La schivata

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Un film di Abdellatif Kechiche. Con Osman Elkharraz, Sara Forestier, Sabrina Ouazani, Nanou Benhamou, Hafet Ben-Ahmed.
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Titolo originale L'Esquivé. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 117 min. - Francia 2003. uscita venerdì 11 febbraio 2005. MYMONETRO La schivata * * 1/2 - - valutazione media: 2,87 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
motasex mercoledì 16 gennaio 2008
ribadendo.. Valutazione 4 stelle su cinque
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come continuare... non sono un critico, ma uno spettatore nemmeno particolarmente colto. però, rivedendo "la schivata" al cinema, e accingendomi a vedere "cous cous" nei prossimi giorni, non posso che esultare per la presenza di un regista del genere nel panorama cinematografico europeo. che leggerezza, che armonia, che interpreti. quanta simpatia per i propri personaggi, dei quali viene mostrato il buono e il cattivo senza troppi giudizi che non siano una tenera ed empatica simpatia. e poi, un film ambientato nella banlieue parigina, parlato in verlan (il vernacolo parolaccesco di zone come la Zone o Seine-saint denis reso insulso dal nostro doppiaggio), con protagonisti per lo più arabi che riesce a raccontare una bella storia d'amore senza i soliti riferimenti alla droga (vabbé, una funzionale cannetta in macchina), senza piagnistei sull'integrazione mancata, senza insomma tutti gli stereotipi dei film di genere. [+]

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michele il critico giovedì 12 maggio 2005
la schivata Valutazione 0 stelle su cinque
88%
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LA SCHIVATA regia: Abdel Kechiche In una multietnica periferia parigina un gruppo di adolescenti (eccezionale l'espressività degli interpreti) "cresce" come in una giungla. A scuola la professoressa organizza la messa in scena di uno spettacolo teatrale... Tra Loach e Rohmer il cinema di Kechiche è etico ed essenziale. Una bellissima storia in cui il teatro rappresenta la ragione, l'elemento dialettico che può portare al superamento dell'ordine sociale regolato dalla violenza (di chi lo subisce e di chi lo difende). Il finale, amaro e spiazzante, dà modo di riflettere: il cinema non può modificare la realtà, ma può solo limitarsi ad indicare agli uomini una strada da seguire. Come è possibile che a Roma "La schivata" sia proiettato in una sola sala con la capienza di 32 posti? [+]

[+] wow il film "la schivata" (di gosvamj sakeram)
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philippe sabato 12 febbraio 2005
linguaggio, il luogo della violenza Valutazione 4 stelle su cinque
73%
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Nonostante l'urtante schematismo di fondo (il turpiloquio esasperato come certificato di autenticità, il teatro come alternativa alla violenza, la fatalità dei condizionamenti sociali), "La schivata" riesce a conquistare una sua verità e a difenderla coi denti fino alla fine. Abdel Kechiche gira con piglio secco, spigoloso, incisivo, attento a catturare la più piccola sfumatura nella recitazione dei giovani interpreti. L'asprezza stilistica giova alla credibilità della vicenda, ad alto rischio buonismo, ed alla definizione di personaggi che lasciano progressivamente emergere un universo sentimentale tutt'altro che piatto e stereotipato. Stupefacente la cura del sonoro, un impasto indistinto in cui si accavallano rumori e dialoghi. [+]

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jean remi martedì 10 settembre 2013
il vero linguaggio adolescenziale Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
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Sicuramente la cosa più originale ma nel contempo più difficile da comprendere e da gistificare, per chi non è oramai più adolescente, è il linguaggio che i ragazzi utilizzano tra loro; ma vi assicuro che frequentando, non una "banlieu" francese ma un qualsiasi quartiere popolare di periferia di una qualsiasi città della provincia italiana è quel linguaggio che si ritrova, espresso in maniera esemplare ed estremamente realistica nel film di Kechiche, splendido esempio di integrazione razziale.
Linguaggio che cambia radicalmente quando ci si rivolge ad un adulto "buongiorno signora, come sta suo marito........gli porti i saluti da parte mia. [+]

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angelo umana giovedì 10 ottobre 2013
le jeu de l'amour et du hasard Valutazione 3 stelle su cinque
25%
No
75%

 La ragazzina di 15 anni, Lydia, che viene dapprima mostrata prepotente e opportunista, risulta poi essere retta e lineare. Protagonista è un gruppo di adolescenti, con genitori di razze e provenienze diverse, ma tutti appartenenti ad una periferia di casermoni. E’ retto anche Abdelkrim, chiamato dai compagni Krimò, che maldestramente vuole conquistare Lydia o uscire con lei, un ragazzo schivo e impacciato (sarebbe bello pensare che l’esquive significasse lo schivo ma così non è, il titolo è di una schivata che non si comprende bene in che consista). Il papà di Krimò è in prigione e da lì gli manda disegni di barche a vela e di mare, sintomi di libertà ma anche di un animo nobile. [+]

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