gabriele
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domenica 18 agosto 2024
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a dispetto dei cinefili da cineforum
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Il mio metro di giudizio, non avendo simpatia per i cineforum, è quello di valutare un film in base al fatto di seguirlo con piacere sino alla fine. Questo è successo con Ipotesi di Reato a dispetto di quanti lo hanno vivisezionato e fatto a pezzi. Attori che fanno valere la loro presenza, scene ben girate ed un ritmo che tutto sommato non cala. Finale scontato? Finale moralistico? Francamente mi sono goduto anche l'ultima scontata e moralistica scena perché a volte i film sono come la coperta di Linus e chiediamo loro solo di rassicurarci.
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elgatoloco
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sabato 23 marzo 2019
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thriller irrisolto
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"Changing Lanes"(2002, Roger Michell), a ben pensarci , è un falso thriller e come tale è irrisolto, inclinando verso una(impossibile, nella realtà?)conciliazione tra due personaggi in qualche modo antitetici, certamente lontanissimi tra loro per quasi tutto. Un banale incidente automobilistico e... Il regista convince, poi invece sembra in qualche modo de-sistere, fingendo di non voler(o non volendo, non si sa bene)risolvere il rebus in qualche modo emblematizzato dal film. Un bel problema, per il regista , ma anche per lo spettatore: dato poi che non siamo nel"glass-play"à la Kafka e à la Orson Welles, il tutto si risolve/non si risolve, quasi come un nastro che si riavvolge oppure.
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"Changing Lanes"(2002, Roger Michell), a ben pensarci , è un falso thriller e come tale è irrisolto, inclinando verso una(impossibile, nella realtà?)conciliazione tra due personaggi in qualche modo antitetici, certamente lontanissimi tra loro per quasi tutto. Un banale incidente automobilistico e... Il regista convince, poi invece sembra in qualche modo de-sistere, fingendo di non voler(o non volendo, non si sa bene)risolvere il rebus in qualche modo emblematizzato dal film. Un bel problema, per il regista , ma anche per lo spettatore: dato poi che non siamo nel"glass-play"à la Kafka e à la Orson Welles, il tutto si risolve/non si risolve, quasi come un nastro che si riavvolge oppure...finge di farlo. "Changing Lanes"ha spunti iniziali interessanti, ma poi, appunto, non dà luogo a quanto promette... Sostanzialmente una delusione, anche se, bisogna ammetterlo, spunto per qualche riflessione nel film c'è, qualche spunto simile il film lo offfre, quasi poi"ritirando la mano". Il ritmo, come la produzione di senso, è "a corrente alternata": c'è, poi cala, riprende flbilmente, si appanna completamente....Tutto questo, certo, stando nella e alla logica thriller che non è mai, almeno completamente, quella del film... Anche a livello interpretativo, un grosso décalage tra Samuel Jackson, una garanzia e Ben Affleck che, come interprete, non è mai cresciuto molto, neppure negli anni successivi a questo, anzi sembra aver compiuto anche alcuni"passi indietro". El Gato
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stefano bruzzone
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mercoledì 26 novembre 2014
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godibilissimo
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Un avvocato di successo e un ex alcolizzato hanno un piccolo incidente su una superstrada di newyorkese. Da questo episodio di ordinaria quotidianità si sviluppa un crescendo decisamente fuori misura che vede i due scontrarsi con sempre maggiore ferocia.
Interessante legal movie che esce dalle aule del tribunale per concentrarsi sullo scontro fra i due protagonisti entrambi bravi come sempre.Il film si snoda fra gli uffici e le strade della grande mela sino ad un epilogo se vogliamo prevedibile ma tutto sommato resta una pellicola godibilissima
Voto: 7
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greg2
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mercoledì 29 febbraio 2012
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non male
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Film più che apprezzabile, senza troppe pretese ma che si lascia guardare dall'inizio alla fine senza annoiare mai
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johngarfield
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giovedì 23 giugno 2011
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non solo ovvietà
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Di primo acchito, si tenderebbe a dare ragione a Zappoli nel qualificare il film come trionfo dell'ovvietà; poi però, con analizzandolo in profondità, è possibile estrapolare spunti per qualche riflessione che potrebbe risultare interessante. Il primo elemento che affiora è la sostanziale condanna di una società impazzita. Interessante è. a questo proposito, lo stratagemma con cui lo studio legale presso il quale lavora il protagonista riesce a rendere legale ciò che è illegale.Se i cardini su cui la nostra società si regge si basano sulla legalità, e se uno studio legale riesce a rendere legale ciò che legale non è, questo significa che la nostra società si basa, più che sulla legalità, sul suo artificio.
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Di primo acchito, si tenderebbe a dare ragione a Zappoli nel qualificare il film come trionfo dell'ovvietà; poi però, con analizzandolo in profondità, è possibile estrapolare spunti per qualche riflessione che potrebbe risultare interessante. Il primo elemento che affiora è la sostanziale condanna di una società impazzita. Interessante è. a questo proposito, lo stratagemma con cui lo studio legale presso il quale lavora il protagonista riesce a rendere legale ciò che è illegale.Se i cardini su cui la nostra società si regge si basano sulla legalità, e se uno studio legale riesce a rendere legale ciò che legale non è, questo significa che la nostra società si basa, più che sulla legalità, sul suo artificio. La legalità quindi è una maschera moralistica, dietro cui si compiono i misfatti più orrendi. Il secondo elemento sono i due livelli di comportamento degli individui. Normalmente, e secondo la tradizione, il primo livello è quello del comportamento etico, quello cioè che in condizioni di normalità, è di solito praticato dalla gente. Il secondo è quello condizionato dai fattori alienanti della nostra società: lo status sociale, il carrierismo, il prestigio, il potere, il denaro. Si tratta di comportamenti aggressivi allo scopo di difendere la propria scala di valori materiali (la macchina, il potere, il lusso, il privilegio, ecc.). Il personaggio di Samuel Jackson è un alcolista in lotta per liberarsi dal vizio. Si sta giocando tutto: lavoro, famiglia, salute. Non è dato sapere i motivi per cui è caduto nel vizio, ma è lecito arguire che si tratta di una persona che, di fronte a seri ostacoli, incapace di affrontarli adeguatamente, si rifugia nell'alcol. La società attuale è spietata con chi non riesce ad affrontarne le difficoltà. E' una selettività feroce, che fa spesso precipitare l'umanità nella legge della jungla. Il parsonaggio interpretato da uno scialbo Ben Affleck è invece un chiaro esempio di ciò che è oggi la figura del giovane VIP WASP rampante. E' un giovane avvocato che lavora per uno studio legale che, a quanto pare, agisce come tutti gli studi legali americani (e non): fare quattrini ad ogni costo, anche passando sopra la legalità. Entrambi i protagonisti, invece di comportarsi come persone civili, immersi in una società super-competitiva e spietata, reagiscono usando la violenza (quella primitiva (Jackson) e quella più raffinata(Affleck). Questo dimostra che l'uomo sociale attuale, invece di comportarsi da uomo civile, agisce selvaggiamente per distruggere chi gli si para davanti e minaccia di mettere in pericolo il traguardo che si è prefisso. La società quindi si è modificata: dato che le condizioni attuali urbane sono quelle che conosciamo, il livello primo di comportamento è quello selvaggio, è il richiamo della foresta, è l'urlo dell'uomo-bestia deciso a difendere il proprio territorio che oggi si chiama status-symbol. Per arrivare al secondo livello, l'uomo deve necessariamente fermarsi e riflettere. Ma la nostra società permette questo momento di pausa? O non è un accavallarsi parossistico di accadimenti che portano l'homo urbanus alla distruzione e all'auto-distruzione? Il finale del film è consolatorio, d'accordo. Ma i problemi che il film pone sono inquietanti.
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filippo catani
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giovedì 26 maggio 2011
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nè carne nè pesce
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Due uomini hanno un incidente in autostrada. Uno è un avvocato che deve andare a discutere una causa milionaria (Affleck) l'altro è un assicuratore che deve anch'egli recarsi in tribunale per una causa di affidamento. L'avvocato dà un assegno in bianco all'assicuratore ma fila via senza dargli un passaggio dimenticando sulla strada la procura del suo cliente. L'assicuratore a causa di questi eventi arriverà tardi al tribunale perdendo la custodia dei figli. Da questo momento i due inizieranno una lotta senza esclusione di colpi.
Un film senza arte nè parte che ha il solo pregio di durare poco. Il risultato di questo film è una sorta di misto fra Delitto e Castigo e un Giorno di ordinaria follia con tanto di riflessioni ciniche su quanto sia brutto e ipocrita il mondo (specialmente quello dei grandi studi di avvocati americani).
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Due uomini hanno un incidente in autostrada. Uno è un avvocato che deve andare a discutere una causa milionaria (Affleck) l'altro è un assicuratore che deve anch'egli recarsi in tribunale per una causa di affidamento. L'avvocato dà un assegno in bianco all'assicuratore ma fila via senza dargli un passaggio dimenticando sulla strada la procura del suo cliente. L'assicuratore a causa di questi eventi arriverà tardi al tribunale perdendo la custodia dei figli. Da questo momento i due inizieranno una lotta senza esclusione di colpi.
Un film senza arte nè parte che ha il solo pregio di durare poco. Il risultato di questo film è una sorta di misto fra Delitto e Castigo e un Giorno di ordinaria follia con tanto di riflessioni ciniche su quanto sia brutto e ipocrita il mondo (specialmente quello dei grandi studi di avvocati americani). Insomma niente che non sapessimo già e che non avessimo già visto. Una sorta di finale aperto semi consolatorio non fa che peggiorare le cose.
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alex_23
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domenica 7 novembre 2010
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sì, ok, ma..
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Le strade dell'avvocato Banek e del signor Gypson s'incrociano (loro malgrado) nel traffico di una burrascosa giornata a New York.
Sono entrambi diretti in tribunale e per entrambi incombe una giornata cruciale: l'avvocato deve presenziare ad una causa che lo consacrerebbe, Gypson ha un'importante incontro con la moglie per la custodia dei figli. Nel raggiungere il tribunale si scontano con le loro auto e Gypson ha la peggio. Banek affronta il misfatto con leggerezza e non sa che sta inguaiando il povero malcapitato. Da lì in poi sarà vendetta. 'Combatteranno' con colpi bassi che potrebbero mandare sul lastrico entrambi.
Viene fuori la sufficienza con la quale i potenti in doppiopetto trattano quelli che considerano inferiori a loro.
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Le strade dell'avvocato Banek e del signor Gypson s'incrociano (loro malgrado) nel traffico di una burrascosa giornata a New York.
Sono entrambi diretti in tribunale e per entrambi incombe una giornata cruciale: l'avvocato deve presenziare ad una causa che lo consacrerebbe, Gypson ha un'importante incontro con la moglie per la custodia dei figli. Nel raggiungere il tribunale si scontano con le loro auto e Gypson ha la peggio. Banek affronta il misfatto con leggerezza e non sa che sta inguaiando il povero malcapitato. Da lì in poi sarà vendetta. 'Combatteranno' con colpi bassi che potrebbero mandare sul lastrico entrambi.
Viene fuori la sufficienza con la quale i potenti in doppiopetto trattano quelli che considerano inferiori a loro.
Sì ok, il finale è un po' sdolcinato, ma non sempre bisogna fare il coup de thèatre. Sono scelte che spettano al regista e che possono piacere o meno al pubblico.
Tutto sommato un bel film nonostante un Affleck acerbo (ma non troppo).
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ezio
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lunedì 24 novembre 2008
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i gusti son gusti
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anche senza effetti speciali si può fare un bel film; finale troppo "lieto fine americano"? a me fa piacere! ottimi i 2 protagonisti. Non credete solo a chi ne parla male; per i film... i gusti son gusti.
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