Train de vie - Un treno per vivere |
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Un film di Radu Mihaileanu.
Con Agathe De La Fontaine, Lionel Abelanski, Rufus, Clément Harari, Marie José Nat.
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Titolo originale Train de vie.
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 103 min.
- Francia, Belgio, Romania, Israele, Paesi Bassi 1998.
MYMONETRO
Train de vie - Un treno per vivere
valutazione media:
3,51
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Cantando e suonando verso la libertàdi LozzyFeedback: 134 |
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venerdì 23 luglio 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Da un film che parla degli anni bui della guerra ci si aspetta uno stile asciutto ed un tono distaccato e solenne, quasi celebrativo a memoria delle vittime cadute. Secondo l'opinione comune, non è ammissibile poterne parlare in toni leggeri e distesi, senza avere la sensazione di mancare di rispetto a queste persone decedute. Però Radu Mihaileanu riesce in questo intento e nel suo film non si rimane offesi dai suoi toni, anzi si rimane affascinati dalla semplicità con cui è stato capace di instillare nei nostri cuori i sentimenti appropriati al contesto dell'olocausto, senza dover girare scene di omicidi di massa o con schiavi in catene. Ovviamente, in certi momenti si può avvertire una leggera tensione; soprattutto in quelli in cui i protagonisti incontrano i tanto temuti nazisti, da cui stanno scappando, ma tutto si svolge nella più con una certa spensieratezza (del tutto insolita in film del genere) come se l'intera vicenda fosse semplicemente un gioco di guardie e ladri. Una leggera tensione la si può avvertire anche nei momenti in cui il figlio del rabbino, convertitosi alla fede “comunista”, cerca di ostacolare il viaggio del treno della speranza, promuovendo la “rivolta rossa” o organizzando un'improbabile fuga, dal strapotere del capitalismo, rappresentato nella sua prospettiva distorta dai saggi del villaggio e dal suo compaesano, travestito da ufficiale nazista a capo del treno. Il ballo e la musica costituiscono la colonna portante dell'intero film; ogni momento cruciale è contraddistinto da una musica allegra e, a volte, si può apprezzare un altrettanto allegra coreografia. Si pongono in evidenza la scena in cui si cominciano i preparativi per il viaggio, quella della fuga dei “comunisti” e quella del rifornimento presso la stazione presidiata dai nazisti. Sicuramente degna di nota è la disputa musicale che si accende tra i nostri amici “deportati” e un gruppo di zingari, che ha avuto la loro stessa trovata geniale per scappare dalla minaccia nazista. In questo film la musica fa da padrona, perché, come se fosse un vero e proprio personaggio, aiuta i nostri amici nei preparativi al lungo viaggio e gli tiene compagnia una volta iniziato. In sostanza essa contribuisce a mantenere un clima sereno e felice tra nostri viaggiatori, che permette agli occhi del pubblico di percepire un film, nel complesso, dai toni distesi e leggeri, ma dotato di un pattern di sentimenti complesso e variegato, che ne fanno qualcosa di più di una semplice commedia. Dove affetti come la commozione e la felicità non si respingono, ma si intrecciano in un turbino di sensazioni nuove e singolari, che portano ad innamorarsi di questo piccolo capolavoro.
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