vjarkiv
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mercoledì 27 marzo 2013
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film sulla "dualità"
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Film in cui la fantascienza non ha valore in se come genere, ma serve a mediare i rapporti interpersonali che riguardano la sfera emotiva dei personaggi. Un altro pianeta che è l'esatto doppio della Terra, compreso la componente umana. Film quindi sulla "dualità" sia fisica che psicologica, finalizzata alla ricerca di una "seconda possibilità". Operazione registicamente riuscita (opera prima del documentarista Mike Cahill), attorialmente convincente (la premiata Brit Marling ha scritto insieme al regista la sceneggiatura), condita dalla musica dei Fall On Your Sword.
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pensierocivile
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mercoledì 27 febbraio 2013
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il genere col bilancino
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Questo genere di fantascienza continua a sfornare pellicole molto interessanti, certo i calcoli bisogna farli col bilancino perché se qualcosa manca si deve recuperare da un' altra parte, ma i risultati alla fine, spesso, premiano il coraggio. Sempre ragionando col famoso bilancino, ANOTHER EARTH, in rispetto dei cardini del genere, si priva del clamore degli effetti visivi, così da dover sopperire a tale mancanza con la storia, la sceneggiatura. Il bilancino, non lo premia completamente come avrebbe meritato, perchè lanciarsi in una storia di dramma e amore, senza tutta la passione del caso, senza lo slancio dovuto, con il sentimento in prima linea, fa emergere uno stile imperioso però freddo, laccato, la storia è contenuta in ogni possibile sviluppo; lo spettacolo è notevole, ma la partecipazione carente.
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Questo genere di fantascienza continua a sfornare pellicole molto interessanti, certo i calcoli bisogna farli col bilancino perché se qualcosa manca si deve recuperare da un' altra parte, ma i risultati alla fine, spesso, premiano il coraggio. Sempre ragionando col famoso bilancino, ANOTHER EARTH, in rispetto dei cardini del genere, si priva del clamore degli effetti visivi, così da dover sopperire a tale mancanza con la storia, la sceneggiatura. Il bilancino, non lo premia completamente come avrebbe meritato, perchè lanciarsi in una storia di dramma e amore, senza tutta la passione del caso, senza lo slancio dovuto, con il sentimento in prima linea, fa emergere uno stile imperioso però freddo, laccato, la storia è contenuta in ogni possibile sviluppo; lo spettacolo è notevole, ma la partecipazione carente. La regia è limpida, il racconto implica e propende alla riflessione e il finale permette convintamente di superare ogni dubbio.
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fede81
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domenica 17 febbraio 2013
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another earth
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Si ha l'impressione di un compito a casa eseguito perfettamente, sceneggiatura senza buchi, sobria direzione degli attori, la macchina da presa posizionata sempre in modo originale (un po' alla Von Trier), fotografia minimalista. Insomma un film nato per essere premiato in un festival di cinema indipendente, a cui in buona fede non si può dare meno di tre stellette...Ma sta di fatto che è un film che non consiglio, perché non emoziona, non turba, e più o meno si sa già dove vuole andare a parare fin dall'inizio.
Detto ciò, penso che che Mike Cahill sappia il fatto suo e che, superato il momento scolastico, possa essere un grande filmmaker.
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dave69
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domenica 16 dicembre 2012
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interessante ....
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Interessante opera prima di Mike Cahill, regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore di questo film indipendente, premiato al Sundance Film Festival del 2011. Intensa e dolorosa riflessione sul senso di colpa, con due ottimi protagonisti. ^_^
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cengio
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lunedì 5 novembre 2012
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bellissime intenzioni
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Il film di Cahill senza dubbio non si presenta come un "filmetto", scarno di contenuti. L'intenzione infatti dell'autore di intraprendere un viaggio nell'essere umano tramite i sentimenti più forti che è in grado di provare come il dolore per la perdita di qualcuno a noi caro, o il senso di colpa, è perfettamente riuscito e ti incolla allo schermo per tutta la durata del film. Tuttavia trovo che molti aspetti della storia siano stati affrontati in modo troppo veloce, facendo capire allo spettatore il messaggio ma non come ci si è arrivati. Per esempio il modo in cui la protagonista risolleva la vita del compositore avviene senza permettere allo spettatore di essere presente, in tutti quei momenti, presumibilmente di dialoghi tra i due protagonisti, che hanno aiutato il povero uomo ad uscire dall'oblio e risollevarsi, partendo dagli abiti via via più curati fino al tornare a suonare e culminando con il ritorno all'amore nella scena di sesso.
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Il film di Cahill senza dubbio non si presenta come un "filmetto", scarno di contenuti. L'intenzione infatti dell'autore di intraprendere un viaggio nell'essere umano tramite i sentimenti più forti che è in grado di provare come il dolore per la perdita di qualcuno a noi caro, o il senso di colpa, è perfettamente riuscito e ti incolla allo schermo per tutta la durata del film. Tuttavia trovo che molti aspetti della storia siano stati affrontati in modo troppo veloce, facendo capire allo spettatore il messaggio ma non come ci si è arrivati. Per esempio il modo in cui la protagonista risolleva la vita del compositore avviene senza permettere allo spettatore di essere presente, in tutti quei momenti, presumibilmente di dialoghi tra i due protagonisti, che hanno aiutato il povero uomo ad uscire dall'oblio e risollevarsi, partendo dagli abiti via via più curati fino al tornare a suonare e culminando con il ritorno all'amore nella scena di sesso.
L'abbinamento della storia tra i protagonisti e la scoperta del secondo pianeta, salva il film dal rischio di mancanza di originalità.
La persona ferita da un lutto che si innamora di chi ne è stato la causa infatti, è una storia che non spicca di originalità essendo già stata trattata in altri film come per esempio 21 grammi.
Lo consiglio assolutamente a chiunque non consideri un film come puro intrattenimento ma cerca durante i titoli di coda dentro di se, quel qualcosa in più che la pellicola ha lasciato rispetto a quando il dvd era appena stato inserito nel lettore.
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fugata
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sabato 27 ottobre 2012
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una bellissima sorpresa!
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Il film è interessante, intenso, originale, coinvolgente. Lei è stupenda.
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1962thor
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mercoledì 10 ottobre 2012
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magico
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Riuscitissima opera prima di Mapother che pur mettendo in scena un film che
poteva rifarsi a molte altre idee precedenti, riesce a mantenersi originale nella
sua regia attraverso musiche, ambientazioni e camera a spalla e soprattutto attraverso
la bella prova di Brit Marling che buca lo schermo ad ogni primo piano. La storia
racconta di un tragico incidente che stronca la vita di una famiglia e soprattutto
quella del sopravvissuto andato alla deriva per le conseguenze emotive a cui
soccombe.Il contesto fa molto effetto perchè rispecchia la paura di ogni genitore che si
chiede "se perdessi moglie e figli cosa farei ?
Il tutto avviene sullo sfondo di un fenomeno epocale : l'apparizione nei cieli, di una
seconda terra, una sorta di universo parallelo dove gli abitanti sono gli stessi e nella
stessa condizione del nostro pianeta.
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Riuscitissima opera prima di Mapother che pur mettendo in scena un film che
poteva rifarsi a molte altre idee precedenti, riesce a mantenersi originale nella
sua regia attraverso musiche, ambientazioni e camera a spalla e soprattutto attraverso
la bella prova di Brit Marling che buca lo schermo ad ogni primo piano. La storia
racconta di un tragico incidente che stronca la vita di una famiglia e soprattutto
quella del sopravvissuto andato alla deriva per le conseguenze emotive a cui
soccombe.Il contesto fa molto effetto perchè rispecchia la paura di ogni genitore che si
chiede "se perdessi moglie e figli cosa farei ?
Il tutto avviene sullo sfondo di un fenomeno epocale : l'apparizione nei cieli, di una
seconda terra, una sorta di universo parallelo dove gli abitanti sono gli stessi e nella
stessa condizione del nostro pianeta.
un film capolavoro !!!
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paride86
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martedì 2 ottobre 2012
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non riuscito
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Film ambizioso e, allo stesso tempo, molto banale nel messaggio che manda.
La storia racconta di una giovane ragazza che si rende colpevole di un grave incidente ed è tormentata dal suo senso di colpa.
Nonostante ciò, lei non gli rivela la sua identità e
Film ambizioso e, allo stesso tempo, molto banale nel messaggio che manda.
La storia racconta di una giovane ragazza che si rende colpevole di un grave incidente ed è tormentata dal suo senso di colpa.
Nonostante ciò, lei non gli rivela la sua identità e
finisce addirittura a letto con lui, dandogli così un'altra pugnalata bella e buona.
La traccia del secondo pianeta non è ben sviluppata e viene presentata come un'altra opportunità di riscatto, un lieto fine consolatorio che sembra appiccicato lì ad hoc per le esigenze dello spettatore.
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giugy3000
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martedì 2 ottobre 2012
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almeno io nell'universo...
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Tre aggettivi mi vengono a primo acchito per descrivere questa pellicola: interessante,particolare ed introspettivo. Una giovane liceale interessata all'astrofisica nel giorno in cui alla radio proclamano la scoperta di un pianeta affine morfologicamente alla Terra (tanto da esser soprannominato Terra2) investe la moglie e il bambino di un professore concertista. Due vite spezzate e riunite solo quattro anni dopo, quando Terra2 è vicinissima alla Terra tanto da essere grande il triplo della Luna nel cielo e si professa senza dubbio che quel pianeta sia abitato da un doppio speculare d'ognuno di noi. Comincia così un altrettanto doppio binario di racconto, che segue in primis il cammino d'espiazione della protagonista verso il professore a cui ha rovinato la vita, nonchè unico superstite dell'incidente e quello di un misterioso concorso che premia chi tramite un racconto si dimostrerà più "bisognoso" di andare nello spazio, a vedere chi risieda e cosa realmente nasconda il pianeta affine al nostro.
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Tre aggettivi mi vengono a primo acchito per descrivere questa pellicola: interessante,particolare ed introspettivo. Una giovane liceale interessata all'astrofisica nel giorno in cui alla radio proclamano la scoperta di un pianeta affine morfologicamente alla Terra (tanto da esser soprannominato Terra2) investe la moglie e il bambino di un professore concertista. Due vite spezzate e riunite solo quattro anni dopo, quando Terra2 è vicinissima alla Terra tanto da essere grande il triplo della Luna nel cielo e si professa senza dubbio che quel pianeta sia abitato da un doppio speculare d'ognuno di noi. Comincia così un altrettanto doppio binario di racconto, che segue in primis il cammino d'espiazione della protagonista verso il professore a cui ha rovinato la vita, nonchè unico superstite dell'incidente e quello di un misterioso concorso che premia chi tramite un racconto si dimostrerà più "bisognoso" di andare nello spazio, a vedere chi risieda e cosa realmente nasconda il pianeta affine al nostro. Qui non si tratta di una sfera gigante e luminosa nel cielo che incombe sulla nostre vite portandoci angoscia e sapore di distruzione; qui ci troviamo di fronte ad un pianeta che si avvicina sempre più alla Terra per salvarci, per concederci un'altra occasione, una seconda chance dove incontrare un altro nostro "io" e ricominciare, forse. Una tematica molto fichtiana, dove sono in ballo valori e temi molto forti: il nostro io, un probabile non-io che però è sempre parte di noi. La religione cade e si piega alla fantascienza, dove i peccati si scontano su un altro pianeta analogo, senza bisogno di aspettare la fine dei tempi per scorgere il Paradiso. Siamo vivi e pensanti e da vivi cerchiamo il perdono, la redenzione e la conoscenza. Come diceva Aristotele la vista è il più completa ed indispensabile dei cinque sensi per la conoscenza...ed è proprio la vista di ciò che mai l'uomo comune prima d'ora non aveva mai assaporato (ovvero il luogo dove vive nella sua interezza e magnificenza nel cielo) che desta in lui la meraviglia, la miccia di ogni filosofia, da quella greca a quella contemporanea. La bellissima domanda di fondo che il regista si pone è però la seguente: siamo o saremo mai pronti a tutto ciò? Siamo pronti a riconoscere che non è nella più piccola o grande parte dell'universo che giace il "mistero" ma solo ed esclusivamente dentro di noi? Siamo pronti a fare i conti con noi stessi? Un bellissimo finale aperto e a mio avviso per nulla scontato a a detta di molti "sbrigativo" apre un ulteriore interrogativo filosofico: L'uomo sarà pronto ad uscire dalla caverna di Platone e vedere le cose alla luce del sole o preferirà restarci rinchiuso dentro con le spalle alla verità? Un film da vedere, per(ma non solo) palati sopraffini.
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kyotrix
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domenica 30 settembre 2012
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bello
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Mi e' piaciuto e con l'inserimento dell'ipotetico pianeta speculare anche abbastanza originale. Ma non aspettatevi nulla di fantascienza. Carino anche il finale, che lascia allo spettatore il suo significato. Film lento e non per tutti.
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