grazia.sveva
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domenica 3 gennaio 2016
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dove avete nascosto il piccolo principe?
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La trasposizione cinematografica de "Il piccolo principe" è stata realizzata con discreto successo da Mark Osborne, tralasciando però l'onere di spiegare davvero chi è il Piccolo Principe ed il suo metaforico viaggio alla scoperta dell'universo. Una bambina si trasferisce in un nuovo quartiere con la madre, condividendo inizialmente con questa l'ossessione di entrare in una prestigiosa scuola del quartiere. A stravolgere la vita di studio e rigidi programmi della bambina arriva un anziano signore suo vicino di casa, il quale strappa la piccola alla sua routine e la trasporta nel mondo figurato di un piccolo principe, della sua amica volpe e dello serpente spaventoso.
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La trasposizione cinematografica de "Il piccolo principe" è stata realizzata con discreto successo da Mark Osborne, tralasciando però l'onere di spiegare davvero chi è il Piccolo Principe ed il suo metaforico viaggio alla scoperta dell'universo. Una bambina si trasferisce in un nuovo quartiere con la madre, condividendo inizialmente con questa l'ossessione di entrare in una prestigiosa scuola del quartiere. A stravolgere la vita di studio e rigidi programmi della bambina arriva un anziano signore suo vicino di casa, il quale strappa la piccola alla sua routine e la trasporta nel mondo figurato di un piccolo principe, della sua amica volpe e dello serpente spaventoso. Il messaggio del film è un giudizio sul binomio rigida organizzazione-totale creatività, ed il regista, riflettendo sul tema, invita il pubblico ad estraniarsi dalla visione del mondo organizzato e 'lucratore', incarnato dalla madre e dal mercante di stelle, per lasciarsi avvicinare da un bambino che si separa da una rosa per imparare ad amarla, che non dà importanza a nulla che non sia immateriale e che in ultimis decide di rinunciare persino al suo corpo fisico per amore del suo fiore. Sebbene l'accento sull'ossimoro materiale-immateriale sia ben posto, purtroppo il film nel suo complesso perde inevitabilmente una caratteristica fondante del romanzo, ossia poter essere letto a diversi livelli, da adulti e bambini. La piacevolezza delle musiche e dei colori ci accompagna verso l'idea che gli "adulti che hanno dimenticato" siano coloro che non apprezzano nulla che non sia tangibile e che vivono dimentichi di ogni cosa che non sia calcolabile ed economicamente valutabile. Il romanzo, dal mio punto di vista, è molto più profondo e si incentra su un viaggio di conoscenza e di agnizione di sé che il Piccolo Principe compie, affinché, al termine di esso, abbia imparato il valore di ciò che si ama, ovvero della sua rosa. Secondo Saint Exupéry, il bambino interiore si può riscoprire non soltanto rinunciando ai ritmi compulsivi ed alle pressioni economiche imposte dalla società, ma guardando all'intero spettro dei sentimenti umani con lo sguardo curioso e puro di un bambino. Nel film, i sentimenti vengono un po' banalizzati e soprattutto pragmatizzati nel finale, quando la bambina sente la necessità di vedere effettivamente cosa ne è stato del principe e della sua rosa. A mio giudizio, soprattutto in questa parte, Osborne avrebbe dovuto essere più fedele al libro e mantenere integra quella poesia che solo i sentimenti veri riescono a creare, magari enfatizzando il valore e l'unicità di ogni rapporto che il piccolo principe instaura nella narrazione, dall'amicizia con la volpe, all'amore per la sua rosa, alla paura del serpente.
In conclusione, il film de "Il Piccolo Principe" è una favola graziosa per bambini e adolescenti, ma che non riesce a generare abbastanza emozioni in un adulto che vorrebbe rivivere nel film la nostalgia dell'amore per una rosa, od il tenero ricordo di una volpe che, con pazienza e nel tempo, hanno addomesticato. Dove avete nascosto il piccolo principe proprio non lo so, ma di sicuro è dentro ciascuno di noi ed aspetta di compiere il suo viaggio.
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peppe97
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venerdì 11 marzo 2011
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una pellicola "accativante"
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Una pellicola più che discreta,anche se qualche imperfezone è presente forse negli effetti speciali,che Besson è riuscito a migliorare nei sequel successivi. Un film adatto a tutti di tutte le età,che sicuramente avrebbe avuto più successo se il cast sarebbe stato composto da attori più famosi,e anche se l'ordine dei fatti avrebbe rispettato un ordine più cauto.
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daddy 2000
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sabato 18 settembre 2010
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un film mitico!!!
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roberta gilmore
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domenica 10 gennaio 2010
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bello :d
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un ottimo film, a me è piaciuto moltissimo... sì, richiama altri film disney (uno su tutti la spada nella roccia), però luc besson è originale nella fotografia, nei dialoghi e nella trovata dei minimei-lillipuziani, davvero ben disegnati...
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giacomo j.k.
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martedì 30 giugno 2009
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mitico arthur!
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Tutto comincia in una casa di campagna, in un Connecticut ricreato ad hoc nell’assolata Francia. Ma non preoccupatevi: non è la casa degli Spiderwick. È il suo opposto… parallelo. Ricordate i toni soavi con cui ho accolto il film di Spiderwick qualche mese fa? Stesso genere, stesse creaturine in giardino, addirittura stesso protagonista, ma la distanza tra i due film è siderale: tutto questo è Arthur e il popolo dei Minimei.
Arthur, dieci anni appena compiuti, vive dalla nonna in campagna a causa dei genitori, piuttosto… assenti. Il suo mito è il nonno Archibald, esploratore disperso da alcuni anni, di cui Arthur sa praticamente tutti i testi a memoria. Quando un impresario edile senza scrupoli tenta di sottrarre la tenuta alla nonna di Arthur, il ragazzo teme per la scomparsa del suo angolo di paradiso in cui è cresciuto.
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Tutto comincia in una casa di campagna, in un Connecticut ricreato ad hoc nell’assolata Francia. Ma non preoccupatevi: non è la casa degli Spiderwick. È il suo opposto… parallelo. Ricordate i toni soavi con cui ho accolto il film di Spiderwick qualche mese fa? Stesso genere, stesse creaturine in giardino, addirittura stesso protagonista, ma la distanza tra i due film è siderale: tutto questo è Arthur e il popolo dei Minimei.
Arthur, dieci anni appena compiuti, vive dalla nonna in campagna a causa dei genitori, piuttosto… assenti. Il suo mito è il nonno Archibald, esploratore disperso da alcuni anni, di cui Arthur sa praticamente tutti i testi a memoria. Quando un impresario edile senza scrupoli tenta di sottrarre la tenuta alla nonna di Arthur, il ragazzo teme per la scomparsa del suo angolo di paradiso in cui è cresciuto. Decide così di cercare il famoso tesoro che il nonno avrebbe nascosto tanti anni prima, di ritorno da un viaggio dall’Africa, quando insieme ai rubini importò anche una piccola popolazione: i Minimei.
La pateticità di Waters si fa dimenticare dall’estrema empatia con cui Luc Besson dimostra di saper dirigere questo film. Besson, autore e regista, a un tempo crea ed ironizza, dimostrando di saper utilizzare entrambi i mezzi con maestria (anzi, tutti e tre, se contiamo anche la non facile sfida della tecnica mista). E così i riferimenti “stranieri” (dal ciclo bretone a Star Wars) non rendono il film né un’opera spuria né un plagio, ma anzi dal modo esilarante in cui sono presentati lo avvicinano ad una parodia, senza per questo cadere nel banale.
Altro grande punto di forza (e di distanza da Waters, che calca la mano fino a cadere nel patetico) è il dubbio. Lo spettatore, dall’inizio alla fine non sa se quello a cui sta assistendo sia reale o meno. Sappiamo solo che alla fine Arthur torna vincitore e… innamorato. E alla fine, se ce lo siamo solo immaginato o no, cosa ce ne frega?
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giovanni
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sabato 6 dicembre 2008
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bello ma paga il non essere della walt disney.....
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HO APPENA FINITO DI VEDERE IL FILM,DEVO DIRE CHE E' FATTO MOLTO BENE MA NON CAPISCO COME UN FILM DEL GENERE BASATO SU IDEALI E BUONI SENTIMENTI NON SIA MAI STATO PUBBLICIZZATO ABBASTANZA,FORSE SE L'AVESSE FATTO LA DISNEY AVREMO AVUTO PURE I PUPAZZETTI NEGLI HAPPY MEAL,ASPETTO CON MOLTO INTERESSE I SEQUEL E FACCIO I COMPLIMENTI A LUC BESSON PER LA SUA CAPACITA' DI SAPERE ESSERE GENIALE IN OGNI SUO FILMS.
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gaietta
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giovedì 27 novembre 2008
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bravissimo luc besson
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è bellissimooooooooooooooooooooo ciao bravo luc besson bravooooooooooooooooooooo
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sixoclock
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sabato 13 settembre 2008
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la spada nella roccia
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Simpaticissimo, mai scontato ed originale pur rifacendosi a tante altri film(uno fra tutti "La spada nella roccia", non per caso infatti il protagonista è Arthur), trovate geniali, un combattimento sul giradischi sulla scia di "Pulp fiction", un'immortale Mia Farrow ed un finale che preannuncia un seguito. l'unica pecca? il bambino non somiglia per niente al suo corrispettivo nel mondo dei minimei.
[+] certo, però...
(di giacomo j.k.)
[ - ] certo, però...
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desy macis
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mercoledì 25 giugno 2008
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film carinissimo
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è un bel film molto carino e poi Selenia è bella come il film!!!!!!!!!!!!!!!!
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martyx9
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lunedì 31 marzo 2008
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ciao
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ci sarà anche la continuazione?
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(di giacomo j.k.)
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