francesca
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lunedì 24 maggio 2004
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molto rumore per... poco!!!
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Omero è riuscito a creare dei personaggi davvero perfetti, nell'Iliade, Achille la furia pura e permalosissimo, Ettore l'umano, Paride il pavido, Ulisse l'astuto, Agamennone il selvaggio..quindi credo che non sia stato difficilissimo per gli attori calarsi nei panni di questi eroi mitologici. Il film è meno cruento delle aspettative e ben fatto, con non poche licenze dovute di certo al dover adattare per il grande pubblico un'opera molto corale e sfaccettata. bellissimo il combattimento tra Ettore e Achille, mitico Peter O'Toole.. ma... qualcosa manca, e si esce con la sensazione di aver visto meno di quanto ci si aspettava. Forse si è fatta troppa pubblicità attorno a questo cast..ma gli argomenti mi sembrano trattati molto superficialmente.
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Omero è riuscito a creare dei personaggi davvero perfetti, nell'Iliade, Achille la furia pura e permalosissimo, Ettore l'umano, Paride il pavido, Ulisse l'astuto, Agamennone il selvaggio..quindi credo che non sia stato difficilissimo per gli attori calarsi nei panni di questi eroi mitologici. Il film è meno cruento delle aspettative e ben fatto, con non poche licenze dovute di certo al dover adattare per il grande pubblico un'opera molto corale e sfaccettata. bellissimo il combattimento tra Ettore e Achille, mitico Peter O'Toole.. ma... qualcosa manca, e si esce con la sensazione di aver visto meno di quanto ci si aspettava. Forse si è fatta troppa pubblicità attorno a questo cast..ma gli argomenti mi sembrano trattati molto superficialmente. Molto bravo Sean Bean nella parte di Ulisse, è un ottimo comprimario. complimenti davvero agli attori, però è come se mancasse qualcosa.
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tony montana
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venerdì 24 dicembre 2010
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kolossal epico ma neanche di grande pregio
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Dopo decenni di ostilità fra Sparta e Troia, i nobili rappresentanti delle due città stanno finalmente per suggellare l’intesa raggiunta. Ma Paride, principe di Troia e fratello di Ettore, commette l’errore di invaghirsi della bellissima Elena, moglie del Re di Sparta, e vistosi ricambiato la persuade a seguirlo a Troia…
“Film epico”. Vi è forse una definizione più calzante da associare a questa pellicola? In essa vi è tutto ciò che sarebbe lecito attendersi da Troy, libera trasposizione della parola di Omero, corposa ma scevra da fastidiose ridondanze narrative: un aspetto, questo, che è sempre un bene sottolineare.
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Dopo decenni di ostilità fra Sparta e Troia, i nobili rappresentanti delle due città stanno finalmente per suggellare l’intesa raggiunta. Ma Paride, principe di Troia e fratello di Ettore, commette l’errore di invaghirsi della bellissima Elena, moglie del Re di Sparta, e vistosi ricambiato la persuade a seguirlo a Troia…
“Film epico”. Vi è forse una definizione più calzante da associare a questa pellicola? In essa vi è tutto ciò che sarebbe lecito attendersi da Troy, libera trasposizione della parola di Omero, corposa ma scevra da fastidiose ridondanze narrative: un aspetto, questo, che è sempre un bene sottolineare. Ma non è neppure un prodotto di particolare pregio, quest’ultima, costosissima creazione assemblata da Wolfgang Petersen. Al regista tedesco va sicuramente ascritto il merito di non aver voluto strafare, di non essersi impuntato in una dissennata rincorsa a trovate visive inutilmente vistose e di aver piuttosto provato a “raccontare”; ma complessivamente non gli è riuscito di dotare questa pellicola di personalità, di un’anima propria, distintiva e distinguibile. L’ideale classico che sublima le gesta eroiche in quanto destinate a riecheggiare nei secoli è alla base del personaggio di Achille, «il più grande guerriero mai esistito», e viene più volte sottolineato a chiare lettere, per bocca dei personaggi, sin dai primissimi minuti. Un concetto, questo, che continuerà a vivere entro i confini della storia quivi narrata, ma che probabilmente non trarrà ulteriore spinta dal medesimo supporto filmico. Perchè la sensazione è che l’eco di Troy non si propagherà nei decenni a venire. Se l’impronta registica non è forte quanto il mito di Ettore e Achille, anche la sceneggiatura partorita da David Benioff non è ispirata, pur se complessivamente coesa. Il pur dotato screenwriter de La 25° ora si prende molte libertà rispetto al millenario testo di riferimento – come è giusto che sia quando la parola scritta si trasforma in immagine, la materia cartacea in celluloide – dedicandosi soprattutto alla coralità della vicenda, con il grande demerito, però, di non essere riuscito a dare corpo al personaggio di Ettore – fondamentale in Omero –, interpretato da un Eric Bana un po’ troppo monocorde.
A dire il vero, è l’intero sistema di personaggi a soffrire di una sostanziale carenza di analiticità e viene alla lunga completamente oscurato dalla magnificenza di Achille, un personaggio, quest’ultimo, al contrario perfettamente compiuto e ben sorretto dall’interpretazione di Brad Pitt. Si riscontrano alcuni dialoghi efficaci, disseminati soprattutto nella seconda porzione di film (che si lascia preferire a quella iniziale), ma anche troppe battute cinematograficamente logore, che coinvolgono sia gli accesi e frequenti scontri verbali, sia – soprattutto – le iniziali, fastidiose, effusioni amorose fra Paride ed Elena. Incostanti anche le musiche, buone nel finale ma troppo insistite nell’utilizzo della consueta e qui monotona voce liricheggiante, ormai un must per questa tipologia di film. Valide, invece, le coreografie che supportano gli innumerevoli duelli, così come valido (anche se tecnicamente imperfetto) è il taglio registico fornito agli stessi da Petersen, specie quando si tratta di mostrare la valenza tecnica di Achille negli scontri fisici ravvicinati. In tale ottica, particolarmente apprezzabile da un punto di vista prettamente visivo il primo di questi, allorché lo stesso Achille è chiamato a battersi con il corpulento guerriero rappresentante di quell’esercito tessalico che Agamennone intende piegare al proprio volere. Neanche a dirlo, è il luccicante Achille il fulcro di questo film, e Brad Pitt ne è l’adeguato manifesto vivente. La riuscita del personaggio, unitamente al look quanto mai accattivante dell’attore, coincidono con la parziale riuscita del film stesso, che memorabile non è ma che se non altro non lesina quel genere di intrattenimento che il pubblico si attende da pellicole di questo stampo. Anche se Il Gladiatore è tutt’altra cosa.
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paolo salvaro
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sabato 16 maggio 2015
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l'iliade secondo hollywood
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Tentativo in parte riuscito di trasporre la leggenda di Troia. Chi non conosce la guerra che vide confrontarsi Achille ed Ettore, Afrodite ed Era, Poseidone e Marte (Ares)? Bisogna dire che quella qui operata è una ricostruzione storica a tratti fedele, a tratti fantasiosa, ma sicuramente migliore di molte altre. Seriamente, se si dovessero giudicare Braveheart e 300 dal punto di vista storico, ci si potrebbero fare delle grosse e grasse risate per tutta la notte. Da questo punto di vista, alcuni riferimenti mi hanno piacevolmente sorpreso, come il cadavere di Ettore effettivamente legato dietro al carro da Achille, oppure l'idea del cavallo effettivamente attribuita ad Ulisse, la clamorosa caduta di Achille per mano di Paride; ma a pensarci bene tutti questi elementi erano troppo centrali per poterli alterare, viceversa in molti altri punti è stato combinato un vero disastro.
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Tentativo in parte riuscito di trasporre la leggenda di Troia. Chi non conosce la guerra che vide confrontarsi Achille ed Ettore, Afrodite ed Era, Poseidone e Marte (Ares)? Bisogna dire che quella qui operata è una ricostruzione storica a tratti fedele, a tratti fantasiosa, ma sicuramente migliore di molte altre. Seriamente, se si dovessero giudicare Braveheart e 300 dal punto di vista storico, ci si potrebbero fare delle grosse e grasse risate per tutta la notte. Da questo punto di vista, alcuni riferimenti mi hanno piacevolmente sorpreso, come il cadavere di Ettore effettivamente legato dietro al carro da Achille, oppure l'idea del cavallo effettivamente attribuita ad Ulisse, la clamorosa caduta di Achille per mano di Paride; ma a pensarci bene tutti questi elementi erano troppo centrali per poterli alterare, viceversa in molti altri punti è stato combinato un vero disastro.
Perchè enfatizzare così tanto il rapporto tra Achille e Briseide e viceversa così tanto sminchiato quello fra Patroclo ed Achille? Sarebbe stato un delitto accennare anche solo vagamente alla relazione omosessuale tra questi due, visto che nell'antica Grecia simili costrizioni omofobe non esistevano? Perchè Achille è interpretato da uno dei Brad Pitt meno ispirati e meno calati nel personaggio della storia (Il che è tutto dire), tutto muscoli e virilità fine a sè stessa? Come riesce il personaggio di Elena ad essere così inutile e vuoto, pur essendo allo stesso tempo paradossalmente il pretesto principale che diede via al conflitto? Che fine hanno fatto gli dei?
Ci possiamo porre questi e numerosi altri quesiti, ma del resto non ci si poteva certo aspettare una fedeltà totale al poema omerico. Nonostante alcune situazioni ed alcuni eventi risultino essere un pò forzati, l'atmosfera di fondo è piuttosto azzeccata ed in certi frangenti si potrebbe definire Troy anche un buon film. Peccato che poi altre pecche presenti nel casting ne decretino il fallimento. Salvo Eric Bana che fa rivivere al meglio un Ettore fiero, dignitoso e forte, il resto degli attori appare un pò in bambola, anche a causa di una sceneggiatura che non li ha certo aituati a delineare nel modo migliore i loro personaggi. Sul serio, che altro poteva fare quel povero diavolo di Sean Bean, quando tutto quello che gli fanno fare nel film è girare scene in cui tenta di convincere Achille a non fare il cazzone e a fare pace con Agamennone? Qualcuno ha veramente rivisto Ulisse in lui, o il suo personaggio stava solamente portando quel nome senza esserlo? Orlando Bloom riesce invece a tratti a risvegliare un Paride quasi decente, ma poi quella scandalosa scena in cui fugge dinanzi a Menelao aggrappandosi alle caviglie di Ettore come avrebbe fatto un neonato elimina completamente tutta l'aura epica di cui il personaggio si era circondato. Un vero peccato.
Colonna sonora e montaggio sufficienti, niente di straordinario ma nemmeno di così osceno. Complessivamente, andare oltre le due stelle sarebbe un po' troppo generoso.
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great steven
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lunedì 23 settembre 2013
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cantami, o diva, del pelide achille l'ira funesta
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TROY (USA, 2004) di WOLFGANG PETERSEN con BRAD PITT – ERIC BANA – PETER O'TOOLE – ORLANDO BLOOM – DIANE KRUGER – BRIAN COX – BRENDAN GLEESON – SAFFRON BURROWS – JULIE CHRISTIE – GARRETT HEDLUND – SEAN BEAN § La guerra di Troia la conosciamo (o meglio crediamo di conoscerla) tutti. Perché a scuola tutti abbiamo studiato, o subito, Omero. E trasporre in immagini un capolavoro celebrato all'unanimità e composto di ben 24 libri in un film di 2 ore e mezzo, pur con l'abbondanza degli effetti speciali, la ricostruzione agognata dei temi musicali d'epoca e un montaggio cruento per le scene di guerra, non è impresa delle più scontate.
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TROY (USA, 2004) di WOLFGANG PETERSEN con BRAD PITT – ERIC BANA – PETER O'TOOLE – ORLANDO BLOOM – DIANE KRUGER – BRIAN COX – BRENDAN GLEESON – SAFFRON BURROWS – JULIE CHRISTIE – GARRETT HEDLUND – SEAN BEAN § La guerra di Troia la conosciamo (o meglio crediamo di conoscerla) tutti. Perché a scuola tutti abbiamo studiato, o subito, Omero. E trasporre in immagini un capolavoro celebrato all'unanimità e composto di ben 24 libri in un film di 2 ore e mezzo, pur con l'abbondanza degli effetti speciali, la ricostruzione agognata dei temi musicali d'epoca e un montaggio cruento per le scene di guerra, non è impresa delle più scontate. Il tedesco Petersen, dalle indubbie capacità tecniche e doti narrative, ha fatto del suo meglio. Sono stati ricreati fra Malta, Messico e Marocco gli scenari, mentre lo sceneggiatore David Benioff ha provato a ripercorrere l'atmosfera e l'etica (spiegata fra bellicismo, potere, amore e gloria) di questo evento miticizzato nelle pagine dell'autore greco ma accaduto effettivamente nella storia, quando la Grecia si trovava ancora nell'epoca micenea. Se poi qualcuno ha sentito parlare di un certo Schliemann, che nel XIX secolo compì numerosi scavi fino a riportare alla luce villaggi, mura, strati di città e tesori (la famosa "maschera di Agamennone"), beh, ha già una marcia in più per apprendere il significato dell'Iliade. Tornando al film, non si può discutere il livello di spettacolo delle sequenze di scontro fra i due eserciti, e anche il lirismo non sdolcinato e forse un po' aulico che vi si pone come intermezzo non merita critiche più feroci. Il difetto maggiore che, secondo le pesanti vessazioni degli esperti di storia e mitologia, non reca omaggio allo scritto di Omero è la totale rimozione di ogni elemento divino: gli dei vengono soltanto citati, non sono fisicamente presenti e, cosa più importante, non intervengono a modificare le vicende vissute da greci e troiani. Mentre in tutta l'epica ellenica, non solo nell'Iliade, hanno un ruolo che non esiterei a definire gigante: quasi tutte le loro decisioni influiscono enormemente nello scorrere degli eventi. I veri protagonisti sono dunque gli uomini: al patriottismo e alla misericordia di Ettore (cui l'australiano Bana dà anche col suo volto un'indimenticabile forza morale) si contrappone la violenza distruttrice ed egoista di Achille, interpretato da un B. Pitt glabro, con capelli lunghi e sguardo truce, veloce come un Muhammad Alì della spada. In mezzo c'è Paride (Bloom), che non cerca né la gloria né il bene dei suoi compatrioti, trovando un'unica e irrinunciabile ragione di vita in Elena (Kruger), che sceglie di amarlo e accettarlo per come è. Per i sovrani, poi, si potrebbe scrivere un romanzo, ma io mi limito a delineare gli istinti che li animano: contro lo sfegatato antipoeticismo di Menelao (Gleeson) e la spietatezza e prepotenza del fratello Agamennone (Cox), che combattono la stessa guerra per motivi diversi, c'è l'indulgenza e il buonsenso di Priamo (O'Toole). Riduzione in indiscriminato stile hollywoodiano, ma l'azione c'è, e non ci sono significative cadute di ritmo. Candidato agli Oscar 2005 per i costumi.
Mitologico; giudizio personale: 7 (discreto)
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poggi
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venerdì 6 agosto 2010
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spettacolare banalizzazione: per palati grossolani
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Il classico e ormai tristemente noto trattamento hollywoodiano riservato ai grandi classici dela letteratura e della storia miete un'altra vittima: l'Iliade.
Per carità, si è visto ben di peggio: le aberranti rivisitazioni de "Il primo cavaliere" (a mio avviso il non plus ultra del kitsch) e di "King Arthur" ci avevano mostrato che non c'è limite all'incultura e alla banalizzazione in nome dello spettacolo. Qui a lasciare insoddisfatti gli amanti dell'epos omerico sono, più che i macroscopici errori della trama (Menelao muore, Aiace Telamonio cade ucciso nel duello con Ettore, per citarne due) e le battute indicibilmente anacronistiche della sceneggiatura (una per tutte: "in guerra i giovani muoiono e i vecchi parlano" che nessun eroe omerico si sarebbe sognato di pronunciare), la volgarità generale della cornice, la spettacolarizzazione a tutti i costi come sinonimo di qualità (a spese di caratterizzazioni più accurate e della fedeltà al testo), la totale inadeguatezza di molti interpreti (Peter O'Toole nella parte di Priamo sarà anche bravissimo ma ha un'aria British che stona in modo fastidioso; Agamennone sembra un mafioso preso dal cast del "Padrino"; Menelao e Aiace sembrano due wrestlers in pensione; Odisseo fa rimpiangere Bekim Femeiou; Bloom conferma di essere un cane totale).
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Il classico e ormai tristemente noto trattamento hollywoodiano riservato ai grandi classici dela letteratura e della storia miete un'altra vittima: l'Iliade.
Per carità, si è visto ben di peggio: le aberranti rivisitazioni de "Il primo cavaliere" (a mio avviso il non plus ultra del kitsch) e di "King Arthur" ci avevano mostrato che non c'è limite all'incultura e alla banalizzazione in nome dello spettacolo. Qui a lasciare insoddisfatti gli amanti dell'epos omerico sono, più che i macroscopici errori della trama (Menelao muore, Aiace Telamonio cade ucciso nel duello con Ettore, per citarne due) e le battute indicibilmente anacronistiche della sceneggiatura (una per tutte: "in guerra i giovani muoiono e i vecchi parlano" che nessun eroe omerico si sarebbe sognato di pronunciare), la volgarità generale della cornice, la spettacolarizzazione a tutti i costi come sinonimo di qualità (a spese di caratterizzazioni più accurate e della fedeltà al testo), la totale inadeguatezza di molti interpreti (Peter O'Toole nella parte di Priamo sarà anche bravissimo ma ha un'aria British che stona in modo fastidioso; Agamennone sembra un mafioso preso dal cast del "Padrino"; Menelao e Aiace sembrano due wrestlers in pensione; Odisseo fa rimpiangere Bekim Femeiou; Bloom conferma di essere un cane totale). Gli unici a salvarsi sono tutto sommato Eric Bana, Brad Pitt e, per i pochi minuti in cui compare, Andromaca.
Il prologo con Achille che sconfigge il tessalo (proprio lui che era re della Tessaglia!) è semplicemente ridicolo. Siamo d'accordo che non è l'Iliade (difatti si chiama "Troy") e perciò non deve ricalcare pedissequamente il modello, però qui si smarrisce completamente il senso della vera epica. Odio dover ricorrere ad un luogo comune, ma gli americani (Hollywood) non hanno nè la cultura nè la sensibilità per cimentarsi con simili opere.
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claudio bartoleschi
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mercoledì 11 maggio 2005
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troy delude sotto ogni fronte
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troy è arrivato e ciha stupito con un brad pitt tutto muscoli ; un Eric Bana bello e misterioso, un orlando bloom inespressivo come sempre.Un cast di tale livello non poteva che affossare ancor di più una sceneggiatura che già da sola si era scavata la tomba e si era sepolta sotto una coltre di pragmatismo e materialismo,ignorando una psicologia che c un popolo come quello americano non è in grado di comprendere per la mancanza di radici storiche profonde.il film poteva essere diverso,poteva essere migliore.non mancano certo discreti od anche buoni momenti dovuti certo al cospicuo budget impiegato come lo scontro tra Achille ed Ettore.Un progetto tanto complesso e di così inestinguibile valore si è declinato in un film commerciale con i soliti bellocci insignificanti.
[+] concordo
(di il samurai d'oltremanica)
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