marusf
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domenica 16 maggio 2010
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non bisogna rimanerci male, è solo un film!
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Il titolo è rivolto a quella parte della critica che si è sentita addirittura "presa in giro" da questa pellicola. Io sinceramente mi limito a giudicare quello che ho visto e, in fin dei conti, non è poi tanto male. E' la storia della psicologa Abigail Tyler (Milla Jovovich) che decide di andare a vivere nella città di Nome (Alaska) in seguito alla morte del marito Will in circostanze non del tutto chiarite. Qui prosegue il lavoro del marito che studiava le cause degli strani eventi che accadevano all'interno della città. La dott.ssa Tyler, da buona psicologa, decide di utilizzare sui suoi pazienti, che affermano di aver avuto delle inspiegabili visioni di gufi dallo sguardo angosciante, la tecnica dell'ipnosi.
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Il titolo è rivolto a quella parte della critica che si è sentita addirittura "presa in giro" da questa pellicola. Io sinceramente mi limito a giudicare quello che ho visto e, in fin dei conti, non è poi tanto male. E' la storia della psicologa Abigail Tyler (Milla Jovovich) che decide di andare a vivere nella città di Nome (Alaska) in seguito alla morte del marito Will in circostanze non del tutto chiarite. Qui prosegue il lavoro del marito che studiava le cause degli strani eventi che accadevano all'interno della città. La dott.ssa Tyler, da buona psicologa, decide di utilizzare sui suoi pazienti, che affermano di aver avuto delle inspiegabili visioni di gufi dallo sguardo angosciante, la tecnica dell'ipnosi. I risultati sono sempre catastrofici e inutili poichè i pazienti non riescono a descrivere i soggetti delle loro paure in quanto "gli è stato imposto di non ricordare". E' accompagnata nella sua ricerca in un primo momento dall'amico/collega Dott. Abel Campos (Elias Koteas) e in seguito anche dal sumerologo Awolowa Odusami (Hakeem Kae-Kazim). La cosiddetta esperienza del Quarto Tipo che da il titolo al film risulta essere l'ultimo stadio dei contatti con creature extra-terrestri, ovvero il rapimento alieno che tanto è stato trattato in altri film. La trama senza dubbio può risultare non innovativa, la vera novità invece è la tecnica narrativa, un misto tra fanta-documentario e horror di nuova generazione. Infatti nel corso del film, le scene che creano più suspense sono composte da dei documenti (spacciati per veri) che mostrano le registrazioni video ed audio originali dei soggetti interessati (ad es. le sedute di ipnosi con i pazienti) e il tutto è affiancato dalle prestazioni degli attori che interpretano i rispettivi ruoli. Ed è questo particolare che rimane impresso nello spettatore in un film che altrimenti verrebbe dimenticato non appena finito di vedere. Detto questo, c'è un codice morale che impone a un regista di non usare degli escamotage talvolta non convenzionali per far si che lo spettatore sia interessato alla trama? Cos'è che conta, il fine o il mezzo con cui lo si raggiunge? La risposta a questa domanda non c'è, o meglio ognuno ha la sua, e per tale motivo questo film divide il pubblico ed è difficilmente giudicabile. Per quanto mi riguarda evito di giungere a conclusioni sentenziose e precettistiche, mi limito a commentare quello che ho provato durate i 98 minuti di film, ovvero apprensione e interesse per le sorti di questa sperduta cittadina dell'Alaska, cosa che non mi è accaduta durante la visione di altre pellicole contemporanee dello stesso genere molto più conosciute (prima fra tutte il tanto acclamato e idolatrato "Paranormal Activity"). Di conseguenza ammettendo che, una volta finito il film rimane quell'amaro in bocca, mi sento di dire che la trovata del regista Olatunde Osunsanmi non è tanto malvagia e che il film merita di essere visto da un'amante del genere. Per tutti quelli che invece hanno l'esigenza di vedere qualcosa di vero, non dico di evitare questo film, ma consiglio di cambiare direttamente genere perchè l'horror/thriller è quasi sempre invenzione e creatività senza nessun riscontro nella vità reale (fortunatamente!).
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frank75
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sabato 6 marzo 2010
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pellicola di raro interesse molto sottovalutata
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Abigail Emily Tyler (Milla Jovovich) è una una psicologa che vive con i suoi due figli piccoli nella città di Nome (Alaska), dove si trova anche il suo studio.
Molti dei suoi pazienti lamentano oscure presenze e inquietanti incontri che però non riescono a descrivere nei dettagli. La dott.ssa Tyler ricorre allora all'ipnosi nel tentativo di raccogliere particolari importanti per lo studio di questo angosciante fenomeno, il quale la coinvolge anche in prima persona a causa alla morte del proprio marito Will in circostanze a lei ancora misteriose. A coadiuvare la dott.ssa Tyler in questo delicato studio, lo scettico Dott.
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Abigail Emily Tyler (Milla Jovovich) è una una psicologa che vive con i suoi due figli piccoli nella città di Nome (Alaska), dove si trova anche il suo studio.
Molti dei suoi pazienti lamentano oscure presenze e inquietanti incontri che però non riescono a descrivere nei dettagli. La dott.ssa Tyler ricorre allora all'ipnosi nel tentativo di raccogliere particolari importanti per lo studio di questo angosciante fenomeno, il quale la coinvolge anche in prima persona a causa alla morte del proprio marito Will in circostanze a lei ancora misteriose. A coadiuvare la dott.ssa Tyler in questo delicato studio, lo scettico Dott. Abel Campos (Elias Koteas), nonché in seguito il sumerologo Awolowa Odusami (Hakeem Kae-Kazim).
Registrerà su nastro vocale e con una videocamera le proprie sedute, ma questo inquietante studio scientifico sarà solo l'inizio di sconvolgenti scoperte e immani tragedie che catapulteranno non solo la protagonista ma l'intera città di Nome in un incubo che sembra senza fine.
Il film, sia in patria che in Italia, ha ricevuto meno successo di quello che merita per quanto è stato sapientemente costruito intorno ad una realtà che divide l'opinione pubblica: l'esistenza degli extraterrestri.
Il titolo deriva da una classificazione dei cosiddetti "incontri ravvicinati" con oggetti non identificati che ha il suo fautore nell'ufologo J. Allen Hynek (1972).
Tuttavia, mentre Hynek classificava solo tre tipi di incontri, Jacques Vallee in seguito introduce gli incontri ravvicinati del quarto tipo, l'oggetto di questo film, che si configurano in sostanza quando un essere umano viene rapito da un'entità extra-terrestre.
Che si voglia credere o no all'esistenza degli extraterrestri, se ci si accosta al film per quello che è, appunto un prodotto cinematografico è impossibile non notare, malgrado le tecniche un pò approssimative, il successo nel foggiare un incalzante ritmo narrativo, un'atmosfera tetra e plumbea nel quale si innestano scene dai filmati "originali" davvero raccapriccianti.
La tecnica dell'accostamento dei presunti filmati originali e delle scene riprodotte cinematograficamente se all'inizio può essere rappresentare un limite, a lungo andare diventa un escamotage efficace che rende il film più verosimile.
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sixy89
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martedì 21 dicembre 2010
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buon film per il suo genere
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Per il suo genere, ossia film su avvistamenti alieni, rapimenti, ecc è un buon film, uno dei migliori. Di certo non è da classificarsi tra gli horror, non ha niente a che vedere con gli horror o con i thriller. Rappresenta la storia di una psicologa, o comunque di ciò che lei crede di aver vissuto. E' più sul genere documentario che narrativo in effetti.
Tra i film che parlano di questo argomento è uno dei migliori, non ha la pretesa di convincere lo spettatore, ma bensì quella di insinuare il dubbio, di indurre lo spettatore a porsi certe domande di fronte a dei """fatti""". Finalmente i registi hanno capito che se vogliono dare credibilità (non realismo, sono due cose diverse) a una storia di alieni non devono inserire vaneggianti sagome di ominidi verdi o esseri strani.
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Per il suo genere, ossia film su avvistamenti alieni, rapimenti, ecc è un buon film, uno dei migliori. Di certo non è da classificarsi tra gli horror, non ha niente a che vedere con gli horror o con i thriller. Rappresenta la storia di una psicologa, o comunque di ciò che lei crede di aver vissuto. E' più sul genere documentario che narrativo in effetti.
Tra i film che parlano di questo argomento è uno dei migliori, non ha la pretesa di convincere lo spettatore, ma bensì quella di insinuare il dubbio, di indurre lo spettatore a porsi certe domande di fronte a dei """fatti""". Finalmente i registi hanno capito che se vogliono dare credibilità (non realismo, sono due cose diverse) a una storia di alieni non devono inserire vaneggianti sagome di ominidi verdi o esseri strani. Lasciare all'immaginazione una parte del film, tramite diversi punti in sospeso, induce lo spettatore a ritenere la trama credibile nel contesto perchè non cerca di piantare un'idea in testa, ma ti fa riflettere sul fatto che non c'è ragione per escludere certe possibilità.
Per la recitazione, la sceneggiatura e la realizzazione direi che è un buon film. Milla Jovovich è una buona attrice.
Voto:7.5
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jos d
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venerdì 10 settembre 2010
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un'operazione commerciale? sì, ma ben riuscita
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“Viene definito incontro del primo tipo quando c’è l’avvistamento di un UFO; del secondo tipo quando è accompagnato da prove –come i cerchi nel grano, radiazioni; il terzo tipo è quando si stabilisce un contatto; e il quarto tipo. . . . non c’è niente di più spaventoso del quarto tipo. . . perché è quando si viene rapiti”. Questa è la classificazione comunemente usata dagli ufologi, esposta da chi queste esperienze le ha vissute fino in fondo: la dottoressa Abigail Tyler, la psicologa impegnata a fare chiarezza sui disturbi della psiche che affliggono diversi cittadini di Nome (in Alaska) e vittima ella stessa di un rapimento alieno e dei relativi disturbi psicologici da esso causati. Olatunde Osunsanmi ripropone in chiave fondamentalmente horror una delle tematiche più classiche del cinema di fantascienza, e per fare ciò ricorre alla tecnica del finto documentario.
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“Viene definito incontro del primo tipo quando c’è l’avvistamento di un UFO; del secondo tipo quando è accompagnato da prove –come i cerchi nel grano, radiazioni; il terzo tipo è quando si stabilisce un contatto; e il quarto tipo. . . . non c’è niente di più spaventoso del quarto tipo. . . perché è quando si viene rapiti”. Questa è la classificazione comunemente usata dagli ufologi, esposta da chi queste esperienze le ha vissute fino in fondo: la dottoressa Abigail Tyler, la psicologa impegnata a fare chiarezza sui disturbi della psiche che affliggono diversi cittadini di Nome (in Alaska) e vittima ella stessa di un rapimento alieno e dei relativi disturbi psicologici da esso causati. Olatunde Osunsanmi ripropone in chiave fondamentalmente horror una delle tematiche più classiche del cinema di fantascienza, e per fare ciò ricorre alla tecnica del finto documentario. La pellicola ha infatti inizio con la presentazione della stessa da parte dell’attrice Milla Jovovich, la quale afferma di essere stata scritturata per interpretare la parte della dottoressa Abigail Tyler nelle ricostruzioni degli eventi, ricostruzioni il cui compito sarebbe quello di affiancare le documentazioni video in cui la stessa dottoressa Tyler racconta le proprie esperienze direttamente al regista Olatunde Osunsanmi. In realtà anche questa seconda versione della dottoressa Tyler è frutto dell’interpretazione di un’attrice (Charlotte Milchard), anche se nei titoli di coda si è sapientemente evitato di esplicitarlo (il nome compare genericamente sotto la voce “Nome Residents”). Ad ogni modo, anche se più furbo che autentico, questo film s’ispira ad un caso -quello delle sparizioni e dei suicidi inspiegati in Alaska- che effettivamente interessa da decenni gli studiosi del settore, e ciò basta per conferirgli la necessaria capacità di suggestione.
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tecmec
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sabato 25 agosto 2012
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molto interessante
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Quando ho scoperto che l'intera pellicola spacciata per reale documentario era in realtà una montatura molto elaborata... ho tirato un sospiro di sollievo!
Meglio una complessa truffa come questa che rappresenta tra l'altro un riuscitissimo esperimento sociale (più riuscito di blair witch project per capirci) piuttosto che un documentario che inoppugnabilmente metteva la razza umana al centro di interessi assai loschi provenienti da un'altra galassia!
Veramente un film interessante quindi che sfruttando al 100 per cento attori e montaggio, senza basarsi in fondo su altro fuorchè il presupposto che la storia fosse reale, riesce a regalare allo spettatore un'angoscia molto tangibile, paranoide e realistica, se lo volessimo considerare tra le pellicole del genere horror-thriller sarebbe certamente un'opera di riguardo rispetto alla media.
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Quando ho scoperto che l'intera pellicola spacciata per reale documentario era in realtà una montatura molto elaborata... ho tirato un sospiro di sollievo!
Meglio una complessa truffa come questa che rappresenta tra l'altro un riuscitissimo esperimento sociale (più riuscito di blair witch project per capirci) piuttosto che un documentario che inoppugnabilmente metteva la razza umana al centro di interessi assai loschi provenienti da un'altra galassia!
Veramente un film interessante quindi che sfruttando al 100 per cento attori e montaggio, senza basarsi in fondo su altro fuorchè il presupposto che la storia fosse reale, riesce a regalare allo spettatore un'angoscia molto tangibile, paranoide e realistica, se lo volessimo considerare tra le pellicole del genere horror-thriller sarebbe certamente un'opera di riguardo rispetto alla media. Incredibile che il regista sia riuscito, con atteggiamento misto tra l'arrivista e il suicida, a creare dal nulla una testata giornalistica fittizia e ad inserire addidittura il nome della dottoressa (inesistente) tra gli iscritti all'albo degli psicologi! L'FBI ha un contenzioso aperto con questo signore a quanto ho capito e rischia la galera sul serio... però, che risultato ha ottenuto in quanto a risonanza di pubblico!
Un lavoro molto originale, per quanto illegale al massimo.
Il mio voto è favorevole.
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ultimoboyscout
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mercoledì 23 gennaio 2013
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liberi di credere o non credere.
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Il quarto tipo, che da il titolo al film, è il livello estremo di contatto con gli extraterrestri, ovvero quello del rapimento, in una scala ideata negli anni '70. Una psicologa decide di indagare sulle numerose quanto misteriose sparizioni di umani in Alaska, intervistando e videoregistrando pazienti sopravvissuti e fortemente shockati. Si dice che sia tutto vero, ci si può credere o meno (io sono tra i super scettici) ma è indubbio che quelli che sostengono di essere testimoni di certi incontri sono tantissimi e che, a conti fatti, quella degli UFO e affini è un'industria fiorente che rende decisamente bene. Anche se, e pure questo è fuor di dubbio e va sottolineato, l'opera del regista Osunsanmi non cerca spettacolarizzazioni o capriole pazzesche ma col suo taglio documentaristico che alterna scene filmiche a filmati reali, vuole soprattutto indagare mostrando i lati più disturbanti e spaventosi e addentrarsi negli angoli più oscuri della questione.
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Il quarto tipo, che da il titolo al film, è il livello estremo di contatto con gli extraterrestri, ovvero quello del rapimento, in una scala ideata negli anni '70. Una psicologa decide di indagare sulle numerose quanto misteriose sparizioni di umani in Alaska, intervistando e videoregistrando pazienti sopravvissuti e fortemente shockati. Si dice che sia tutto vero, ci si può credere o meno (io sono tra i super scettici) ma è indubbio che quelli che sostengono di essere testimoni di certi incontri sono tantissimi e che, a conti fatti, quella degli UFO e affini è un'industria fiorente che rende decisamente bene. Anche se, e pure questo è fuor di dubbio e va sottolineato, l'opera del regista Osunsanmi non cerca spettacolarizzazioni o capriole pazzesche ma col suo taglio documentaristico che alterna scene filmiche a filmati reali, vuole soprattutto indagare mostrando i lati più disturbanti e spaventosi e addentrarsi negli angoli più oscuri della questione. Il risultato è comunque modesto se non mediocre, si ha sempre l'impressione di assistere a qualcosa di falso, di creato in provetta, di scombinato che non spaventa e non ha mai picchi di tensione. E' una messa in scena di (presunti) accadimenti reali archiviati dalla Dottoressa Tyler, che all'inizio dle nuovo secolo avrebbe avuto anch'essa la vita sconvolta da questi eventi, ma ne dal punto di vista narrativo ne da quello visivo-estetico questo film-verità, o come lo si vuol chiamare, riesce ad andare a segno. Ho seri dubbi intorno a questo lavoro, mi sembra solo una grossa operazione di marketing con Milla Jovovich pesce fuor d'acqua troppo bella per il ruolo e la situazione e quindi nient'affatto vera e credibile,
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lucido71
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sabato 21 agosto 2010
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quarto tipo x due stellette e mezza
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FilMinestrone, dove troviamo un pizzico di tutto: thriller, alieni, sumeri, psicologia umana che supera il limite... ma tutto montato al limite della sufficienza, x una pellicola che NON CONSIGLIO. Trama che poteva anche andar bene, soprattutto x la vena documentaristica, ma che non scava mai ben bene e non approfondisce nulla, anzi crea confusione x quel che doveva esser un argomento doverosamente tartttato (se è vero che l'FBI ha visitato la città x 2000 missioni!!). Sul genere io consiglio: INVASION, INTELLIGENZA ARTIFICIALE...
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no_data
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martedì 18 agosto 2015
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genere complesso ma ottimamente riuscito
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Il tema della pellicola è abbastanza scontato, e si può intuire tranquillamente dal nome, il quale si riferisce alla classificazione utilizzata dagli ufologi riguardo agli incontri ravvicinati con entità aliene; il quarto tipo è quello più inquietante, dato che denota un rapimento alieno. In stile mockumentary, il regista del film riesce a camminare su quel filo sottile che divide realtà e finzione. Grazie all'effetto documentario, il film riceve quel giusto pizzico di realtà che sarebbe mancato se, invece, non ci sarebbe stato. Mescolando elementi appartenenti al genere thriller, horror e fantascienza, il regista ha prodotto una miscela ben riuscita e molto interessante.
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Il tema della pellicola è abbastanza scontato, e si può intuire tranquillamente dal nome, il quale si riferisce alla classificazione utilizzata dagli ufologi riguardo agli incontri ravvicinati con entità aliene; il quarto tipo è quello più inquietante, dato che denota un rapimento alieno. In stile mockumentary, il regista del film riesce a camminare su quel filo sottile che divide realtà e finzione. Grazie all'effetto documentario, il film riceve quel giusto pizzico di realtà che sarebbe mancato se, invece, non ci sarebbe stato. Mescolando elementi appartenenti al genere thriller, horror e fantascienza, il regista ha prodotto una miscela ben riuscita e molto interessante. Il film appartiene ad un genere complesso dove pochi preferiscono entrarci, e da cui escono pellicole agli antipodi della perfezione. Questo, invece, si può considerare un prodotto più che riuscito.
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