filippo catani
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mercoledì 12 giugno 2013
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tra sogno e realtà
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Torino. Un ex poliziotto e una cameriera d'albergo si incontrano in una serata speed date e iniziano a frequentarsi. Entrambi hanno alle spalle un passato tormentato ma decidono di iniziare una storia. Un giorno però i due vengono presi ostaggio da un gruppo di malviventi intenzionati a rapinare la villa dove l'ex agente fa il custode.
E' difficile fare la recensione di un film del genere non tanto perchè non meriti di essere visto (anzi è più che godibile) ma perchè addentrarsi nei meandri di quest'opera rischierebbe inevitabilmente di comprometterne la visione a chi ancora non ha visto il film. Ci troviamo davanti ad un thriller psicologico dove sogno e realtà si confondono per parte della pellicola per poi trovare un proprio ordine.
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Torino. Un ex poliziotto e una cameriera d'albergo si incontrano in una serata speed date e iniziano a frequentarsi. Entrambi hanno alle spalle un passato tormentato ma decidono di iniziare una storia. Un giorno però i due vengono presi ostaggio da un gruppo di malviventi intenzionati a rapinare la villa dove l'ex agente fa il custode.
E' difficile fare la recensione di un film del genere non tanto perchè non meriti di essere visto (anzi è più che godibile) ma perchè addentrarsi nei meandri di quest'opera rischierebbe inevitabilmente di comprometterne la visione a chi ancora non ha visto il film. Ci troviamo davanti ad un thriller psicologico dove sogno e realtà si confondono per parte della pellicola per poi trovare un proprio ordine. Bella questa scelta così come quella di un finale tutt'altro che banale o scontato. Il regista si avvale di due attori, Timi e la Rappoport, perfetti per i personaggi che devono interpretare ed entrambi gli attori non sono nuovi a dare vita a personaggi borderline (basti pensare a La Sconosciuta o a Vincere piuttosto che a Quando la notte o Ruggine). Insomma un buon film di genere che in circa un'ora e mezza regala emozioni allo spettatore che dovrà condurre una propria e personale indagine.
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terry d'
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lunedì 19 novembre 2012
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le persone non cambiano
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Una sceneggiatura di ferro e il calibro asciutto e nervoso dei due protagonisti propongono il film come un pezzo solido e ben congegnato. La sola pecca è il registro non propriamente azzeccato del genere (Thriller nella parte centrale, sentimentale all'inizio e con un tuffetto nella nevrosi verso la fine). L'indagine nei caratteri è riuscita: Filippo Timi molto in parte (anche anatomicamente bella) e la Rappoport eccellente e sensuale. Molto interessante l'accento sulla vita cerebrale durante il coma: da solo lo spunto poteva sorreggere tutto quanto il film. Però la fine è desolante e lascia lo spettatore con la sensazione di incompiuto: è come se dopo una bufera tutto fosse ancora lì al suo posto.
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Una sceneggiatura di ferro e il calibro asciutto e nervoso dei due protagonisti propongono il film come un pezzo solido e ben congegnato. La sola pecca è il registro non propriamente azzeccato del genere (Thriller nella parte centrale, sentimentale all'inizio e con un tuffetto nella nevrosi verso la fine). L'indagine nei caratteri è riuscita: Filippo Timi molto in parte (anche anatomicamente bella) e la Rappoport eccellente e sensuale. Molto interessante l'accento sulla vita cerebrale durante il coma: da solo lo spunto poteva sorreggere tutto quanto il film. Però la fine è desolante e lascia lo spettatore con la sensazione di incompiuto: è come se dopo una bufera tutto fosse ancora lì al suo posto. Ma come nel film è ripetuto più volte "Le persone non cambiano". E forse è questo il messaggio; siamo tutti destinati a ripetere i nostri errori.
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frenky 90
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sabato 13 ottobre 2012
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bello ma...
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Per essere un film italiano è un prodotto di molto sopra la media (già il fatto che non sia una commedia è rimarchevole) ma le premesse della storia non sono pienamente mantenute, il finale è molto deludente.
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virginia1982
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martedì 22 maggio 2012
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noir italiano riuscito
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Piccolo gioiello contemporaneo. Studiato alla perfezione nei tempi e nelle vicende. Atmosfera costantemente onirica, visionaria ma reale con spigoli crudi e amari che rendono il tutto credibile e interessante. Un film silnzioso, fine ed accurato, dove l'assenza di rumore incanta lo spettattore trascinandolo in uno stato di narcosi sublime. Il padre della suspance perfetta Alfred Hitchcock, si respira dal primo all'ultimo minuto, e Capotondi ne raccoglie l'essenza e lo spirito della parola stessa, mista ad un intrigo ben congeniato e stupefacente. Buona la prova degli attori. Un noir italiano coraggioso senza dubbio riuscito, dove l'audacia viene premiata dal pieno raggiungimento dello scopo.
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Piccolo gioiello contemporaneo. Studiato alla perfezione nei tempi e nelle vicende. Atmosfera costantemente onirica, visionaria ma reale con spigoli crudi e amari che rendono il tutto credibile e interessante. Un film silnzioso, fine ed accurato, dove l'assenza di rumore incanta lo spettattore trascinandolo in uno stato di narcosi sublime. Il padre della suspance perfetta Alfred Hitchcock, si respira dal primo all'ultimo minuto, e Capotondi ne raccoglie l'essenza e lo spirito della parola stessa, mista ad un intrigo ben congeniato e stupefacente. Buona la prova degli attori. Un noir italiano coraggioso senza dubbio riuscito, dove l'audacia viene premiata dal pieno raggiungimento dello scopo. Pellicola per palati fini.
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lella sabadini
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mercoledì 25 gennaio 2012
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ottimo noir...
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Ottimo film sostenuto da una sceneggiatura impeccabile. La tensione è viva dall'inizio alla fine. Il ritmo non è eccessivamente incalzante, anzi abbiamo il tempo di soffermarci su alcuni particolari atteggiamenti od eventi con brevi pause ben calibrate che si inseriscono perfettamente nell'incedere del film. Lo spettatore si accorge da subito che niente, nessun gesto, nessuna parola sono lasciate al caso e questo lo porta ad appassionarsi ancor di più alla vicenda. Superfluo rimarcare la bravura degli interpreti: tanto intenso e concreto, fisico Timi quanto evanescente ( anche metaforicamente ! ) Sonia tanto che a volte sembra cambiare lineamenti e trasformarsi veramente sul filo conduttore del continuo andare e venire della vicenda.
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Ottimo film sostenuto da una sceneggiatura impeccabile. La tensione è viva dall'inizio alla fine. Il ritmo non è eccessivamente incalzante, anzi abbiamo il tempo di soffermarci su alcuni particolari atteggiamenti od eventi con brevi pause ben calibrate che si inseriscono perfettamente nell'incedere del film. Lo spettatore si accorge da subito che niente, nessun gesto, nessuna parola sono lasciate al caso e questo lo porta ad appassionarsi ancor di più alla vicenda. Superfluo rimarcare la bravura degli interpreti: tanto intenso e concreto, fisico Timi quanto evanescente ( anche metaforicamente ! ) Sonia tanto che a volte sembra cambiare lineamenti e trasformarsi veramente sul filo conduttore del continuo andare e venire della vicenda.La complessità della psicologia della protagonista porta a riflettere su come il bene e il male convivano nell'animo umano prendendo di volta in volta il sopravvento. Non fosse così quelli che poi si sono rivelati gli incubi di Sonia in coma non sarebbero così chiaramente ispirati ai sensi di colpa che prova per quello che ha fatto e al desiderio di un' esistenza più semplice e limpida. Forse per questo Guido la lascia al suo destino con il proprio inevitabile carico di conflitti irrisolti e desideri irrealizzabili...
paperino
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cinemania
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martedì 29 novembre 2011
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storia d'amore in chiave thriller/noir
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In questo primo lungometraggio del regista pubblicitario Capotondi, la doppia ora è il fenomeno utilizzato come metafora per le doppie esistenze dei due protagonisti, gli ottimi attori Timi e Rappoport.
Vi è un'intesa immediata tra queste due persone con un passato non chiaro alle spalle,che porterà una sorta di duello in un crescendo emotivo interessante e pieno di colpi di scena,e che si trasformerà in una relazione dai risvolti tragici. Originale il gioco di incroci e rimandi, anche se il secondo tempo è più interessante e incisivo.E' un film avvincente,dalla regia sofisticata e una buona sceneggiatura, bravi la Rappoport,molto espressiva,e il carismatico Filippo Timi.
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In questo primo lungometraggio del regista pubblicitario Capotondi, la doppia ora è il fenomeno utilizzato come metafora per le doppie esistenze dei due protagonisti, gli ottimi attori Timi e Rappoport.
Vi è un'intesa immediata tra queste due persone con un passato non chiaro alle spalle,che porterà una sorta di duello in un crescendo emotivo interessante e pieno di colpi di scena,e che si trasformerà in una relazione dai risvolti tragici. Originale il gioco di incroci e rimandi, anche se il secondo tempo è più interessante e incisivo.E' un film avvincente,dalla regia sofisticata e una buona sceneggiatura, bravi la Rappoport,molto espressiva,e il carismatico Filippo Timi.Il potere del film si gioca molto sull'effetto sorpresa, ma gli intrighi tipici del giallo sono lontani dalla perfezione.
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martino76
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domenica 6 novembre 2011
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film ben fatto
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Il film ti coinvolge subito perchè è ben fatto, le recitazione sono ottime e la trama ti trascina pian piano. Il finale non soddisfa ... ma alla fine riflettendoci , come ha già scritto qualcuno, la scelta presa dal protagonista rientra tra le “conseguenze dell’amore”.
Merita di essere visto
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cinefila
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martedì 8 febbraio 2011
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noir italiano!
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Il cinema nostrano si impreziosisce di un noir ben fatto, anche se gli incassi non confermano..ma nn è una novità!
L'atmosfera degli speed-date torinesi coinvolge i protagonisti: lui, ex poliziotto, ora relegato a guardiano di un parco; lei cameriera in un hotel.
I due si frequentano e un pomeriggio, passeggiando nello stesso parco, vengono aggrediti da alcuni malviventi che effettuano una rapina nella villa immersa in quel verde. Un colpo di pistola e poi sequenze di film apparentemente sconnesse tra loro. Sarà la mente della bella Rappoport a guidarci in questo "intreccio", ma si capirà quasi alla fine, quando lei si sveglierà dal coma e si scoprirà qualcosa in +!
Bel film! Ottima la coppia Timi-Rapp
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Il cinema nostrano si impreziosisce di un noir ben fatto, anche se gli incassi non confermano..ma nn è una novità!
L'atmosfera degli speed-date torinesi coinvolge i protagonisti: lui, ex poliziotto, ora relegato a guardiano di un parco; lei cameriera in un hotel.
I due si frequentano e un pomeriggio, passeggiando nello stesso parco, vengono aggrediti da alcuni malviventi che effettuano una rapina nella villa immersa in quel verde. Un colpo di pistola e poi sequenze di film apparentemente sconnesse tra loro. Sarà la mente della bella Rappoport a guidarci in questo "intreccio", ma si capirà quasi alla fine, quando lei si sveglierà dal coma e si scoprirà qualcosa in +!
Bel film! Ottima la coppia Timi-Rappoport!
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giuseppe.potente
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domenica 28 novembre 2010
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così è se vi pare
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Picasso nel 1907 dipinse un quadro di bagnanti che sconvolgeva gli standard ell'epoca.
Nel cinema ancora oggi si continuano a seguire degli schemi di "genere": ma un regista, un autore, può ben usare un linguaggio di genere "suspense" se la situazione della narrazione lo richiede, e lasciare che un finale più realistico anche se sentimentale (o "melò", per usare un termine più in voga ) azzeri la suspense. Chi preferirebbe un altro finale può costruirlo al computer.
Insomma, si continua a valutare un'opera cinematografica, che è la più totalizzante dellle espressioni artistiche, seguendo schemi precotti.
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Picasso nel 1907 dipinse un quadro di bagnanti che sconvolgeva gli standard ell'epoca.
Nel cinema ancora oggi si continuano a seguire degli schemi di "genere": ma un regista, un autore, può ben usare un linguaggio di genere "suspense" se la situazione della narrazione lo richiede, e lasciare che un finale più realistico anche se sentimentale (o "melò", per usare un termine più in voga ) azzeri la suspense. Chi preferirebbe un altro finale può costruirlo al computer.
Insomma, si continua a valutare un'opera cinematografica, che è la più totalizzante dellle espressioni artistiche, seguendo schemi precotti.
Che peccato. Nemo propheta in patria. L'opera prima di Capotondi non ha avuto un unanime consenso dei critici: qualcuno ha poco apprezzato il finale, altri il "meccanismo a orologeria" del film. Ma quale meccanismo? Io ho visto solo una tecnica cinematografica attenta, proprio per la cura dell'opera prima, che a volte si perde con la routine. Certamente, l'incalzarsi delle scene è piuttosto stringente, se fosse la ventesima opera forse ci sarebbe più fluidità, ma il contesto poi svelato (non possiamo dirlo per non "bruciare" la suspense) giustifica l'apparente stranezza di alcune scene.
In un'estrema sintesi, il film vorrebbe valorizzare e lo fa secondo me bene, il detto e non detto, il mistero, il fascino, la forza devastante dell'innamoramento, l'imprevedibilità dei sentimenti. L'imprevisto sempre in agguato. Vi pare poco?
Filippo Timi e Ksenia Rappaport non hanno incrinature. Direi che la casa produttrice, l'Indigo, sembra aver dato un'impronta al film, simile a "La ragazza del lago", e ai film di Paolo Sorrentino: le conseguenze (spesso prevedibili) dell'amore; ma naufragr mi è dolce in questo mare.
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giuseppe.potente
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domenica 28 novembre 2010
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le conseguenze (un po' prevedibili) dell'amore
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Le conseguenze dell'amore, se non fosse già stato utilizzato per un altro film italiano di pari eleganza, potrebbe essere un "titolo" che darei a questa opera prima di Giuseppe Capoondi, un regista che a 41 anni ricco di esperienza in corti pubblicitari ha in comune con Paolo Sorrentino anche la cura dei dettagli fotografici. La cura della fotografia, la sceneggiatura di qualità, la concentrazione degli attori, sono già un'importante ingrediente per la riuscita di un progetto cinematografico. Raccontare una storia credibile ma non completamente prevedibile. Non esagerare nel melodrammatico. Dare una giusta dose di thrilling.
E' chiaro che se si sceglie di dare al film un taglio thrilling qualcosina di Hitchkock e di altri autori si sarà visto, ma perchè fare dei paragoni pregiudiziali.
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Le conseguenze dell'amore, se non fosse già stato utilizzato per un altro film italiano di pari eleganza, potrebbe essere un "titolo" che darei a questa opera prima di Giuseppe Capoondi, un regista che a 41 anni ricco di esperienza in corti pubblicitari ha in comune con Paolo Sorrentino anche la cura dei dettagli fotografici. La cura della fotografia, la sceneggiatura di qualità, la concentrazione degli attori, sono già un'importante ingrediente per la riuscita di un progetto cinematografico. Raccontare una storia credibile ma non completamente prevedibile. Non esagerare nel melodrammatico. Dare una giusta dose di thrilling.
E' chiaro che se si sceglie di dare al film un taglio thrilling qualcosina di Hitchkock e di altri autori si sarà visto, ma perchè fare dei paragoni pregiudiziali.
Guardare il film con amore, con curiosità, con empatia. E' possibile che i critici abbiano difficoltà a farlo?
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[+] potente anche la tua recensione ...
(di lella sabadini)
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