nathan
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sabato 24 febbraio 2007
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crowe e phoenix nell'olimpo di hollywood
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Sul Gladiatore si sono già spesi fiumi d'inchiostro:sulla bellezza e l'accuratezza della ricostruzione storica,sul realismo dei combattimenti (sembra di viverli in prima persona!),sulla presenza scenica di Russel Crowe,sul rilancio del kolossal storico che questo grande film ha compiuto...Su tutto questo sono d'accordo...Ma nessuno ha sottolineato abbastanza l'ideologia che pervade l'intero film,la quale si presta a rielaborazioni spudoratamente fasciste.E nessuno ha sottolineato abbastanza la grande interpretazione del "cattivo",Commodo-Joaquin Phoenix,che secondo me ruba la scena allo stesso Russel Crowe (il quale con l'interpretazione del gladiatore si colloca comunque nell'olimpo di Hollywood),nel ritratto di un giovane ed impertinente imperatore,che nasconde la sua debolezza nella crudeltà e nell'inganno,con numerose devianze sessuali (l'amore incestuoso nei confronti della sorella mi ricorda molto quello del gangster nello Scarface del 1932 e di quello con Al Pacino.
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Sul Gladiatore si sono già spesi fiumi d'inchiostro:sulla bellezza e l'accuratezza della ricostruzione storica,sul realismo dei combattimenti (sembra di viverli in prima persona!),sulla presenza scenica di Russel Crowe,sul rilancio del kolossal storico che questo grande film ha compiuto...Su tutto questo sono d'accordo...Ma nessuno ha sottolineato abbastanza l'ideologia che pervade l'intero film,la quale si presta a rielaborazioni spudoratamente fasciste.E nessuno ha sottolineato abbastanza la grande interpretazione del "cattivo",Commodo-Joaquin Phoenix,che secondo me ruba la scena allo stesso Russel Crowe (il quale con l'interpretazione del gladiatore si colloca comunque nell'olimpo di Hollywood),nel ritratto di un giovane ed impertinente imperatore,che nasconde la sua debolezza nella crudeltà e nell'inganno,con numerose devianze sessuali (l'amore incestuoso nei confronti della sorella mi ricorda molto quello del gangster nello Scarface del 1932 e di quello con Al Pacino...)...
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hal 9000
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mercoledì 2 settembre 2009
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tra kolossal e tragedia
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Uno degli esempi più lampanti della divergenza tra pubblico e critica, "Il Gladiatore" conquistò milioni di spettatori, ma da parte della critica non ebbe lo stesso responso positivo, tuttavia è forse possibile trovare dei punti di contatto tra queste due realà spesso così lontane per poter riconoscere i veri pregi e difetti di questo film.
Non si può infatti negare che "Il Galdiatore" ha avuto il merito di farci rivivere i fasti dei kolossal storici di una volta ("Spartacus", "Ben-Hur"...) in modo però aggiornato ai nostri tempi e quindi con scene di battaglia stupefacenti e largo uso di effetti speciali. Certo, la sceneggiatura riscrive la storia, gli errori non si contano (scritte in Latino sbagliate, cupoloni alla S.
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Uno degli esempi più lampanti della divergenza tra pubblico e critica, "Il Gladiatore" conquistò milioni di spettatori, ma da parte della critica non ebbe lo stesso responso positivo, tuttavia è forse possibile trovare dei punti di contatto tra queste due realà spesso così lontane per poter riconoscere i veri pregi e difetti di questo film.
Non si può infatti negare che "Il Galdiatore" ha avuto il merito di farci rivivere i fasti dei kolossal storici di una volta ("Spartacus", "Ben-Hur"...) in modo però aggiornato ai nostri tempi e quindi con scene di battaglia stupefacenti e largo uso di effetti speciali. Certo, la sceneggiatura riscrive la storia, gli errori non si contano (scritte in Latino sbagliate, cupoloni alla S.Pietro nelle scenografie, ...) ma questo è sempre stato un limite di questo genere di film.
Ridley Scott sa affascinare il pubblico grazie ad un racconto in fondo scontato, ma coinvolgente grazie anche ad una carica di tragedia shakespeariana cui è difficile resistere, specie nella parte finale con la morte di Massimo.
I combattimenti sanno ipnotizzare ma non sono tanto superiori allo standard hollywoodiano odierno (Jackson saprà fare di meglio con "Il Signore degli anelli"), ma alcune scene d'azione (come la battaglia finale) sono magistrali, mentre sono assai curiose ed affascinanti quelle di incoscenza del protagonista.
L'accusa che molti hanno mosso al film è stata quella di avere preparato tutto questo tavolino, giocando con i sentimenti del pubblico per mostrargli proprio quello che voleva; forse è anche vero, ma quante volte è già successo che film ottengano successo grazie a questo (da "Voglia di tenerezza" di brooks a "Fuga di mezzanotte" di Parker fino a "Urla del silenzio di Joffè).
A rendere ancora più piacevole il film sono gli eccelllenti costumi e l'ottimo montaggio di Pietro Scalia nonchè un buon cast con un grande Russell Crowe e un ottimo Joaquin Phoenix.
Grandissimo successo di pubblico e ben 5 Oscar vinti: miglior film, attore [Crowe], costumi, effetti speciali e sonoro.
Troppi secondo alcuni, ma paradossalmente le splendide musiche di Hans Zimmer non hanno vinto la statuetta quando l'avrebbero di certo meritata.
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weach
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lunedì 30 agosto 2010
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un tributo alla conflittualità ed alla guerra
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Apparentemente film storico , in realtà liberamente tratto ,è l'occasione per alimentare il gusto invincibile di sangue ,dello scontro , panacea per guarire da tutti i mali.
Rydley Scott non perderà la faccia per questo lavoro , per altro godibile, ma ci si aspettava, da lui che ha tanto navigato e fatto cinematografia di alto livello, forse maggiore corraggio ed maggiore autonomia decisionale , meno spirito di cassetta.
Ma in più occasioni Scott ha parlato delle sue scelte di fare spettacolo come finalità fine a se stessa.
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Apparentemente film storico , in realtà liberamente tratto ,è l'occasione per alimentare il gusto invincibile di sangue ,dello scontro , panacea per guarire da tutti i mali.
Rydley Scott non perderà la faccia per questo lavoro , per altro godibile, ma ci si aspettava, da lui che ha tanto navigato e fatto cinematografia di alto livello, forse maggiore corraggio ed maggiore autonomia decisionale , meno spirito di cassetta.
Ma in più occasioni Scott ha parlato delle sue scelte di fare spettacolo come finalità fine a se stessa.
Parafrasando alcuni contenuti di più interviste ci è parso di capire che" la sua volontà fosse quella di celebrare la grandiosità di Roma per tutto quello che è stata ,con gli intrighi, con la vita vissuta , l'ars pugnandi , l'inizio della decadenza , il tutto non attingendo rigorosamente dalla storia ma dando forza al mito romano e rivivificandolo"
Non c'è ignoranza ma solo voglia di offrire un azione ,forte ,potente;
voglia di di stupire;
voglia di dare agio al grande pubblico che lo attendeva dopo una capillare campagna pubblicitaria;
voglia di ringraziare concretamente chi ha messo a disposizione tanto badget " con un prodotto sicuro".
Niente è più sicuro del sangue per fare spettacolo :questa è la strada per un prodotto di successo.
Chi esce vincente da questo film è Russel Crowe ,splendido gladiatore , combattente coraggioso con l'amore per sua moglie, la famiglia e la sua Roma; una recitazione incisiva, energica , dinamica ,coinvolta ,appropiata.
Scott è intelligente e lui sa che in questo film "si è scoperto troppo" e quindi non cerca scuse e a volte tace ...ed è meglio.
Film d'azione, potente , spettacolare, teatrale per chi non cerca la storia ma solo spettacolo puro.
voto 7.5
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filippo catani
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giovedì 16 giugno 2011
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un film coinvolgente ma troppo inverosimile
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Massimo Decimo Meridio è a capo delle truppe romane che stanno cercando di conquistare l'attuale Germania per conto dell'imperatore e filosofo Marco Aurelio. L'imperatore vede in Massimo il suo degno erede a posto dell'instabile figlio Commodo. Quest'ultimo, una volta messo al corrente del progetto, uccide il padre e ordina di fare uccidere Massimo e i suoi familiari. Ma Massimo riiuscirà a salvarsi e cercherà di mettere in atto la propria vendetta.
Sicuramente un film epico e un ritorno al genere dopo molto tempo. Certo è che la trama è assolutamente inverosimile e soprattutto ricchissima di strafalcioni storici di ogni sorta. Detto questo sicuramente il film ha un grande impatto e ha delle meravigliose scene di combattimento (sia all'inizio nella foresta nera ma anche dentro il Colosseo).
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Massimo Decimo Meridio è a capo delle truppe romane che stanno cercando di conquistare l'attuale Germania per conto dell'imperatore e filosofo Marco Aurelio. L'imperatore vede in Massimo il suo degno erede a posto dell'instabile figlio Commodo. Quest'ultimo, una volta messo al corrente del progetto, uccide il padre e ordina di fare uccidere Massimo e i suoi familiari. Ma Massimo riiuscirà a salvarsi e cercherà di mettere in atto la propria vendetta.
Sicuramente un film epico e un ritorno al genere dopo molto tempo. Certo è che la trama è assolutamente inverosimile e soprattutto ricchissima di strafalcioni storici di ogni sorta. Detto questo sicuramente il film ha un grande impatto e ha delle meravigliose scene di combattimento (sia all'inizio nella foresta nera ma anche dentro il Colosseo). E poi la bravura del cast dove spiccano due nomi: Phoenix e il compianto Oliver Reed morto quando ormai il film era quasi ultimato. Phoenix è a dir poco strepitoso nel ruolo dell'imperatore. Per quanto riguarda Crowe ci sono tante frasi a effetto e tanta lotta. Insomma un film da vivere con partecipazione mentre lo si guarda ma che poi lascia dietro di se più retorica che altro comunque è un film da vedere senza dubbio.
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valetag
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venerdì 7 marzo 2014
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il gladiatore da oscar
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Il generale Massimo Decimo Meridio, amato e rispettato dai suoi soldati, conquista l’ennesima vittoria contro i barbari in Germania. L’imperatore Marco Aurelio, giunto alla fine dei suoi giorni, ha così una conferma dell’amore e del rispetto che Maximum nutre nei confronti di Roma. Sceglie quindi di affidare le redini dell’Impero al generale, chiedendogli di dare più libertà al Senato, riportando di conseguenza il potere nelle mani del popolo romano. Commodo, figlio di Marco Aurelio, appena conosciute le intenzioni del padre, lo soffoca, anticipandone la morte, e prendendo da subito il titolo di Imperatore. Massimo, che è a conoscenza delle ultime volontà di Marco Aurelio, decide di non appoggiare Commodo.
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Il generale Massimo Decimo Meridio, amato e rispettato dai suoi soldati, conquista l’ennesima vittoria contro i barbari in Germania. L’imperatore Marco Aurelio, giunto alla fine dei suoi giorni, ha così una conferma dell’amore e del rispetto che Maximum nutre nei confronti di Roma. Sceglie quindi di affidare le redini dell’Impero al generale, chiedendogli di dare più libertà al Senato, riportando di conseguenza il potere nelle mani del popolo romano. Commodo, figlio di Marco Aurelio, appena conosciute le intenzioni del padre, lo soffoca, anticipandone la morte, e prendendo da subito il titolo di Imperatore. Massimo, che è a conoscenza delle ultime volontà di Marco Aurelio, decide di non appoggiare Commodo. In questo modo, però, attira su di sé l’ira del nuovo Imperatore: viene condannato a morte, e dei soldati sono inviati in Spagna, presso la casa del generale, per sterminare la sua famiglia. Massimo, abile nei combattimenti, riesce a fuggire prima di essere giustiziato, ma quando torna a casa scopre di essere arrivato troppo tardi: la sua amata moglie e il figlio sono stati crocifissi e bruciati vivi. Vinto dal dolore e dalla stanchezza, si accascia a terra, svenuto. Viene raccolto da un mercante di schiavi, e si unisce alla carovana diretta in Africa. Venduto a Proximo, proprietario di una palestra di gladiatori, scopre di avere ancora una possibilità per vendicarsi, proprio attraverso la sua abilità come gladiatore. Conquistando fama, giunge infine a Roma, dove potrà sfidare Commodo, riportare l’utopia della Repubblica a Roma e avere la propria rivalsa.
Questo film premio Oscar, tratto liberamente dalla storia dell’Impero romano, è diretto dal grande Ridley Scott, che dimostra le sue capacità principalmente nella costruzione della battaglia e delle lotte tra gladiatori.
Russel Crowe, con un’interpretazione degna dell’Oscar che ha vinto, ci descrive senza troppe esagerazioni il suo personaggio: saggio, giusto, fermo e temperato (così come ci vengono elencate nel film le qualità che rendono un uomo di valore). Anche Joaquin Phoenix sarebbe stato meritevole dell’Oscar: ha saputo valorizzare Commodo, mettendo in risalto con ogni gesto e sguardo non solo la brama di potere, ma anche la debolezza, la paura e l’insicurezza. Importante, infine, la presenza di Djimon Hounsou a cui il regista regala l’ultima scena, dove pronuncia la frase: “Ci rivedremo un giorno... ma non ancora”.
Le musiche di Hans Zimmer sono incisive, valorizzano il lavoro di Scott, adattandosi ad ogni scena e, oltretutto, rientrando tra le colonne sonore più riconoscibili della storia del cinema.
La gestione del potere è uno dei temi principali. L’unico modo per avere il potere è essere amati dal popolo, ma come poi scopriremo nel film, non è sufficiente: bisogna avere coraggio, amore e senso della giustizia. Ed è proprio questa ricerca del giusto un’altra delle protagoniste: il fine giustifica i mezzi ( Massimo uccide una marea di gladiatori per trovare vendetta, Lucilla protegge il figlio sottomettendosi alle torture del fratello). Il tutto pennellato con sentimenti ed emozioni, che fanno da collante per tutto il film.
Sono molte le frasi incisive che restano in mente: da “Al mio segnale scatenate l’inferno” a “Ombre e polvere, Massimo”.
Di grande impatto sono la ricostruzione della città di Roma e del Colosseo, le scenografie in generale e i costumi (tutti vincitori di premi Oscar).
Consigliato.
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rodeus99
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sabato 16 aprile 2011
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forza e onore
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Questa volta Ridley Scott fa il passo più lungo della gamba, sì, quella degli altri: nessun film eguaglierà con così accuratezza un colossal ambientato a Roma. E chi se ne importa in fondo se ai tempi dell'immortale impero le tigri non uscivano a quel modo nel Colosseo con meccanismi così avanzati o se le guerre barbariche non erano tali. La trama rimarrà impressa a lungo nella mente degli amanti del cinema; Massimo Decimo Meridio (Russel Crowe) è un condottiero generale romano, protagonista di cruenti battaglie in Britannia, spedizioni punitive per i barbari. Al suo ritorno viene ben presto dimenticato, complice la mano del corrotto imperatore Commodo interpretato da un Joaquin Phoenix in stato di grazia.
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Questa volta Ridley Scott fa il passo più lungo della gamba, sì, quella degli altri: nessun film eguaglierà con così accuratezza un colossal ambientato a Roma. E chi se ne importa in fondo se ai tempi dell'immortale impero le tigri non uscivano a quel modo nel Colosseo con meccanismi così avanzati o se le guerre barbariche non erano tali. La trama rimarrà impressa a lungo nella mente degli amanti del cinema; Massimo Decimo Meridio (Russel Crowe) è un condottiero generale romano, protagonista di cruenti battaglie in Britannia, spedizioni punitive per i barbari. Al suo ritorno viene ben presto dimenticato, complice la mano del corrotto imperatore Commodo interpretato da un Joaquin Phoenix in stato di grazia. Così diventa il gladiatore schiavo che ha fatto pieno il Colosseo e ogni cinema mondiale. Scott ci mette del suo, ma Crowe sembra aver trovato nel gladiatore il suo personaggio chiave. Così, dopo aver sbancato i botteghini di tutto il mondo e aver ricevuto meritate onoreficenze (prime fra tutte gli Oscar), sembra essere partita la caccia all'errore nel film: troppo tardi...la storia è già stata scritta!
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jacopo b98
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giovedì 7 novembre 2013
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il primo kolossal di rildey scott
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180 d.C. Il vecchio imperatore romano Marco Aurelio (Harris) sta ultimando la campagna di conquista della Germania. Tra i suoi generali c’è Massimo (Crowe), coraggioso e carismatico e quando l’imperatore chiede a Massimo di succedergli alla guida dell’Impero, l’odiato figlio Commodo (Phoenix) uccide il padre e fa cacciare Massimo, che diventa schiavo e successivamente gladiatore. Sotto l’addestramento dell’ex gladiatore Proximo (Reed, morto durante le riprese e ricreato digitalmente nelle scene ancora da girare) Massimo combatte nel Colosseo e arriva a sfidare apertamente l’imperatore. Scritto da David Franzoni, John Logan e William Nicholson; prodotto dalla Universal con un budget di oltre cento milioni di dollari; è il primo kolossal storico di Scott, che successivamente dirigerà anche Le Crociate e Robin Hood.
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180 d.C. Il vecchio imperatore romano Marco Aurelio (Harris) sta ultimando la campagna di conquista della Germania. Tra i suoi generali c’è Massimo (Crowe), coraggioso e carismatico e quando l’imperatore chiede a Massimo di succedergli alla guida dell’Impero, l’odiato figlio Commodo (Phoenix) uccide il padre e fa cacciare Massimo, che diventa schiavo e successivamente gladiatore. Sotto l’addestramento dell’ex gladiatore Proximo (Reed, morto durante le riprese e ricreato digitalmente nelle scene ancora da girare) Massimo combatte nel Colosseo e arriva a sfidare apertamente l’imperatore. Scritto da David Franzoni, John Logan e William Nicholson; prodotto dalla Universal con un budget di oltre cento milioni di dollari; è il primo kolossal storico di Scott, che successivamente dirigerà anche Le Crociate e Robin Hood. Ci sono due modi di vederlo: quello giusto e quello sbagliato. Per apprezzarlo, bisogna infatti vederlo come un film d’azione avventurosa che inserisce spesso spunti di riflessione non banali sul potere dello spettacolo e sulla solitudine dell’individuo. Se lo si vede come un film storico il suo valore si azzera: scritte latine sbagliate, scenografie imprecise, errori storici, ecc. ecc. Il suo principale valore sta nel tenere, una volta tanto, lo spettatore sveglio e attento per due ore e mezzo regalandogli brividi di emozione e offrendo riflessioni filosofiche e politiche. Lo spettacolo è assicurato, specie nelle scene dei combattimenti nel Colosseo, che mettono alla prova il talento di Pietro Scalia nel montaggio. Crowe è straordinario nei panni dell’epico condottiero, ma anche Phoenix, cattivo tormentato, non da meno. Le sequenze da antologia non mancano, esemplare è la lunga, grandiosa battaglia iniziale, e contribuiscono a farne uno dei più grandi esempi di cinema popolare. E infatti il pubblico accorre, acclama e il film incassa cifre da brivido. E anche l’Academy si inchina davanti a Scott, premiando il film (ma non il suo regista!) con cinque statuette: miglior film, attore, costumi, sonoro ed effetti speciali. Giannina Facio, moglie di Scott, interpreta la moglie di Massimo e il piccolo Giorgio Cantarini della Vita è bella fa il figlio.
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vanessatalanta
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mercoledì 14 febbraio 2018
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crowe granitico, phoenix farsesco.
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Inutile cercare la verosimiglianza in un "polpettone " che riporta in auge le vecchie glorie del colossal, mancano solo gli intermezzi musicali dell'epoca...Cavalli, carri, armature, sangue a litri, sbudellamenti a volontà, battaglie e Roma viziosa che gode dei giochi sanguinosi. Crowe malgrado tutto, quando interpreta questi personaggi tagliati con l'accetta, senza sfaccettature, che poco spazio gli danno per mettere in mostra il suo mestiere, riesce a non sembrare ridicolo, qualità che forse ha avuto solo Schwarzenegger, senza voler fare paragoni. Phoenix l'ho trovato ridicolo e insufficiente, un Commodo paranoico e isterico, traumatizzato dal padre, poverino, pieno di smorfie infantili e tic.
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Inutile cercare la verosimiglianza in un "polpettone " che riporta in auge le vecchie glorie del colossal, mancano solo gli intermezzi musicali dell'epoca...Cavalli, carri, armature, sangue a litri, sbudellamenti a volontà, battaglie e Roma viziosa che gode dei giochi sanguinosi. Crowe malgrado tutto, quando interpreta questi personaggi tagliati con l'accetta, senza sfaccettature, che poco spazio gli danno per mettere in mostra il suo mestiere, riesce a non sembrare ridicolo, qualità che forse ha avuto solo Schwarzenegger, senza voler fare paragoni. Phoenix l'ho trovato ridicolo e insufficiente, un Commodo paranoico e isterico, traumatizzato dal padre, poverino, pieno di smorfie infantili e tic. Non sopra ma addirittura fuori dalle righe. Peccato, in alcuni ruoli mi era piaciuto. Tutto gira attorno a questi due personaggi, il resto è sbiadito contorno. Fotografia e scenografie encomiabili, regia senza impennate di genio, diligente, Scott sa far meglio. Se volete tre ore di fumettone, vi divertirà. Personalmente non l'ho apprezzato molto, troppi morti non fanno nessuna impressione, come sanno bene i tiranni.....
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rmarci 05
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martedì 21 maggio 2019
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un racconto fanta-storico, epico e spettacolare
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Ridley Scott, dopo due insuccessi di pubblico e critica come L'Albatross e Soldato Jane, punta ambiziosamente alla rinascita del genere storico/epico, ormai dimenticato da decenni: il risultato è un film in cui l'attendibilità storica viene volutamente tralasciata, senza scalfire però la potenza e la solidità narrativa di una pellicola che ha l'obiettivo di essere un racconto epico ed emotivamente coinvolgente, sorretto dal carisma di un eroe tragico del calibro di Massimo Decimo Meridio, interpretato con grande credibilità da R. Crowe, un personaggio ormai impresso in modo indelebile nell'immaginario collettivo. Ad esso si contrappone continuamente il carattere irrascibile e malvagio del degno antagonista Commodo, un giovane e promettente J.
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Ridley Scott, dopo due insuccessi di pubblico e critica come L'Albatross e Soldato Jane, punta ambiziosamente alla rinascita del genere storico/epico, ormai dimenticato da decenni: il risultato è un film in cui l'attendibilità storica viene volutamente tralasciata, senza scalfire però la potenza e la solidità narrativa di una pellicola che ha l'obiettivo di essere un racconto epico ed emotivamente coinvolgente, sorretto dal carisma di un eroe tragico del calibro di Massimo Decimo Meridio, interpretato con grande credibilità da R. Crowe, un personaggio ormai impresso in modo indelebile nell'immaginario collettivo. Ad esso si contrappone continuamente il carattere irrascibile e malvagio del degno antagonista Commodo, un giovane e promettente J. Phoenix, il cui unico punto debole risiede nei superficiali dialoghi con la sorella. Immancabili sono le maestose scenografie in CGI che, insieme ai fastosi costumi e alla suggestiva fotografia, costutuiscono un'autentica gioia per gli occhi. Il talento del montatore Premio Oscar P. Scalia, invece, si manifesta nelle magistrali scene di battaglia. Infine, il film presenta anche una marginale riflessione sull'utilizzo dello spettacolo che facevano i sovrani per conquistare il popolo ed esercitare il potere su quest'ultimo, fenomeno oggi definibile con il termine "propaganda". Nonostante sia una pellicola furba, destinata agli Oscar e al successo di pubblico, è l'ottima rinascita di un genere apparentemente morto, in cui il regista costruisce la perfetta storia d'intrattenimento popolare di alto livello conciliata con una vena autoriale. 3.5 stelle su 5.
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catullo
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lunedì 25 ottobre 2010
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lo chiamavano colosseo
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Come si può pretendere una fedeltà storica da un polpettone il cui scopo è quello di divertire il pubblico...certo questo film alla storia si ispira e naturalmente dalla storia cerca gli spunti per dare un minimo di senso al racconto avventuroso. alcuni storici suoi contemporanei hanno criticato la scelta di Marco Aurelio di farsi succedere dal figlio Commodo giudicato dalla historia augusta crudele già dall'infanzia..al punto che alcuni sospettarono che Commodo agevolò in qualche modo la morte del padre già morente per probabile peste.Lucilla e Commodo raggiunsero davvero il padre imperatore sui campi di battaglia...ed era nota la passione di Commodo per i giochi dell'anfiteatro Flavio chiamato ahimè erroneamente nel film colosseo.
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Come si può pretendere una fedeltà storica da un polpettone il cui scopo è quello di divertire il pubblico...certo questo film alla storia si ispira e naturalmente dalla storia cerca gli spunti per dare un minimo di senso al racconto avventuroso. alcuni storici suoi contemporanei hanno criticato la scelta di Marco Aurelio di farsi succedere dal figlio Commodo giudicato dalla historia augusta crudele già dall'infanzia..al punto che alcuni sospettarono che Commodo agevolò in qualche modo la morte del padre già morente per probabile peste.Lucilla e Commodo raggiunsero davvero il padre imperatore sui campi di battaglia...ed era nota la passione di Commodo per i giochi dell'anfiteatro Flavio chiamato ahimè erroneamente nel film colosseo....possiamo di questo passo svelare la miriade di inesattesse e superficialità...come le balestre che ancora non esistevano....le staffe pure...i colori improbabili dei pretoriani che dovevano essere di bianco vestiti...il foro rotondo come piazza s.pietro...le cupole come le chiese barocche..ecc..ecc...ma il colosseo è rappresentato benissimo...magari forse la facciata era più bianca dal momento che era ricoperta di marmo e non di travertino...ma che importa..Ridley Scott riesce a dare al film il giusto ritmo e la giusta tensione che rapisce per lo spettacolo e ad esaltare e valorizzare al massimo la figura di Russel Crowe perfetta per interpretare il generale Massimo....che se fosse esistito davvero doveva avere le stesse sembianze dell'attore neozelandese. Un film che se ti lasci andare ti prende totalmente sia per lo spettacolo che per la bellissima colonna sonora!
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