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mercoledì 7 luglio 2021
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la solitudine nel dolore...
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Il film dell'esordiente regista illustra un aspetto inedito della guerra,quello di chi ha lo sgradito compito di comunicare la morte dei soldati a chi aspetta a casa,e nel modo più inumano possibile secondo una procedura che non tiene minimamente conto dell'individuo(tra le altre cose,si deve evitare qualsiasi contatto con i civili,e non si deve rispondere a certe doimande).L'intrusione fredda e distaccata pretesa da chi ha già i propri traumi dopo essere tornato dalla guerra e non ha più nessuno che lo aspetta.Perfetto il tono bilanciato,sobrio,che fa percepire il dolore di chi riceve la peggiore notizia possibile,con le diverse reazioni ad essa(c'è anche uno spiazzante e tragico riappacificamento tra un padre furioso e la figlia che ha segretamente sposato il defunto)e la condizione di disagio di chi il dolore deve reprimerlo.
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Il film dell'esordiente regista illustra un aspetto inedito della guerra,quello di chi ha lo sgradito compito di comunicare la morte dei soldati a chi aspetta a casa,e nel modo più inumano possibile secondo una procedura che non tiene minimamente conto dell'individuo(tra le altre cose,si deve evitare qualsiasi contatto con i civili,e non si deve rispondere a certe doimande).L'intrusione fredda e distaccata pretesa da chi ha già i propri traumi dopo essere tornato dalla guerra e non ha più nessuno che lo aspetta.Perfetto il tono bilanciato,sobrio,che fa percepire il dolore di chi riceve la peggiore notizia possibile,con le diverse reazioni ad essa(c'è anche uno spiazzante e tragico riappacificamento tra un padre furioso e la figlia che ha segretamente sposato il defunto)e la condizione di disagio di chi il dolore deve reprimerlo.Molto ben gestito anche il classico clichè della coppia cinico inflessibile-fragile e umano(con il primo che in realtà nasconde un animo più sensibile del secondo)e lo sviluppo della relazione tra Montgomery e la vedova.Un ottimo esempio di cinema umano,fatto di emozioni e sentimenti che finiscono per prevalere sulla disciplina e i regolamenti.Bravissimi gli attori(Harrelson è stato candidato all'Oscar).Steve Buscemi è uno dei genitori a cui viene comunicata la morte del figlio.Orso d'argento a Berlino per la sceneggiatura.
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Il film dell'esordiente regista illustra un aspetto inedito della guerra,quello di chi ha lo sgradito compito di comunicare la morte dei soldati a chi aspetta a casa,e nel modo più inumano possibile secondo una procedura che non tiene minimamente conto dell'individuo(tra le altre cose,si deve evitare qualsiasi contatto con i civili,e non si deve rispondere a certe doimande).L'intrusione fredda e distaccata pretesa da chi ha già i propri traumi dopo essere tornato dalla guerra e non ha più nessuno che lo aspetta.Perfetto il tono bilanciato,sobrio,che fa percepire il dolore di chi riceve la peggiore notizia possibile,con le diverse reazioni ad essa(c'è anche uno spiazzante e tragico riappacificamento tra un padre furioso e la figlia che ha segretamente sposato il defunto)e la condizione di disagio di chi il dolore deve reprimerlo.Molto ben gestito anche il classico clichè della coppia cinico inflessibile-fragile e umano(con il primo che in realtà nasconde un animo più sensibile del secondo)e lo sviluppo della relazione tra Montgomery e la vedova.Un ottimo esempio di cinema umano,fatto di emozioni e sentimenti che finiscono per prevalere sulla disciplina e i regolamenti.Bravissimi gli attori(Harrelson è stato candidato all'Oscar).Steve Buscemi è uno dei genitori a cui viene comunicata la morte del figlio.Orso d'argento a Berlino per la sceneggiatura.
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Il film dell'esordiente regista illustra un aspetto inedito della guerra,quello di chi ha lo sgradito compito di comunicare la morte dei soldati a chi aspetta a casa,e nel modo più inumano possibile secondo una procedura che non tiene minimamente conto dell'individuo(tra le altre cose,si deve evitare qualsiasi contatto con i civili,e non si deve rispondere a certe doimande).L'intrusione fredda e distaccata pretesa da chi ha già i propri traumi dopo essere tornato dalla guerra e non ha più nessuno che lo aspetta.Perfetto il tono bilanciato,sobrio,che fa percepire il dolore di chi riceve la peggiore notizia possibile,con le diverse reazioni ad essa(c'è anche uno spiazzante e tragico riappacificamento tra un padre furioso e la figlia che ha segretamente sposato il defunto)e la condizione di disagio di chi il dolore deve reprimerlo.Molto ben gestito anche il classico clichè della coppia cinico inflessibile-fragile e umano(con il primo che in realtà nasconde un animo più sensibile del secondo)e lo sviluppo della relazione tra Montgomery e la vedova.Un ottimo esempio di cinema umano,fatto di emozioni e sentimenti che finiscono per prevalere sulla disciplina e i regolamenti.Bravissimi gli attori(Harrelson è stato candidato all'Oscar).Steve Buscemi è uno dei genitori a cui viene comunicata la morte del figlio.Orso d'argento a Berlino per la sceneggiatura.
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lunedì 9 luglio 2018
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ottimo
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Complimenti per l'articolo. Vorrei sottolineare la bravura dell'interprete femminile veramente notevole.Film di notevole spessore emotivo. Grande come sempre Harrelsson.
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filippo catani
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domenica 8 marzo 2015
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le scorie della guerra
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Reduce da un terribile incidente in Iraq e ormai prossimo al congedo, un militare viene affidato al servizio notifiche; dovrà andare dalle famiglie dei caduti per annunciarne la morte. Il ragazzo farà allora conoscenza con il suo socio e superiore.
Moverman riflette con intelligenza sul dramma della guerra sia essa in Iraq o in qualsiasi altra parte del mondo e lo fa puntando l'attenzione su coloro che formalmente devono dare le comunicazioni ai familiari prima che questi ne vengano a conoscenza dai media. Un lavoro difficile e logorante che metterebbe alla prova chiunque anche perchè non si sa quali possano essere le reazioni dei congiunti. A farlo sono una coppia di militari che hanno a loro volta dei pesi terribili nel cuore: uno ha perso l'amore della vita per partire in guerra rischiando di tornarne menomato e ora beve e ascolta musica heavy metal.
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Reduce da un terribile incidente in Iraq e ormai prossimo al congedo, un militare viene affidato al servizio notifiche; dovrà andare dalle famiglie dei caduti per annunciarne la morte. Il ragazzo farà allora conoscenza con il suo socio e superiore.
Moverman riflette con intelligenza sul dramma della guerra sia essa in Iraq o in qualsiasi altra parte del mondo e lo fa puntando l'attenzione su coloro che formalmente devono dare le comunicazioni ai familiari prima che questi ne vengano a conoscenza dai media. Un lavoro difficile e logorante che metterebbe alla prova chiunque anche perchè non si sa quali possano essere le reazioni dei congiunti. A farlo sono una coppia di militari che hanno a loro volta dei pesi terribili nel cuore: uno ha perso l'amore della vita per partire in guerra rischiando di tornarne menomato e ora beve e ascolta musica heavy metal. L'altro ha un passato sentimentale disperato e un sacco di problemi di alcolismo. Ecco il film se da una parte indaga sul rapporto che si crea tra uno dei due militari e una giovane vedova dall'altra parte nella seconda metà della pellicola perde un po' di nerbo e finisce con l'incartarsi su se stesso girando intorno a delle conclusioni già date per assodate. Funziona però bene la coppia Foster-Harrelson con quest'ultimo che spicca maggiormente. Insomma la guerra dietro di se lascia solo morte,distruzione, lutti e sconforto ma pare che la lezione non sia ancora stata digerita.
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enzo70
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lunedì 24 novembre 2014
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il dolore vicino della guerra lontana
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Un mestiere molto difficile, la comunicazione ai parenti delle vittime del decesso dei propri cari è il tema di fondo di questo film di Oren Moverman. La guerra è ora ed è qui, anche se spesso la lontananza dei palcoscenici sui quali tutti i giorni si combatte e si muore sono lontani dalla nostra quotidianità. Un soldato decorato per il coraggio dimostrato in Iraq e ferito ad un occhio, Ben Forster, viene trasferito al Casualty notification office, insieme al capitano Tony Stone, un ottimo Woody Herrelson. I due modi estremamente diversi di intendere il ruolo di soldati pone i due uomini in un conflitto anzitutto interiore. Il cinismo del capitano, lo stesso principio della regola sopra tutto, si scontra con l’umanità del sergente Montgomery che vive il dolore dei parenti cui notificano la tragedia.
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Un mestiere molto difficile, la comunicazione ai parenti delle vittime del decesso dei propri cari è il tema di fondo di questo film di Oren Moverman. La guerra è ora ed è qui, anche se spesso la lontananza dei palcoscenici sui quali tutti i giorni si combatte e si muore sono lontani dalla nostra quotidianità. Un soldato decorato per il coraggio dimostrato in Iraq e ferito ad un occhio, Ben Forster, viene trasferito al Casualty notification office, insieme al capitano Tony Stone, un ottimo Woody Herrelson. I due modi estremamente diversi di intendere il ruolo di soldati pone i due uomini in un conflitto anzitutto interiore. Il cinismo del capitano, lo stesso principio della regola sopra tutto, si scontra con l’umanità del sergente Montgomery che vive il dolore dei parenti cui notificano la tragedia. Moverman, regista israeliano, centra l’obiettivo con l’occhio disincantato di chi la guerra la conosce perché l’ha vista e sa bene che il dolore che circonda i conflitti non è un semplice corollario, ma un elemento essenziale della guerra stessa.
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angelo umana
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lunedì 15 settembre 2014
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messaggeri di pace
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Tony è un reduce della guerra in Kuwait, Will è un reduce un poco più giovane della guerra in Iraq, con ancora i postumi delle ferite, dovrebbe congedarsi dopo tre mesi. Viene incaricato di accompagnare Tony nello sgradevole compito di “notificazione vittime” o angeli della morte come il più esperto li chiama: dire al parente di cui hanno il nome, e solo a lui, del decesso del loro congiunto, quattro frasi standard con le raccomandazioni che Tony, saccente e logorroico, dà al più giovane: non toccare mai il congiunto, l’avviso deve avvenire entro 24 ore dall’identificazione per non farsi anticipare da altri informatori, attenersi alle regole e alla disciplina militare, in divisa e con tutte le mostrine al petto, un avviso “mordi e fuggi”.
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Tony è un reduce della guerra in Kuwait, Will è un reduce un poco più giovane della guerra in Iraq, con ancora i postumi delle ferite, dovrebbe congedarsi dopo tre mesi. Viene incaricato di accompagnare Tony nello sgradevole compito di “notificazione vittime” o angeli della morte come il più esperto li chiama: dire al parente di cui hanno il nome, e solo a lui, del decesso del loro congiunto, quattro frasi standard con le raccomandazioni che Tony, saccente e logorroico, dà al più giovane: non toccare mai il congiunto, l’avviso deve avvenire entro 24 ore dall’identificazione per non farsi anticipare da altri informatori, attenersi alle regole e alla disciplina militare, in divisa e con tutte le mostrine al petto, un avviso “mordi e fuggi”.
E’ fatale che Will (Ben Foster) cominci a interpretare il ruolo a modo suo, con maggiore umanità del collega che invece l’ha sepolta dentro e mostra solo il cinismo con cui difende sé stesso (superba interpretazione di Woody Harrelson). Per lui l’esercito è ormai casa sua: “Sono proprietà dell’esercito e a me sta bene”. “Entriamo nella vita di persone di cui non sappiamo nulla” e “Fuck off la procedura, sono solo persone, io non sono come te”: questo invece pensa e dice il più giovane. E’ fatale pure che, per la partecipazione umana che mette Will nel compito, già dopo qualche notifica venga attratto da una vedova, la dolce Olivia-Samantha Morton, con qualche anno più di lui, e dal suo bambino, la famiglia che il soldato ancora non ha. Molto brava questa attrice nel mostrare il travaglio che la situazione le dà. Eppure Tony lo aveva detto a Will: “Il tuo compito ha a che fare con qualcos’altro, devi viverlo di persona”. In effetti notificare al congiunto la morte in guerra di un ragazzo non può limitarsi a quattro frasi dette con tono asettico e senza nemmeno avvicinarsi ai familiari (uno di questi è il papà di un ragazzo di 20 anni, ha in giardino l’albero che aveva piantato quando il figlio nacque, si tratta dell’attore Steve Buscemi).
Il film, del 2009, è valso l’Orso d’argento al 59° festival di Berlino al regista Oren Moverman, nato nel 1966 in Israele e che cominciò a 22 anni in America a occuparsi di cinema. Di guerra deve aver sempre sentito parlare, dunque, per via della sua provenienza e perché vive nel paese gendarme del mondo. Il film è interessante e capta la partecipazione dello spettatore, quando in America ci si mettono sanno toccare tutte le corde del cuore. Qui abbiamo il cinismo di riflesso di Tony, quello che possono provare i reduci, per non farsi schiacciare dai ricordi e per non legarsi ad affetti che sanno di poter perdere. La corazza si spezza e abbiamo il pianto di questo “duro” quando Will, ormai suo amico, gli racconta di come salvò due compagni e come gli “esplose” sotto gli occhi un altro. C’è pure la disillusione dei due ai funerali, “bandiere e polpettone”, e l’importanza che possono dare a una festa di matrimonio – quello dell’ex fidanzata di Will con un nuovo compagno - partecipazione del tutto dissacratoria dei due, mezzi ubriachi. Non poteva mancare naturalmente il risvolto affettivo per la vedova Samantha e le considerazioni sparse sul senso delle guerre (Vietnam, Bosnia, Iraq, Afghanistan e la lista non finisce), con l’America che recluta anche in un centro commerciale poveri ragazzi da mandare a 7000 km. da casa, “leoni per agnelli” (film di Robert Redford del 2007 con Meryl Streep e Tom Cruise). “Questa è l’America!”, comunque.
(Il titolo in italiano “Oltre le regole” sembra una banale drammatizzazione di “The Messenger”).
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picassa
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sabato 3 settembre 2011
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dopo un pò...
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all'inizio è molto interessante immergersi in delicate situazioni,
si assiste con partecipazione ad alcune possibili varianti ma
dopo un pò lo spettatore purtroppo si stanca
i dialoghi tra i due protagonisti sono troppo noiosi
mi dispiace, poteva essere molto bello
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nigel mansell
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giovedì 9 dicembre 2010
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un gran bel film
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Un gran bel film con una tensione e nervosismo che si taglia con il coltello, con un esercito, dei reduci, gli stati uniti che fanno finta che sia tutto sotto controllo, che una guerra è poi un affare come un altro. Poi tutto si dirime ed anche gli uomini in divisa piangono. Non servono tante parole per capire che merda può essere una guerra, sugli effetti devastanti che può creare in una generazione, nella società: basta guardare film come questi.
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