mr.rizzus
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mercoledì 10 febbraio 2021
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wow
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laurence316
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giovedì 9 febbraio 2017
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un nuovo rilancio per la zombie saga di romero
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A 67 anni suonati Romero non ha perso nulla di quella sua straordinaria abilità di coniugare suspense, horror e satira sociale. Diary of the Dead è infatti tra i migliori risultati del regista.
Nel suo 5° film dedicato ai morti viventi, Romero, dopo aver mostrato con ottimi risultati nei film precedenti gli effetti del contagio nel lungo periodo, quando ormai il mondo e l'umanità hanno raggiunto un punto di assoluto non ritorno, decide di ritornare invece all'inizio, ai primi momenti dell'epidemia, aggiornando il tutto (quasi 40 anni dopo il primo film) alle nuove tecnologie e alle fobie contemporanee. E ne ricava un ennesimo film memorabile.
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A 67 anni suonati Romero non ha perso nulla di quella sua straordinaria abilità di coniugare suspense, horror e satira sociale. Diary of the Dead è infatti tra i migliori risultati del regista.
Nel suo 5° film dedicato ai morti viventi, Romero, dopo aver mostrato con ottimi risultati nei film precedenti gli effetti del contagio nel lungo periodo, quando ormai il mondo e l'umanità hanno raggiunto un punto di assoluto non ritorno, decide di ritornare invece all'inizio, ai primi momenti dell'epidemia, aggiornando il tutto (quasi 40 anni dopo il primo film) alle nuove tecnologie e alle fobie contemporanee. E ne ricava un ennesimo film memorabile. Non un capolavoro, sicuramente, (volendo fare i pignoli la recitazione non è proprio eccezionale e in alcuni momenti la narrazione rallenta un pò troppo per lasciare spazio alle spesso inutili spiegazioni di Debra), ma altrettanto sicuramente uno dei miglior horror del decennio, il migliore in assoluto volendo guardare solo alla "non più così ristretta" cerchia di film dedicati agli zombie.
Diary of the Dead è un nuovo, potente spaccato dell'America, ma in estensione del mondo intero. Di un'intera umanità, persa e senza vie di scampo. Un lucido film di denuncia che si scaglia contro i mass-media e contro "l'irresponsabilità di chi sacrifica ogni morale al culto dell'immagine" (Mereghetti): in nome di un presunto "dovere d'informazione" Jason arriverà infatti all'assurdo di farsi apatico spettatore in situazioni di estremo pericolo che invece richiederebbero un suo tempestivo intervento.
La durata è breve, il ritmo serrato e la tensione continua: nel terzo atto pare calare ma si riaccende rapidamente poco prima del finale. Pervaso da una sottile vena di umorismo nero, il film regala un'ultima indimenticabile (e terribile) inquadratura che, con la battuta finale ("Meritiamo davvero di essere salvati?"), vale da sola la spesa del biglietto.
Emblematico il titolo che Debra sceglie per il video: The Death of Death, la morte della morte, e geniale il personaggio dell'Amish sordo.
Consigliata la visione in lingua originale, fosse anche solo per il fatto che, sul finale, nella versione doppiata, si perde un importantissimo gioco di parole riguardante la coniugazione del verbo to shoot (riprendere ma anche sparare), che sintetizza bene il significato dell'intero lungometraggio. E anche perché, in originale, è possibile ascoltare le voci di Tarantino, Wes Craven, Del Toro, Simon Pegg e Stephen King che si ritagliano ironicamente i ruoli di presentatori. Peccato che questo ultimo film di un grande maestro del genere non si sia guadagnato una più ampia diffusione, anche e soprattutto in Italia.
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etabeta
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mercoledì 9 novembre 2016
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da romero?
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questo utilizzo stupido, se mi consentite, della telecamera?? Purtroppo mi sono rifiutato di vederlo il film, perchè mi procura mal di testa.. Ma questo è cinema?? :-(
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tarantinofan96
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domenica 2 febbraio 2014
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diary of the dead
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Quinto film della tetralogia dei morti viventi di George A Romero. Il film è girato interamente con telecamere a mano usate dai personaggi e attraverso le nuove tecnologie odierne Romero continua la sua critica alla società; i mezzi di informazione odierni sono manipolati da tutti e tutti li possono ussare per raccontare storie e per far credere alle persone que[+]
Quinto film della tetralogia dei morti viventi di George A Romero. Il film è girato interamente con telecamere a mano usate dai personaggi e attraverso le nuove tecnologie odierne Romero continua la sua critica alla società; i mezzi di informazione odierni sono manipolati da tutti e tutti li possono ussare per raccontare storie e per far credere alle persone quello che si vuole far credere. I morti viventi ancora una volta servono da sfondo per dimostrare come l'informazione al giorno d'oggi sia diventata uno strumento del quale le persone non possono fare a meno nel bene e nel male. Trattasi forse più di un film politico ma, questo Diary Of The Dead dimostra come Romero sia una spanna sopra tutti nel genere.
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superavenger99
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mercoledì 29 agosto 2012
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la società dell'horrore
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Leggo nelle recensioni negative, cose che non hanno senso, come si fa a criticare questo ottimo film per poi tessere le lodi a film ORRIBILI tipo la maschera di cera, vacancy, orphanage, e il bruttissimo remake de l'alba dei morti viventi, della serie guarda come ti rovino un capolavoro (ZOMBI).
non ci siamo guardatevi i film di Nanni Moretti ,fanno per voi.
Romero con questo film ha dato l'ennesima prova di grande regista, vede il fallimento della nostra società attraverso i suoi film, e non si schiera con nessuno, da nessuna parte politica, è la sconfitta di tutti noi.
La recitazione,da parte di attori sconosciuti è di gran lunga superiore a quelli del nostro povero cinema, le sequenze memorabili, c'è tensione, quello che manca agli altri film horror con teen ager, senza ne capo ne coda.
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Leggo nelle recensioni negative, cose che non hanno senso, come si fa a criticare questo ottimo film per poi tessere le lodi a film ORRIBILI tipo la maschera di cera, vacancy, orphanage, e il bruttissimo remake de l'alba dei morti viventi, della serie guarda come ti rovino un capolavoro (ZOMBI).
non ci siamo guardatevi i film di Nanni Moretti ,fanno per voi.
Romero con questo film ha dato l'ennesima prova di grande regista, vede il fallimento della nostra società attraverso i suoi film, e non si schiera con nessuno, da nessuna parte politica, è la sconfitta di tutti noi.
La recitazione,da parte di attori sconosciuti è di gran lunga superiore a quelli del nostro povero cinema, le sequenze memorabili, c'è tensione, quello che manca agli altri film horror con teen ager, senza ne capo ne coda. e poi è ovvio che Romero ci mette sempre un pizzico di humor nei suoi film, a volte comicità ,ma voluta.
cosa importante, cè un chiaro messaggio all'inizio del film, per gli estimatori dei morti centometristi, gli zombi NON possono correre, questo si che sarebbe ridicolo!!
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jagochef
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lunedì 9 luglio 2012
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polpettone d.o.c.
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La domanda sorge spontanea appena cominciano a scorrere i titoli di coda: "c'è un modo per recuperare 95 minuti di vita che ho appena buttato via?!", la risposta ovviamente è: No. Altre confuse domande potrebbero venire alla mente di spaesati spettatori, ma riecheggerebbero nel vuoto che il film stesso ha creato. Vuoto. Questo è il genere adatto a questa pellicola, non HORROR o altro, bensì VUOTO. Povero di contenuti, trama insussistente, personaggi non partecipi della storia, accadimenti inverosimili per le circostanze del film, scontato, banale e a tratti vagamente comico. Sono questi gli ingredienti che il cuoco d'occasione Romero utilizza per questo suo polpettone d.
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La domanda sorge spontanea appena cominciano a scorrere i titoli di coda: "c'è un modo per recuperare 95 minuti di vita che ho appena buttato via?!", la risposta ovviamente è: No. Altre confuse domande potrebbero venire alla mente di spaesati spettatori, ma riecheggerebbero nel vuoto che il film stesso ha creato. Vuoto. Questo è il genere adatto a questa pellicola, non HORROR o altro, bensì VUOTO. Povero di contenuti, trama insussistente, personaggi non partecipi della storia, accadimenti inverosimili per le circostanze del film, scontato, banale e a tratti vagamente comico. Sono questi gli ingredienti che il cuoco d'occasione Romero utilizza per questo suo polpettone d.o.c., maestralmente preparato per deboli di cuore e chi soffre di pressione alta. La totale assenza di suspance e tensione, rende questo film un ottima soluzione per chi ha problemi nel prender sonno. Buona visione o rimanendo in tema, Bon appétit.
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ciccio benzina
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mercoledì 30 maggio 2012
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la solita zombata
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buoni effetti ma tutto sa di visto e rivisto
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nino pell.
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venerdì 5 novembre 2010
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romero ritorna alle origini col progresso di oggi
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Col quarto capitolo sugli zombi, Romero recupera la favolosa naturalezza dei suoi esordi riportandola però all'evoluzione tecnologica e sociale dei tempi moderni. Nel primo film del '68 il regista rivolgeva le sue tematiche alla rivoluzione sociale di quel periodo e al monito nei riguardi degli aspetti negativi delle allora scoperte nucleari e scientifiche. Il capolavoro del '78 era invece un'aperta critica sul decadente consumismo occidentale. E dopo il fazioso e formale "La terra dei..." del 2005, Romero ritorna ad imprimere la bellezza artigianale e pioneristica del suo stile narrativo. In questo quarto capitolo il regista sembra rivolgere lo sguardo alle nuove generazioni, spalleggiate dall'attuale progresso tecnologico ma spesso indecise ed insicure nel prendere una giusta direzione.
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Col quarto capitolo sugli zombi, Romero recupera la favolosa naturalezza dei suoi esordi riportandola però all'evoluzione tecnologica e sociale dei tempi moderni. Nel primo film del '68 il regista rivolgeva le sue tematiche alla rivoluzione sociale di quel periodo e al monito nei riguardi degli aspetti negativi delle allora scoperte nucleari e scientifiche. Il capolavoro del '78 era invece un'aperta critica sul decadente consumismo occidentale. E dopo il fazioso e formale "La terra dei..." del 2005, Romero ritorna ad imprimere la bellezza artigianale e pioneristica del suo stile narrativo. In questo quarto capitolo il regista sembra rivolgere lo sguardo alle nuove generazioni, spalleggiate dall'attuale progresso tecnologico ma spesso indecise ed insicure nel prendere una giusta direzione. Ad aggravare questa situazione, c'è di mezzo una società ormai incapace di ergersi da esempio per i giovani, offuscata da un egoismo ed un individualismo sempre più imperanti. Romero ci mostra tutto questo attraverso l'uso costante, in questo film, di strumenti che meglio di ogni altra cosa sembrano comunicare col linguaggio sociale dell'uomo moderno: le videocamere, appunto. Riprendere e registrare il declino di un mondo sempre più alla rovina e atavico da ogni posibilità di ripresa o di cambiamento.
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nick castle
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mercoledì 3 novembre 2010
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un po' troppo commerciale
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Nell'era del cinema sull'onda di "The Blair Witch Project", Romero si adegua ai tempi, e gira a macchina a mano in digitale, donando al film l'aspetto di un filmato amatoriale, usando l'escamotage di più telecamere in scena per il montaggio. L'adeguamento ai tempi di Romero, si unisce al re-inizio della storia, riportando agli inizi l'esplosione del contagio, cambiando alcuni particolari, ad esempio: Non serve che si venga morsi da uno zombi per diventarlo, anche la morte per cause naturali porta a un incombente zombificazione. Con l'apporto di effetti digitali di bassa qualità purtroppo, Romero preme l'acceleratore dell'efferatezza, con bulbi oculari che esplodono, una falce che si conficca nel cranio, acido che scioglie la testa di uno zombie, una testa tagliata a metà da una spada, fino a che il tutto prende una piega che va a sfociare sul ridicolo volontario, voluto e studiato.
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Nell'era del cinema sull'onda di "The Blair Witch Project", Romero si adegua ai tempi, e gira a macchina a mano in digitale, donando al film l'aspetto di un filmato amatoriale, usando l'escamotage di più telecamere in scena per il montaggio. L'adeguamento ai tempi di Romero, si unisce al re-inizio della storia, riportando agli inizi l'esplosione del contagio, cambiando alcuni particolari, ad esempio: Non serve che si venga morsi da uno zombi per diventarlo, anche la morte per cause naturali porta a un incombente zombificazione. Con l'apporto di effetti digitali di bassa qualità purtroppo, Romero preme l'acceleratore dell'efferatezza, con bulbi oculari che esplodono, una falce che si conficca nel cranio, acido che scioglie la testa di uno zombie, una testa tagliata a metà da una spada, fino a che il tutto prende una piega che va a sfociare sul ridicolo volontario, voluto e studiato. Purtroppo la vena critica di Romero inizia ad affievolirsi e il film come puro survival horror non riesce ad auto-sostenersi.
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