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È un filmuccio che mi sento tranquillamente di stroncare. Ripercorre mille cliché delle commedie americane cercando a lungo qualche spunto originale, senza mai trovarlo.
La Whiterspoon è un ex giocatrice di softball che, una volta appese le scarpe e il guanto al chiodo per limiti d'età, cerca di sistemarsi sia economicamente che sentimentalmente. Le passano in mano 1) la star del baseball ricco e dalla profondità psicologica di un opossum (io l'avrei fatto doppiare da Totti) e 2) un manager sfigato e sull'orlo del tracollo, che le sbava dietro come un cagnolino, trovando eccezionalità in tutte le sue parole.
La scelta è ovvia, ma la Whiterspoon se la tira per buona parte del film scegliendo la star, un po' alla Hilary Blasi, godendosi per un po' il giro dei soldi e delle feste, per poi pentirsi nel finale e tornare dallo sfigatello. Niente di più scontato e già visto. Unico a staccarsi dalla mediocrità é Jack Nicholson, che, sebbene un po' bollito, tira fuori un po' delle sue smorfie diaboliche quando gli danno spazio.
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