Qualcosa di speciale |
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Un film di Brandon Camp.
Con Jennifer Aniston, Aaron Eckhart, Dan Fogler, Judy Greer, Martin Sheen.
continua»
Titolo originale Love Happens.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 109 min.
- USA, Canada, Gran Bretagna 2009.
- 01 Distribution
uscita venerdì 20 agosto 2010.
MYMONETRO
Qualcosa di speciale
valutazione media:
2,22
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un esperimento indeciso che in gran parte falliscedi Great StevenFeedback: 70023 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
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venerdì 17 luglio 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
QUALCOSA DI SPECIALE (USA, 2010) diretto da BRANDON CAMP. Interpretato da AARON ECKHART, JENNIFER ANISTON, JOHN CARROLL LYNCH, MARTIN SHEEN, JUDY GREER, DAN FOGLER, FRANCES CONROY, SASHA ALEXANDER, JOE ANDERSON
Al centro di questa storia struggente (ma non riuscita sotto tutti gli aspetti) c’è il quarantenne Burke Ryan, scrittore che ha raggiunto il successo pubblicando un libro, divenuto poi best-seller, avente come tema il superamento del dolore per la perdita di una persona a cui si è affezionati, nel suo caso la moglie, morta in un incidente stradale. Burke tiene seminari a San Francisco insieme ad altre persone che hanno subito la sua medesima esperienza, e riscuote presso il suo folto pubblico di lettori un consenso generale, ma in realtà è lui il primo a non saper affrontare come dovrebbe le difficoltà della propria vita e la sofferenza problematica della quale non riesce ancora a liberarsi, nonostante i tre anni e più passati dal tragico evento. Quando incontra Eloise, fioraia che ha deciso, dopo una delusione amorosa con un liutaio fedifrago, di non voler più intessere relazioni affettive con gli uomini, Burke si rende conto che deve rivedere ampiamente i suoi comportamenti e soprattutto la sua sincerità nei confronti di sé stesso. Il contatto con Lane, il suo fidato e amichevole collaboratore (che gli sta organizzando la firma di un vantaggioso contratto che aumenterà la sua visibilità a livello nazionale con promozioni esclusive di prodotti che porteranno il suo nome), col suocero dapprima indignato ma poi dall’atteggiamento più sereno e comprensivo e con la stessa Eloise condurranno il complessato scrittore ad ammettere con tutti il terribile segreto che lo ossessiona e a sbarazzarsi di un peso che gli offusca completamente la ricerca della pace e della tranquillità. Commedia sentimentale con cadenze melodrammatiche e incorporata di un messaggio importante: se non raccontiamo a noi stessi come le cose sono andate veramente e non impariamo ad accettare la verità per come si è prodotta, non potremo mai farci mentori delle disgrazie altrui né tantomeno contribuire ad alleviare il dolore delle persone che forse, più di noi, hanno saputo combattere contro un’esistenza grama e inclemente. Eckhart e la Aniston sono una coppia carina, e i loro duetti danno l’acqua della vita a questo film che però annovera tra i suoi non pochi difetti qualche scivolata di troppo in un sentimentalismo troppo languido e strascicato, il quale annacqua eccessivamente la vicenda interiore del protagonista, portandola all’applicazione della suddetta morale che, per quanto valida e genuina, pecca del vizio d’una smanceria che non viene cancellata nemmeno con l’introduzione di una love-story troppe volte sfiorata e conclusasi soltanto con un finale a tratti inconcludente. Il personaggio meglio recitato è probabilmente il faccendiere di J. C. Lynch (ben doppiato dalla voce cristallina e duttile di Nanni Baldini), che si definisce scherzosamente "onnipotente" ed è sempre sull’attenti per agire con prontezza al fianco dell’uomo che ha saputo costruire intorno a sé un alone di notorietà e grandeur che magari non merita del tutto. Concedo una nota di merito ad Eckhart per l’impegno che profonde nell’interpretare un personaggio dalle molte sfaccettature e oppresso da contraddizioni che si sovrappongono, ma la Aniston, sempre più in fuga da Friends e dopo le pessime prove offerte in due film scialbi e prevedibilissimi come Mia moglie per finta e Due cuori in provetta, dovrebbe pensare a cambiare genere e ripristinare la propria carriera sotto una stella diversa. Nel senso: basta con le commedie sentimentali! Una regia piuttosto anonima (Camp ha contribuito anche a redigere la sceneggiatura) è comunque il tasto più dolente di un esperimento che potrà essere ripetuto all’infinito e che, nel caso in questione, ha fallito approssimativamente per un buon 60%.
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