giacomogabrielli
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lunedì 6 giugno 2011
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speranza italiana. *****
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E' servito più di un anno di attesa, ma ne è valsa davvero la pena. Diretta da due giovanissimi cineasti, alle prime armi con un lungometraggio, quest'opera è una novità sia dal punto di vista della scrittura, che da quello estetico.Si sà, in Italia i film a tematica sociale non mancano, ma stavolta è diverso: ET IN TERRA PAX prima di essere un film è una garanzia che assicura che in Italia c'è anche chi il cinema lo sà fare. Un film intelligente, sincero, duro e poetico al tempo stesso, che non rallenta un attimo e che fa un ottimo uso di cast, location, suoni, parole, luci. I silenzi fanno capire quanto sia stantìa la situazione della realtà che affrontano quotidianamente i protagonisti; le urla danno sfogo ai sacrifici che quei personaggi sono destinati ad affrontare di giorno in giorno.
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E' servito più di un anno di attesa, ma ne è valsa davvero la pena. Diretta da due giovanissimi cineasti, alle prime armi con un lungometraggio, quest'opera è una novità sia dal punto di vista della scrittura, che da quello estetico.Si sà, in Italia i film a tematica sociale non mancano, ma stavolta è diverso: ET IN TERRA PAX prima di essere un film è una garanzia che assicura che in Italia c'è anche chi il cinema lo sà fare. Un film intelligente, sincero, duro e poetico al tempo stesso, che non rallenta un attimo e che fa un ottimo uso di cast, location, suoni, parole, luci. I silenzi fanno capire quanto sia stantìa la situazione della realtà che affrontano quotidianamente i protagonisti; le urla danno sfogo ai sacrifici che quei personaggi sono destinati ad affrontare di giorno in giorno. Il film dunque, a detta degli stessi autori, non si concentra solo sulla criminalità, sul quertiere, sulla droga o sul messaggio "da far passare", ma punta molto sulla psicologia dei personaggi e su come essi cerchino una direzione giusta da seguire, difficile da trovare in una realtà come quella di ET IN TERRA PAX. Gli attori andrebbero presi uno ad uno, caratterizzati bene, bravissimi e veri dal primo all'ultimo, accompagnati da un perfetto dialetto romano. Le lodi in particolare vanno a Maurizio Tesei, Ughetta D'Onorascenzo, e Paolo Perinelli. Interessante la struttura, che inevitabilmente ricorda GOMORRA, con due storie inizialmente parallele, ma staccate, che infine si incrociano scontrandosi violentemente. La regia sfiora il geniale, con sequenze quasi visionarie, esteticamente perfette, accompagnate perlopiù da una ben fatta macchina a spalla. Da ricordare, tra le altre, la splendida scena dello strupro. Il digitale diventa pellicola grazie alla fotografia di Davide Manca e all'aiuto di tutta la giovanissima troupe tecnica. Un obbligato riconoscimento per l'ottima riuscita del prodotto va espresso anche a Gianluca Arcopinto e ai suoi colleghi produttori per aver creduto in questo progetto che se non avesse visto la luce non ci avrebbe mai emozionati, sbigottiti, stupiti commossi e, ancor di più, resi orgogliosi del nostro cinema. SPERANZA ITALIANA. *****
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dyd 666
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venerdì 11 febbraio 2011
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premio x edizione al festival del cinema di foggia
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“Et in terra pax” di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini è il film vincitore della X edizione del Festival del Cinema Indipendente, organizzato dalla Provincia di Foggia, che si è concluso sabato sera al Teatro del Fuoco con la cerimonia delle premiazioni condotta da Mauro Pulpito.
“Per aver colto, senza peli sulla lingua, la brutalità congiunta all’umanità di un mondo depresso che è stato rappresentato con abilità registica”. È questa la motivazione della giuria degli esperti, presieduta dal regista Giuseppe Ferrara. A ritirare il premio, i due registi, l’interprete Michele Botrugno e il produttore Simone Isola.
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alessia ci
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mercoledì 15 giugno 2011
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intensità di un impatto forte e di stile
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ET IN TERRA PAX
Una domenica di giugno con alcuni amici, senza una particolare pretesa, solo con l’intento di non rimanere bloccati nel traffico domenicale capitolino, si è deciso di andare al cinema.
Cosa si potrebbe vedere? Alcuni film sulla lista dei cinefili domenicali, finché sono stata stuzzicata dal titolo “Et in terra pax” e quindi ho convinto tutti a vedere questo film.
Non voglio raccontarvi la storia.. ma COME è stata raccontata e DA CHI.
Immaginate un sobborgo, una banlieue, un periferia qualunque solcata da storie che definire difficili sarebbe prendersi in giro. Storie che segnano, o dovrebbero segnare, le nostre coscienze. Immaginate, poi, un insieme di attori, giovani, che SONO nella scena, che sembrano aver vissuto realmente nel mondo che ci raccontano e che riescono ad imprimere nel pubblico i propri volti e le proprie espressioni.
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ET IN TERRA PAX
Una domenica di giugno con alcuni amici, senza una particolare pretesa, solo con l’intento di non rimanere bloccati nel traffico domenicale capitolino, si è deciso di andare al cinema.
Cosa si potrebbe vedere? Alcuni film sulla lista dei cinefili domenicali, finché sono stata stuzzicata dal titolo “Et in terra pax” e quindi ho convinto tutti a vedere questo film.
Non voglio raccontarvi la storia.. ma COME è stata raccontata e DA CHI.
Immaginate un sobborgo, una banlieue, un periferia qualunque solcata da storie che definire difficili sarebbe prendersi in giro. Storie che segnano, o dovrebbero segnare, le nostre coscienze. Immaginate, poi, un insieme di attori, giovani, che SONO nella scena, che sembrano aver vissuto realmente nel mondo che ci raccontano e che riescono ad imprimere nel pubblico i propri volti e le proprie espressioni.
Ecco, secondo me, soprattutto questo è “Et in terra pax”.
Quello che vi colpirà sarà l’intensità, le espressioni, la veemenza di un impatto forte e di stile.
E’ vero quello che è stato affermato su un importante quotidiano nazionale, che la periferia dove è girato il film è la coprotagonista della storia. Secondo me é vero solo in parte. La periferia, con la sua potenza evocativa, con il suo forte impatto scenografico, riesce si ad “esprimere” la sua importanza affermando il suo “ruolo” per certi versi “chiave” ma senza l’intensità degli sguardi, delle parole, dei gesti e delle scene sapientemente girate, il messaggio di speranza non solo non ci avrebbe invasi ma non l’avremmo potuto neanche scorgere. Ha fatto capolino pian piano, con tenerezza e inaspettatamente…
“COME” è stata raccontata la storia è un’arte che i due registi Matteo Botrugno e Daniele Coluccini sono riusciti sapientemente a gestire fornendo al pubblico sguardi anche trasversali sulla realtà.
“DA CHI” è stata raccontata la storia? Loro sono attori teatrali, come Maurizio Tesei, che non hanno paura della scena, della pesantezza della realtà che raccontano…raccogliendo in pieno la sfida, aprono al pubblico il sipario sulla nostra realtà, quella che vorremmo nascondere perfino a noi stessi.
Il mio consiglio: andate a vedere il film. Merita tutta la nostra attenzione…e anche molto di più!
Alessia Ci
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epidemic
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venerdì 10 giugno 2011
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il respiro vero della periferia
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L'ho visto mesi fa ad un festival cinematografico.
Grande ricostruzione sociale. Il respiro della periferia senza mezzi fronzoli. Un pugno nello stomaco. Storie vere che ricalcano una realtà fin troppo conosciuta ma ignorata e taciuta. Una specie de "l'odio" italiano. I protagonisti che andranno ad incrociarsi durante il film scandiscono bene i ruoli. Botrugno/Coluccini riescono a focalizzare in pieno le problematiche e a incollarci i personaggi più adatti...dai 3 ragazzi nullafacenti vittima di una dilagante sottostima del problema droga e violenza, al ragazzo-uomo uscito di galera che inevitabilmente non riesce a staccarsi dal quartiere fino al comitato, al barista muto e alla brava ragazza.
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L'ho visto mesi fa ad un festival cinematografico.
Grande ricostruzione sociale. Il respiro della periferia senza mezzi fronzoli. Un pugno nello stomaco. Storie vere che ricalcano una realtà fin troppo conosciuta ma ignorata e taciuta. Una specie de "l'odio" italiano. I protagonisti che andranno ad incrociarsi durante il film scandiscono bene i ruoli. Botrugno/Coluccini riescono a focalizzare in pieno le problematiche e a incollarci i personaggi più adatti...dai 3 ragazzi nullafacenti vittima di una dilagante sottostima del problema droga e violenza, al ragazzo-uomo uscito di galera che inevitabilmente non riesce a staccarsi dal quartiere fino al comitato, al barista muto e alla brava ragazza....Un grande affresco che merita di essere visto. Uno dei più bei film degli ultimi 2 anni
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simona proietti
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giovedì 9 giugno 2011
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2 stelle per l'impegno
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Film che addirittura è stato selezionato al Festival di Venezia, ma che delude fortemente. Lo stampo è prosumer... ovvero tra il professionismo ed il cosumer (amatoriale). La tecnica usata è quella tipica dei cortometraggi adolescienziali, senza grosso studio delle inquadrature e con dialoghi basati sulla rabbia giovanile. Ma sono dialoghi troppo facilmente accostati a quelli veramente di borgata pasoliniani. Difatti in tutto il film, in tutti gli attori, aleggia una sorta di amatorialità, che rende il film, pur interessante dal punto di vista narrativo, ma troppo ancorato ad un'intelaiatura grezza.
[+] a mio parere ottimo
(di epidemic)
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