petercinefilodoc
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sabato 26 aprile 2014
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uno dei migliori spielberg del 2000!
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Fra i tanti progetti incompiuti di Stanely Kubrick, ce n'era anche uno che affrontava l'impatto della tecnologia nel futuro attraverso un'androide bambino capace di provare sentimenti. Ma le tecnologie che un film del genere richiedeva non si erano ancora sviluppate molto all'epoca, il regista di Arancia Meccanica e Shining decise quindi che sarebbe stato meglio aspettare un po di anni prima di portarlo sullo schermo. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1999, il progetto fu impugnato da un suo grande amico: Steven Spielberg, che ne cura anche la sceneggiatura (la seconda della sua carriera). E finalmente, dopo anni di lavorazione, nel 2001 A.
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Fra i tanti progetti incompiuti di Stanely Kubrick, ce n'era anche uno che affrontava l'impatto della tecnologia nel futuro attraverso un'androide bambino capace di provare sentimenti. Ma le tecnologie che un film del genere richiedeva non si erano ancora sviluppate molto all'epoca, il regista di Arancia Meccanica e Shining decise quindi che sarebbe stato meglio aspettare un po di anni prima di portarlo sullo schermo. Dopo la sua morte, avvenuta nel 1999, il progetto fu impugnato da un suo grande amico: Steven Spielberg, che ne cura anche la sceneggiatura (la seconda della sua carriera). E finalmente, dopo anni di lavorazione, nel 2001 A.I. - Intelligenza artificiale usci' nelle sale di tutto mondo. Protagonista assoluto Haley Joel Osment, l'allora bambino rivelazione de Il sesto senso, candidato all'Oscar a soli 11 anni. Ciò che apparentemente sembra un mastodontico blockbuster d'intrattenimento, nei suoi 140 minuti di durata in realtà coglie l'occasione per riflettere su molti temi interessanti, legati principalmente al forte impatto della tecnologia nel futuro, ma anche aspetti sociologici ed esistenziali. L'uomo crea gli androidi, se ne serve, ma questi pian piano iniziano a diventare sempre più numerosi. Essi ovviamente sono molto più intelligenti di noi ed inoltre vivranno in eterno, mentre il genere umano è costretto ad una periodica sostituzione. L' inevitabile conseguenza è che gli uomini iniziano a distruggere i robot per fare in modo che questi non prendano il sopravvento numerico sulla razza umana. Vengono trattati per quello che sono, degli oggetti privi di emozioni. Ma quando l'azienda Cybertronics decide di produrre David, il primo robot capace di provare emozioni e addirittura di voler bene, dalle sembianze di un bambino, questo concetto cambia. David non è umano, ma prova le nostre stesse emozioni e sofferenze, non merita di essere trattato come tale? Eppure l'uomo ha sempre difficoltà nell'accettare ciò che è diverso. E cosi', la famiglia a cui è stato affidato decide di abbandonarlo. Questo film è geniale, la sceneggiatura è geniale, Spielberg ci dà una dettagliatissima visione del futuro. Tutto è studiato nei minimi particolari: le macchine, le case, i giochi futuristici, le città. Da brividi le immagini della New York sommersa, con la Statua della libertà che ormai mostra soltanto il braccio alzato. Un'uso del digitale magistrale per l'epoca. Ma è il cuore del film rimane il personaggio di David. Quel che inizia come un film fantascientifico si trasforma in una favola moderna. Un robot, che dopo aver ascoltato dalla "madre" la favola di Pinocchio, va alla ricerca dell Fata Turchina per chiederle di trasformarlo in un bambino vero, con la speranza che in questo modo i genitori lo ameranno di più. Solo Spielberg poteva portare in scena una storia del genere, con la sensibilità e il grande cuore che ha sempre contraddistinto i suoi precedenti film, ormai mitici e impressi nella memoria di almeno 3 generazioni. La regia è una delle migliori del signor telefono casa, stile Kubrick, dove ogni movimento di macchina fa gioire per l'eleganza con cui è stato realizzato, e non è un caso se i fan di Stanley salteranno ripetutamente dalla poltrona dinanzi alle palesi citazioni a film del regista, in particolare 2001 e Arancia Meccanica. Posso dunque riassumere che in AI c'è tanto Spielberg, ma anche tanto Kubrick. Spassosissimo il personaggio del Gigolò Joe (Jude Law), robot in fuga per essere stato incastrato in un omicidio da un suo cliente. Egli entrerà in contatto con David dando esilaranti siparietti comici. Avete quindi capito che ho letteralmente amato A.I. - Intelligenza artificiale, trovo che sia un film geniale, intelligente, visivamente eccelso, profondo, commovente. Uno dei migliori Spielberg degli ultimi 14 anni.
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armilio
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sabato 29 dicembre 2012
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aggiungo una cosa alla mia rece:
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La seconda parte, con il viaggio del bambino alla ricerca della fata Turchina, poteva diventare - con un occhio più freddo e Kubrickiano - una metafora della ricerca della verità, che si arenava nell'oceano. E invece Spielberg ha voluto mantenere in piedi il sogno, non deludere lo spettatore non smaliziato, a costo di resuscitare - letteralmente - i morti.
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armilio
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sabato 29 dicembre 2012
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la storia (del cinema) non si fa con i se, ma...
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...se ci fosse stato Kubrick alla regia!
(attenzione, spoiler)
La prima parte, fino all'abbandono del bambino, faceva sperare nel capolavoro, ed era in evidente stile Kubrickiano: freddo indagatore delle dinamiche sociali, nessuna traccia di cantastorie. Un film a metà strada tra il dramma familiare e il sci-fi. Niente di nuovo, ma perfetto, sublime.
Poi incomincia la seconda parte, il viaggio del bambino fino agli abissi del luna-park sommerso: questa parte è la parte con il maggior potenziale inespresso. Un viaggio che poteva diventare un modo per scoprire il mondo futuristico immaginato nel film, in realtà non compie mai appieno questo compito, preferendo mantenere gran parte dell'attenzione sulla figura del bambino, e della sua ricerca della "fata turchina".
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...se ci fosse stato Kubrick alla regia!
(attenzione, spoiler)
La prima parte, fino all'abbandono del bambino, faceva sperare nel capolavoro, ed era in evidente stile Kubrickiano: freddo indagatore delle dinamiche sociali, nessuna traccia di cantastorie. Un film a metà strada tra il dramma familiare e il sci-fi. Niente di nuovo, ma perfetto, sublime.
Poi incomincia la seconda parte, il viaggio del bambino fino agli abissi del luna-park sommerso: questa parte è la parte con il maggior potenziale inespresso. Un viaggio che poteva diventare un modo per scoprire il mondo futuristico immaginato nel film, in realtà non compie mai appieno questo compito, preferendo mantenere gran parte dell'attenzione sulla figura del bambino, e della sua ricerca della "fata turchina". Si perde qui la possibilità di dare profondità alla storia, come se a questo punto Spielberg avesse distolto lo sguardo da quello che gli indicava Kubrick e l'abbia posato su quello che piaceva più a lui.
In ogni caso, il film poteva benissimo finire mezz'ora prima, con il bambino che guarda per l'eternità la statua della Fata Turchina. Una fine triste: ma realistica, interessante, che poteva dare tutto un altro significato al film, che mi avrebbe lasciato soddisfatto. Ma no, qua Spielberg decide di rovinare il film con il lieto fine favolesco: ci mette in mezzo gli alieni - ma non può stare senza? - e fa pastrocchi sullo spazio-tempo rovinando tutta quell'aurea di fantascienza che comunque il film si era costruito.
Il film quindi perde ogni interesse intellettuale, e diventa la storia del bambino (robot) piagnucoloso, con alieni (alieni! umanoidi! buoni!) deus-ex machina che servono a dare il finale mieloso che tutti i bravi padri e madri di famiglia vogliono vedere. E allora sia caro Steven, ma hai buttato in pasto ai porci un potenziale capolavoro.
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killbillvol2
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mercoledì 16 maggio 2012
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a.i. artificial intelligence
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Classico esempio di film straziante, che da un'idea bella la rovina nel corso del film, in particolare nella terza parte. Infatti, come ha detto il Morandini, il film è divisibile in tre parti:
1. La prima è la migliore, comunque triste, ma avvincente, e basata sulla bella idea di un robot capace di amare, che viene dato a due coniugi che hanno un figlio in coma. Quando quest'ultimo si risveglia, loro sono costretti ad abbandonare il piccolo robot.
2. Inferiore alla prima parte, ma comunque ABBASTANZA godibile, nella quale il piccolo robot va in cerca della Fata Turchina in mezzo ad un mondo tanto futuristico quanto barbaro e crudele.
3.
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Classico esempio di film straziante, che da un'idea bella la rovina nel corso del film, in particolare nella terza parte. Infatti, come ha detto il Morandini, il film è divisibile in tre parti:
1. La prima è la migliore, comunque triste, ma avvincente, e basata sulla bella idea di un robot capace di amare, che viene dato a due coniugi che hanno un figlio in coma. Quando quest'ultimo si risveglia, loro sono costretti ad abbandonare il piccolo robot.
2. Inferiore alla prima parte, ma comunque ABBASTANZA godibile, nella quale il piccolo robot va in cerca della Fata Turchina in mezzo ad un mondo tanto futuristico quanto barbaro e crudele.
3. La più brutta, noisa, e per fortuna corta delle tre, nella quale il film si perde completamente, mentre il povero robot "trova" la Fata Turchina.
Superata la metà si ha la netta sensazione che il film non sappia dove andare a parare (infatti alla fine compaiono addirittura gli alieni!!!), e delude le grandi aspettative che si erano via via formate nella prima parte. Certamente è girato in modo sublime da Spielberg, che lo ha anche scritto basadosi su un soggetto di Brian Aldiss, ma non è tutto. Il progetto era stato inizialmente ideato per Stanley Kubrick, che purtroppo morì prima di realizzarlo, e il film passò nelle mani del grande amico. Nel finale, sembra quasi che il regista abbia avuto un attacco di sadismo nei confronti del povero protagonista, che è per altro l'emblema della sfiga umana (la statua della fata turchina che gli si frantuma davanti agli occhi). Gli unici motivi validi per vedere questo film sono l'uso delle luci, e l'irresistibile orsacchiotto meccanico Teddy, che accompagna il robot per tuttee sue peripezie. Carina e divertente l'interpretazione di Jude Law nei panni di un gigolò meccanico ideato solo per il piacere femminile. Non è un granchè, nonostante le belle riprese della città futuristica e della New York allagata dalle acque. E poi 140 minuti sono davvero troppi.
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brando fioravanti
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martedì 27 marzo 2012
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goliardica avventura
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Il film ricalca qualche vecchia storia . La morale che si dovrebbe avere nei confronti di robot cosi avanzati da provare vere emozioni. Niente di nuovo nei contenuti, ma lo stile davvero goliardico del film è ammirevole. Un arena per dei cyborg ha un forte impatto visivo e sa divertire lo spettatore. Mano a mano ci si ritrova in una vera avventura mozzafiato. Il problema è che il film esce dal genere fantascienza per trasformarsi in una favola. Il finale davvero troppo fantasioso. Non è neanche cosi commovente.
Brando fioravanti
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ambromaury
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martedì 27 dicembre 2011
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a.i. intelligenza artificiale merita 9 di voto.
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Ciao a tutti, ma voi che film guardate?.Io ho visto A.I. e mi è piaciuto moltissimo e vorrei fare i miei più sinceri complimenti a Steven Spielberg che è un SIGNOR REGISTA.E un film bello pieno di doppi sensi molto interiore e molto profondo, e a chi pensa che Spielberg sappia solo far commuovere strappando qualche lacrimuccia con il finale di questo film ricordo solo due cose 1:Ha diretto anche Amistad(che non è un film lacrimevole)2:Un buon regista deve raccontare la storia fino alla fine e da quel poco che so Spielberg ha portato a conclusione un lavoro od un'idea di Kubrick.Vorrei sapere se possibile se tutta la regia e sua(in alcune scene sembra di vedere la mano di Kubrick(in senso lato)).
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Ciao a tutti, ma voi che film guardate?.Io ho visto A.I. e mi è piaciuto moltissimo e vorrei fare i miei più sinceri complimenti a Steven Spielberg che è un SIGNOR REGISTA.E un film bello pieno di doppi sensi molto interiore e molto profondo, e a chi pensa che Spielberg sappia solo far commuovere strappando qualche lacrimuccia con il finale di questo film ricordo solo due cose 1:Ha diretto anche Amistad(che non è un film lacrimevole)2:Un buon regista deve raccontare la storia fino alla fine e da quel poco che so Spielberg ha portato a conclusione un lavoro od un'idea di Kubrick.Vorrei sapere se possibile se tutta la regia e sua(in alcune scene sembra di vedere la mano di Kubrick(in senso lato)).Ciao a tutti.Ambrogio Maurizio
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tizianastanzani
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martedì 11 gennaio 2011
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niente di nuovo
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Da un'idea originale di Kubrick, il soggetto è basato su due racconti brevi, uno di Brian Aldiss, l’altro di Ian Watson. Il film è però firmato Spielberg. E si vede. Insomma; gradevole, ma - purtroppo - niente di nuovo. Il fatto è che mi ha un tantino stufato, Spielberg, con i suoi pistolotti finali, le lacrimucce a tutti i costi (se no il pubblico non si commuove). Mi ha pure stufato l'alieno toccafronte di bambini. Questo regista orm\ai non ha più granché da dire (se non negli effetti speciali) e temo non ci sia davvero più speranza che Kubrick (in un modo o nell'altro) possa ritornare. Se Kubrick fosse stato vivo avrebbe coronato la sua stupefacente vita cinematografica con un capolavoro assoluto.
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Da un'idea originale di Kubrick, il soggetto è basato su due racconti brevi, uno di Brian Aldiss, l’altro di Ian Watson. Il film è però firmato Spielberg. E si vede. Insomma; gradevole, ma - purtroppo - niente di nuovo. Il fatto è che mi ha un tantino stufato, Spielberg, con i suoi pistolotti finali, le lacrimucce a tutti i costi (se no il pubblico non si commuove). Mi ha pure stufato l'alieno toccafronte di bambini. Questo regista orm\ai non ha più granché da dire (se non negli effetti speciali) e temo non ci sia davvero più speranza che Kubrick (in un modo o nell'altro) possa ritornare. Se Kubrick fosse stato vivo avrebbe coronato la sua stupefacente vita cinematografica con un capolavoro assoluto. Nel complesso il film è gradevole, ma in certi punti è terribilmente noioso: la prima parte è molto bella, (ed ecco il pennello di Kubrick); la seconda è banale, e il finale è penoso. Tra fate turchine e grilli parlanti, non è con gli effetti speciali che si fanno i capolavori. Vi ricordate D.A.R.Y.L.? Già 26 anni fa fu cinematograficamente progettato un bambino robot da Simon Wincer.
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[+] l'immenso amore di un figlio verso la madre
(di umbro)
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cuccitell
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mercoledì 29 dicembre 2010
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spoiler
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grazie per lo spoiler del finale!
credo sarebbe opportuno editare
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livio de fabrizio
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lunedì 13 dicembre 2010
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pinocchio 2000
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A partire da un racconto di Brian Aldiss, e attraverso un’idea di Stanley Kubrick e un progetto di sceneggiatura di Ian Watson, il regista Steven Spielberg pare tentare un ritorno a quella fantascienza molto soft, umanistica e fanciullesca, di E.T. Stavolta, in realtà, di fantascienza ce n’è molta in più, dal futuro in cui si creeranno bambini-robot identici agli umani al viaggio di David tra luna park e fiere della carne, fino ad arrivare alla scomparsa dell’umanità. Spielberg conduce la storia con mestiere e sa come tener vivo l’interesse, senza negarsi pure qualche rimando a Kubrick: si capisce già nella prima parte, quella “familiare”, che non si assisterà ad un capolavoro, ma i guizzi ci sono e la visione è abbastanza piacevole.
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A partire da un racconto di Brian Aldiss, e attraverso un’idea di Stanley Kubrick e un progetto di sceneggiatura di Ian Watson, il regista Steven Spielberg pare tentare un ritorno a quella fantascienza molto soft, umanistica e fanciullesca, di E.T. Stavolta, in realtà, di fantascienza ce n’è molta in più, dal futuro in cui si creeranno bambini-robot identici agli umani al viaggio di David tra luna park e fiere della carne, fino ad arrivare alla scomparsa dell’umanità. Spielberg conduce la storia con mestiere e sa come tener vivo l’interesse, senza negarsi pure qualche rimando a Kubrick: si capisce già nella prima parte, quella “familiare”, che non si assisterà ad un capolavoro, ma i guizzi ci sono e la visione è abbastanza piacevole. Il regista trova la sua forza nello spettacolo, come quando presenta la terribile fiera della carne, e nel suo amore per l’infanzia. Si poteva avere molto di più da una storia come questa, da una storia che non riesce, nonostante tutto, a diventare una fiaba moderna, considerata anche la debolezza del finale.
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f.vassia 81
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giovedì 26 agosto 2010
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pinocchio nel futuro
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La sceneggiatura, ispirata a racconti di Brian Aldiss, fornisce al regista una lunga storia iniziatica con vari rimandi a Pinocchio, alcuni dichiarati, altri meno ( il tenero orso Teddy è di certo un Grillo Parlante; il personaggio di Law potrebbe essere Lucignolo).Molti critici hanno giudicato negativamente questo film perchè il regista avrebbe tradito lo spirito di Stanley Kubrick, che per primo aveva lavorato al progetto senza però fare in tempo e farne una pellicola; che sciocchezza!Kubrick era Kubrick e Spielberg è Spielberg, cioè un autore diverso ma ugualmente grande, che ovviamente ha voluto dare all'opera un'impronta tutta sua, con quella fusione tra fiabesco e fantascientifico che gli è sempre riuscita molto bene, costruendo così un film visivamente affascinante, magari non privo di difetti (l'eccessivo patetismo del finale strappalacrime, una certa fumosità nell'affrontare i temi filosofici proposti da Aldiss), ma sicuramente emozionante.
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La sceneggiatura, ispirata a racconti di Brian Aldiss, fornisce al regista una lunga storia iniziatica con vari rimandi a Pinocchio, alcuni dichiarati, altri meno ( il tenero orso Teddy è di certo un Grillo Parlante; il personaggio di Law potrebbe essere Lucignolo).Molti critici hanno giudicato negativamente questo film perchè il regista avrebbe tradito lo spirito di Stanley Kubrick, che per primo aveva lavorato al progetto senza però fare in tempo e farne una pellicola; che sciocchezza!Kubrick era Kubrick e Spielberg è Spielberg, cioè un autore diverso ma ugualmente grande, che ovviamente ha voluto dare all'opera un'impronta tutta sua, con quella fusione tra fiabesco e fantascientifico che gli è sempre riuscita molto bene, costruendo così un film visivamente affascinante, magari non privo di difetti (l'eccessivo patetismo del finale strappalacrime, una certa fumosità nell'affrontare i temi filosofici proposti da Aldiss), ma sicuramente emozionante.L'inizio, con l'arrivo di David a casa dei genitori adottivi, è di pura maestria registica, con movimenti di macchina, luci e messa in scena che cooperano perfettamente nel raccontarci il passaggio del robot, nel cuore di Monica, da inquietante oggetto estraneo a membro della famiglia.
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