kondor17
|
sabato 10 gennaio 2015
|
grande film
|
|
|
|
rivedo oggi dopo anni questa ennesima prova d'autore di Alan Parker, condita con due dei Miei attori preferiti, Kevin Spacey, che interpreta il ruolo di un professore di Filosofia massacrato dalla vita e dai media, che si affida a Kate Winslet, nel ruolo perfetto per lei di una giornalista redenta.
Film bellissimo, dall'inizio alla fine, con un finale che non ti aspetti (ma tutto fila liscio).
Ah un difetto ce l'ha. Non è un film facile, nè da fare, nè da capire e forse lo rivedrò una terza volta o cercherò il romanzo da cui è tratto.
La recensione di MyMovies? > No comment. Vedere il film e leggerla, per giudicare.
[+]
rivedo oggi dopo anni questa ennesima prova d'autore di Alan Parker, condita con due dei Miei attori preferiti, Kevin Spacey, che interpreta il ruolo di un professore di Filosofia massacrato dalla vita e dai media, che si affida a Kate Winslet, nel ruolo perfetto per lei di una giornalista redenta.
Film bellissimo, dall'inizio alla fine, con un finale che non ti aspetti (ma tutto fila liscio).
Ah un difetto ce l'ha. Non è un film facile, nè da fare, nè da capire e forse lo rivedrò una terza volta o cercherò il romanzo da cui è tratto.
La recensione di MyMovies? > No comment. Vedere il film e leggerla, per giudicare. Ciao
[-]
|
|
[+] lascia un commento a kondor17 »
[ - ] lascia un commento a kondor17 »
|
|
d'accordo? |
|
valentina63
|
sabato 26 luglio 2014
|
un film bellissimo
|
|
|
|
Un film che ti tiene incollato fino al sorprendente finale. Molto bello. Sicuramente da non perdere.
|
|
[+] lascia un commento a valentina63 »
[ - ] lascia un commento a valentina63 »
|
|
d'accordo? |
|
arnaco
|
martedì 19 febbraio 2013
|
tu che di gel sei cinta
|
|
|
|
La musica che il "Cow boy" ascolta nel suo furgone, nella baracca in cui vive e infine a teatro è la romanza "Tu che di gel sei cinta" dalla Turandot di Puccini. La canta Liù, la schiava innamorata del suo padrone Calaf, prima di fare karakiri. Liù compie l'estremo sacrificio del suicidio per paura di cedere alle torture e rivelare il nome di Calaf alla "di gel cinta" principessa Turandot. Se Turandot sarà in grado di scoprire il nome di Calaf prima dell'alba questi sarebbe condannato a morte, altrimenti sarà lei costretta a sposarlo, in base a una generosa "rivincita" concessa da Calaf stesso (evidentemente sicuro del fatto suo) dopo avere battuto Turandot al primo round, indovinando i suoi tre enigmi.
[+]
La musica che il "Cow boy" ascolta nel suo furgone, nella baracca in cui vive e infine a teatro è la romanza "Tu che di gel sei cinta" dalla Turandot di Puccini. La canta Liù, la schiava innamorata del suo padrone Calaf, prima di fare karakiri. Liù compie l'estremo sacrificio del suicidio per paura di cedere alle torture e rivelare il nome di Calaf alla "di gel cinta" principessa Turandot. Se Turandot sarà in grado di scoprire il nome di Calaf prima dell'alba questi sarebbe condannato a morte, altrimenti sarà lei costretta a sposarlo, in base a una generosa "rivincita" concessa da Calaf stesso (evidentemente sicuro del fatto suo) dopo avere battuto Turandot al primo round, indovinando i suoi tre enigmi.
Non credo che Alan Parker abbia scelto questo brano, nel vasto repertorio della musica lirica, solo per la sua indiscutibile bellezza, ma anche per suggerire oltre agli altri motivi di riflessione di cui il film abbonda, anche quello del possibile accostamento di Liù a Constance. A noi spettatori il compito di coglierlo e svilupparlo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a arnaco »
[ - ] lascia un commento a arnaco »
|
|
d'accordo? |
|
renato critico
|
martedì 4 dicembre 2012
|
un film come un buon pasto, con amaro indigesto
|
|
|
|
Sarò un po’ prolisso, ma devo cercare di spiegare cosa, di questo film, mi ha troppo spiazzato, per rimanere indifferente, anche se l’ho visto solo di recente sul digitale TV. Alla fine, il mio giudizio è risultato radicalmente cambiato e un film, peraltro avvincente e ben congegnato, in conclusione mi è sembrato “indigesto”, tutto sommato “falso” o, forse, perfidamente beffardo verso l’impegno civile contro la pena di morte, mentre fa finta di sostenerne la causa.
Sono proprio gli ultimi secondi del film, che travolgono tutto il senso precedente e mi riferisco ovviamente a “David Gale – Kevin Spacey”. Tutti gli altri personaggi seguono un filo logico plausibile e credibile, anche nei risvolti sorprendenti e imprevisti che prendono corpo nel film, ma a David, che parte fanno fare?
Il racconto della sua vita, benché fatto da lui alla giornalista, viene presentato come vero, dalla carriera di professore brillante, alla “stupidata”, dall’abbandono della famiglia, alla discesa nel baratro dell’alcolismo, dal bisogno negato del figlio al rapporto profondo con l’amica e compagna di tante battaglie; persino la sua richiesta non di voler salvare la propria vita, ma di voler salvaguardare la propria figura agli occhi del figlio, nonché quello di capire chi e perché lo ha fatto arrivare fino al braccio della morte (è questo lo scopo per cui ha voluto parlare con la giornalista a 3 giorni dall’esecuzione), tutto questo è presentato come la richiesta disperata e dignitosa insieme di un uomo che sta subendo un’ingiustizia.
[+]
Sarò un po’ prolisso, ma devo cercare di spiegare cosa, di questo film, mi ha troppo spiazzato, per rimanere indifferente, anche se l’ho visto solo di recente sul digitale TV. Alla fine, il mio giudizio è risultato radicalmente cambiato e un film, peraltro avvincente e ben congegnato, in conclusione mi è sembrato “indigesto”, tutto sommato “falso” o, forse, perfidamente beffardo verso l’impegno civile contro la pena di morte, mentre fa finta di sostenerne la causa.
Sono proprio gli ultimi secondi del film, che travolgono tutto il senso precedente e mi riferisco ovviamente a “David Gale – Kevin Spacey”. Tutti gli altri personaggi seguono un filo logico plausibile e credibile, anche nei risvolti sorprendenti e imprevisti che prendono corpo nel film, ma a David, che parte fanno fare?
Il racconto della sua vita, benché fatto da lui alla giornalista, viene presentato come vero, dalla carriera di professore brillante, alla “stupidata”, dall’abbandono della famiglia, alla discesa nel baratro dell’alcolismo, dal bisogno negato del figlio al rapporto profondo con l’amica e compagna di tante battaglie; persino la sua richiesta non di voler salvare la propria vita, ma di voler salvaguardare la propria figura agli occhi del figlio, nonché quello di capire chi e perché lo ha fatto arrivare fino al braccio della morte (è questo lo scopo per cui ha voluto parlare con la giornalista a 3 giorni dall’esecuzione), tutto questo è presentato come la richiesta disperata e dignitosa insieme di un uomo che sta subendo un’ingiustizia. E si badi bene, non c’è nulla nel film che possa far pensare il contrario, che possa far capire un lato oscuro. Poi, gli ultimi secondi… ribaltano il tavolo da gioco.
Ed ecco spiegate le tre sensazioni descritte all’inizio: 1) si è voluto aggiungere ancora un ingrediente finale di sorpresa fra le tante che già ci sono, spiazzante proprio perché tutto il percorso filmico non ti da assolutamente motivo di attenderla, una sorta di scherzo indigesto; 2) il finale rende “falso” tutto il percorso emozionale creato prima; il film è - in modo assolutamente involontario – come il racconto di uno schizofrenico, solo che lo scopri all’ultimo istante. Detto altrimenti, se è vero l’ultimo minuto del film, non può che essere falso tutto quello che il protagonista ha fatto e detto prima; 3) forse il bersaglio del film è stato proprio quello di sminuire l’impegno civile contro la pena di morte (negli USA in particolare). Il campo di analisi si svolge solo all’interno di quell’ambito di persone e in definitiva si nota una drammatica cesura tra l’oggetto ideale dell'impegno sociale da un lato, la vita privata e relazionale e il metodo assurdo messo in atto per raggiungere il proprio scopo dall’altro. Insomma, questi fuori di testa che vogliono porre ostacoli ad una dura ma necessaria giustizia “capitale” sono dei falliti, che agiscono solo per puntiglio personale e non esitano ad usare metodi aberranti per raggiungere lo scopo. Del resto, nell’episodio del confronto tra il protagonista e il governatore del Texas, quando quest’ultimo gli chiede di fornirgli un solo esempio di condanna a morte ingiusta, David Gale non riesce a citare un solo esempio. Su questo aspetto del film credo che Giancarlo Zappoli abbia ragione: sembra un pamphlet contro gli abolizionisti della pena di morte. Tutto per quegli ultimi sessanta secondi.
Per il resto, un film intrigante, un buon ritmo, attori nella parte (su tutti ovviamente Kevin e Kate Winslet).
[-]
[+] io non credo......
(di francesco2)
[ - ] io non credo......
|
|
[+] lascia un commento a renato critico »
[ - ] lascia un commento a renato critico »
|
|
d'accordo? |
|
toty bottalla
|
lunedì 3 dicembre 2012
|
complicato!
|
|
|
|
Mi piacciono i film impegnativi, questo però, oltre che complicato è un po' confuso nei flash back e forzato nelle reazioni sin troppo calcolate e coincidenti della giornalista zelante, l'epilogo del thriller mi è apparso chiaro per via dell'interpretazione poco profonda di spacey quando è in carcere, che se è voluta: è geniale. Saluti.
|
|
[+] lascia un commento a toty bottalla »
[ - ] lascia un commento a toty bottalla »
|
|
d'accordo? |
|
paride86
|
venerdì 31 agosto 2012
|
molto bello
|
|
|
|
Un cast d'eccezione per un film intenso e spiazzante, ma non del tutto imprevedibile.
I temi principali della storia sono la morte e la libertà dell'uomo, entrambi sviluppati in maniera apodittica e dimostrativa da un Alan Parker esplicitamente schierato. Man mano che si dipana, la storia prende una piega decisamente estrema e radicale; tuttavia sono innegabili lo splendido ritratto dei protagonisti, la narrazione vivida e profonda delle loro passioni e convinzioni, e la sincera convinzione del regista.
[+]
Un cast d'eccezione per un film intenso e spiazzante, ma non del tutto imprevedibile.
I temi principali della storia sono la morte e la libertà dell'uomo, entrambi sviluppati in maniera apodittica e dimostrativa da un Alan Parker esplicitamente schierato. Man mano che si dipana, la storia prende una piega decisamente estrema e radicale; tuttavia sono innegabili lo splendido ritratto dei protagonisti, la narrazione vivida e profonda delle loro passioni e convinzioni, e la sincera convinzione del regista.
Un film da vedere.
[-]
[+] innegabili?
(di francesco2)
[ - ] innegabili?
|
|
[+] lascia un commento a paride86 »
[ - ] lascia un commento a paride86 »
|
|
d'accordo? |
|
denzel for ever
|
venerdì 4 maggio 2012
|
cambiate recensionsti
|
|
|
|
spero sl che nn li pagate
[+] solo una precisazione
(di francesco2)
[ - ] solo una precisazione
|
|
[+] lascia un commento a denzel for ever »
[ - ] lascia un commento a denzel for ever »
|
|
d'accordo? |
|
nerazzurro
|
martedì 24 aprile 2012
|
condannare è giusto?
|
|
|
|
Non sarà certo il miglior film interpretato dai protagonisti ma fa pensare e riflettere sul tema della pena di morte. Da vedere
|
|
[+] lascia un commento a nerazzurro »
[ - ] lascia un commento a nerazzurro »
|
|
d'accordo? |
|
gabrielee
|
venerdì 6 gennaio 2012
|
un film che divide
|
|
|
|
Non un capolavoro, ma se non altro è un film che fa riflettere. Ma bisogna essere obiettivi per guardarlo, è ovvio che chi è a favore della pena di morte avrà visto questo film con occhi decisamente diversi, e dubito che la critica possa essere quindi del tutto corretta "politicamente". Non per altro questo film è tutt'altro che famoso... e viene da chiedersi il perchè.
|
|
[+] lascia un commento a gabrielee »
[ - ] lascia un commento a gabrielee »
|
|
d'accordo? |
|
denzel for ever
|
martedì 22 novembre 2011
|
che gran bel film
|
|
|
|
che gran bel film......film che ti fa pensare....reditato molto bene...che ti coinvolge e nn annoia mai....davvero bello
|
|
[+] lascia un commento a denzel for ever »
[ - ] lascia un commento a denzel for ever »
|
|
d'accordo? |
|
|