Katyn |
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Un film di Andrzej Wajda.
Con Andrzej Chyra, Maja Ostaszewska, Artur Zmijewski, Danuta Stenka, Jan Englert.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+16,
durata 117 min.
- Polonia 2007.
- Movimento Film
uscita venerdì 13 febbraio 2009.
MYMONETRO
Katyn
valutazione media:
3,42
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Wajda e le bugie sulla storia polacca
di Paolo D'Agostini La Repubblica
È un contributo alla scoperta, alla diffusione della conoscenza di una pagina tra le più buie e per lunghi decenni più negate della storia del Novecento. Un contributo portato dal regista polacco Andrzej Wajda - suoi capolavori come I dannati di Varsavia e Cenere e diamanti, il più grande tra i cineasti che a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta hanno tenacemente lavorato contro l' oppressione sovietica sull' Europa orientale - non solo con la sensibilità della sua statura artistica. In Katyn c ' è qualcosa di più: il conto aperto con una vicenda che lo riguarda da vicino. Quella di suo padre, ufficiale dell' esercito polacco, che fu uno dei quindicimila fucilati gettati nelle fosse della foresta di Katyn nella primavera del 1940. Tutti sanno e ricordano che il primo settembre 1939, dando l' avvio all' immane carneficina della Seconda guerra mondiale, le armate hitleriane invasero la Polonia dal versante occidentale. Ma sono molti di meno, ancora oggi, coloro che ricordano e sanno che due settimane dopo, il 17 settembre, la terra polacca fu invasa in modo speculare da est da parte dell' Armata rossa di Stalin. I ministri degli esteri della potenza nazista e di quella comunista, rispettivamente von Ribbentrop e Molotov, avevano siglato nell' agosto precedente un patto di spartizione dell' infelice nazione cuscinetto che gettò nello sconforto e nello sgomento i comunisti di tutto il mondo, soprattutto quelli che languivano nelle carceri dei regimi fascisti o che, minuscola e disperata minoranza, li combattevano nella clandestinità. Furono subito arrestati a centinaia di migliaia i militari polacchi e rinchiusi in campi di concentramento. E fu su ordine diretto di Stalin e per mano della sua polizia politica - che allora si chiamava Nkvd - che (si stima) circa quindicimila di loro furono ammazzati e i loro corpi fatti sparire. Quando poi la guerra prese un' altra piega e l' Unione sovietica dovette affrontare la Germania che senza alcuna esitazione aveva reso il Patto carta straccia, così diventando uno dei baluardi fondamentali dell' epocale confronto tra dittatura e democrazia, i fatti di Katyn - portati alla luce proprio dall' avanzata germanica - furono dai russi attribuiti ai tedeschi. E questa bugia negazionista venne poi fermamente mantenuta fino alla caduta del muro di Berlino. Con tutte le conseguenze, i riflessi e gli strascichi che si possono immaginare. Durante tutto il tempo che è durato il regime comunista fantoccio di Varsavia instaurato dopo la fine della guerra era proibito e pericoloso dire una verità che tutti sapevano, e alle famiglie dei caduti non solo fu sempre negato qualsiasi riconoscimento ma anche impedita la possibilità di piangere i loro cari. Il film, con la partecipazione e l' emozione che può averci messo un artista riconosciuto per la passionalità del suo cinema e un uomo così intimamente toccato da quanto rievocato, segue le tracce di alcune esemplari storie private, con al centro quella di una donna intrepida - trasparente allusione a sua madre - che mai, fino alla fine dei suoi giorni, si è data per vinta.
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