
Anno | 2006 |
Genere | Commedia |
Produzione | Cina |
Regia di | Cao Baoping |
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Ultimo aggiornamento lunedì 6 ottobre 2014
CONSIGLIATO N.D.
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Questa black comedy cinese del 2006 è un vero e proprio evento: una farsa pazza e audace, comica e satirica senza precedenti che si svolge a ritmo frenetico in una cittadina bizzarra eppure assolutamente plausibile, ove la farsa politica è condita con un po' di sesso, un pizzico di violenza e perfino un assaggio di kung-fu.
Ci sono voluti quattro anni al regista e scrittore esordiente Cao Baoping per far passare la sceneggiatura attraverso la censura cinematografica della Cina, ed è co-munque sorprendente che ci sia riuscito. Il Villaggio del Pozzo Scuro nella provin-cia sud-occidentale dello Yunnan è governato dai quattro cattivissimi e corrotti fra-telli Xiong. Il Numero Tre (Wang Yanhui) è il sindaco del paese, che amministra il luogo in combutta con il Numero Uno (Li Xiaobo), il quale utilizza i peti come mezzi di attacco, il terrificante Numero Due (Kong Qingsan) e il Numero Quattro (Zhu Yi), che ostenta un'aria da aspirante magnaccia. Il loro regno di piccole inti-midazioni opprime gli onesti abitanti, finché il nervoso segretario del partito Ye Guangrong (Wu Gang), l'eroe del film, non ne ha abbastanza e, senza autorizza-zione, decide fermamente di rovesciare il governo dei fratelli Xiong.
Con la complicità di un variopinto gruppo di aspiranti ribelli, tra i quali un macel-laio cornuto, un ristoratore divenuto spia, e un aspirante malvivente che si crede un adepto del tempio di Shaolin, il segretario Ye prepara in segreto - nel corso di ven-tiquattr'ore cariche di tensione e comicità demenziale - un complesso piano d'attacco. Gli uomini del villaggio, armati di bastoni e divisi in quattro brigate anti-Xiong, organizzano uno sciopero-lampo, ma il rapimento di due potenziali schiavi sessuali, un branco di cani minacciosi e un drappello di poliziotti in puro stile Ke-ystone Cops fanno deviare la vicenda verso altre spassose direzioni.
Il ritmo incalzante del film, i movimenti nervosi della macchina a mano e l'energia impetuosa e sfrenata afferrano il pubblico e non lo mollano fino alla fine. Il titolo cinese del film, Guangrong de fennu, che letteralmente significa "rabbia gloriosa", coglie alcune delle ambivalenze del contenuto e dell'atteggiamento del film. Wu Gang, un famoso e serissimo attore teatrale di Pechino, interpreta l'eroico ma scan-dalosamente indipendente segretario di partito come un uomo coraggioso ma coi nervi a fior di pelle, tutto energia irrequieta e carisma impaziente. Il suo avversario Wang Yanhui, nella parte del sindaco Xiong, dà vita a un despota di una freddezza affascinante e stranamente attraente.
Si tratta di una ribellione come farsa o di una commedia come discorso politico? Le autorità cinesi preposte al cinema hanno assunto un atteggiamento coraggiosa-mente favorevole e hanno deciso che il film era abbastanza adatto al pubblico cine-se. Ognuno può farsi la sua opinione, ma è il caso di notare come l'emozionante finale, chiaramente aggiunto per placare la censura, sbandieri la propria artificiosi-tà nel modo più palese possibile (riuscendo, ad ogni modo, a farla franca).
Scheda a cura di FEFF 2009