene fuori dai numerosi mini-racconti di "ACAB" non è tanto il "singolo problema": quello degli stadi violenti, degli stranieri clandestini e delinquenti, ecc. (temi peraltro tutti importanti), ma "il" problema: quello di un Stato che NON funziona quasi mai bene e che non riesce, in tempi umani, a dare un senso di giustizia al cittadino e che quindi è uno Stato che diventa antipatico a tutti, talvolta persino alla Polizia.
Nascono allora le "lotte tra poveri" (es. italiani e stranieri), gli eccessi da condannare (ma che hanno paradossalmente motivazioni pratiche in parte condivisibili), ecc.
L'argomento di cui tratta il film, comunque, si presta per forza di cose ad essere interpretato diversamente a seconda del proprio credo politico e della propria ideologia.
Tornando al film (inferiore al libro da cui è tratto), pur avendo attori simpatici, validi e credibili (per lo meno nell' interpretare il ruolo dei "poliziotti-borgatari") non è meraviglioso, ma appena sufficiente. La sceneggiatura poi, basata sul libro, poteva essere fatta meglio...invece, con tutto il rispetto, il film mi è sembrato un buon film prodotto per la Tv (come qualità complessiva), ma non un ottimo film per il Cinema.
La visione comunque (se piace il genere) rimane abbastanza godibile fino alla fine (come in un buon prodotto per la TV).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a muttley72 »
[ - ] lascia un commento a muttley72 »
|
|
d'accordo? |
|
shiningeyes
|
lunedì 25 marzo 2013
|
rabbioso ed oscuro
|
|
|
|
Stefano Sollima ci introduce nel buio e rabbioso mondo dei celerini, raccontati attraverso un gruppetto di quattro agenti legatissimi tra loro da un vincolo di fratellanza e di esperienza, maturata da anni di scontri contro ultras e civili arrabbiati.
Ma oltre a raccontare questi personaggi, Sollima ci racconta un'Italia sempre più intollerabile nei confronti degli extracomunitari, il cui odio è alimentato dai media che mettono in evidenza le loro nefandezze, da uno stato cieco e insensibile che non tutela neanche i loro difensori (i poliziotti) nei loro diritti.
Un film pieno di rabbia e di razzismo, in cui i celerini Mazinga, Cobra, Negro e l'ex Carletto sfogano le loro frustrazioni in azioni al di sopra dei limiti della legge, sentendosi in diritto di farlo solo per il ruolo che rivestono, attuando una ingiustificata giustizia sommaria, rivendicata da esplicite ideologie fasciste.
[+]
Stefano Sollima ci introduce nel buio e rabbioso mondo dei celerini, raccontati attraverso un gruppetto di quattro agenti legatissimi tra loro da un vincolo di fratellanza e di esperienza, maturata da anni di scontri contro ultras e civili arrabbiati.
Ma oltre a raccontare questi personaggi, Sollima ci racconta un'Italia sempre più intollerabile nei confronti degli extracomunitari, il cui odio è alimentato dai media che mettono in evidenza le loro nefandezze, da uno stato cieco e insensibile che non tutela neanche i loro difensori (i poliziotti) nei loro diritti.
Un film pieno di rabbia e di razzismo, in cui i celerini Mazinga, Cobra, Negro e l'ex Carletto sfogano le loro frustrazioni in azioni al di sopra dei limiti della legge, sentendosi in diritto di farlo solo per il ruolo che rivestono, attuando una ingiustificata giustizia sommaria, rivendicata da esplicite ideologie fasciste.
Il giovane celerino Spina ne viene inizialmente attratto da questo “potere” della divisa e dalla violenza scaturita dalle sue azioni, ma si ricorderà poi del vero e proprio ruolo che deve svolgere un poliziotto: aiutare la gente.
Il film è girato con molta perizia e le scene degli scontri sono abbastanza credibili; in più ci sono le buone doti recitative di Pierfrancesco Favino e di Marco Giallini a rendere un film italiano di livello superiore alle solite stronzate del cinema nostrano.
[-]
[+] concordo tranne in un punto
(di alessandro vanin)
[ - ] concordo tranne in un punto
|
|
[+] lascia un commento a shiningeyes »
[ - ] lascia un commento a shiningeyes »
|
|
d'accordo? |
|
sverin
|
martedì 20 gennaio 2015
|
finalmente senza buonismi!
|
|
|
|
Nel regime buonista post post sessantottino questo è un macigno nello stagno! Finalmente! Non pensavo fosse possibile che un film che disegna aspetti di crudo realismo , sempre edulcorati dalla retorica di sinistra che domina ormai da decenni, arrivasse a girare nelle sale. Piccolo neo potrebbe essere la chiarezza della dizione che spesso pecca; alcune parole sono incomprensibili non per il significato, io sono romano, ma per la dizione, appunto. Vengono denunciati i soprusi che lo stato compie verso i poliziotti ,carne da macello, che non possono usare le armi neanche nell'emergenza, con ciò squalificando il concetto di "forze dell'ordine" e definendole più "debolezze del disordine".
[+]
Nel regime buonista post post sessantottino questo è un macigno nello stagno! Finalmente! Non pensavo fosse possibile che un film che disegna aspetti di crudo realismo , sempre edulcorati dalla retorica di sinistra che domina ormai da decenni, arrivasse a girare nelle sale. Piccolo neo potrebbe essere la chiarezza della dizione che spesso pecca; alcune parole sono incomprensibili non per il significato, io sono romano, ma per la dizione, appunto. Vengono denunciati i soprusi che lo stato compie verso i poliziotti ,carne da macello, che non possono usare le armi neanche nell'emergenza, con ciò squalificando il concetto di "forze dell'ordine" e definendole più "debolezze del disordine". Uno stato ostaggio dell'utopia buonista che ha origine nei ben noti partiti politici, che non prevedono il concetto di difesa perchè la difesa di per se appartiene più ad un concetto di destra. Anche lo stesso poliziotto, beceramente, è considerato una figura di destra! Invece è un umile operatore al servizio pubblico. Emergono poi dal film aspetti d'ingiustizia sociale come l'extracomunitario che abita abusivamente una casa popolare con tutte le drammatiche conseguenze per chi ne ha diritto; gli zingari che vengono giustamente sgomberati perchè nessuno li vuole vicino. Il pdre separato a cui viene tolta la casa, e la figlia, senza possibilità di vederla. Giudici completamente squilibrati .Sembra che il film voglia infrangere i santuari ideologici nati soprattutto dopo il '68, paradisiache utopie ,esagerati altruismi, bontà sovraumane che miserabili politici, cosiddetti radical chic, hanno usato per illudere i più ingenui, facendo loro credere che il paradiso fosse a due passi da noi! Ho goduto molto. Favino grande, Angelini, il maresciallo (?), molto bravo. Grazie. Speriamo che ce ne siano ancora...sarebbe ora!!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sverin »
[ - ] lascia un commento a sverin »
|
|
d'accordo? |
|
|