joker 91
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giovedì 23 dicembre 2010
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scott-crowe-phoenix creano un capolavoro
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un film sorprendente,non fedele ai fatti accaduti ma entusiasmante nei messaggi che vuole dare, interpretazioni che sono superbe come superba è anche la sceneggiatura che con i suoi dialoghi sorprende moltissimo unita ad ambientazioni stupende. Crowe e Phoenix sono geniali nei loro ruoli in quello che forse rimane l'ultimo grande kolossal realizzato sino ad oggi,Scott al suo miglior film arrivando a mio parere a superare anche Alien e Blade Runner. Superato solo da Braveheart
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byrne
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domenica 25 agosto 2013
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potenza della suggestione
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Attenzione, perchè si sappia: il voto è due stelle e mezzo, non due. Grandissimo spettacolo, epico e travolgente. La battaglia iniziale ed altre scene (sempre dello stesso tipo, guerra/azione/combattimento) sono memorabili. Crowe, pur non meritandosi neppure alla lontana l'oscar che ha ricevuto, è splendidamente calato nella parte e offre un'interpretazione iconica. Phoenix e Harris colpiscono invece con due prove elegantissime e sfaccettate, le uniche perle "pure" che il film offre. Si, perchè per il resto siamo di fronte ad un meccanismo narrativo semplicistico più che semplice, studiato al millimetro per indignare, generare rivalsa e repulsione nello spettatore, commuovere ecc.
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Attenzione, perchè si sappia: il voto è due stelle e mezzo, non due. Grandissimo spettacolo, epico e travolgente. La battaglia iniziale ed altre scene (sempre dello stesso tipo, guerra/azione/combattimento) sono memorabili. Crowe, pur non meritandosi neppure alla lontana l'oscar che ha ricevuto, è splendidamente calato nella parte e offre un'interpretazione iconica. Phoenix e Harris colpiscono invece con due prove elegantissime e sfaccettate, le uniche perle "pure" che il film offre. Si, perchè per il resto siamo di fronte ad un meccanismo narrativo semplicistico più che semplice, studiato al millimetro per indignare, generare rivalsa e repulsione nello spettatore, commuovere ecc. E funziona. Calibratissimo ma senza vera poesia. Gli va attribuito il merito di aver riportato in auge un certo tipo di film storico (non esattamente peplum, ma siamo da quelle parti). Esaltante (ma altisonante e pomposa) colonna sonora di Hans Zimmer, riciclata in seguito per La maledizione della prima luna. La lunghezza fuori misura non si sente, e il respiro epico è autentico, genuino, quasi western per quanto mette d'accordo tutte le parti. Smorzando la tridimensionalità dei personaggi, abbiamo perciò un cattivo senza redenzione ne' lampi di pietà, un buono tutto d'un pezzo cui la vita ha tolto ogni cosa, un saggio, uno schiavista. Tutte figure-tipo che Sergio Leone avrebbe però utilizzato con maggiore ironia e che Peckinpah avrebbe decisamente evitato in favore di ambiguità e profondità. Commodo ne esce proprio male, e non se lo merita. Lungi da essere una colpa a livello puramente cinematografico, la gran quantità di anacronismi rischia di manipolare la cultura degli spettatori, specialmente d'oltreoceano, ponendosi come la fonte di romanità più nota al grande pubblico (in maniera similare veniva trattata la paleontologia nel Jurassic Park di Spielberg). In ogni caso emozionante, e ripeto, sono due stelle e mezzo.
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taniamarina
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lunedì 2 agosto 2010
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non riesco a spiegarmi il successo
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Come portare la crudele e violentissima romanità nel cinema. Un film stracolmo di errori sul set, per non parlare (risparmiamocelo) delle discutibili rivisitazioni storiche. Un film Macho e spettacolare che ha, nella sua forza, il silenzio giusto in alcuni dialoghi. Anche se la perversione dell'epoca è stata colta in pieno, tutto questo non mi sembra sufficiente per spiegare l'inspiegabile successo di questa pellicola
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(di oroargento)
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lou
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domenica 27 gennaio 2008
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grande commodo (j. phoenix), piccolo scott
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Nel "Gladiatore" Scott non riscrive correttamente la storia, privilegiando il melodramma sentimentalistico e l'identificazione dello spettatore nel supereroe (travestito per esigenze di copione in gladiatore romano e non superman), vittima sacrificale e sacrificata per super-eroiche esigenze, ovviamente imbattibile (ed il cui finale, come da clichè, ne celebrerà l'esaltazione, senza possibilità di critica).
Ma probabilmente Scott non è riuscito - suo malgrado - a tenere sotto controllo la bravura di Phoenix/Commodo il quale riesce (forse non consapevolmente) a riequilibrare quel pendolo smisuratamente a favore dell'eroe buonista a tutti i costi (Maximo/Crowe), a fronte di un Commodo Imperatore volutamente passato alla storia ingloriosamente (personaggio scomodo, non amato e le cui cronache in parte dipinsero - come Scott nel Gladiatore - ce lo racconta), e cinemtograficamente conferendo al proprio personaggio la dinità di colui che - pur sconfitto in partenza - non si arrenderà mai, nemmeno durante il proprio volutamente inglorioso epilogo.
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Nel "Gladiatore" Scott non riscrive correttamente la storia, privilegiando il melodramma sentimentalistico e l'identificazione dello spettatore nel supereroe (travestito per esigenze di copione in gladiatore romano e non superman), vittima sacrificale e sacrificata per super-eroiche esigenze, ovviamente imbattibile (ed il cui finale, come da clichè, ne celebrerà l'esaltazione, senza possibilità di critica).
Ma probabilmente Scott non è riuscito - suo malgrado - a tenere sotto controllo la bravura di Phoenix/Commodo il quale riesce (forse non consapevolmente) a riequilibrare quel pendolo smisuratamente a favore dell'eroe buonista a tutti i costi (Maximo/Crowe), a fronte di un Commodo Imperatore volutamente passato alla storia ingloriosamente (personaggio scomodo, non amato e le cui cronache in parte dipinsero - come Scott nel Gladiatore - ce lo racconta), e cinemtograficamente conferendo al proprio personaggio la dinità di colui che - pur sconfitto in partenza - non si arrenderà mai, nemmeno durante il proprio volutamente inglorioso epilogo.
Il vero anti-eroe per eccellenza, ed in quanto tale, drammaticamente e sinceramente uomo.
Film promosso? Si.
Bisogna esser abili nel costruire un prodottino ben confezionato che si fa vedere senza fatica.
Abilità premiata con ben 5 Oscar...
Scott è bravo nel solleticare corde di una drammaticità sempliciotta, avvalendosi di una colonna sonora furbescamente inserita a sottolineare l'onnipresente antagonismo tra buono e cattivo (sentenziandone la ovvia e scontata vittoria del primo sul secondo).
Accattivanti le riprese e le scenografie sebbene finto-epiche, semplici i dialoghi, non troppo complessa la trama (meglio evitare possibili cali di identificazione a fronte di eventuali riflessioni).
Peccato che Phoenix/Commodo (eccellente) a fronte di un banale Crowe/Maximo rischi di rovinare tutto....
Un solo vero dubbio: ma è lo stesso Scott regista di quel film intitolato "Blade Runner", o la brutta e commerciale copia di se stesso?
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(di frank71)
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