paolo
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martedì 9 novembre 2004
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sognatori di che cosa ?
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Un film senza nè capo nè coda. Il '68 francese sembrerebbe il punto di partenza e di arrivo (?!), ma non si capisce nemmeno perchè viene tirato in ballo. Gli attori sono monocordi e poco espressivi, la trama non esiste, il sesso è forzato e fastidioso, l' erotismo è presunto e non coinvolgente, la morbosità tentata ma accennata e pretestuosa. Addirittura ridicolo il finale: i genitori ignari di tutto che tornano a casa, trovano il pandemonio nonchè figlio e figlia che dormono assieme nudi in salotto con un amico pure nudo... e cosa fanno ? lasciano un assegno e se ne vanno in punta di piedi per non disturbare !!! (che sia per Bertolucci un esempio di educazione dei figli ?) E la ragazza che allora decide di suicidarsi, va in cucina e guarda caso lì c'è un bel tubo di gomma lungo venti metri da collegare alla canna del gas ? E pensare che Bertolucci ha girato "Ultimo tango a Parigi" .
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Un film senza nè capo nè coda. Il '68 francese sembrerebbe il punto di partenza e di arrivo (?!), ma non si capisce nemmeno perchè viene tirato in ballo. Gli attori sono monocordi e poco espressivi, la trama non esiste, il sesso è forzato e fastidioso, l' erotismo è presunto e non coinvolgente, la morbosità tentata ma accennata e pretestuosa. Addirittura ridicolo il finale: i genitori ignari di tutto che tornano a casa, trovano il pandemonio nonchè figlio e figlia che dormono assieme nudi in salotto con un amico pure nudo... e cosa fanno ? lasciano un assegno e se ne vanno in punta di piedi per non disturbare !!! (che sia per Bertolucci un esempio di educazione dei figli ?) E la ragazza che allora decide di suicidarsi, va in cucina e guarda caso lì c'è un bel tubo di gomma lungo venti metri da collegare alla canna del gas ? E pensare che Bertolucci ha girato "Ultimo tango a Parigi" .... Starà invecchiando anche lui !
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alessandro pesce
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giovedì 19 febbraio 2004
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the dreamers
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E’ curioso che i due "enfants terribile" del cinema italiano inizi anni 60, Bellocchio e Bertolucci, abbiano quasi contemporaneamente girato due film rispettivamente sulla fine e sull’inizio della Grande Utopia, scegliendo entrambi però di non parlarne affatto…..e comunque preoccupandosi di dare un’immagine matura e moderata, l’uno rivalutando la figura del Padre (identificandola con Moro) e l’altro enfatizzando il discorso sull’inutilità della violenza (nell'invettiva di Matthew nell’ultima scena). Ma veniamo ai fatti:
è la storia di Theo e Isabelle, gemelli, con relativo legame sconvolgente ed unico. Essi vivono di immaginario cinematografico, quando non sono in cineteca a gustarsi Samuel Fuller o Fred Astaire, Godard o Greta Garbo, Freaks o Mouchette, vivono chiusi in casa fingendo sempre come in un film, o replicando le finzioni viste sullo schermo; e la finzione diventa vita in tutte le sue manifestazioni , sesso e morte compresi.
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E’ curioso che i due "enfants terribile" del cinema italiano inizi anni 60, Bellocchio e Bertolucci, abbiano quasi contemporaneamente girato due film rispettivamente sulla fine e sull’inizio della Grande Utopia, scegliendo entrambi però di non parlarne affatto…..e comunque preoccupandosi di dare un’immagine matura e moderata, l’uno rivalutando la figura del Padre (identificandola con Moro) e l’altro enfatizzando il discorso sull’inutilità della violenza (nell'invettiva di Matthew nell’ultima scena). Ma veniamo ai fatti:
è la storia di Theo e Isabelle, gemelli, con relativo legame sconvolgente ed unico. Essi vivono di immaginario cinematografico, quando non sono in cineteca a gustarsi Samuel Fuller o Fred Astaire, Godard o Greta Garbo, Freaks o Mouchette, vivono chiusi in casa fingendo sempre come in un film, o replicando le finzioni viste sullo schermo; e la finzione diventa vita in tutte le sue manifestazioni , sesso e morte compresi. Incontrano Matthew, studente americano e sentendolo affine lo fanno partecipe della loro "rappresentazione". E’ soltanto un aborto di vita, però, questo rapporto, perché i due gemelli (e viene il sospetto che potrebbe trattarsi di una sola persona con due identità sessuali) sono troppo ancorati al loro mondo interiore. Finchè un giorno la Storia, quella vera, li scuote arrivando con un sasso dalla finestra di casa, impedendo la morte di Isabelle ma proiettandoli nella realtà. E’ l’infanzia perduta, o soltanto la continuazione della finzione?
Questa è anche la storia di una rivoluzione mai cresciuta, di un' illusione rimasta tale, che tuttavia ha segnato definitivamente la vita di noi tutti perché da allora nulla è stato mai più uguale, nel bene e nel male e forse le vere rivoluzioni sono queste, le metamorfosi del pensiero e del modo di vivere. E l’entusiasmo dei ragazzi evocato nel film è un fermento, una speranza che, a detta dell’autore, mancherebbe alle nuove generazioni.
Trattandosi di illusioni infine questa NON PUÒ NON essere pure la storia dell’illusione cinematografica: The Dreamers, intitola Bertolucci, quasi accreditando l’antico luogo comune cinema=sogno ma nel film ricorda altresì la frase dei Cahiers du cinema secondo cui il regista è voyeur che spia dal buco della serratura, come lui stavolta, appunto, spia tre sognatori del '68.
Alessandro Pesce
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morgana
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lunedì 3 novembre 2003
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proprio dei sognatori
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Onestamente mi aspettavo qualcosa di meglio da Bertolucci.Il film è lento e trascinato, specialmente nella parte finale. Gli attori sono molto bravi. Curiosa l'idea di girare il film soprattutto nella casa dei due gemelli, che ostentano questa loro pomposa cultura, ma che in realtà sono solo imbottiti di cavolate culturali, ma quando si tratta poi di passare all'azione, non sanno neanche loro per cosa combattono veramente. Gioventù povera di ideali veri.
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