duilio antonio vaccari
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martedì 24 luglio 2007
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grazie.
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Questo film è un documentario lento ma preciso, delle dinamiche che hanno colpito il nostro paese, le destimonianze fotografiche, il taglio del narratore che non toglie e non aggiunge, e la mera - triste - lista degli eventi. Cronaca pura, ma non solo cronaca nera, il giovane e simpatico magistrato Giovanni Falcone sorridente al lavoro nel suo ruolo da profetico eroe sono la speranza di questa Sicilia, gli interventi mirati e conditi con i fatti da Cosa Nostra a l'ascesa dei politici attuali sono semplicemente raccontati. La tristezze è che sono raccontati per come sono realmente andati. Molte belle ed utili fiction sugli eroi antimafia Borsellino e Falcone hanno tirato fuori i lati più umani, quelli più romantici o combattivi, bravi tutti, ma questi invece raccontati da questo bellissimo film-documentario sono solo ed esclusivamente i fatti.
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Questo film è un documentario lento ma preciso, delle dinamiche che hanno colpito il nostro paese, le destimonianze fotografiche, il taglio del narratore che non toglie e non aggiunge, e la mera - triste - lista degli eventi. Cronaca pura, ma non solo cronaca nera, il giovane e simpatico magistrato Giovanni Falcone sorridente al lavoro nel suo ruolo da profetico eroe sono la speranza di questa Sicilia, gli interventi mirati e conditi con i fatti da Cosa Nostra a l'ascesa dei politici attuali sono semplicemente raccontati. La tristezze è che sono raccontati per come sono realmente andati. Molte belle ed utili fiction sugli eroi antimafia Borsellino e Falcone hanno tirato fuori i lati più umani, quelli più romantici o combattivi, bravi tutti, ma questi invece raccontati da questo bellissimo film-documentario sono solo ed esclusivamente i fatti. Privi di ogni faziosità, prvi di tecnicismi giornalistici tanto per fare odiense, ma pura e razionalizzata realtà.
Il finale è sconvolgente nella sua crudenza, che non finisce con Capaci e Via D'Amelio, ma va oltre. Oltre ogni immaginabile gesto di tracotanza politica. Resta pur vero che la Mafia è un fenomeno umano e come tale può SE e quando lo Stato ("...sii lo Stato" diceva la moglie di un agente della scorta di Falcone nella Cattedrale di Palermo) deciderà di intervenire. Questi uomini con il loro senso del dovere e dello Stato, hanno mostrato che è possibile combattere queste forme di aggregazioni, mafiose, cammoristiche, terroritiche etc.
Ma se lo Stato non interviene, allora si da adito, alla massa criminale di rinforzarsi e crescere ancora di più, in silenzio...tanto noi non vediamo.
Grazie a questi coraggiosi registi. Grazie a tutti gli uomini del pool antimafia e alle loro vittime. E' significativo che certi programmi li fanno solo d'estate, quando la gente è fuori al fresco e non ha voglia di vedere nulla, se non intrattenimento. Invece questo documento dovrebbe essere mostrato nelle scuole, nelle università. E' un problema di cultura della legalità, solo così citando Giovanni Falcone, la mafia finirà.
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maso
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sabato 18 agosto 2007
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bellissimo ma purtroppo reale
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Un film-documentario davvero commovente che dipinge la realtà italiana dal dopo-guerra ad oggi in modo impeccabile e senza velature.riportando i fatti cosi come sono senza chiacchere inutili e aggiuntive come tanto piace fare ai nostri concittadini.
Turco ha davvero centrato in pieno il suo nobile obbiettivo...risvegliare coscienze che si sono addormentate nella rassegnazione e che non sanno più provare disgusto per la attuale situazione del nostro paese.una mafia sempre più forte e una politica sempre più debole,assente e talvolta ambigua nelle sue relazioni pericolose e un popolo che se ne sta fregando del mezzogiorno e dei suoi problemi che comumuqe riguardano tutto il paese.
Complimenti dunque a Turco e agli altri autori del documentario e complimenti al direttore di rai tre per la sua decisione di mandarlo in onda.
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Un film-documentario davvero commovente che dipinge la realtà italiana dal dopo-guerra ad oggi in modo impeccabile e senza velature.riportando i fatti cosi come sono senza chiacchere inutili e aggiuntive come tanto piace fare ai nostri concittadini.
Turco ha davvero centrato in pieno il suo nobile obbiettivo...risvegliare coscienze che si sono addormentate nella rassegnazione e che non sanno più provare disgusto per la attuale situazione del nostro paese.una mafia sempre più forte e una politica sempre più debole,assente e talvolta ambigua nelle sue relazioni pericolose e un popolo che se ne sta fregando del mezzogiorno e dei suoi problemi che comumuqe riguardano tutto il paese.
Complimenti dunque a Turco e agli altri autori del documentario e complimenti al direttore di rai tre per la sua decisione di mandarlo in onda...era troppo tempo che in televisione non si vedeva qualcosa di veramente interessante...è una risposta concreta a tutta la spazzatura che ci propinano ogni giorno...è una risposta concreta al decadimento del costume della cultura e del buon gusto del nostro paese.
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nevermore
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lunedì 28 dicembre 2009
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gli eroi hanno dei volti
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Gli eroi hanno dei volti. Non esistono solo nei fumetti , non indossano necessariamente maschere e
non hanno superpoteri .Hanno il coraggio.
Il coraggio di guardare in faccia la morte e di non risponderle con uno sberleffo , ma con ostinata perseveranza.
E' la storia del nostro paese ad essere raccontata e messa vergognosamente a nudo , parallelamente alle storie di uomini che facevano del loro credo la loro forza.
Troppo presto si dimenticano i nomi letti sui libri ed ancora più velocemente si ignorano i fatti della storia contemporanea.
Le testimonianze raccontate da occhi che hanno visto ed orecchie che hanno sentito non possono essere tacciate di strumentalizzazione politica , vanno prese per ciò che sono : la verità .
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Gli eroi hanno dei volti. Non esistono solo nei fumetti , non indossano necessariamente maschere e
non hanno superpoteri .Hanno il coraggio.
Il coraggio di guardare in faccia la morte e di non risponderle con uno sberleffo , ma con ostinata perseveranza.
E' la storia del nostro paese ad essere raccontata e messa vergognosamente a nudo , parallelamente alle storie di uomini che facevano del loro credo la loro forza.
Troppo presto si dimenticano i nomi letti sui libri ed ancora più velocemente si ignorano i fatti della storia contemporanea.
Le testimonianze raccontate da occhi che hanno visto ed orecchie che hanno sentito non possono essere tacciate di strumentalizzazione politica , vanno prese per ciò che sono : la verità .
Il documentario di Marco Turco potrebbe essere una valida alternativa al bivacco delle assemblee d istituto per i ragazzi delle scuole superiori che non sanno e dovrebbero sapere.
90 minuti
Una partita con la nostra coscienza per scoprire alla fine che abbiam perso.
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gi020890
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martedì 1 gennaio 2013
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per non dimenticare
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Il film si apre con le immagini delle grandi stragi del 1992, per poi tornare indietro nel tempo, partendo da lontano, cercando di raccontare come siano potuti accadere attentati di questa portata. A farci strada in questo complesso viaggio all'interno di Cosa Nostra troviamo lo scrittore americano Alexander Stille, esperto di mafia grazie al suo passato come corrispondente in terra siciliana per conto di una testata giornalistica statunitense. Con l'aiuto dell'amica fotografa Letizia Battaglia, il contributo di magistrati che hanno condiviso assieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino la lotta contro la mafia e l'utilizzo di documenti audio e video dell'epoca, In un altro paese è un documentario che riesce a sintetizzare, in poco più di novanta minuti, gli anni di fuoco della storia mafiosa, esponendo in modo chiaro e ordinato fatti e misfatti accaduti dalla fine degli anni '70 fino all'arresto di Riina, nel 1993.
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Il film si apre con le immagini delle grandi stragi del 1992, per poi tornare indietro nel tempo, partendo da lontano, cercando di raccontare come siano potuti accadere attentati di questa portata. A farci strada in questo complesso viaggio all'interno di Cosa Nostra troviamo lo scrittore americano Alexander Stille, esperto di mafia grazie al suo passato come corrispondente in terra siciliana per conto di una testata giornalistica statunitense. Con l'aiuto dell'amica fotografa Letizia Battaglia, il contributo di magistrati che hanno condiviso assieme a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino la lotta contro la mafia e l'utilizzo di documenti audio e video dell'epoca, In un altro paese è un documentario che riesce a sintetizzare, in poco più di novanta minuti, gli anni di fuoco della storia mafiosa, esponendo in modo chiaro e ordinato fatti e misfatti accaduti dalla fine degli anni '70 fino all'arresto di Riina, nel 1993.
L'opera non racconta niente di nuovo di quello che non sappiamo già - o, meglio, di quello che dovremmo tutti sapere - ma ha il grande merito di avere utilizzato un'esposizione estremamente limpida ed è particolarmente utile perchè permette, a chi è digiuno dell'argomento, di poter entrare in possesso delle conoscenze per poter dare uno sguardo con occhio critico al mondo della criminalità organizzata siciliana.
L'unico rimprovero che si può fare all'autore è quello di aver affrontato alcuni argomenti tralasciando particolari in alcuni casi importanti come, ad esempio, nell'episodio del fallito attentato dell'Addaura al giudice Falcone, in cui si omette la storia degli agenti Antonio Agostino ed Emanuele Piazza. Inoltre sarebbe potuto essere dedicata un'attenzione maggiore alla questione della trattativa stato-mafia. Scelte però comprensibili e indispensabili per riuscire a restare all'interno dei tempi cinematografici standard.
Il risultato finale è un grande documentario su un fenomeno criminale che fa parte della storia del nostro paese, sulle persone che hanno combattuto una grande battaglia per renderlo migliore e su chi, da una parte e dall'altra, non ha permesso loro di portarla fino in fondo.
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critichetti
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domenica 19 maggio 2013
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discreto film sulla mafia
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Questo documentario narra gli intrecci dell cosca mafiosa di Cosa Nostra con la politica italiana.Operazione assolutamente lodevole,questo è fuori discussione.dato che,basandosi su dati storici,è impossibile,oltre che ingiusto,dire che è falso ciò che qui viene raccontato.Ma allo stesso tempo il film fa un errore che purtroppo molti film del genere fanno:dietro ad un'immensa ricostruzione,fatta con grande passione e grandissima abilità,una ricostruzione che ha il fine di offrire un ottimo prodotto,riuscendoci anche,in parte,parlando anche con il giusto pathos degli avvenimenti che caratterizzarono quegli anni,traspare però,alle volte,un chiaro schieramento politico.
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Questo documentario narra gli intrecci dell cosca mafiosa di Cosa Nostra con la politica italiana.Operazione assolutamente lodevole,questo è fuori discussione.dato che,basandosi su dati storici,è impossibile,oltre che ingiusto,dire che è falso ciò che qui viene raccontato.Ma allo stesso tempo il film fa un errore che purtroppo molti film del genere fanno:dietro ad un'immensa ricostruzione,fatta con grande passione e grandissima abilità,una ricostruzione che ha il fine di offrire un ottimo prodotto,riuscendoci anche,in parte,parlando anche con il giusto pathos degli avvenimenti che caratterizzarono quegli anni,traspare però,alle volte,un chiaro schieramento politico.Ovvio:in un film che parla di intrecci politici tra Stato e mafia sono cose che non possono mancare,ma c'è modo e modo:il film appare talvolta poco corretto politicamente,mettendo in luce gli aspetti negativi della DC e dei governi di Andreotti(per quanto ancora nessuno abbia ancora capito le idee politiche di quest'ultimo,dato il suo continuo trasformismo),mentre non vengono menzionati gli aspetti negativi dei magistrati e della Sinistra italiana.Tralasciando il ruolo dei magistrati che,come ogni lavoro,consta di gente onestissima e di tante "mele marce"(ma ripeto:come in ogni lavoro),è innegabile che anche la Sinistra italiana abbia avuto un ruolo negli avvenimenti di quegli anni,perchè quando in un Paese qualcosa va male anche a livello politico,è colpa di tutta la classe politica,a prescindere dal partito di appartenenza.Detto questo,però,che può risultare alquanto fastidioso,ciò non toglie che il documentario è,come ho già affermato in precedenza,un prodotto molto ben pensato e realizzato.
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falce,coppola & lupara
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lunedì 30 luglio 2007
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filmetto di propaganda, e pure brutto
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Il solito filmino di propaganda, falsario ed omissivo, dove moltissimi fatti vengono espunti per non rovinare la tesi del film che è la seguente Berlusconi oggi o ieri DC = mafia, sinistra e magistrati = onestà ( o meglio banda degli onesti). Ad es non si ricorda che il pluriomicida Buscetta fu incriminato per calunnia nei confronti di Andreotti da Giovanni Falcone, il quale, fra le altre cose, era favorevole alla separazione delle carriere. Falcone fu accusato da Leoluca Orlando Cascio ( eletto sindaco di Palermo evidentemente con voti mafiosi, visto che sono gli stessi voti che hanno eletto il sindaco di FI; questo passaggio logico elementare evidentemente sfugge alla demagogia di Orlando Cascio, del cui padre taccio per carità di patria e di mafia)di tenere nel cassetto le carte coinvolgenti i politici del fantomatico terzo livello, mentre il CSM negava la superprocura antimafia allo stesso Falcone, salvo beatificarlo una volta ucciso.
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Il solito filmino di propaganda, falsario ed omissivo, dove moltissimi fatti vengono espunti per non rovinare la tesi del film che è la seguente Berlusconi oggi o ieri DC = mafia, sinistra e magistrati = onestà ( o meglio banda degli onesti). Ad es non si ricorda che il pluriomicida Buscetta fu incriminato per calunnia nei confronti di Andreotti da Giovanni Falcone, il quale, fra le altre cose, era favorevole alla separazione delle carriere. Falcone fu accusato da Leoluca Orlando Cascio ( eletto sindaco di Palermo evidentemente con voti mafiosi, visto che sono gli stessi voti che hanno eletto il sindaco di FI; questo passaggio logico elementare evidentemente sfugge alla demagogia di Orlando Cascio, del cui padre taccio per carità di patria e di mafia)di tenere nel cassetto le carte coinvolgenti i politici del fantomatico terzo livello, mentre il CSM negava la superprocura antimafia allo stesso Falcone, salvo beatificarlo una volta ucciso. Una delle poche che difese Falcone fu la Bocassini, certo non i magistrati che oggi fanno la ruota del pavone e che da parassiti della lotta alla mafia lucrano sulla memoria del loro collega ucciso.
Il film poi tace sui rapporti fra cooperative rosse, appalti e mafia in Sicilia ( il " pentito" Angelo Siino lo conoscete ? se no, informatevi), ma gli esempi potrrbbbero essere infiniti. Da ultimo la beatificazione dei pentiti, spacciati non per quello che sono, cioè mafiosi immondi che continuano ad aesserlo , a spacciare e a uccidere anche sotto ( o meglio grazie a) la protezione dello stato, mentre regolano i conti con i propri avversari tramite dichiarazioni farlocche. Senza pentiti non si può fare lotta alla mafia" dice il pinocchietto Turco. Infatti Provenzano è stato arrestato dal procuratore Grasso SENZA l'utilizzo di pentiti bugiardi, ma con metodi di indagine tradizionali, riscontri e intelligence; altrochè i magistrati alla Caselli che se ne stanno in poltrona ad aspettare che il pentito X dica loro quello che vogliono sentirsi dire.
Noto invece il solito tempismo dei professionisti dell'antimafia nell' inserire nel palinsesto di RAISAT Extra il documento di propaganda stile Leni Riefenstal subito dopo le dichiarazioni, peraltro censurate dalla gran parte della stampa italiota "perbene" ,e le ritrattazioni del perito della Banca d'Italia Giuffrida in merito alla provenienza dei capitali di Berlusconi.
In conclusione un mediocre, bugiardo e scontatissimo filmetto, con la solita voce del narratore carica di dolore e partecipazione civile ( ma de che ??? ), espediente che il regista guitto mette in essere per far maggiormente presa sull' ascoltatore e dare credibilità ad una serie di avvenimenti raffazzonati alla bell'e meglio. Purtroppo per lui non incanta nessuno.
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[+] per falce,coppola e lupara
(di maso)
[ - ] per falce,coppola e lupara
[+] per uno che non ha capito un accidente
(di xxx)
[ - ] per uno che non ha capito un accidente
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