stefano73
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mercoledì 9 marzo 2016
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recensione sbagliata
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Scusate....la mia recensione del film é errata perché riferita ad un'altra pellicola.
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stefano73
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mercoledì 9 marzo 2016
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tecnicamente scarso ma con messaggio scarso.
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anche se tecnicamente scarso causa risorse economiche limitate il film ha un messaggio molto chiaro sul disagio giovanile nella periferia milanese e forti riscontri sulla nostra società. Bello il finale e il discorso del papà del protagonista che difende il figlio ed il suo lavoro. Dignità e rispetto per chi lavora e si impegna!
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enzo70
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sabato 24 gennaio 2015
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le intermittenze della vita
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Le intermittenze della vita, parafrasando il titolo di un celeberrimo libro di Saramago. Matteo sta portando Sandro al pronto soccorso per curare una banale ferita alla mano. Ma nella foga non frena per tempo e tampona una macchina; alla guida di questa ci sono due poliziotti che mostrano il lato peggiore delle forze dell’ordine. Da questo momento si sdoppiano le due storie, quella reale, con Sandro che assume un atteggiamento critico nei confronti delle istituzioni e quella teorica, dove Sandro, stessa famiglia e stessa cultura, si arruola nei carabinieri per superare la precarietà, secondo lo slogan urlato dalle piazze “la disoccupazione ti ha dato un bel mestiere……”.
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Le intermittenze della vita, parafrasando il titolo di un celeberrimo libro di Saramago. Matteo sta portando Sandro al pronto soccorso per curare una banale ferita alla mano. Ma nella foga non frena per tempo e tampona una macchina; alla guida di questa ci sono due poliziotti che mostrano il lato peggiore delle forze dell’ordine. Da questo momento si sdoppiano le due storie, quella reale, con Sandro che assume un atteggiamento critico nei confronti delle istituzioni e quella teorica, dove Sandro, stessa famiglia e stessa cultura, si arruola nei carabinieri per superare la precarietà, secondo lo slogan urlato dalle piazze “la disoccupazione ti ha dato un bel mestiere……”. E le due vite, diverse, si incroceranno alla fine in un tragico epilogo. Questa è l’idea del film di Aronadio che però alla fine si perde dietro una serie continua di luoghi comuni e banalità, facendo perdere di credibilità ad un film che in realtà era ben pensato.
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gianleo67
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martedì 9 luglio 2013
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'sliding doors' con tamponamento
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Matteo Carli,giovane di bell'aspetto e belle speranze impiegato in un vivaio, sta accompagnando in ospedale il suo amico feritosi ad un dito quando la sua auto tampona accidentalmente quella civetta di poliziotti in borghese. Ne discendono i due agenti che li malmenano,li conducono in questura e li denunciano per lesioni e resistenza. Matteo rimane profondamente segnato da questa ingiustizia anche quando le ferite del corpo saranno guarite, decidendo di non rispondere alla chiamata in servizio per un concorso vinto nell'Arma. Rewind... Matteo riesce a frenare appena prima di tamponare l'auto civetta e la sua vita procede secondo una direzione diametralmente opposta arruolandosi nei Carabinieri.
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Matteo Carli,giovane di bell'aspetto e belle speranze impiegato in un vivaio, sta accompagnando in ospedale il suo amico feritosi ad un dito quando la sua auto tampona accidentalmente quella civetta di poliziotti in borghese. Ne discendono i due agenti che li malmenano,li conducono in questura e li denunciano per lesioni e resistenza. Matteo rimane profondamente segnato da questa ingiustizia anche quando le ferite del corpo saranno guarite, decidendo di non rispondere alla chiamata in servizio per un concorso vinto nell'Arma. Rewind... Matteo riesce a frenare appena prima di tamponare l'auto civetta e la sua vita procede secondo una direzione diametralmente opposta arruolandosi nei Carabinieri...
Commedia delle possibilità dai toni oscuri e dal retrogusto amaro che prova a disegnare un linea di demarcazione etica tra destini paralleli generati dall'imprevedibile intervento del caso, dove l'adesione ad uno schema sociale fondato sull'ordine e la disciplina piuttosto che ai principi libertari improntati alla giustizia civile ed all'antagonismo di sinistra sembrano la naturale conseguenza del vissuto traumatico di un ragazzo qualunque o di un utile sbocco professionale in tempi di crisi occupazionale. A parte la banalizzazione di questi aspetti ideologici (pecca annosa di un cinema italiano recente dai buoni intenti ma dalla scrittura approssimativa) e dal didascalismo di seconda mano che introduce gli elementi del fantastico o di un astruso simbolismo (un mefistofelico istigatore slavo,la clessidra magica di un ineluttabile appuntamento del destino, la morte del protagonista per mano dell'altro se stesso) il film cerca volenterosamente di creare una dialettica dell'incomunicabilità attraverso gli accorgimenti di una regia elusiva, votata al dettaglio sferzante, all'uso parsimonioso del controcampo, insistendo sulle oscure inquietudini di un destino che sembra sfuggire di mano al giovane protagonista ed al contempo sfiorando le corde di una soave armonia floreale nel richiamo alla dolce sensualità di giovani concupiscenti (la solarità energica della Ragonese e la morbida tenerezza della Felberbaum).Film dai toni chiaroscuri che riesce a bilanciare gli aspetti più caustici con un registro di surreale leggerezza anche grazie al riuscito disegno dei personaggi ed alle astuzie di un montaggio ad incastro con conto alla rovescia finale (da una piovosa Primavera al classico Autunno caldo?). Meno riuscito forse, il tentativo un pò pretenzioso di una citazione dalla scena finale dei 'Quattrocento colpi' di Truffaut che vorrebbe chiudere il cerchio teorizzando una sorta di paradigma bechtiano sulla impossibilità di un giudizio etico sulla storia e sulle motivazioni (quelle possibili e quelle probabili) di un protagonista che gli eventi portano sui lati opposti della stessa barricata nel finale dove un destino ed una vita escludono drammaticamente l'altra. 'Sliding doors' con tamponamento.
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etta calì
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mercoledì 6 aprile 2011
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aspettando godard
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Questo il titolo che Alessandro Aronadio voleva originariamente dare al suo "Due vite x caso" e con cui chiama il locale attorno a cui ronzano Matteo e Sandro, non solo richiamo all'opera teatrale di Samuel Beckett e omaggio al lavoro di Godard...
Un fortunato incontro con il giovane ed energico regista palermitano è stato illuminante riguardo il suo premiato ma emblematico film d'esordio, che ha ottenuto consensi in diverse parti del mondo, ispirato dal libro "Morte di un diciottene perplesso".
Il tema estremamente attuale e ben focalizzato viene espresso in uno dei modo più interessanti: lo sdoppiamento. Il protagonista viene condotto, sotto i consigli dei personaggi che lo circondano quotidianamente, ad una decisione che lo renderà insoddisfatto.
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Questo il titolo che Alessandro Aronadio voleva originariamente dare al suo "Due vite x caso" e con cui chiama il locale attorno a cui ronzano Matteo e Sandro, non solo richiamo all'opera teatrale di Samuel Beckett e omaggio al lavoro di Godard...
Un fortunato incontro con il giovane ed energico regista palermitano è stato illuminante riguardo il suo premiato ma emblematico film d'esordio, che ha ottenuto consensi in diverse parti del mondo, ispirato dal libro "Morte di un diciottene perplesso".
Il tema estremamente attuale e ben focalizzato viene espresso in uno dei modo più interessanti: lo sdoppiamento. Il protagonista viene condotto, sotto i consigli dei personaggi che lo circondano quotidianamente, ad una decisione che lo renderà insoddisfatto. Ma cosa sarebbe successo se quella sera Matteo avesse frenato in tempo? Ecco che il futuro che attende il giovane si scinde in due vie apparentemente opposte, ma destinate a rinconcigliarsi nella realtà dello scenario sociale. Chi è il buono e chi il cattivo non si può determinare: gli avvenimenti, le amicizie e il caso mescolano le carte a tal punto da confondere i ruoli. Ma una cosa è certa e cioé che qualsiasi strada Matteo decide di seguire, questa lo porta inevitabilmente in quella piazza a quell'ora esatta di quel giorno, da una parte del campo di battaglia o dall'altra, ma comunque con un profondo senso di inappagatezza.
L'impossibilità di quella piccola testarda mosca che, non percependo l'ostacolo, picchietta ripetutamente sulla finestra in cerca della sua libertà è paragonabile alla condizione dei giovani oggi. Come dice il protagonista, interpretato in modo convincente e trasparente da Lorenzo Balducci, egli fa la sua scelta per "provare". La realtà italiana a cui si assiste è esattamente questa: un caos che turba, che non permette al Giovane di imporsi nella società come vorrebbe e di scegliere volontariamente il proprio futuro, rendendolo inesorabilmente prigioniero in una clessidra che continua a scorrere.
Sul finale Alessandro Aronadio raggiunge il suo scopo, lo spettatore adesso è portato a meditare e quindi a porsi domande. Buone interpretazioni da parte degli attori, trama ben architettata e riprese che costruiscono un rapporto confidenziale tra pellicola e pubblico. Gradito anche l'omaggio a "I quattrocento colpi" ed essenziale il costante contatto diretto con la realtà, che attraversa la cronaca moderna...Aronadio qui non ha atteso invano.
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stefano73
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mercoledì 26 gennaio 2011
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traccia funzionante e attuale
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Funziona in tutto. L'agressione arrogante e deprimente dei poliziotti. Le due vite parallele e così distanti solo per via di una semplice freneta giusta o sbagliata. In entrambi le vicende però predomina insoddisfazione e delusioni. Comunque ben recitato. Cattivo.
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lunetta
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lunedì 24 gennaio 2011
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quale futuro?
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Davvero un film sorprendente: due storie parallele, per la stessa persona (come sliding doors), con esordi diversissimi (il tamponamento della macchina della polizia, il successivo pestaggio, la rabbia accumulata e impotente, la denuncia degli stessi poliziotti, per il primo matteo; la frenata in extremis prima della macchina dei poliziotti, il concorso vinto da carabiniere, con l'animo del fioraio, il suo tirocinio come carabiniere subito inviato a affrontare una manifestazione pubblica il 2° matteo). Ma in entrambe le storie, un sentimento comune: RABBIA, insoddisfazione. Non è la vita che ci si aspetta di vivere; non sono i sogni, i principi in cui credi quando da adolescente sogni di fare il lavoro che ti piace, che ti permette di realizzarti, e di trovare sulla tua strada estimatori, sudore e premi.
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Davvero un film sorprendente: due storie parallele, per la stessa persona (come sliding doors), con esordi diversissimi (il tamponamento della macchina della polizia, il successivo pestaggio, la rabbia accumulata e impotente, la denuncia degli stessi poliziotti, per il primo matteo; la frenata in extremis prima della macchina dei poliziotti, il concorso vinto da carabiniere, con l'animo del fioraio, il suo tirocinio come carabiniere subito inviato a affrontare una manifestazione pubblica il 2° matteo). Ma in entrambe le storie, un sentimento comune: RABBIA, insoddisfazione. Non è la vita che ci si aspetta di vivere; non sono i sogni, i principi in cui credi quando da adolescente sogni di fare il lavoro che ti piace, che ti permette di realizzarti, e di trovare sulla tua strada estimatori, sudore e premi...La fine del film, quasi presagita, è il significato che il regista attribuisce alla vita stessa: non c'è via d'uscita.
Lo considero un ottimo film, girato e interpretato bene.
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cinemaitaliano
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sabato 27 novembre 2010
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gran film!!!
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Davvero un gran film!!! Attori bravissimi!
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lomax
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venerdì 26 novembre 2010
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da dimenticare in fretta!
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Mi domando come un film del genere abbia potuto ottenere il riconoscimento dell'interesse culturale della Commissione per le Cinematografia. I fondi, che già scarseggiano, andrebbero utilizzati decisamente meglio. Film mediocre sotto tutti i punti di vista, dalla regia 'amatoriale' alle interpretazioni piatte e fredde senza un minimo di trasporto. Un'ora e mezza della mia vita malamente sprecata.
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cinemaitaliano
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sabato 20 novembre 2010
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film stupendo!!!
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Ahahahah...ma che film hai visto??? Un esordio notevolissimo per Aronadio, incredibile e inusuale per il panorama italiano. Un esordiente da tenere d'occhio seriamente!!!
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