ultimoboyscout
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lunedì 6 giugno 2011
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torture di governo.
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Samuel L. Jackson è un grande attore con due qualità di non poco conto: inanto si adatta a lavorare in produzioni non di primissimo livello ma indubbiamente valide (come questa) e poi riesce ad essere diabolico, luciferino, riesce a rendersi così antipatico (nella parte ovviamente) riuscendo con regolarità a mescolare le carte in tavola. I suoi personaggi non sono mai banali: questo poi non solo è molto "politically uncorrect"...è del tutto fuori di testa! Altro figlio dell'America post 11 settembre, è un film durissimo, intenso, psicologico e per certi versi raccapricciante ai limiti del delirio. Pazzesco per l'appunto per intensità e tensione nonostante una scena piuttosto statica, i dialoghi sono parte attivissima dell'impianto narrativo.
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Samuel L. Jackson è un grande attore con due qualità di non poco conto: inanto si adatta a lavorare in produzioni non di primissimo livello ma indubbiamente valide (come questa) e poi riesce ad essere diabolico, luciferino, riesce a rendersi così antipatico (nella parte ovviamente) riuscendo con regolarità a mescolare le carte in tavola. I suoi personaggi non sono mai banali: questo poi non solo è molto "politically uncorrect"...è del tutto fuori di testa! Altro figlio dell'America post 11 settembre, è un film durissimo, intenso, psicologico e per certi versi raccapricciante ai limiti del delirio. Pazzesco per l'appunto per intensità e tensione nonostante una scena piuttosto statica, i dialoghi sono parte attivissima dell'impianto narrativo. Poi non mancano stereotipi e luoghi comuni ma il terrore si sa questo genera. Come tipicamente americano è il fatto di commettere i peggiori abomini...basta che non si sappia in giro! Film in questo senso ne girano a decine. Strepitoso, convincente, efficacissimo Sheen. Il finale è una "bomba", grande sorprendentissimo film! Ma alla fine che ha ragione, il pazzo H o la più pacata agente Brody?
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dano25
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mercoledì 23 febbraio 2011
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dov'è la verità?
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un ex cittadino americano convertito all'islam lancia un video in cui mostra tre bombe atomiche rudimental e ne minaccia l'esplosione. Fattosi catturare volontariamente dalla polizia, viene tenuto prigioniero dall'esercito in una base militare segreta. Qui le autorità più importanti d'america si ritrovano a decidere del futuro dell'uomo; L'esercito con a capo un Generale poco incline al fallimento tanto da delegare un colonnello a comandante dell'operazione, l'agente Helen Brody capo della squadra antiterrorismo del FBI e l'immancabile CIA con un supervisore a capo di tutto e l'inquietante H,torturatore. Con la lotta al terrorismo come sfondo, il film sembra più una rivisitazione di "Hostel" dove la tortura la fa da padrona.
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un ex cittadino americano convertito all'islam lancia un video in cui mostra tre bombe atomiche rudimental e ne minaccia l'esplosione. Fattosi catturare volontariamente dalla polizia, viene tenuto prigioniero dall'esercito in una base militare segreta. Qui le autorità più importanti d'america si ritrovano a decidere del futuro dell'uomo; L'esercito con a capo un Generale poco incline al fallimento tanto da delegare un colonnello a comandante dell'operazione, l'agente Helen Brody capo della squadra antiterrorismo del FBI e l'immancabile CIA con un supervisore a capo di tutto e l'inquietante H,torturatore. Con la lotta al terrorismo come sfondo, il film sembra più una rivisitazione di "Hostel" dove la tortura la fa da padrona. Tutto è incentrato sull'interrogatorio e le torture di H hce contro tutto e tutti (in primis Brody) va dritto per la sua strada al limite tra il giusto e lo sbagliato. Un'appesantito Samuel L. Jackson concede il suo talento per impersonare H, squilibrato e convinto torturatore alle prese con un team che mal lo digerisce. Ruolo non facile dato la poca possibilità di spazio in cui agire ma interpretato in maniera magistrale da uno dei migliori attori di Hollywood. L'agente Brody è Carrie Anne Moss, la "Trinity" di MATRIX, ottimo agente, rispettosa del protocollo e poco convinta delle reali capacità di H. Michael Sheen è un convincente ed ottimo terrorista, capace di manipolare tutto e tutti nell'inseguimento dell'obiettivo primario, una lezione all'America. Il film scorre bene e lascia quel velo di mistero sull'evolversi della storia che permette allo spettatore di farsi una propria idea sul finale che verrà svelato solo all'ultimo secondo. Ritmi da Thriller per un buon film drammatico su un tema, quello del terrorismo, ormai sempre attuale dopo l'11 settembre.
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dado1987
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domenica 6 febbraio 2011
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film sorpresa
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Non mi aspettavo che Unthinkable fosse così carino, riguarda sempre il tema trito fino all'esasperazione, del terrorismo islamico in America. Ha un ritmo un po' lento, dato che la metà della durata è basata sulle torture del terrorista. Ottima interpretazione di Jackson, di Sheen e della Moss, anche se nel complesso il doppiaggio di alcuni personaggi mi è sembrato sotto tono, per la scelta di alcune voci che non c'entravano niente con le persone in carne ed ossa (tipo il capo dell'FBI), caso strano sapendo la bravura dei nostri doppiatori...
Voto 8
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doni64
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lunedì 21 febbraio 2011
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film......intenso
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Film intenso,corretto,reale,imponente,interessante con un'ottima interpretazione da parte di tutti gli attori principali.La trama e' ottima avvincente per un bel film da vedere.Voto 8
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dandy
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mercoledì 11 ottobre 2017
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thinkable....for national security...
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Un thriller tra i migliori di tutti i tempi.Ferocissimo atto d'accusa contro le guerre "interne",dove le atrocità mantenute segrete non sono meno esecrabili di qelle commesse dai soldati nelle guerre "normali",e dove per la salvezza di milioni di persone ogni nefandezza è lecita.Il film non concede un minuto di tregua,mostra le torture in tutto il loro orrore riuscendo a non scadere mai nel gratuito e costruisce personaggi che si stagliano nella memoria.Ogni aspetto scomodo possibile viene messo in tavola,dal diritto di violare la legge alla responsabiità i dover prendere le decisioni peggiori;dalla complicità volontaria di chi aborrisce il male ma non interviene alla follia megalomane di chi ci si è lasciato soggiogare;dal ribaltamento continuo del ruolo vittima-carnefice alla colpevolezza che riguarda entrambi;dalla riflessione su chi perde pur avendo vinto e viceversa;dalla morte degli innocenti estranei alla vicenda a quelli che ne sono coinvolti loro malgrado.
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Un thriller tra i migliori di tutti i tempi.Ferocissimo atto d'accusa contro le guerre "interne",dove le atrocità mantenute segrete non sono meno esecrabili di qelle commesse dai soldati nelle guerre "normali",e dove per la salvezza di milioni di persone ogni nefandezza è lecita.Il film non concede un minuto di tregua,mostra le torture in tutto il loro orrore riuscendo a non scadere mai nel gratuito e costruisce personaggi che si stagliano nella memoria.Ogni aspetto scomodo possibile viene messo in tavola,dal diritto di violare la legge alla responsabiità i dover prendere le decisioni peggiori;dalla complicità volontaria di chi aborrisce il male ma non interviene alla follia megalomane di chi ci si è lasciato soggiogare;dal ribaltamento continuo del ruolo vittima-carnefice alla colpevolezza che riguarda entrambi;dalla riflessione su chi perde pur avendo vinto e viceversa;dalla morte degli innocenti estranei alla vicenda a quelli che ne sono coinvolti loro malgrado.Il pessimismo è assoluto,nessun personaggio è mai totalmente nel torto o nella ragione(costringendo lo spettatore a odiare e a patteggiare di volta in volta per ogniuno di loro),e nella seconda parte,quando sembra che il gioco sia stato scoperto,la storia prende una nuova svolta ancora più terrificante fino a un epilogo quasi insostenibile e ad una sorpresa finale che è l'ennesimo pugno nello stomaco.Un capolavoro di sconcertante lucidità sulla peggiore realtà immaginabile che si cela dove le forze dell'ordine agiscono nell'ombra(o devono agire?)per la vita dei cittadini innocenti,che scuote e sconvolge totalmente come è giusto che sia.Ritmo serratissimo,dialoghi perfetti e cast magnifico:Jackson è terrificante in tutti i sensi;Sheen si sottopone magistralmente ad un impensabile tour de force;l'ex-Trinity Carrie Anne Moss è bravissima nel ruolo di un personaggio umano costretto a mettere in gioco ogni sua certezza e convinzione finendo per sporcarsi di sangue come chi la circonda.Un film che ovviamente ha scontentato chiunque,specie in patria.Ed è uscito ovunque direttamente in home video.Da riscoprire e rivederesenza indugio,ma lo spettatore sensibile deve assolutamente girare al largo.
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rescart
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domenica 16 gennaio 2011
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ubi maior...
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Minor cessat, recita il proverbio latino. In questo caso il “maior” è rappresentato dalla minaccia di una imminente deflagrazione nucleare, il “minor” dalla necessità di far ricorso alla tortura per convincere un terrorista ha rivelare dove a posto gli ordigni letali. Ma questa volta si tratta di un terrorista particolare, non il solito kamikaze all’acqua di rose, bensì un osso duro disposto a sopportare qualunque sofferenza pur di ottenere il suo risultato: una dichiarazione pubblica nella quale il Presidente degli Stati Uniti d’America s’impegna a togliere qualunque sostegno ai regimi dittatoriali che ancora sussistono in alcuni Paesi islamici (abbiamo tutti scoperto recentemente che la Tunisia era uno di quelli) e a ritirarsi dai territori che ancora tiene occupati nei Paesi islamici.
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Minor cessat, recita il proverbio latino. In questo caso il “maior” è rappresentato dalla minaccia di una imminente deflagrazione nucleare, il “minor” dalla necessità di far ricorso alla tortura per convincere un terrorista ha rivelare dove a posto gli ordigni letali. Ma questa volta si tratta di un terrorista particolare, non il solito kamikaze all’acqua di rose, bensì un osso duro disposto a sopportare qualunque sofferenza pur di ottenere il suo risultato: una dichiarazione pubblica nella quale il Presidente degli Stati Uniti d’America s’impegna a togliere qualunque sostegno ai regimi dittatoriali che ancora sussistono in alcuni Paesi islamici (abbiamo tutti scoperto recentemente che la Tunisia era uno di quelli) e a ritirarsi dai territori che ancora tiene occupati nei Paesi islamici. Non si tratta in fondo di richieste inaccettabili, anche perché il terrorista concede che il ritiro avvenga all’interno di un percorso calendarizzato, ma la questione è più di principio; non ci si può far dettare l’agenda politica da un terrorista, troppo grande il rischio che prima o poi trapelasse l’origine vera di tale decisione: un ricatto. Se poi si venisse anche a sapere che per “estorcere” quel ricatto si è dovuto ricorrere anche alla tortura, sai che bella pubblicità per la superpotenza sopravvissuta all’eclissi della guerra fredda! Non sia mai! E allora avanti con i metodi brutali, perché l’obiezione di Cesare Beccaria in questo caso non è più valida, non si tratta di estorcere una confessione bensì di sapere la verità. Che però in questo caso, ebbene sì, come poche altre volte nella storia di Hollywood, ha a che fare con la matematica, ma non nel senso di film come “Beautiful mind” o “The proof”. Per fortuna però si tratta solo della storia di Hollywood, non della storia vera, perché nella storia vera grazie a Dio abbiamo un Presidente degli Stati Uniti che assomiglia a Samuel L. Jackson solo per il colore della pelle.
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dario
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lunedì 31 gennaio 2011
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robusto
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In effetti il film non sa esattamente che partito prendere. Ma è diretto bene ed interpretato in modo efficace. Sta un po' troppo sul crudele e non tratta il problema di fondo, rifugiandosi alla fine in una punizione che non si sa a cosa attribuire. Tiene con il fiato sospeso.
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rescart
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lunedì 17 gennaio 2011
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il prezzo da pagare
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Nella moderna società post-atomica l’obiezione alla turtura di Cesare Beccaria non vale più ed urge completare un puzzle formato da sole tre tessere. O almeno così potrebbe sembrare, ma solo a una mente forse ancora più grezza dello stesso sadico torturatore, e qui sta il punto. Come in altri casi di film made in U.S.A. anche qui c'è di mezzo la matematica, o meglio l'aritmetica, ma non nel senso di film come “Beautiful mind”. Il sadico torturatore non è un visionario alla Nash. Solo fantapolitica? Qualcosa che non rispecchia la realtà perché il Presidente degli Stati Uniti, che nel film non compare mai, è addirittura più cinico del sadico torturatore impersonato da Samuel L. Jackson? C'è un prezzo da pagare per non cadere al di fuori della categoria "genere umano", per non divenatre bestie senza compassione nè valori: accettare la possibilità fin troppo reale che scoppi un micidiale ordigno nucleare sotto casa.
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Nella moderna società post-atomica l’obiezione alla turtura di Cesare Beccaria non vale più ed urge completare un puzzle formato da sole tre tessere. O almeno così potrebbe sembrare, ma solo a una mente forse ancora più grezza dello stesso sadico torturatore, e qui sta il punto. Come in altri casi di film made in U.S.A. anche qui c'è di mezzo la matematica, o meglio l'aritmetica, ma non nel senso di film come “Beautiful mind”. Il sadico torturatore non è un visionario alla Nash. Solo fantapolitica? Qualcosa che non rispecchia la realtà perché il Presidente degli Stati Uniti, che nel film non compare mai, è addirittura più cinico del sadico torturatore impersonato da Samuel L. Jackson? C'è un prezzo da pagare per non cadere al di fuori della categoria "genere umano", per non divenatre bestie senza compassione nè valori: accettare la possibilità fin troppo reale che scoppi un micidiale ordigno nucleare sotto casa. Questo prezzo può non accettare di pagarlo il potere e la politica, ma accetta di pagarlo anche un uomo pericoloso e avvezzo alla violenza come il sadico torturatore, che nel film riprende alla fine il panni dell'uomo comune. Di colui che il prezzo lo pagherà nella sua carne. Era forse questo il messaggio autentico di Beccaria?
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