fabruss
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lunedì 5 aprile 2010
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i film che non riusciamo a fare noi
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un grande film, un film di simboli, che va aldilà del realismo più o meno credibile, delle facili interpretazioni di genere. è in primo luogo un film sull'iniziazione, sulla forza dell'individuo per sopravvivere in un mondo che è ancora giungla, istinto di sopraffazione, guerra tra tribù. oltre la retorica dei nostri filmacci di mafia, malik non sceglie il male, ma vi è costretto; egli parte analfabeta in un mondo ipertecnologico, straniero in patria, e non può affermarsi se non con la più antica delle leggi: la violenza., oltre all'intelligenza innata. non c'è però compiacimento, semmai riflessioni esistenzialiste sul fallimento o l'inadeguatezza di certi modelli coercitivi.
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un grande film, un film di simboli, che va aldilà del realismo più o meno credibile, delle facili interpretazioni di genere. è in primo luogo un film sull'iniziazione, sulla forza dell'individuo per sopravvivere in un mondo che è ancora giungla, istinto di sopraffazione, guerra tra tribù. oltre la retorica dei nostri filmacci di mafia, malik non sceglie il male, ma vi è costretto; egli parte analfabeta in un mondo ipertecnologico, straniero in patria, e non può affermarsi se non con la più antica delle leggi: la violenza., oltre all'intelligenza innata. non c'è però compiacimento, semmai riflessioni esistenzialiste sul fallimento o l'inadeguatezza di certi modelli coercitivi. un film da vedere assolutamente.
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(di marquise)
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cannedcat
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lunedì 5 aprile 2010
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la sorbona del crimine
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L'universo carcerario con le sue anime perse, senza melensaggini giustificazioniste, umani in trappola fra culture incociliabili, ufficiose gerarchie feroci, omosessualità più voluta che subita, outsider corsi e magrebini più ospiti indesiderati che veri cittadini francesi, il carcere Sorbona del crimine, dove s'impara a leggere mentre si diventa imprenditore del traffico, muri, celle e sbarre che non fermano la diplomazia fra le bande, gli ordini di guerra, le vendette, gli accordi con avvocati, guardie e magistrati, un mondo isolato, alieno ma non più diverso dal mondo dei buoni borghesi.
Si potrebbe mostrarlo nelle scuole se l'anormalità della devianza non fosse così normale da poter far passare il messaggio che in fondo stare in galera è quasi una villeggiatura come canta una vecchia canzone mafiosa.
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L'universo carcerario con le sue anime perse, senza melensaggini giustificazioniste, umani in trappola fra culture incociliabili, ufficiose gerarchie feroci, omosessualità più voluta che subita, outsider corsi e magrebini più ospiti indesiderati che veri cittadini francesi, il carcere Sorbona del crimine, dove s'impara a leggere mentre si diventa imprenditore del traffico, muri, celle e sbarre che non fermano la diplomazia fra le bande, gli ordini di guerra, le vendette, gli accordi con avvocati, guardie e magistrati, un mondo isolato, alieno ma non più diverso dal mondo dei buoni borghesi.
Si potrebbe mostrarlo nelle scuole se l'anormalità della devianza non fosse così normale da poter far passare il messaggio che in fondo stare in galera è quasi una villeggiatura come canta una vecchia canzone mafiosa.
Trama ordinata, senza slabbrature, ritmo giusto, più docu-fiction che film, vita vissuta e realtá sparata in faccia allo spettatore, senza sconti e infingimenti.
Colonna sonora scarna, non invasiva, perfetta nel finale, una vera chicca!
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lillibeccaria
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giovedì 1 aprile 2010
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il carcere è un luogo ristretto
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pensavo, leggendo le varie recensioni entusiaste, che fosse la vita in ascesa di un capo banda moderno ed invece tutta la storia si limita a descrivere la gavetta di un giovane carcerato durante il suo apprendistato violento e , a volte, morboso o scontato. Assolutamente triste e perverso, violento e poco divertente. Non consigliabile.
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mary22
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mercoledì 31 marzo 2010
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nell'insieme noioso
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Un film duro e registicamente solido ma senza guizzi, non intrigante.Non originale soprattutto, a tal punto da pensare quale, se ci sia, possa essere il suo messaggio portante. Ora capisco perchè Haneke col suo film inconcludente ma con una indubbia carica allusiva, si sia portato a casa la palma d'oro.
[+] possa essere stato il suo messaggio portante..
(di mary22)
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chiarialessandro
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lunedì 29 marzo 2010
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quo vadis?
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Un (per me) abbastanza nuovo e sorprendente regista, realizza un film senza via di scampo per gli spettatori, nel senso che riesce ad accalappiare con facilità la nostra attenzione e non ce la fa mollare più, anche perché (soprattutto in certi momenti) è veramente difficile riuscire a prevedere quale saranno gli sviluppi di una storia che incalza in modo crudo, duro, spietato e violento, lasciando ben poco ai sentimenti di un ragazzo che entra in prigione come un delinquente di piccolo calibro e, grazie agli ammaestramenti ricevuti, ne esce come un boss. Per fortuna che la scena finale apre la porta ad un qualcosa che, pur con tutte le cautele del caso, può essere chiamato umanità. Una menzione particolare per le inquadrature chiuse, strette, senza spazio e ravvicinate, che aiutano certamente ad acuire quel voluto senso di angoscia trasudato dal contenuto della pellicola.
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Un (per me) abbastanza nuovo e sorprendente regista, realizza un film senza via di scampo per gli spettatori, nel senso che riesce ad accalappiare con facilità la nostra attenzione e non ce la fa mollare più, anche perché (soprattutto in certi momenti) è veramente difficile riuscire a prevedere quale saranno gli sviluppi di una storia che incalza in modo crudo, duro, spietato e violento, lasciando ben poco ai sentimenti di un ragazzo che entra in prigione come un delinquente di piccolo calibro e, grazie agli ammaestramenti ricevuti, ne esce come un boss. Per fortuna che la scena finale apre la porta ad un qualcosa che, pur con tutte le cautele del caso, può essere chiamato umanità. Una menzione particolare per le inquadrature chiuse, strette, senza spazio e ravvicinate, che aiutano certamente ad acuire quel voluto senso di angoscia trasudato dal contenuto della pellicola.
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cri83
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lunedì 29 marzo 2010
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impegnativo e interessante...
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Un film/documentario che tratta un argomento estremamente delicato, come quello del carcere. Indubbiamente questo film è molto interessante da vedere, ma se siete alla ricerca di un film "leggero" per passare una serata, assolutamente sconsigliato...la durata, forse eccessiva, lo rende a tratti un pò noioso. Certamente è importante "azzeccare" la serata per guardare un film così impagnativo!
[+] film/documentario???
(di marquise)
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[+] tutto è ma non documentaristico
(di grid alien)
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cri83
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lunedì 29 marzo 2010
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impegnativo e interessante...
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Un film/documentario che tratta un argomento estremamente delicato, come quello del carcere. Indubbiamente questo film è molto interessante da vedere, ma se siete alla ricerca di un film "leggero" per passare una serata, assolutamente sconsigliato...la durata, forse eccessiva, lo rende a tratti un pò noioso. Certamente è importante "azzeccare" la serata per guardare un film così impagnativo!
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marquise
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domenica 28 marzo 2010
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un giovane eroe
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è strameritato il gran premio della giuria di cannes,questo è un davvero un bel film,molto vero, molto reale, con uno splendido giovane protagonista: ha una presenza fisica fortissima, pur non essendo un macho ed è effascinante,pur non essendo bello. è un film carcerario che racconta la rigenerazione e la conseguente ascesa di malik, un giovane criminale arabo, analfabeta,silenzioso,timoroso,fragile,ma paradossalmente molto forte,deciso e brutale. Il regista è bravissiomo a delineare la psicologia di questo personaggio, che forse è un profeta perchè annucia un nuovo modo di essere criminale:violento e spietato, ma sempre con qualcosa di angelico nell'anima e con una raffinata intelligenza, che fanno di malik un autentico eroe,capace di conquistare tutti,anche lo spettatore.
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(di ocram)
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[+] un eroe del male
(di fabruss)
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adri19
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domenica 28 marzo 2010
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formazione crimanale
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quando non c'è null'altro....questa rimane l'unica via.....
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pgakapg
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sabato 27 marzo 2010
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un pugno nello stomaco
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Film duro, violento come prendere un pugno nello stomaco di sorpresa. Non è una denuncia della situazione carceraria transalpina, piuttosto una sorta di rivincita da parte di un pieds-noirs che dal sale da un livello bassissimo ad un livello medio-basso, ma sempre in basso resta. Triste e senza speranza per chi può solo raccattare le briciole del mondo occidentale. Dal punto di vista cinematografico è girato con la cinepresa in spalla e lo spettatore non assiste alle scene, ma vi partecipa. Rahim è ben calato nel personaggio, ma questo film non aggiunge nulla, neanche dal punto di vista dell'originalità della storia, a quanto apprendiamo tutti i giorni dai telegiornali.
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