cinemalife
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lunedì 22 agosto 2011
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l’originalità di almodóvar
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Straordinaria pellicola di Almodóvar che ne conferma il grande talento. Un film decisamente al di fuori di ogni schema, al quale non importa minimamente mostrare il lato più irrazionale della società d’oggi. Un tema ricorrente, quello delle donne, per il maestro spagnolo che qualche anno più tardi vincerà l’Oscar con Parla con lei e nel 2006 irromperà con Volver, valorizzato dalla suprema prova di Penélope Cruz.
Manuela vive a Madrid col figlio Esteban, la cui prematura morte la spinge a recarsi a Barcellona alla ricerca del padre che è diventato un transessuale di nome Lola. Il destino vorrà che il defunto figlio e il marito non più uomo continuino a essere presenti, in un modo o nell’altro, nella sua vita.
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Straordinaria pellicola di Almodóvar che ne conferma il grande talento. Un film decisamente al di fuori di ogni schema, al quale non importa minimamente mostrare il lato più irrazionale della società d’oggi. Un tema ricorrente, quello delle donne, per il maestro spagnolo che qualche anno più tardi vincerà l’Oscar con Parla con lei e nel 2006 irromperà con Volver, valorizzato dalla suprema prova di Penélope Cruz.
Manuela vive a Madrid col figlio Esteban, la cui prematura morte la spinge a recarsi a Barcellona alla ricerca del padre che è diventato un transessuale di nome Lola. Il destino vorrà che il defunto figlio e il marito non più uomo continuino a essere presenti, in un modo o nell’altro, nella sua vita.
Situazioni estreme, ritmo non sempre dinamico, ma un film di grande valore che osa affrontare argomenti proibiti.
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teofrasto
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sabato 20 agosto 2011
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la poesia dell'incontro dell'altro
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E' possibile recuperare la vita dopo un dramma che ti scardina dall'esistenza come la morte di un figlio? Il coraggio di Almodovar sta nel rispondere affermativamente. E come? Recuperando il passato e lasciandosi alle spalle anche le colpe e i torti di chi ci ha fatto male. Ma soprattutto incontrando l'altro, nel modo più naturale, senza pretendere nulla da lui, aprendosi soltanto all'esperienza. Solo così si possono continuare a intrecciare i fili della propria storia e non fermarsi nel proprio dolore. Una parte dei personaggi segue questa linea e incontra la vita, anche se minata da eventi dolorosi, un'altra è chiusa in se stessa e solo troppo tardi si renderà conto di ciò che ha perduto.
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E' possibile recuperare la vita dopo un dramma che ti scardina dall'esistenza come la morte di un figlio? Il coraggio di Almodovar sta nel rispondere affermativamente. E come? Recuperando il passato e lasciandosi alle spalle anche le colpe e i torti di chi ci ha fatto male. Ma soprattutto incontrando l'altro, nel modo più naturale, senza pretendere nulla da lui, aprendosi soltanto all'esperienza. Solo così si possono continuare a intrecciare i fili della propria storia e non fermarsi nel proprio dolore. Una parte dei personaggi segue questa linea e incontra la vita, anche se minata da eventi dolorosi, un'altra è chiusa in se stessa e solo troppo tardi si renderà conto di ciò che ha perduto. Stupendo il finale sul volto dell'attrice di teatro che sta attraversando il proprio dramma. Eccessivo forse il premio a Cannes per la miglior regia, altri film di Almodovar l'avrebbero senz'altro meritato. La facilità e la semplicità con cui i personaggi si incontrano costituisce la vera bellezza di questa storia, si potrebbe obiettare che nella vita non è così, ma forse siamo noi a non esserne ancora capaci: Almodovar nella sua semplicità, fa venire voglia di vivere.
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kronos
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sabato 4 settembre 2010
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uno splendido inizio ... poi molta improvvisazione
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E' la pellicola di maggior successo di Almodovar, ma al netto della grande fama di cui gode è un piccolo film, non dissimile dai suoi primi sgangherati lavori: pittoreschi ma improvvisati.
Ed è un peccato perchè il bellissimo incipit pareva preludere a un'opera matura e ragionata come il precedente "il fiore del mio segreto" ... e invece dopo un quarto d'ora la vicenda perde di lucidità, appare improvvisata e giocata solo su spunti pittoreschi e volgarità ad effetto. E' la classica ricetta 'rutti e scorregge' che Almodovar ama utilizzare quando è a corto d'idee. La consacrazione critica di questo film è frutto soprattutto di un autentico capolavoro di marketing.
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veronick
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martedì 20 aprile 2010
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le donne di almodovar
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La morte del figlio diciottenne spinge Manuela a ritrovare se stessa e a scavare nel suo passato. Questo la porterà a Barcellona, dove cercherà quello che ha lasciato partendo alla volta di Madrid con Esteban in grembo. Con un vero e proprio viaggio nel tempo proverà ai riempire il vuoto incolmabile lasciato dalla scomparsa del figlio e ad affrontare i fantasmi del passato, che fino a quel momento aveva tenuto nascosti e che erano rimasti, come immobili, ad attendere il suo ritorno.
Un film intenso, ricco di emozioni forti, che parla al cuore e allo stomaco, oltre che agli occhi che si riempiono dei colori intensi,quasi una costante nei film di Almodovar. Le note strazianti di 'Todo Sobre Mi Madre' danno l'avvio ad un viaggio che segnerà profondamente la vita di Manuela e quella di tutti noi.
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La morte del figlio diciottenne spinge Manuela a ritrovare se stessa e a scavare nel suo passato. Questo la porterà a Barcellona, dove cercherà quello che ha lasciato partendo alla volta di Madrid con Esteban in grembo. Con un vero e proprio viaggio nel tempo proverà ai riempire il vuoto incolmabile lasciato dalla scomparsa del figlio e ad affrontare i fantasmi del passato, che fino a quel momento aveva tenuto nascosti e che erano rimasti, come immobili, ad attendere il suo ritorno.
Un film intenso, ricco di emozioni forti, che parla al cuore e allo stomaco, oltre che agli occhi che si riempiono dei colori intensi,quasi una costante nei film di Almodovar. Le note strazianti di 'Todo Sobre Mi Madre' danno l'avvio ad un viaggio che segnerà profondamente la vita di Manuela e quella di tutti noi. Almodovar riesce a coinvolgerci come non mai, ci fa soffrire, piangere, ridere e con questo piccolo capolavoro ci insegna un po' a vivere, senza risparmiarci,ad accettarci per come siamo e ad accettare gli altri, anche chi è diverso da noi, liberandoci da qualsiasi pregiudizio. Ci insegna che tutti sanno amare allo stesso modo e che nostro dovere, a prescindere da come siamo, è non perdere la dignità di esseri umani, e affrontare con coraggio ogni scelta, per quanto dolorosa possa essere,sempre pronti a perdonare chi veramente si mostra pentito, come fa Manuela con Lola-Esteban.
Ma le vere protagoniste in questa storia sono le donne, la loro forza e la loro accettazione del dolore, la capacità che hanno di unirsi e sostenersi per trovare, anche in situazioni di profondo dolore, un motivo per andare avanti. Una piccola perla la scena della riunone tra donne a casa di Manuela in cui tutte, Agrado, Rosa, incinta di Lola e sieropositiva, Huma, e la stessa Manuela, dimenticano i loro problemi, e ridono per il solo fatto di stare lì a parlare, malgrado tutto, come solo noi donne sappiamo fare.
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rafiki_
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venerdì 12 marzo 2010
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l'opera di almodovar lascia il suo segno.
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Un riquadro al femminile dove il dolore, la perdita e la morte si confondono e si mescolano con la sensibilta' e la dolcezza di donne diverse, diverse tra loro eppure ognuna ha un grosso e pesante fardello che aggrava sulla loro anima. Prima c'e' Manuela una giovane donna rimasta incinta frse troppo presto, perdera' il suo unico figlio Esteban (nome e personaggio che fanno da filo conduttore della trama intera) e lei dunque intraprendera' un viaggio nella sua " Barcellonita" per ritrovare il padre, a sua volta Esteban, il quale e' totalmente all'oscuro dell' esistenza di un figlio. Il gioco del destino pero' riservera' per lei altri piani.
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Un riquadro al femminile dove il dolore, la perdita e la morte si confondono e si mescolano con la sensibilta' e la dolcezza di donne diverse, diverse tra loro eppure ognuna ha un grosso e pesante fardello che aggrava sulla loro anima. Prima c'e' Manuela una giovane donna rimasta incinta frse troppo presto, perdera' il suo unico figlio Esteban (nome e personaggio che fanno da filo conduttore della trama intera) e lei dunque intraprendera' un viaggio nella sua " Barcellonita" per ritrovare il padre, a sua volta Esteban, il quale e' totalmente all'oscuro dell' esistenza di un figlio. Il gioco del destino pero' riservera' per lei altri piani. Si scontrera' cosi con altre donne, le qualli sono tutte in modo piu' o meno diretto, collegate a entrabi gli Esteban. Prima Rosa, una giovane suora devota al compito di aiutare il prossimo, che sfortunatamente rimmarra incinta di Esteban e si ammallera di Aids. Poi una attrice di teatro che interpreta il leading role nell' opera piu' amata da Manuela : Il Tram Chiamato Desiderio, anch' essa collegata al figlio Esteban, morto nel tentativo di avere da lei un autografo. Ed infine Agrado, una ex-prostituta che divideva un appartamento con Esteban, prima che quest'ultimo decidesse di cambiare sesso, divendendo Lola e trasferendosi provvisoriamente in Argentina. Quattro storie di donne, tragiche, drammatiche, complesse daranno vita a questo piccolo cult di Almodovar che ancora una volta scava nell'anima e nelle emozioni delle donne, dandoci Tutto Su Mia Madre, un film unico, una storia spettaccolare, umana e vivida.
Da vedere e non dimenticare.
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luana
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sabato 7 novembre 2009
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un film che i suoi annetti li dimostra
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L'ho visto solo ora.Lo considero decisamente inferiore a "Parla con lei", un film davvero umano ed interessante,tra l'altro il primo film per intero che ho visto di Aldomovar, vincendo resistenze e pregiudizi che me lo facevano vedere come un autore sgangherato.Tutt'altro. A parte le trame l'ho trovato invece un regista piuttosto razionale e "Parla con lei" è decisamente buono, coniugando trama improbabile con realtà profonde.Ma questo film senza denigrarlo, non mi è piaciuto. Troppe; davvero troppe coincidenze forzate.
Due scene bellissime. Quella del figlio che cerca l'autografo, con tutte le valenze ad esso collegate e invece trova la morte. Penelope Cruz, moribonda che incontra il suo vecchio cane che la riconosce, cosa che il padre anch'esso malato non può fare.
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L'ho visto solo ora.Lo considero decisamente inferiore a "Parla con lei", un film davvero umano ed interessante,tra l'altro il primo film per intero che ho visto di Aldomovar, vincendo resistenze e pregiudizi che me lo facevano vedere come un autore sgangherato.Tutt'altro. A parte le trame l'ho trovato invece un regista piuttosto razionale e "Parla con lei" è decisamente buono, coniugando trama improbabile con realtà profonde.Ma questo film senza denigrarlo, non mi è piaciuto. Troppe; davvero troppe coincidenze forzate.
Due scene bellissime. Quella del figlio che cerca l'autografo, con tutte le valenze ad esso collegate e invece trova la morte. Penelope Cruz, moribonda che incontra il suo vecchio cane che la riconosce, cosa che il padre anch'esso malato non può fare. Altre buone scene conviviali e di scioglimento interiore. Ma nel complesso, no.
Sembra davvero un fotoromanzo.
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paride86
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martedì 30 dicembre 2008
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stupendo
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Ho appena finito di vederlo per la terza volta e, come sempre, sto ancora piangendo. "Tutto su mia madre", con la sua trama inverosimile, è capace di commuovere, di far ridere, di far riflettere. I suoi personaggi, tutti femminili, sono ben tagliati e splendidamente interpretati. La regia e la fotografia sono molto buone e alcune inquadrature davvero originali (come quella in cui il punto di vista è quello del taccuino di Esteban). Sono d'accordo con chi afferma che non sia il migliore di Almodovar, ma rimane sempre un bellissimo film da vedere e rivedere per lasciarsene coinvolgere ogni volta.
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julio
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lunedì 24 novembre 2008
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muy agradable
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E’ amore filiare, è amore, è speranza, è sublimazione della morte, è meraviglioso “manierismo minimalista”, è vita. Si respira arte dall’inizio alla fine, in ogni suo anfratto.
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nali
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domenica 12 ottobre 2008
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capolavoro
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Ho letto alcuni commenti degli spettatori al film e e mi é dispiaviuto leggere che é apparso strano o confuso. Ritengo che se chi ha visto il film ha pensato ciò é perché, beato lui/lei, é una persona ancora molto giovane. Mi spiego meglio: quando si é molto giovani si ha una visione del mondo, della vita, degli esseri umani un pò frammentaria...con il passare del tempo la visione diventa più ampia, d'insieme e allora tutto diventa più possibile, meno assurdo più giustificabile e poi il caso, vivendo, diventa meno caso. E ' possibile che non mi sia spiegata comunque "Tutto su mia madre" é uno dei film che preferisco in assoluto: Almadovar é un maestro nell'affrontare temi spessissimi senza renderli banali o tragici.
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Ho letto alcuni commenti degli spettatori al film e e mi é dispiaviuto leggere che é apparso strano o confuso. Ritengo che se chi ha visto il film ha pensato ciò é perché, beato lui/lei, é una persona ancora molto giovane. Mi spiego meglio: quando si é molto giovani si ha una visione del mondo, della vita, degli esseri umani un pò frammentaria...con il passare del tempo la visione diventa più ampia, d'insieme e allora tutto diventa più possibile, meno assurdo più giustificabile e poi il caso, vivendo, diventa meno caso. E ' possibile che non mi sia spiegata comunque "Tutto su mia madre" é uno dei film che preferisco in assoluto: Almadovar é un maestro nell'affrontare temi spessissimi senza renderli banali o tragici.
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