deflex
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giovedì 11 novembre 2004
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un sogno orientale
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In the mood for love La storia semplice di un incontro casuale tra un uomo e una donna nella complessità di una società dove i rapporti umani sono segnati da regole non scritte, così lontane da affascinare profondamente qualsiasi cinefilo occidentale.Wong Kar-Way concepisce e realizza un film essenziale ed elegante, impreziosito da un accompagnamento musicale a tal punto incisivo da meritare una riflessione a parte.La pellicola , per quanto riguarda la musica, è sostanzialmente divisa in due parti:I tempi della parte iniziale sono scanditi da sensuali note di archi che vengono insistentemente reiterate nelle scene topiche, dove un sapiente uso del rallenty enfatizza le emozioni uditive.La seconda parte, invece, è accompagnata da una suadente voce nell'interpretazione del brano "quiez quiez quiez" , che sviscera ulteriormente i dubbi e la passione dei 2 protagonisti, ormai amici e consci che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione.
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In the mood for love La storia semplice di un incontro casuale tra un uomo e una donna nella complessità di una società dove i rapporti umani sono segnati da regole non scritte, così lontane da affascinare profondamente qualsiasi cinefilo occidentale.Wong Kar-Way concepisce e realizza un film essenziale ed elegante, impreziosito da un accompagnamento musicale a tal punto incisivo da meritare una riflessione a parte.La pellicola , per quanto riguarda la musica, è sostanzialmente divisa in due parti:I tempi della parte iniziale sono scanditi da sensuali note di archi che vengono insistentemente reiterate nelle scene topiche, dove un sapiente uso del rallenty enfatizza le emozioni uditive.La seconda parte, invece, è accompagnata da una suadente voce nell'interpretazione del brano "quiez quiez quiez" , che sviscera ulteriormente i dubbi e la passione dei 2 protagonisti, ormai amici e consci che i loro rispettivi coniugi hanno una relazione. La recitazione dell'intero cast raggiunge livelli eccelenti, i dialoghi sono sempre funzionali e parcamente distribuiti tra mirabolanti piani sequenza che svelano l'ineccepibile bravura del regista.Un contributo tecnico eccezionale. I tempi del montaggio sono quelli di un film che potrebbe essere firmato da un mostro sacro del cinema, ma gli escamotage tecnici (soggettiva-contropiano-piano intero) donano al tutto una piacevole originalità, sempre ben accolta in un epoca di "blockbuster spaccatutto". Il risultato è affascinante e coinvolgente, 90 minuti da godere con attenzione e da rigustare. Indimenticabili i drappeggi degli omnipresenti tendaggi che con i loro colori accompagnano lo spettatore in nuovi climax emotivi sempre ascendenti e culminanti in riprese infinitamente lunghe, nelle quali la ricchezza dei quadri porta l'occhio trasognante del cineasta alla volontà di farsi cullare in questo delicato sogno orientale.
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anonimo
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venerdì 5 novembre 2004
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perdenti nell'incanto tragico del molteplice
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Un guanto nero lungo un passamano conduce suadente verso il viaggio dei(non) ritorni, dei (non) luoghi, dei (non) tempi. Non basta guardarlo (e sarebbe già abbastanza) questo nuovo film di Wong Kar Wai,è necessario ingoiarlo, ingoiare i soli colori, le sole forme, i soli movimenti, i soli corpi.
Corpi di donne, dee, puttane, misteri luccicanti e insondabili. I loro occhi vedono, sanno, hanno sempre saputo.
Ma il cinema è inganno, l'inganno più vero del vero, più dolce, più amaro, quello da cui vorremmo continuare ad essere ingannati. Perchè non ne possiamo fare a meno.
[+] allungalo il vino
(di ff)
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(di rosa)
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matteo
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giovedì 4 novembre 2004
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nulla di nuovo
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Parliamo sempre di un film di qualità, quindi il voto di due stelle si rifà a un parametro elevato. E' una ripetizione l'ultimo film di Kar -Wai rispetto al penultimo film. Di certo le immagini estetiche sono realizzate bene e con cura. L'inizio del film è un po' confuso, mentre la storia prende forma solamente dopo 30' minuti, ma la storia nella storia, i diversi piani ed intrecci non pendono per un cinema rigoroso, ma a mio parere sembra che la realizzazione del film sia stata sofferente e che di primo acchito il film sia un collage di immagini curate, ma che non rendono in maniera sufficiente la completezza del film. Parliamo sempre di un autore però che sa girare nonostante il vacillare della storia e la sua piega ripetitiva.
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enigma lover
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mercoledì 3 novembre 2004
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enigma lover time love ling
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18 ore dopo...
Futuro remoto
TIME LOVE LING
Mi guardo allo specchio strano non ho gli occhi a mandorla?
E' il mattino dopo il ritorno dallo struggente
viaggio/visione di 2046.. 2 ore di fascinazione, piccoli dettagli
che delicatamente, cinicamente, tragicamente raccontano
con la regia di Wong Kar Wai
della paura di amare davvero o la paura di amare troppo.
...può essere troppo presto per il vero amore o troppo tardi...
Toni Leung (Chow Mo Wan) in un film stranamente fantascientifico
si trasforma nel suo viaggio immaginario verso il 2046
dove il tempo non cambia mai,
in questa ricerca continua del passato,
dell'unica donna che abbia veramente amato
(la prima Su Li interpretata da Maggie Cheung),
la quale abitava proprio nella stanza accanto alla sua, la 2046.
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18 ore dopo...
Futuro remoto
TIME LOVE LING
Mi guardo allo specchio strano non ho gli occhi a mandorla?
E' il mattino dopo il ritorno dallo struggente
viaggio/visione di 2046.. 2 ore di fascinazione, piccoli dettagli
che delicatamente, cinicamente, tragicamente raccontano
con la regia di Wong Kar Wai
della paura di amare davvero o la paura di amare troppo.
...può essere troppo presto per il vero amore o troppo tardi...
Toni Leung (Chow Mo Wan) in un film stranamente fantascientifico
si trasforma nel suo viaggio immaginario verso il 2046
dove il tempo non cambia mai,
in questa ricerca continua del passato,
dell'unica donna che abbia veramente amato
(la prima Su Li interpretata da Maggie Cheung),
la quale abitava proprio nella stanza accanto alla sua, la 2046.
Nel viaggio è Così rivelato dagli androidi il segreto del bosco...
Come nell'"Aidoru" coincidenze, sincronicità, "punti nodali",
anche il mio segreto "Loveling" custodito
dagli alberi amanti è così rivelato...
e per dirla alla William Gibson "Adesso l'Aidoru è là,
ombra fra le ombre,
ma distinguibile. E io la raggiungerò."
Nella tensione dell'immaginazione è con gli occhi della mente
che riusciamo davvero a "vedere nessuno"
(magari per sposarlo).
Wo ai ni
Tan Mang Ling... Ling Ku Pictures dedicated to you
http://www.artling.it/picture.html
Commento dal futuro remoto di Mauro Nobilini 30 10 2046
http://www.artling.it/2046.html
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magda
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lunedì 1 novembre 2004
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trasfigurazione dell'amore
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Stagione autunnale,umida , introspettiva…..invito al raccoglimento e all'intimità.
i 90 minuti di una pellicola possono trasportarci tra i nostri mondi paralleli fantastici o appiattirci nella banalità piu' assoluta di "Ovunque sei" caro Placido, rimanici!
Bisogna soffrire davvero per girare dei film esistenzialistici o introspettivi,
gli italiani maestri nella commedia, si rivelano copie mal riuscite nel trattare di inquietudini e tormenti interiori.
Meglio gli originali Wim Wenders e Truffaut.
Cambiamo sala e spostiamoci nell'immaginario erotico di Wong Kar-Wai.
Altro registro interpretativo 2046:una parola,un suono, una data,il numero di una camera d'albergo? grande potere dei segni e della loro multiforme capacità semiotica.
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Stagione autunnale,umida , introspettiva…..invito al raccoglimento e all'intimità.
i 90 minuti di una pellicola possono trasportarci tra i nostri mondi paralleli fantastici o appiattirci nella banalità piu' assoluta di "Ovunque sei" caro Placido, rimanici!
Bisogna soffrire davvero per girare dei film esistenzialistici o introspettivi,
gli italiani maestri nella commedia, si rivelano copie mal riuscite nel trattare di inquietudini e tormenti interiori.
Meglio gli originali Wim Wenders e Truffaut.
Cambiamo sala e spostiamoci nell'immaginario erotico di Wong Kar-Wai.
Altro registro interpretativo 2046:una parola,un suono, una data,il numero di una camera d'albergo? grande potere dei segni e della loro multiforme capacità semiotica.
Sulla poliedricità ermeneutica si snoda questo film che con la perfezione geometrica della fotografia celebra l'imperfezione dell'amore collocando il sublime sentimento in uno spazio temporale completamente anacronistico,diacronico,assente.
Il treno verso il futuro, metafora del viaggio esistenziale interiore,sposta le nostre passioni non vissute verso proiezioni future, dove cio' che non è stato e cio' che non sarà mai si collega al filo rosso dell'immaginazione, del ricordo,dell'onirico, del fantastico.
L'istanza temporale del presente è assente,quasi a dirci che l'amore si nutre solo di ricordi e di speranze ed è condannanto a non vivere hic et nunc.
L'adesso dell'amore è cio' che passa, è lo sbattere di corpi copulanti di cui non rimmarà nulla………..molto nostalgico e anelante.
Molto Proustiano……………..
La sola donna amata è quella trasfigurata, ricordata,proiettata, immaginata.
L'amore come catarsi evocativa dei nostri turbamenti e dei nostri limiti, supera le dimensioni del tempo e ci costringe a misurarci con le nostre finitezze...la scrittura del malinconico giornalista attraverso la narrazione del se, cura,evoca,sublima,da respiro ai desideri, agli struggimenti,ai sentimenti inespressi(rimando al testo “autoanalisi per non pazienti” di Duccio Demetrio).
Le donne? immagini pittoriche di estrema eleganza erotica,muse ieratiche,delirii omnicomprensivi magnificamente rappresentate.
Celebrazione della figura femminile in chiave poetica e divina.
Ringrazio, come donna, il regista Wong Kar-Wai, per l’idea di femminilità che ci regala.
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(di pier)
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(di arnaco)
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