kaisersose
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martedì 13 ottobre 2009
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a testa alta
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Finalmente un film italiano che poco ha da invidiare al cinema indipendente contemporaneo.
Confezionato con eleganza e intensità è un film che punta alla consacrazione di Giuseppe Capotondi come regista italiano da non perdere d'occhio, vista la sua opera prima.
Bello e convincente, sicuramente il migliore dei quattro film italiani selezionati al festival di Venezia.
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billiebissi
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martedì 13 ottobre 2009
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la doppia ora è un film che non piace subito...
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La doppia ora è un film che non piace subito, si assimila dopo, quando ripensi ai personaggi e assapori il gusto della trama. La trama è semplice, lineare un pò prevedibile, se si esclude quel momento di cinema nel cinema che piace tanto agli americani ( vedi secret windows etc..). Da un idea originale nasce un film che scorre via senza scossoni, un mixer tra thriller e commedia, tra rilassamenti e colpi di scena (presunti perchè prevedibilissimi); tra tutto questo emerge un filo conduttore che poco attrae lo spettatore. Prodotto più che dignitoso; bravo Timi, brava la Ropoport (peccato la sua somiglianza con una attrice comica: la Signoris). Siamo ancora distanti dal capolavoro, però siamo sulla strada giusta.
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La doppia ora è un film che non piace subito, si assimila dopo, quando ripensi ai personaggi e assapori il gusto della trama. La trama è semplice, lineare un pò prevedibile, se si esclude quel momento di cinema nel cinema che piace tanto agli americani ( vedi secret windows etc..). Da un idea originale nasce un film che scorre via senza scossoni, un mixer tra thriller e commedia, tra rilassamenti e colpi di scena (presunti perchè prevedibilissimi); tra tutto questo emerge un filo conduttore che poco attrae lo spettatore. Prodotto più che dignitoso; bravo Timi, brava la Ropoport (peccato la sua somiglianza con una attrice comica: la Signoris). Siamo ancora distanti dal capolavoro, però siamo sulla strada giusta...
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lucio
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lunedì 12 ottobre 2009
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filmetto
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poco psicologico, molto scontato, un paio di colpi ad effetto tipo quando ti fanno buu all'improvviso e salti sulla sedia. Niente di nuovo.
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(di marezia)
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(di bisceglie)
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fedeb
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lunedì 12 ottobre 2009
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sorprendente!
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finalmente un film non banale oltre che ben fatto. un bel congegno giallo-thriller, su una trama realistica e non scontata, il tutto intriga e coinvolge. l'ho visto ieri sera e ancora ci sto pensando..che cosa si può desiderare di più da un film?...
ottimi f.timi e k.rappoport, stracomplimenti a capotondi!
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fedeb
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lunedì 12 ottobre 2009
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la doppia ora - sorprendente!
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finalmente un film moderno, non banale e ben fatto, con un ottimo congegno giallo-triller e una trama realistica, non scontata, bello!
l'ho visto ieri sera, l'ho sognato... e continuo a pensarci.
ottimi f.timi e k.rappoport, stracomplimenti a capotondi.
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roygrim
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lunedì 12 ottobre 2009
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un debutto con il botto
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Per chi ama il noir classico, quello degli anni '40, per intenderci, un bellssimo film da non perdere. Come al solito, dissento quasi totalmente dai critici, sempre bravi a trovare magagne che lo spettatore comune (che poi, forse, di cinema ci capisce più di loro) non vede. La storia è del tutto plausibile, anche la parte per così dire onirica (anzi, forse è quella più bella). I colpi di scena d'obbligo per questo genere ci sono, l'ambientazione in una Torina cupa e nebbiosa è del tutto aderente alla trama, buona la recitazione, qualche effetto sonoro di troppo. Niente volgarità, soggetto originale e sceneggiatura perfetta. Che volete di più?
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scerbanenko
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domenica 11 ottobre 2009
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visto alle 18,18
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Un film non banale,ambizioso,e finalmente di "genere" ovvero un thriller.
Molto meglio di "Come Dio Comanda" e di "Luce Dei Miei Occhi",due films che fondendosi potrebbero dare come risultato appunto il genere de "La Doppia Ora".
Forse,in alcuni momenti qualche velleità di troppo,qualche minuto di troppo,qualche primo piano un pò troppo insitito sugli attori.
La Rappaport è bravissima ,Timi è un pò in secondo piano,ma è il suo personaggio che è così.
Grandissimo l'uso di "IN BETWEEN DAYS" dei Cure come tema musicale,finalmente un regista che non ascolta solo Vasco
e Fiorella Mannoia.
Insomma con qualche fronzolo in meno e con un finale più snello,sarebbe un gran film.
Così è una più che discreta opera prima,ma sembra un film di un regista maturo,solido,seppur un pò sopra le righe.
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nino pell.
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domenica 11 ottobre 2009
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la parola al subconscio
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Inizio subito con la trama cercando di essere estremamente breve. Una cameriera di nome Sonia e Guido, un custode di un lussuoso palazzo, fanno conoscenza ad uno speed date e tra loro nasce un'intesa. Un bel giorno Guido decide di ospitare nel palazzo presso il quale egli lavora la ragazza, approfittando di un periodo di assenza dall'abitazione da parte del suo padrone. Ma il destino vuole che proprio in tale giorno, una banda di ladri si introduce nella casa per rubare i vari oggetti di valori e, durante una collutazione, Guido viene ucciso Sonia cade in uno stato comatoso dopo essere stata gravemente ferita alla testa. Dopo tale incidente, Sonia, non si sa ne come e ne quando, si risveglia dal coma e riprende la sua consueta vita quotidiana ed il suo lavoro di cameriera.
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Inizio subito con la trama cercando di essere estremamente breve. Una cameriera di nome Sonia e Guido, un custode di un lussuoso palazzo, fanno conoscenza ad uno speed date e tra loro nasce un'intesa. Un bel giorno Guido decide di ospitare nel palazzo presso il quale egli lavora la ragazza, approfittando di un periodo di assenza dall'abitazione da parte del suo padrone. Ma il destino vuole che proprio in tale giorno, una banda di ladri si introduce nella casa per rubare i vari oggetti di valori e, durante una collutazione, Guido viene ucciso Sonia cade in uno stato comatoso dopo essere stata gravemente ferita alla testa. Dopo tale incidente, Sonia, non si sa ne come e ne quando, si risveglia dal coma e riprende la sua consueta vita quotidiana ed il suo lavoro di cameriera. Tutto sembra procedere tranquillo quando, ad un certo punto, la ragazza inizia ad avvertire intorno a se strani fenomeni: Guido le appare di continuo in sogno ma anche in certi momenti della sua vita reale; una sua amica, Margherita, si suicida improvvisamente gettandosi dal balcone proprio come è successo in un'altra precedente circostanza alla figlia della padrona di una casa presso la quale ella ha lavorato in passato. Ma soprattutto Sonia non capisce perché il commissario di polizia che ha svolto le indagini riguardo il furto nell'abitazione dove ha perso la vita Guido, continua costantemente a tenerla sotto controllo e a farle domande sul tragico accaduto. A Sonia, insomma, sembra proprio di vivere in un sogno. E del resto è proprio nei sogni che il subconscio umano spesso ci ammonisce delle nostre azioni facendo scaturire profondi sensi di rimorso alla coscienza. Si potrebbe dire che la purezza dell'animo si realizza in una fase meditativa tipica dell'inconscio. Quando la coscienza è vigile, invece, ne escono fuori tutte le brutture e le bassezza possibili. Il regista Capotondi è riuscito a realizzare un'idea originale crando un thriller a sfondo psicologico tanto preciso nella sceneggiatura quanto a tratti un tantino ingenuo o noioso in varie scene. E comunque merita sicuramente tutto l'appoggio possibile per la sua opera in quanto non è facile vedere un film italiano nel quale si cerca di creare qualcosa di nuovo e che esula dai soliti schemi standardizzati.
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pgakapg
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domenica 11 ottobre 2009
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il nipotino di hitchcock.
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Si può passare dal mondo dei video musicali e degli spot pubblicitari a quello del cinema senza paracadute?
Evidentemente no, nel passato abbiamo visto molti tonfi, forse troppi. Ma non è questo il caso perchè il regista, esordiente, fa capire di aver ben compreso la lezione di un grande maestro come Hitchcock, il quale affermava che il cinema deve saper raccontare una storia facendoci provare l'insicurezza, la paura, il sollievo e talvolta la compassione.
Retto da una solida sceneggiatura, questo film ha il merito di presentarci due volti abbastanza noti, Timi e la Rappaport, in grado di esprimere tutta la gamma dei sentimenti umani usando solo gli occhi, quasi che i dialoghi non siano necessari.
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Si può passare dal mondo dei video musicali e degli spot pubblicitari a quello del cinema senza paracadute?
Evidentemente no, nel passato abbiamo visto molti tonfi, forse troppi. Ma non è questo il caso perchè il regista, esordiente, fa capire di aver ben compreso la lezione di un grande maestro come Hitchcock, il quale affermava che il cinema deve saper raccontare una storia facendoci provare l'insicurezza, la paura, il sollievo e talvolta la compassione.
Retto da una solida sceneggiatura, questo film ha il merito di presentarci due volti abbastanza noti, Timi e la Rappaport, in grado di esprimere tutta la gamma dei sentimenti umani usando solo gli occhi, quasi che i dialoghi non siano necessari.
Se al loro posto ci fossero stati Scamarcio e la Chiatti, il film si sarebbe sgonfiato come un soufflé cotto male.
Ed è grazie alla loro forza trainante che i comprimari giocano un ruolo non meno importante. Grazioso poi il cameo di Lucia Poli, deliziosamente stuccosa e molto torinese. La città di Torino recita sullo sfondo un ruolo non meno importante, ma non invadente, tanto che secondo me la pellicola, con una giusta distribuzione, sarebbe facilmente esportabile.
Una perfetta dimostrazione del fatto che non sono necessari grandi budget per fare il cinema, ma che servono piuttosto buone sceneggiature e bravi attori.
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[+] beffati dal subconscio
(di giuli@)
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gioconda
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domenica 11 ottobre 2009
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proprio un bel film
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Bel film, attori bravissimi (Timi ha un'espressività da paura, Rappaport non la conoscevo ma mi è piaciuta molto)sceneggiatura ottima, emozionante...non sono una cultrice di film, ma credo che i significati tramandati dal film siano tutti racchiusi nella canzone che chiude la pellicola "ahhh ...porque llorar ... la vida es un carnaval.." perchè piangere, la vita è un carnevale!
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