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break
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venerdì 2 dicembre 2011
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introspezione sulla guerra
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Ben realizzato, ma non è scritto come mi aspettavo visto che molti lo ritengono un capolavoro. Il dialogo non mi ha entusiasmato e quelle riflessioni profonde mi sono sembrate un po "gonfiate", quasi banali.
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prayant
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domenica 6 novembre 2011
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questo non è un film di guerra
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Questa è un'opera sulla natura dell'animo umano. Non ho mai visto nulla di così bello. La natura rigogliosa, il canto degli uccelli, la morte insensata che gli uomini si danno a vicenda. Sean Penn e Jim Caviezel da Oscar. Uno dei migliori film che abbia mai visto. Immagini, colonna sonora e soprattutto dialoghi indimenticabili. 5/5
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tiamaster
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giovedì 22 settembre 2011
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malick sempre bravissimo.
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ormai e chiaro:dopo aver visto the tree of life (palma d'oro a cannes 2011) ho pensato di vedere questo film del medesimo regista.grandi interpreti da cui sean penn spicca,in un ottimo film di guerra,molto carino,un film riuscito con personaggi ben costruiti e articolati,con scene stupende,notevole la colonna sonora,molto potente,da vedere di certo.
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m.romita
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domenica 28 agosto 2011
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molto sopravvalutato
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Sopravvalutato dal Morandini, ho avuto occasione di rivedere il film con tutta la concentrazione possibile ed il giudizio è netto : un film forse ambizioso , ma in realtà confuso e pretenzioso .
Se, attraverso episodi di guerra , Malick ha detto qualcosa di profondo , lo ha fatto , filmicamente parlando , in modo molto confuso . Le riflessioni interiori di quei soldati non sono credibili .
Massimo Romita
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oblivion7is
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domenica 28 agosto 2011
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malick genio della telecamera, fama = ribasso
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Che schifo di titolo è per una recensione? Scommetto che l'80% di voi, se non di più, l'ha pensato. In realtà volevo scrivere un titolo più lungo, ma sennò esagero, qualcosa del tipo "Malick genio della telecamera, la fama gli nasconde un ribasso di qualità", che esprime meglio quello che voglio dire. Allora, Malick è un genio incontrastato nella creazione delle atmosfere, grazie quasi sempre ad una fotografia spesso naturale che rende alcune inquadrature davvero da urlo, e il Nostro è anche un regista che spesso si lascia a riflessioni spirituali, lascia la telecamera accesa, vede qualcosa di ganzo da riprendere, ci mette una musichina e una voce di sottofondo tipo "Dov'è Dio?".
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Che schifo di titolo è per una recensione? Scommetto che l'80% di voi, se non di più, l'ha pensato. In realtà volevo scrivere un titolo più lungo, ma sennò esagero, qualcosa del tipo "Malick genio della telecamera, la fama gli nasconde un ribasso di qualità", che esprime meglio quello che voglio dire. Allora, Malick è un genio incontrastato nella creazione delle atmosfere, grazie quasi sempre ad una fotografia spesso naturale che rende alcune inquadrature davvero da urlo, e il Nostro è anche un regista che spesso si lascia a riflessioni spirituali, lascia la telecamera accesa, vede qualcosa di ganzo da riprendere, ci mette una musichina e una voce di sottofondo tipo "Dov'è Dio?". Beh, da questo si può pensare che io creda che Malick è solo un fannullone, ma in realtà è un perfezionista, che vuole che nei suoi film ci sia l'atmosfera giusta. Sì, ma questo è un film di guerra, e il regista vuole inserire, prima e dopo la sanguinaria e straordinaria battaglia (una delle più belle mai viste sullo schermo), delle noiosissime ed impossibili scene lente che non vanno da nessuna parte, che non hanno alcuno scopo, se non far vedere quant'è terribile la guerra e quant'è bella invece la fotografia del film (una delle migliori mai viste, superata forse solo da quella di Bergman in alcune sue opere quali "Sussurri e grida"), ma se il secondo fine del regista lo può dimostrare solo lui stesso, il primo è già un tema trito e ritrito che ormai è stato usato da Kubrick, Coppola, Spielberg, e tutti questi registi che, se superano il nostro per fama, un motivo ci sarà! Inoltre, il protagonista della pellicola doveva essere Adrien Brody, che solo alla prima del film ha scoperto che il suo ruolo era stato ASSAI tagliato. E sono tanti gli attori che apparivano nel film i cui ruoli sono stati eliminati, perfino Viggo Mortensen e Martin Sheen! Passiamo ad altro... la noia della parte pre-battaglia e della parte post-battaglia è ineguagliabile: cioè, perfino il successivo "The New World", che è una storia d'amore quasi banale, la noia era meno accentuata. Ma qua ho elencato essenzialmente tutti i difetti, che sono dei grandi difetti, però c'è anche un grande pregio, ovvero la battaglia che, come ho detto, è una delle più belle mai apparse sullo schermo. Mi è piaciuta perfino più della battaglia finale di Full Metal Jacket o di quella iniziale di Orizzonti di Gloria (e ricordo che Kubrick è il mio regista preferito)! Quindi, il film va visto. È uno dei film di guerra (se non IL film di guerra) meno violenti mai fatti, ed anche uno dei più lenti, dei più noiosi e dei più lunghi (3 ore, originalmente erano 6... madonna, una tortura medievale), con una bellissima battaglia di più di un'ora e mezza, ma con un prologo ed epilogo dimenticabili. Ottimo cast (bravissimi Nolte, Koteas e Penn, un po' meno Brody e Caviezel), con simpatici pseudo-cameo (Clooney e Travolta), eccellente fotografia e regia e quant'altro, sceneggiatura tipica da film di guerra eccetto prologo ed epilogo, che sono la parte peggiore. Malick, meno riflessioni spirituali e più sostanza, per favore, almeno per il tuo sesto film.
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max ferrarini
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mercoledì 3 agosto 2011
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al confine tra immaginifico e reale.
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Malick ci dona un emozionante viaggio spirituale dentro il dramma della guerra in modo inedito e, forse, irripetibile. Un'opera al confine tra l'immaginifico e il reale.
Narra di storie di uomini coinvolti dentro un conflitto a cui non sono preparati, mostra che nessuno può esser pronto alla guerra, che nessuno conosce sin dall'inizio come affrontarla, come andrà a finire per lui. E' il dramma di chi vive la perdita e tenta di riscoprire l'amore per non morire ancor prima di essere ucciso, il dramma della vita che affronta la morte senza però arrendersi ad essa.
"La sottile linea rossa" è sicuramente il preludio di quel capolavoro che sarà "The Tree of Life", forse non vi si rintraccia ancora la stessa cura maniacale dei particolari, ma non si può dire che sia da meno, non è davvero minor cosa.
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Malick ci dona un emozionante viaggio spirituale dentro il dramma della guerra in modo inedito e, forse, irripetibile. Un'opera al confine tra l'immaginifico e il reale.
Narra di storie di uomini coinvolti dentro un conflitto a cui non sono preparati, mostra che nessuno può esser pronto alla guerra, che nessuno conosce sin dall'inizio come affrontarla, come andrà a finire per lui. E' il dramma di chi vive la perdita e tenta di riscoprire l'amore per non morire ancor prima di essere ucciso, il dramma della vita che affronta la morte senza però arrendersi ad essa.
"La sottile linea rossa" è sicuramente il preludio di quel capolavoro che sarà "The Tree of Life", forse non vi si rintraccia ancora la stessa cura maniacale dei particolari, ma non si può dire che sia da meno, non è davvero minor cosa. Perché parlare in modo così personale e con una tale immedesimazione del dramma umano della guerra, entrando così profondamente nel cuore dell'uomo ferito e offeso da quell'insanabile strazio, è mostrare allo spettatore che da una tale esperienza anche i sopravvissuti non posso più tornare ad essere quello che erano.
Malick ci fa scoprire in modo nuovo il fatto fondamentale di ogni conflitto: che se da una guerra di quel tipo non si torna indietro è tuttavia possibile recuperare il bene perduto, non è impresa semplice forse, ma non impossibile. Non si sa come ma, a colui che cerca disperatamente, questo miracolo accade. E' il mistero di chi sa credere ancora a quella scintilla che sa far amare e permette di stare lì per gli altri, per i propri amici, e che anche l'uomo più forte da solo non può sfuggire alla morte.
Solo l'uomo che ama può tornare alla gioia vera, alla ricerca del bene e della verità, anche a costo di morire per essa. Solo così l'anima dell'uomo è salvata.
La guerra, pur essendo in se stessa disumana, è umanizzata da coloro che hanno saputo amare dentro le vicende più dolorose e cruente: viene così scardinato il suo intrinseco principio distruttivo. E questo è possibile solo grazie a quegli uomini che hanno guardato in faccia la morte, e vi hanno trovato la vita.
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recio
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giovedì 9 giugno 2011
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capolavoro assoluto, solo per l'elite dei cinefili
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Non oso immaginare di vedere un Malick come questo con i miei amici, sarebbe come vedere "Dogma" con un prete.
La magia della regia, della fotografia, delle immagini più che suggestive accompagnate dalle poesie appena sussurrate quasi con fatica dagli uomini, sottolineo uomini, che Malick ci presenta in un film dove la guerra è solo un finto contorno carico però di significato che mai nessuno aveva evidenziato, fanno di questo film un capolavoro assoluto. La musica,di Hans Zimmer, non uno qualsiasi, è eccelsa, superba, carica di magia, una magia più unica che rara nei film degli ultimi 20 anni.
Non importa la storia, come inizia, come va a finire, chi vive, chi muore, importa il resto, il mondo, l'uomo: questi sono i protagonisti di questo film.
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Non oso immaginare di vedere un Malick come questo con i miei amici, sarebbe come vedere "Dogma" con un prete.
La magia della regia, della fotografia, delle immagini più che suggestive accompagnate dalle poesie appena sussurrate quasi con fatica dagli uomini, sottolineo uomini, che Malick ci presenta in un film dove la guerra è solo un finto contorno carico però di significato che mai nessuno aveva evidenziato, fanno di questo film un capolavoro assoluto. La musica,di Hans Zimmer, non uno qualsiasi, è eccelsa, superba, carica di magia, una magia più unica che rara nei film degli ultimi 20 anni.
Non importa la storia, come inizia, come va a finire, chi vive, chi muore, importa il resto, il mondo, l'uomo: questi sono i protagonisti di questo film.
Non è roba per bambinelli, per gente che apprezza il film per una bella storiella, o per un bravo attore (senza nulla togliere alle interpretazione tutte eccezionali, Caviezel in primis), è roba da elite.
Se non siete pronti non perdete tempo, finireste per addormentarvi o per cambiare Dvd.
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filippo catani
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lunedì 6 giugno 2011
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filosofia in tempo di guerra ma non solo
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Il film narra le vicende di un gruppo di soldati impegnato nella conquista di Guadalcanal ma oltre a mostrare le scene di guerra il film si concentra sulle riflessioni interiori dei vari componenti della compagnia guidata da un colonnello senza scrupoli e un sergente cinico e disilluso ma con un grande cuore.
Sembra quasi di fare un crimine a voler commentare un film del genere per la paura di rovinarlo. In effetti si potrebbe dire che il film va visto così com'è e ognuno ne trae le sue riflessioni. Ma come si può non lodare quanti splendidi spunti di riflessione ci regala il filosofo Malick. Le domande esistenziali a cui tutti noi cerchiamo di dare risposta sono affrontate con drammaticità da un manipolo di soldati mandati a morire da un terribile colonnello.
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Il film narra le vicende di un gruppo di soldati impegnato nella conquista di Guadalcanal ma oltre a mostrare le scene di guerra il film si concentra sulle riflessioni interiori dei vari componenti della compagnia guidata da un colonnello senza scrupoli e un sergente cinico e disilluso ma con un grande cuore.
Sembra quasi di fare un crimine a voler commentare un film del genere per la paura di rovinarlo. In effetti si potrebbe dire che il film va visto così com'è e ognuno ne trae le sue riflessioni. Ma come si può non lodare quanti splendidi spunti di riflessione ci regala il filosofo Malick. Le domande esistenziali a cui tutti noi cerchiamo di dare risposta sono affrontate con drammaticità da un manipolo di soldati mandati a morire da un terribile colonnello. La cosa migliore è che nessuna risposta viene messa in rilievo più delle altre ma semplicemente si cerca di dare risalto alle opinioni di tutti ma soprattutto si vuole mostrare come anche chi si impegni più possibile a seguire il "bene" non sempre vede i suoi sforzi ripagati ma d'altra parte accanto al cinico serve lo speranzoso come tante facce dell'unico essere che è l'uomo. Uno dei messaggi più forti se non il messaggio è però l'orrore della guerra che come si dice nel film non nobilita l'uomo ma lo trasforma in un cane rabbioso.
Sceneggiature e fotografie fantastiche, Zimmer fa un capolavoro con la colonna sonora e Nolte e Penn sono meravigliosi. Domanda: com'è stato possibile non dare nemmeno un Oscar a questo film?. Non si riesce a trovare una spiegazione.
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carlo's dè
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domenica 20 febbraio 2011
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la morte dell'anima prima de corpo
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La sottile linea rossa che divide il bene dal male il brutto dal bello la sottile linea che divide l'uomo dalla follia.
Film che attraverso una storia di guerra ( seconda guerra mondiale battaglia di Guadalcanal 1942) vede un battaglione di marines alla conquista di una collina in mano al nemico giapponese. La guerra nello sfondo di una natura muta ,di immobile bellezza che contrasta con l'assurdita e l'atrocità della guerra. Pensieri e parole nella mente di uomini che combattono altri simili ,non ci sono eroi qui son e siamo tutti perdenti . La macchina da presa che vaga x la foresta come fossero i nostri occhi voci fuori campo che rigurgitano pensieri sulla'ssurdità di tutto questo , visi coperti dal fango uomini che muoino che urlano che hanno paura per combattere e scoprire che il nemico che hai davanti è come te a le sue paure le sue debolezze le sue speranze.
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La sottile linea rossa che divide il bene dal male il brutto dal bello la sottile linea che divide l'uomo dalla follia.
Film che attraverso una storia di guerra ( seconda guerra mondiale battaglia di Guadalcanal 1942) vede un battaglione di marines alla conquista di una collina in mano al nemico giapponese. La guerra nello sfondo di una natura muta ,di immobile bellezza che contrasta con l'assurdita e l'atrocità della guerra. Pensieri e parole nella mente di uomini che combattono altri simili ,non ci sono eroi qui son e siamo tutti perdenti . La macchina da presa che vaga x la foresta come fossero i nostri occhi voci fuori campo che rigurgitano pensieri sulla'ssurdità di tutto questo , visi coperti dal fango uomini che muoino che urlano che hanno paura per combattere e scoprire che il nemico che hai davanti è come te a le sue paure le sue debolezze le sue speranze.
L'opera di Terence Malick non ha niente a che vedere con i classici film di guerra, è un viaggio filosofico e poetico sull'animo umano è Cinema all'ennesima potenza niente di più. Fotografia eccellente.
Vergognoso che non abbia ricevuto neanche un'oscar , daltronde non è il classico film di plastica.
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classe c
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domenica 6 febbraio 2011
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la sottile linea rossa: l'uomo, non la guerra.
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La sottile linea rossa può essere sicuramente catalogato come un film bellico, ma non è strettamente un film di guerra. Non stanno le azioni e le operazioni belliche sull'isola di Guadalcanal al centro della vicenda, ma l'essere umano e il suo animo. Tutti i soldati americani protagonisti del film sono come pedine di una scacchiera, i quali obbediscono agli ordini (persino il potente colonnello Toll al di sopra di se ha l'ammiraglio che lo sta a guardare) che gli sono imposti; ma ognuno ha una reazione interiore che li rende uomini.
E' nella narrazione dell'interiorità dei soldati che sta la grandezza del film di Malick. Il regista ci fa così capire che ogni soldato resta un essere umano, riesce a non diventare bestia, nel momento in cui viene pervaso dal dubbio, quando sente il bisogno di pregare immerso in una natura martoriata ma comunque indifferente, quando piange per avere torturato il nemico suo simile lasciandosi bagnare dalla pioggia tropicale sperando nella purificazione del suo spirito.
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La sottile linea rossa può essere sicuramente catalogato come un film bellico, ma non è strettamente un film di guerra. Non stanno le azioni e le operazioni belliche sull'isola di Guadalcanal al centro della vicenda, ma l'essere umano e il suo animo. Tutti i soldati americani protagonisti del film sono come pedine di una scacchiera, i quali obbediscono agli ordini (persino il potente colonnello Toll al di sopra di se ha l'ammiraglio che lo sta a guardare) che gli sono imposti; ma ognuno ha una reazione interiore che li rende uomini.
E' nella narrazione dell'interiorità dei soldati che sta la grandezza del film di Malick. Il regista ci fa così capire che ogni soldato resta un essere umano, riesce a non diventare bestia, nel momento in cui viene pervaso dal dubbio, quando sente il bisogno di pregare immerso in una natura martoriata ma comunque indifferente, quando piange per avere torturato il nemico suo simile lasciandosi bagnare dalla pioggia tropicale sperando nella purificazione del suo spirito. La forza sta nella debolezza.
Un film corale caratterizzato da numerose chiavi di lettura. Poema di immagini potenti (il coccodrillo catturato, l'indigeno che come un fantasma passa oltre i soldati in marcia, la gabbia vuota nella capanna in cui si trova il sergente Welsh...). Immenso viaggio all'interno dell'essere umano alla ricerca di un'umanità che l'insensatezza della guerra nasconde ma non toglie all'individuo.
Un film che rimarrà nella storia del cinema.
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