Cani miliardari

Chuffie, un simpatico cane, viene abbandonato in mezzo a una strada. Ha la fortuna di incontrare J.D., un randagio, che gli offre aiuto e ospitalità sotto un ponte. A loro si aggiunge Emmo, un pappagallo che non sa volare che li porta nella grande villa della sua padrona, la signora Lilly, che ama gli animali e in particolare i cani. Infatti ne ha già tre ma accoglie volentieri anche i nuovi arrivati. Quando la donna muore i cani apprendono di avere ereditato l'abitazione e anche un'ingente somma di denaro. Ci sono però i due nipoti gemelli della signora che vogliono impadronirsi dell'eredità e non sono disposti a cedere.
Questa produzione tedesca ha come lontano punto di riferimento il disneyano Oliver & Company non tanto come trama quanto come descrizione del rapporto tra gli animali. Così come si rifà agli innumerevoli film in cui si deve difendere una proprietà, di solito una casa, dalle mire di chi vuole impossessarsene. In questo caso si tratta di due orribili gemelli (maschio e femmina) che operano in tandem ma in realtà hanno cupidigie individuali.
La descrizione dei diversi caratteri è efficace anche se resta il dubbio del perché non si sia mantenuta una netta separazione tra il mondo degli umani e quello animale inserendo un papero scienziato malefico quale complice dei due avidi fratelli. Per il resto azione e riflessione procedono insieme e la morale della favola si occupa anche di far pensare all'uso della ricchezza.
Infatti gli animali, dopo aver sperimentato i pericoli in cui sono incorsi, prenderanno una decisione molto diversa rispetto a quella assunta in precedenza. Se l'unione fa la forza è poi necessario imparare l'altruismo. È una lezione che non fa male né ai più piccoli (a cui il film si rivolge) né ai grandi. 