Rabbit Hole

Roberto Escobar

Rebecca (Nicole Kidman, matura e intensa) e Howie (Aaron Eckart) soffrono la morte del loro unico figlio, travolto da un’auto a 4 anni. I mesi seguono ai mesi, senza che il lutto lasci posto a una nuova vita. A niente serve che i due frequentino un gruppo di autosostegno, e a niente vale quanto amici e vicini tentano per “consolarli”. Il loro stesso rapporto si incrina sempre più, e sta per finire. Tratto da una commedia dl David Lindsay-Abaire, il film di John Cameron Mitchell si muove con rispetto all’interno di un dolore atroce e silenzioso. La vita di Rebecca e Howie è sospesa, incatenata alla memoria e all’assenza. Nella loro bella casa ai Queens, New York, tutto è immobile, a partire dalla cameretta del piccolo, che sembra ancora attenderlo. Ma un giorno, per caso, Rebecca incontra Jason (Mlles Teller), il giovane e incolpevole assassino del figlio... Ci sono mondi paralleli a quello in cui viviamo, suggerisce “The Rabbit Hole”. Basta trovarne l’ingresso, nascosto e trascurabile quanto il buco della tana d’un coniglio, perché la vita ricominci, nonostante tutto.
Da L'espresso, 17 febbraio 2011


di Roberto Escobar, 17 febbraio 2011