“Viene definito incontro del primo tipo quando c’è l’avvistamento di un UFO; del secondo tipo quando è accompagnato da prove –come i cerchi nel grano, radiazioni; il terzo tipo è quando si stabilisce un contatto; e il quarto tipo. . . . non c’è niente di più spaventoso del quarto tipo. . . perché è quando si viene rapiti”. Questa è la classificazione comunemente usata dagli ufologi, esposta da chi queste esperienze le ha vissute fino in fondo: la dottoressa Abigail Tyler, la psicologa impegnata a fare chiarezza sui disturbi della psiche che affliggono diversi cittadini di Nome (in Alaska) e vittima ella stessa di un rapimento alieno e dei relativi disturbi psicologici da esso causati. Olatunde Osunsanmi ripropone in chiave fondamentalmente horror una delle tematiche più classiche del cinema di fantascienza, e per fare ciò ricorre alla tecnica del finto documentario. La pellicola ha infatti inizio con la presentazione della stessa da parte dell’attrice Milla Jovovich, la quale afferma di essere stata scritturata per interpretare la parte della dottoressa Abigail Tyler nelle ricostruzioni degli eventi, ricostruzioni il cui compito sarebbe quello di affiancare le documentazioni video in cui la stessa dottoressa Tyler racconta le proprie esperienze direttamente al regista Olatunde Osunsanmi. In realtà anche questa seconda versione della dottoressa Tyler è frutto dell’interpretazione di un’attrice (Charlotte Milchard), anche se nei titoli di coda si è sapientemente evitato di esplicitarlo (il nome compare genericamente sotto la voce “Nome Residents”). Ad ogni modo, anche se più furbo che autentico, questo film s’ispira ad un caso -quello delle sparizioni e dei suicidi inspiegati in Alaska- che effettivamente interessa da decenni gli studiosi del settore, e ciò basta per conferirgli la necessaria capacità di suggestione.
[+] lascia un commento a jos d »
[ - ] lascia un commento a jos d »
|