antonello villani
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venerdì 22 dicembre 2006
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il sesso come via per la conoscenza
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Sesso in tutte le salse all’ombra del Central Park. James Cameron Mitchell, regista indipendente che non teme il giudizio della censura, compie un viaggio nelle stranezze di alcuni giovani newyorkesi. Ménage à trois, seguaci di Saffo, onanisti, sadomaso, trans, voyeur, “Shortbus” è un kamasutra illustrato che strizza l’occhio a tutti quelli che professano l’amore libero. Situazioni paradossali con travestiti che consigliano di spalmarsi sulle labbra un po’ di sangue mestruale, gay che cantano inni nazionali nei deretani degli amanti, consulenti di coppie che girano indisturbate con aggeggi nella vagina…Manifesto pansessuale per ricordare che nulla è più appagante dell’unione dei corpi, il film scandalo all’ultimo Festival di Cannes prende il nome da un locale underground dove tutto è permesso.
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Sesso in tutte le salse all’ombra del Central Park. James Cameron Mitchell, regista indipendente che non teme il giudizio della censura, compie un viaggio nelle stranezze di alcuni giovani newyorkesi. Ménage à trois, seguaci di Saffo, onanisti, sadomaso, trans, voyeur, “Shortbus” è un kamasutra illustrato che strizza l’occhio a tutti quelli che professano l’amore libero. Situazioni paradossali con travestiti che consigliano di spalmarsi sulle labbra un po’ di sangue mestruale, gay che cantano inni nazionali nei deretani degli amanti, consulenti di coppie che girano indisturbate con aggeggi nella vagina…Manifesto pansessuale per ricordare che nulla è più appagante dell’unione dei corpi, il film scandalo all’ultimo Festival di Cannes prende il nome da un locale underground dove tutto è permesso. Realismo esasperato con la fotografia che alterna immagini sgranate ad altre ritoccate al computer, regia asciutta anche quando si scivola nella banalità con le disquisizioni sul sesso come via per la conoscenza; internet apre a mondi sconosciuti, le fantasie scorrono sul web mentre una sana attività sessuale è vista come mezzo per ricongiungersi al divino. Insomma filosofia a buon mercato che rischia di mandare tutto all’aria, eppure “Shortbus” conserva la sua originalità pur affrontando temi non certo sconosciuti: Mitchell gioca con la provocazione ad oltranza mostrando una gioventù costretta alla solitudine forzata, perché in una società che va sempre di fretta il sesso mordi e fuggi spinge al sex addiction. Virtuale o promiscuo che sia, l’importante è farlo senza troppi sensi di colpa. Per certi versi anacronistico lo slogan sessantottino che si respira per tutto il film, ma “Shortbus” ha il merito di far cadere gli ultimi tabù privilegiando il lato ludico con i protagonisti che mostrano i genitali ad ogni piè sospinto mentre qualche emulo di D’Annunzio si cimenta in acrobatiche fellatio. Il regista di “Hedwig” salva dall’autodistruzione questi depressi cronici che ingoiano ansiolitici come fossero hot dog, perché il sesso ha un elemento salvifico che lo rende prezioso ed irrinunciabile. Ma è soprattutto jeu de vivre.
Antonello Villani
(Salerno)
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stefano
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domenica 10 dicembre 2006
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finalmente...
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..un film in cui si parla dei desideri nascosti e dell'accettazione di cio' che è dentro di noi, senza ipocrisie. Da vedere.
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diogene
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domenica 10 dicembre 2006
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immagini di decadenza
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Non accuso il film. In effetti bisogna guardare opere del genere con mente aperta... il libri di De Sad e il Salò di Pasolini fanno comunque parte dell'opera artistica dell'umanità. Ma non smette, comunque, di essere un'opera d'arte "maledetta", per via del presentare un mondo estremanete decadente senza darci la speranza che non verrà la distruzione e la rovina finale. Da questo punto di vista faccio il paralellismo con la "Maria Antonietta" (vista poco tempo fa), perchè entrambi presentano un mondo benestante scatenato nel lusso di un piacere, quando da altre parti del mondo ci sono guerre, fame e disastri, una vita segnata dall'ignoranza e l'incoscienza di se stessi. Qui si presenta la lussuria, come strumento per soddisfare i bisogni dell'anima, come il sesso e non la ragione fosse il modo più giusto per affrontare i mali e i problemi.
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Non accuso il film. In effetti bisogna guardare opere del genere con mente aperta... il libri di De Sad e il Salò di Pasolini fanno comunque parte dell'opera artistica dell'umanità. Ma non smette, comunque, di essere un'opera d'arte "maledetta", per via del presentare un mondo estremanete decadente senza darci la speranza che non verrà la distruzione e la rovina finale. Da questo punto di vista faccio il paralellismo con la "Maria Antonietta" (vista poco tempo fa), perchè entrambi presentano un mondo benestante scatenato nel lusso di un piacere, quando da altre parti del mondo ci sono guerre, fame e disastri, una vita segnata dall'ignoranza e l'incoscienza di se stessi. Qui si presenta la lussuria, come strumento per soddisfare i bisogni dell'anima, come il sesso e non la ragione fosse il modo più giusto per affrontare i mali e i problemi. Concetto molto soggettivo... Inoltre, tutto bello, ma quando si arriva a bestemmiare su valori, possano non essere condivisi, è veramente troppo. La scena dei tre gays che cantano l'un all'altro nel culo l'inno nazionale americano, fa storia, per la sua audace assurdità e gratuita provocazione. Ma mentre nell'Antoinetta arriva la fine, in una triste e muta presa di coscienza, con la violenza di un popolo esaseprato dalla povertà, nel film in questione John Mitchell non prevede l'eventualità di una punizione. E perchè lo dovrebbe fare? accettare l'eventualità di una punizione sarebbe come pentirsi. Ma se si pente, perchè dorvebbe girare un film del genere? Lasciamolo quindi dire la sua, e la sua opera mettiamola vicino ai libri di De Sade, destinati a una sempre più piccola minoranza di spettattori, e facendo noialtri inorridire o sorridere.
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(di zorro)
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nogender
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venerdì 8 dicembre 2006
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una contemporanea corte dei miracoli
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in apparenza e' un film che parla di sesso: una "consulente di coppia" che non e' mai riuscita a raggiungere l'orgasmo e' il perno attorno al quale girano tutti i personaggi che alla fine si ritrovano allo ShortBus, contemporanea corte dei miracoli, frequentato da una coppia gay in crisi alla ricerca di un menage allargato, una ragazza "dominatrice" con tanto di cliente al guinzaglio e tanti altri...
e di sesso se ne vede tanto, senza filtri, senza falso pudore ma la regia e' fantastica, ironica e non scade mai nella volgarita'.
il sesso a un certo punto diventa solo il pretesto, la lente usata per raccontare una umanita' vera e ricca di sfumature, insicurezze, sofferenza... una umanita' "speciale" ma che alla fine si rivela privilegiata per essere riuscita a capirsi ed accettarsi per cio' che realmente e'.
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in apparenza e' un film che parla di sesso: una "consulente di coppia" che non e' mai riuscita a raggiungere l'orgasmo e' il perno attorno al quale girano tutti i personaggi che alla fine si ritrovano allo ShortBus, contemporanea corte dei miracoli, frequentato da una coppia gay in crisi alla ricerca di un menage allargato, una ragazza "dominatrice" con tanto di cliente al guinzaglio e tanti altri...
e di sesso se ne vede tanto, senza filtri, senza falso pudore ma la regia e' fantastica, ironica e non scade mai nella volgarita'.
il sesso a un certo punto diventa solo il pretesto, la lente usata per raccontare una umanita' vera e ricca di sfumature, insicurezze, sofferenza... una umanita' "speciale" ma che alla fine si rivela privilegiata per essere riuscita a capirsi ed accettarsi per cio' che realmente e'... le categorie di genere sono superate, non e' importante se si e' uomo o donna, dominati o dominanti: cio' che conta, e riscatta, e' capire chi siamo
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kaipirissima
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lunedì 4 dicembre 2006
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"troppa carne sul fuoco"
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Uffa tutti a parlare di sesso esplicito, come se il film fosse solo quello.
Il fatto che il sesso non fosse volgare, pur nel suo estremismo da DARK ROOM mi sta benissimo ma volgiamo parlare anche del film, del suo messaggio?
Io ho trovato che il dramma vissuto dai due personaggi rimanesse inerme, e non fosse sufficientemente approfondito.
OK. Lui era triste perchè le cose non andavano oltre la sua pelle... poi scopa con l'altro e tutto si rimette a posto?
e lei? frigida o cosa? e l'illuminazione orgasmo della città, non vi sembra un po' prevedibile.
e gli accenni all'11 settembre?
e la tipa con frusta come va a finire?
troppa carne sul fuoco e nessuna è stata cucinata a dovere.
IN REALTA' SONO DUE STELLETTE E MEZZA
[+] condivido pienamente.
(di giuliano)
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samuelrusso.blogspot.com
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lunedì 4 dicembre 2006
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john cameron mitchell confeziona un film dal sapor
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La prima cosa da dire di questo film è che non è un film porno!
Al di là delle scene esplicite di sesso, di falli (sopratutto) e vagine in bella mostra questo è un film sul naufragio sentimentale della società dei nostri giorni.
Il film nasce probabilmente dalla fantasia di un eterno adolescente onanista che dipinge un mondo a sua immagine (mentale), in cui tutto è concesso. Un mondo che nasce da un'insoddisfazione infinita di una generazione a cui l'approdo negli ultimi anni facilitato degli eccessi sessuali non ha creato la felicità, e la continua ricerca dell'orgasmo da parte dei personaggi è solo una via sbagliata che conduce alla follia, alla disperazione e all'infelicità.
Ogni personaggio vive il suo dramma, il protagonista James marchettaro-gay che filma i suoi ultimi giorni di vita deciso a suicidarsi, la ragazza sado che si sente un artista e sogna una casa e un gatto da accarezzare ma che per soldi è costretta a vivere tra gli eccessi dei suoi clienti, un ragazzo solitario e curioso che scambia la vita dei suoi vicini (un paio di gay) per un serial tv diventando "fan" della loro storia d'amore, e poi ancora un ex-bancaria alla ricerca del suo primo orgasmo, un anziano gay alla ricerca di baci freschi, il tutto avviene in una New York in un luogo stretto (short) e angusto e buio, ovvero la casa di un travestito, una casa aperta, una sorta di paese dei balocchi delle depravazioni orgiastiche in cui i nostri protagonisti intrecciano i loro destini.
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La prima cosa da dire di questo film è che non è un film porno!
Al di là delle scene esplicite di sesso, di falli (sopratutto) e vagine in bella mostra questo è un film sul naufragio sentimentale della società dei nostri giorni.
Il film nasce probabilmente dalla fantasia di un eterno adolescente onanista che dipinge un mondo a sua immagine (mentale), in cui tutto è concesso. Un mondo che nasce da un'insoddisfazione infinita di una generazione a cui l'approdo negli ultimi anni facilitato degli eccessi sessuali non ha creato la felicità, e la continua ricerca dell'orgasmo da parte dei personaggi è solo una via sbagliata che conduce alla follia, alla disperazione e all'infelicità.
Ogni personaggio vive il suo dramma, il protagonista James marchettaro-gay che filma i suoi ultimi giorni di vita deciso a suicidarsi, la ragazza sado che si sente un artista e sogna una casa e un gatto da accarezzare ma che per soldi è costretta a vivere tra gli eccessi dei suoi clienti, un ragazzo solitario e curioso che scambia la vita dei suoi vicini (un paio di gay) per un serial tv diventando "fan" della loro storia d'amore, e poi ancora un ex-bancaria alla ricerca del suo primo orgasmo, un anziano gay alla ricerca di baci freschi, il tutto avviene in una New York in un luogo stretto (short) e angusto e buio, ovvero la casa di un travestito, una casa aperta, una sorta di paese dei balocchi delle depravazioni orgiastiche in cui i nostri protagonisti intrecciano i loro destini.
Ultima nota la merita la colonna sonora, ottimamente curata dai Yo La Tengo. (by samuel v.russo)
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eles
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venerdì 1 dicembre 2006
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trasgressivo mitchell
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Adoro Hedwig e per questo mi sono precipitata a vedere l'ultimo film del regista John C. Mitchell che questa volta, però, non interpreta il film, tranne forse una breve comparsa nell'ammucchiata iniziale del locale o almeno mi è sembrato di scorgere il suo viso tra il tumulto di membra e corpi nudi; che dire, non scade affatto nella pornografia, anche se il sesso è molto molto esplicito ed inusuale davvero ritrovare certe scene in un film, soprattutto le parti maschili qui ben visibili. Alla fine è stato piacevole, la prima parte è leggermente più ironica della seconda, ne consiglio quindi la visione, consapevoli però di ciò che vi ritroverete sullo schermo!
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dr.apocalypse
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giovedì 30 novembre 2006
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shortbus,la fantastica apoteosi del sesso!
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Riecco John Cameron Mitchell!
Il genio newyorkese, animatore della scena gay della grande mela, torna al cinema dopo il pluripremiato e acclamato Hedwig, con un'altra opera controversa, irriverente, polemica, dove il vero protagonista del film è il sesso, in tutte le sue forme, varianti e perversioni.
I protagonisti del film si ritrovano in una New York totalmente ricostruita digitalmente, tra luci che si accendono e spengono, tra black out e lumi di candela, all'interno di un locale per "diversamente abili", per tutti quei freaks della società comune che la società stessa spinge ai margini, escludendoli perchè "diversi".
Questo fantastico posto è lo ShortBus, che prende il nome dai pulmini scolastici americani per handicappati, ipercolorato locale notturno underground gestito da un fantastico travestito, dove tutto è possibile, tra stanze del sesso realizzate come gironi dell'inferno ed esibizioni live d'artisti di strada, frequentato da ex sindaci di New York come dal gruppo di personaggi su cui il film è incentrato.
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Riecco John Cameron Mitchell!
Il genio newyorkese, animatore della scena gay della grande mela, torna al cinema dopo il pluripremiato e acclamato Hedwig, con un'altra opera controversa, irriverente, polemica, dove il vero protagonista del film è il sesso, in tutte le sue forme, varianti e perversioni.
I protagonisti del film si ritrovano in una New York totalmente ricostruita digitalmente, tra luci che si accendono e spengono, tra black out e lumi di candela, all'interno di un locale per "diversamente abili", per tutti quei freaks della società comune che la società stessa spinge ai margini, escludendoli perchè "diversi".
Questo fantastico posto è lo ShortBus, che prende il nome dai pulmini scolastici americani per handicappati, ipercolorato locale notturno underground gestito da un fantastico travestito, dove tutto è possibile, tra stanze del sesso realizzate come gironi dell'inferno ed esibizioni live d'artisti di strada, frequentato da ex sindaci di New York come dal gruppo di personaggi su cui il film è incentrato.
Abbiamo una terapista del sesso che non è mai riuscita a raggiungere l'orgasmo, una coppia di omosessuali in crisi che cerca di allargare il rapporto per un menàge a trois, una ragazza che non riesce ad avere rapporti interpersonali e si prostituisce con clienti masochisti che disprezza, insomma un mondo di perversioni dove il tema dominante è uno solo: il sesso!
Ma Mitchell non scende mai nella volgarità, ha un tocco da maestro con la cinepresa e attraverso una sottile ed irresistibile ironia riesce a non far scadere mai il film nel porno, anche con scene iper esplicite!
Il sesso come soluzione, all'interno di una vita fatta di malinconia, paranoie, depressione, paure, il sesso come medicina, per riuscire a liberarsi dalle ansie che il mondo post 11 settembre quotidianamente finisce per vivere sulla propria pelle.
Strepitosa la colonna sonora, irriverente, grottesca e goliardica la prima parte,PAZZESCA l'ultima mezz'ora, mai banale la regia, divertente e ben scritta la sceneggiatura, sorprendente il cast, consideranco che si parla di attori tutti non professionisti, divertentissime alcune scene, su tutte quella del menage a trois omosessuale, dove uno dei 3 canta l'inno americano nel sedere dell'altro!
Un film che riesce a far sorridere, a commuovere, a far riflettere su quanto sia liberatorio e incredibile il sesso, in ogni sua forma, non solo quella tradizionale.
Inspiegabile la censure di molti esercenti, che si sono rifiutati di proiettare il film, portava avanti probabilmente senza nemmeno aver visto la pellicola.
Consigliabilissimo, andate a vederlo in MASSA, ne uscirete sicuramente soddisfatti!
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[+] eh già...
(di nico)
[ - ] eh già...
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nick
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giovedì 30 novembre 2006
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shortbus open your mind
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Ecco un film per chi vuole vedere al cinema qualcosa di innovativo nell'ambito della commedia made in USA
Senza mai rinunciare ad ironizzare sulla vita della metropoli e della vita gay, che tanti ottusi non vogliono ne vedere e ne parlare, il debutto di tanti bravi e giovani esordienti ci regala una chicca di novità nel proporre argomenti che sono catalogati a volte come dei veri tabù, AIDS in primis. Insomma, commentare e pesare le scene "porno", o gridare allo scandalo, finalmente si può tradurre nel non saper cogliere ciò che và al di là dell ordinarietà quotidiana, nel fatto che finalmente tutti possiamo aprire le nostri menti. Inno alla vita, inno al The show must go on.
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edoardo
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giovedì 30 novembre 2006
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da vedere e rivedere!!!
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ecco come si può rappresentare il sesso più esplicito (anche quello omosessuale) senza sfiorare la volgarità: parlare in questo caso di pornografia è del tutto fuori luogo!!! Le immagini stilizzate di New York, disegni che pian piano si colorano e illuminano, sono favolose!!!...e poi, ciò che rimane di più, la tenerezza e umanità dei personaggi, nessuna caricatura - Se vedere un pò di sesso non vi scandalizza NON PERDETELO!!!!!
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