il viga
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lunedì 25 luglio 2005
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un sorriso e una lacrima
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Un film breve, dalla trama poco intricata. Un film che non fai in tempo ad addentare perchè è già passato come un profumo intenso. Ma al contempo gustoso e che lascia sazietà senza nessuna controindicazione. La classica riproposizione del tema della morte, che non riesce a prescindere dal tema dell'amore, ma che non risulta mai banale o scontata. Perchè il tutto è condito da un malessere di fondo, e da un'ironia spicciola ma originale e spassosa e che riesce a mitigare il forte sapore amaro che la pellicola assume anche grazie agli incantevoli scenari autunnali che il New Jersey offre con generosità. Questa ironia, unita al tema del dolore regalano spesso un'unica emozione fortissima, che ti lascia inebetito in un sorriso appena accennato e uno sguardo sommesso, comprensivo e sognatore.
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Un film breve, dalla trama poco intricata. Un film che non fai in tempo ad addentare perchè è già passato come un profumo intenso. Ma al contempo gustoso e che lascia sazietà senza nessuna controindicazione. La classica riproposizione del tema della morte, che non riesce a prescindere dal tema dell'amore, ma che non risulta mai banale o scontata. Perchè il tutto è condito da un malessere di fondo, e da un'ironia spicciola ma originale e spassosa e che riesce a mitigare il forte sapore amaro che la pellicola assume anche grazie agli incantevoli scenari autunnali che il New Jersey offre con generosità. Questa ironia, unita al tema del dolore regalano spesso un'unica emozione fortissima, che ti lascia inebetito in un sorriso appena accennato e uno sguardo sommesso, comprensivo e sognatore. Riso e tristezza, a volte portano ad avvicinarsi allo schok emotivo, e per un istante si può avere l'impressione della felicità.
Parlerei per ore di questo film che molto pochi in Italia hanno visto, perchè ti entra nel cuore e non se ne va più. Una volta che hai capito come la morte sia una caratterizzazione della vita e come sia altrettanto per l'amore, non puoi più fingere che queste due cose non esistano. Capita così che spariscano dalla vista le cose che non contano e rimane solo l'amore, solo l'amicizia, solo la morte e solo quel malessere di fondo che si dimostra parte integrante del sano umano essere.
Un film emotivamente educativo, che non si limita a racontare una storia più o meno bella, ma si spinge a spiegarci cos'è quel malessere di fondo che condisce la storia, sia quella del film, sia la storia di ognuno di noi. Quel malessere di fondo è quello che soprapensiero, senza accorgercene, chiamiamo comunemente vita.
Inimitabile Zach.
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sherwood
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domenica 18 febbraio 2007
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l'esordio agrodolce di zach braff
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Dall'amaro al dolcissimo in meno di 100 minuti. Un'evoluzione difficile da descrivere in maniera credibile ma in cui il promettente Zach Braff riesce in buona parte. Per tre quarti il film è pervaso da atmosfere malinconiche e un pò surreali supportate da un'ottima colonna sonora da Nick Drake agli Zero Seven. I passaggi che segnano il ritorno alla vita del protagonista sono abbastanza ben calibrati, ma gli ultimi dieci minuti scivolano vià un pò troppo frettolosamente verso un finale piuttosto prevedibile. Ad ogni modo il film si pone sa subito come una pellicola generazionale e, lambendo i voli pindarici del capostipite Donnie Darko, riesce a rendere in maniera piuttosto efficace le difficoltà del passaggio agli "enta" di un ragazzo la cui vita è stata contrassegnata da una serie di traumi che distruggerebbero i più.
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Dall'amaro al dolcissimo in meno di 100 minuti. Un'evoluzione difficile da descrivere in maniera credibile ma in cui il promettente Zach Braff riesce in buona parte. Per tre quarti il film è pervaso da atmosfere malinconiche e un pò surreali supportate da un'ottima colonna sonora da Nick Drake agli Zero Seven. I passaggi che segnano il ritorno alla vita del protagonista sono abbastanza ben calibrati, ma gli ultimi dieci minuti scivolano vià un pò troppo frettolosamente verso un finale piuttosto prevedibile. Ad ogni modo il film si pone sa subito come una pellicola generazionale e, lambendo i voli pindarici del capostipite Donnie Darko, riesce a rendere in maniera piuttosto efficace le difficoltà del passaggio agli "enta" di un ragazzo la cui vita è stata contrassegnata da una serie di traumi che distruggerebbero i più. Tutto ruota attorno al litio, prescritto dal padre psichiatra, che congela l'adolescenza del giovane Zach, attore-cameriere a Los Angeles. Tutto questo fino al ritorno nella sua città, Garden State, dove il protagonista, ormai 26enne, rientra per il funerale della madre. La disintossicazione dai farmaci, l'amore di Natalie Portman, e una serie di amici poco probabili riusciranno a far tornare alle emozioni della vita Zach. Un bel esordio, un film gradevole, ma forse serviva un pò più di coraggio. Ma le premesse per la nascita di un ottimo autore ci sono davvero tutte.
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sandman
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martedì 6 maggio 2008
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la nostra vita a casa nostra...
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Un film per tutti coloro che, passati i 25, si voltano alle spalle e traggono un profondo sospiro...Nostalgia e rimpianto.
Zach Braff esordisce dietro la macchina da presa raccontando la storia di un ragazzo aemozionale, represso dai farmaci e dal rimorso, un pesce fuor d'acqua, un perdente di successo. Saranno le contingenze a convincerlo a riprendere in mano la propria vita, sarà una ragazza finalmente diversa a squoterlo dall'apatia che lo attanagliava, a far sì che apra gli occhi e si accorga, finalmente, di non essere particolarmente speciale, nè nel bene, nè nel male...
Al di là della relativa ovvietà della trama, il giovane regista affronta egregiamente il problema della costante insoddisfazione e frustrazione della sua generazione, quella dei nati alla fine dell'età dell'oro, quelli ammaestrati dalla televisione, senza troppi ideali, apolidi in cerca del porto di quiete mentre sono ancora in vita.
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Un film per tutti coloro che, passati i 25, si voltano alle spalle e traggono un profondo sospiro...Nostalgia e rimpianto.
Zach Braff esordisce dietro la macchina da presa raccontando la storia di un ragazzo aemozionale, represso dai farmaci e dal rimorso, un pesce fuor d'acqua, un perdente di successo. Saranno le contingenze a convincerlo a riprendere in mano la propria vita, sarà una ragazza finalmente diversa a squoterlo dall'apatia che lo attanagliava, a far sì che apra gli occhi e si accorga, finalmente, di non essere particolarmente speciale, nè nel bene, nè nel male...
Al di là della relativa ovvietà della trama, il giovane regista affronta egregiamente il problema della costante insoddisfazione e frustrazione della sua generazione, quella dei nati alla fine dell'età dell'oro, quelli ammaestrati dalla televisione, senza troppi ideali, apolidi in cerca del porto di quiete mentre sono ancora in vita... e troverà la propria casa, alla fine, tra le braccia della persona che ama.
Da sottolinerae la bella prova d'attore che lo stesso Braff ci offre, senza dimenticare un sempre ottimo Ian Holm e una Natalie Portman dolce e carina quasi quanto la Martin di Beautiful Girls, assolutamente perfetta nel ruolo della finta bugiarda e autentica sognatrice Sam.
Un film carino e delicato, che regala a chi lo guarda, piacevole diletto e qualche spunto di riflessione.
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kermadec
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domenica 29 luglio 2007
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viaggio dentro di noi
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film particolare,rappresenta il viaggio interiore alla ricerca di se stessi e del senso della vita,segnato da molti momenti di introspezione dove i protagonisti si rivelano a vicenda le proprie paure e debolezze come fossero davanti ad uno specchio,consapevoli che chi sta loro di fronte non li giudicherà ma cercherà solo di dar loro conforto ed una spalla su cui piangere.Vale la pena di vederlo ma con attenzione ed occhio critico,senza pensare che sia la solita commedia americana.
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lordrest
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domenica 14 febbraio 2010
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a quando il prossimo?
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Zach Braff arriva al cinema. Già conosciuto, e personalmente amato, in Scrubs, debutta in un film scritto, diretto e interpretato dallo stesso. Certo non è un film dalla trama complessa. Andrew Largeman (Zach Braff) lavora come cameriere a Los angeles e aspira alla vita d'attore, la sua vita cambia quando suo padre lo richiama al suo paese natale, da cui mancava da nove anni, per il funerale della madre paraplegica, morta annegata nella vasca da bagno. E' questo ritorno improvviso, questo convinto ritorno al passato, che gli cambia la vita. Infatti questo viaggio nei ricordi lo cambia per sempre, gli fa rincontrare vecchi amici e conoscere la ragazza di cui s'innamorerà (interpretata magistralmente da una splendida Natalia Portman).
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Zach Braff arriva al cinema. Già conosciuto, e personalmente amato, in Scrubs, debutta in un film scritto, diretto e interpretato dallo stesso. Certo non è un film dalla trama complessa. Andrew Largeman (Zach Braff) lavora come cameriere a Los angeles e aspira alla vita d'attore, la sua vita cambia quando suo padre lo richiama al suo paese natale, da cui mancava da nove anni, per il funerale della madre paraplegica, morta annegata nella vasca da bagno. E' questo ritorno improvviso, questo convinto ritorno al passato, che gli cambia la vita. Infatti questo viaggio nei ricordi lo cambia per sempre, gli fa rincontrare vecchi amici e conoscere la ragazza di cui s'innamorerà (interpretata magistralmente da una splendida Natalia Portman).
La cosa più sorprendente è che Braff ha prodotto la pellicola con un bugdet molto esiguo, 2 500 000 di dollari, di cui la maggior parte sono finiti nelle tasche degli attori, che comunque sono di grande livello e si meritano tutti i soldi ricevuti.
Però la cosa che rende questo film, che già dalle prerogative risulta interessante, un capolavoro, è il viaggio. Il viaggio nei ricordi, il modo che ha il film di dimostrare di come il passato cambi in modo gigantesco il presente. Tutto il film è un misto di lacrime e sorrisi, sottili sguardi che s' incrociano, persone con una vita, molto, molto coplicata che incontrandosi se la rendono facile. Il valore aggiunto di avere qualcuno vicino, che in un modo o nell'altro può solo aiutare.
Mi chiedo perché Braff abbia smesso di darsi ai film, perché un esordio così non me l'aspettavo, davvero. Perché per me che sono abituato a vederlo come un imbranato dottore americano in una spassosa sit-com, adesso lo vendo anche come un ottimo regista, che si sà avvalere in modo completo degli attori che ha al suo seguito.
Zach a quando il prossimo?
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jackiechan90
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domenica 10 agosto 2014
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la poetica degli outsiders
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Andrew Largerman(Zach Braff) è un aspirante attore che si è trasferito dal New Jersey(lo stato con più giardini d’America detto appunto il “Garden State”) a Los Angeles. Non ha un buon rapporto con il padre psicologo(Ian Holm) e per alcuni motivi vorrebbe rimanere lontano dal luogo di nascita. Ma l’improvvisa morte della madre lo costringe a ritornare da dove era venuto e ad affrontare i fantasmi del suo passato, con l’aiuto dei suoi vecchi amici e di Sam(Natalie Portman), una ragazza del luogo afflitta da epilessia.
Il film d’esordio di Zach Braff presenta uno stile eclettico dove molte scene ricordano quelle di un videoclip(in questo si nota lo stile degli episodi di Scrubs).
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Andrew Largerman(Zach Braff) è un aspirante attore che si è trasferito dal New Jersey(lo stato con più giardini d’America detto appunto il “Garden State”) a Los Angeles. Non ha un buon rapporto con il padre psicologo(Ian Holm) e per alcuni motivi vorrebbe rimanere lontano dal luogo di nascita. Ma l’improvvisa morte della madre lo costringe a ritornare da dove era venuto e ad affrontare i fantasmi del suo passato, con l’aiuto dei suoi vecchi amici e di Sam(Natalie Portman), una ragazza del luogo afflitta da epilessia.
Il film d’esordio di Zach Braff presenta uno stile eclettico dove molte scene ricordano quelle di un videoclip(in questo si nota lo stile degli episodi di Scrubs). Tali sequenze contribuiscono a rendere il ritmo del film lento e a tratti apatico, esattamente come la personalità del protagonista, il tipico esponente della cosiddetta “Y generation”. E non è un caso se il film parli della difficoltà nelle relazioni umane. Quasi a voler sottolineare il fatto che, nonostante la nostra vita sempre più “social” grazie ai mezzi di comunicazione(un altro nome con cui si è soliti chiamare questa generazione è “MTV generation” dal nome della rete televisiva che ha in parte prodotto, non a caso, anche questo film) siamo sempre più soli. La storia dunque è anche un viaggio di formazione da parte del protagonista, un eterno Peter Pan, per diventare adulto ed è proprio grazie all’incontro con gli altri che ci riesce, uscendo dal guscio che si era costruito attorno a lui. Sono proprio i personaggi secondari, gli amici del protagonista, quelli che spiccano di più in questa pellicola per la loro profondità e caratterizzazione(su tutti il personaggio interpretato da Natalie Portman) che si riferiscono a una figura particolare dell’immaginario americano ma non solo: sono tutti, chi più chi meno, degli “outsider”, personaggi folli, strani ma portatori di esperienza, quella che aiuta il protagonista a superare i suoi tormenti. È proprio imparando da questi “emarginati”, sembra volerci dire il regista, che si possono trovare nuovi valori per andare avanti. Ne viene fuori un buon ritratto generazionale e un nuovo stile visivo per una pellicola che è destinata inevitabilmente a diventare un cult.
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