jonnylogan
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mercoledì 12 giugno 2024
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al cardiopalma... calcistico
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Basato sull'omonimo Fever Picth, saggio calcistico e molto intimo dell’autore inglese Nick Hornby, la pellicola diretta dall'allora esordiente David Evans, che da allora non ha più diretto alcun film, dedicandosi al piccolo schermo e ai documentari, muove le tracce proprio dal romanzo per riscriverne la storia e donargli finalmente quel continuum narrativo che mancava su carta.
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Basato sull'omonimo Fever Picth, saggio calcistico e molto intimo dell’autore inglese Nick Hornby, la pellicola diretta dall'allora esordiente David Evans, che da allora non ha più diretto alcun film, dedicandosi al piccolo schermo e ai documentari, muove le tracce proprio dal romanzo per riscriverne la storia e donargli finalmente quel continuum narrativo che mancava su carta. Grande distinguo fra romanzo e pellicola si verifica proprio in una trama creata quasi di sana pianta, dato che la raccolta di Hornby includeva per ciascun capitolo il commento sia calcistico sia riguardante quel che l’autore stava facendo della sua esistenza
Protagonista del film è Paul Ashworth tifoso come Hornby dell’Arsenal, squadra a caccia di quel titolo che a Islington, borgo di provenienza dei Gunners, manca da quasi venti anni. Sarà proprio l’incredibile finale della stagione ‘88/’89 a cambiare le sorti della vita di Paul, professore di letteratura sui generis, oltre che alter ego di Hornby, interpretato da un Colin Firth all'epoca poco più che trentenne. Un docente amato dai suoi allievi per via dei metodi di insegnamento poco ortodossi. Con la mania del Subbuteo e fan delle evoluzioni calcistiche dei Gunners, che da sempre accompagnano ogni momento della sua vita.
Pellicola che scade perché incapace di non rendere patetica la figura di Paul. Presentandolo come un adulto che a tutti gli effetti è un caso patologico perché molto innamorato dell’Arsenal e meno della sua collega, e futura moglie, Sarah, Impersonata dall’allora esordiente Ruth Gemmell in seguito anche lei passata principalmente a evoluire sul piccolo schermo.
Una volta ultimato il film non denuncia quindi particolari difficoltà narrative, ma lascia comunque lo spettatore con un senso d’incompiutezza dettato da un’analisi poco approfondita riguardo al rapporto fra Paul e Sarah, declinandolo tra una passione calcistica esasperata e un’ambientazione tragicomico surreale unita a una serie di battute al vetriolo.
Film che quindi piacerà agli amanti del calcio d’oltre manica e a chi apprezza lo humour inglese. Astenersi chi si attendeva risposte sulla coppia d’oggi lungo la linea dell’offside.
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luca scial�
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mercoledì 21 maggio 2014
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l'ossessione per una squadra di calcio
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Paul Ashworth è un insegnante di letteratura con un ossessione per l'Arsenal, che lo accompagna fin da quando era poco più che decenne, da quando il padre lo portò per la prima volta allo stadio. Una passione che cozza con la relazione intrapresa con la sua collega, Sarah Hughes; anche perché il suo tifo è acuito dal fatto che quell'anno la sua beneamata si sta giocando il campionato, dopo ben 18 anni dall'ultimo titolo.
Film d'esordio per David Evans, per quello che resterà il film più riuscito della sua poco prolifica carriera. Attinge da un omonimo romanzo di Nick Hornby, anche se ne resta poco fedele. Mentre nel libro infatti il film parla accuratamente del ventennio che va dalla fine degli anni '60 alla fine degli anni '80, il regista si concentra soprattutto sul campionato '88-'89 che fa da sfondo alla relazione travagliata tra i due protagonisti, con alcuni flashback sull'infanzia del protagonista.
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Paul Ashworth è un insegnante di letteratura con un ossessione per l'Arsenal, che lo accompagna fin da quando era poco più che decenne, da quando il padre lo portò per la prima volta allo stadio. Una passione che cozza con la relazione intrapresa con la sua collega, Sarah Hughes; anche perché il suo tifo è acuito dal fatto che quell'anno la sua beneamata si sta giocando il campionato, dopo ben 18 anni dall'ultimo titolo.
Film d'esordio per David Evans, per quello che resterà il film più riuscito della sua poco prolifica carriera. Attinge da un omonimo romanzo di Nick Hornby, anche se ne resta poco fedele. Mentre nel libro infatti il film parla accuratamente del ventennio che va dalla fine degli anni '60 alla fine degli anni '80, il regista si concentra soprattutto sul campionato '88-'89 che fa da sfondo alla relazione travagliata tra i due protagonisti, con alcuni flashback sull'infanzia del protagonista. Commedia leggera, a tratti ironica, sull'ossessione calcistica, senza troppe pretese.
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andrea zagano
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domenica 7 luglio 2013
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un imperdibile cult,per ogni tifoso sopra la media
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Febbre a 90 è un imperdibile cult, tratto dal romanzo di Nick Hornby. Si tratta di un film che ogni fanatico dovrebbe vedere, per capire fino in fondo cos’è il calcio. Il calcio si dice sia lo sport più bello del mondo, l’unico capace di regalare emozioni bellissime ma capace anche di non far chiudere occhio per una notte intera. Questo vale per i giocatori ma anche per un individuo che ha un ruolo anonimo durante la settimana, capace di trasformarsi tutt’un tratto la domenica: l’ultrà.
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Febbre a 90 è un imperdibile cult, tratto dal romanzo di Nick Hornby. Si tratta di un film che ogni fanatico dovrebbe vedere, per capire fino in fondo cos’è il calcio. Il calcio si dice sia lo sport più bello del mondo, l’unico capace di regalare emozioni bellissime ma capace anche di non far chiudere occhio per una notte intera. Questo vale per i giocatori ma anche per un individuo che ha un ruolo anonimo durante la settimana, capace di trasformarsi tutt’un tratto la domenica: l’ultrà.
In questa pellicola che ritrae magnificamente l’ultrà degli anni ’80-’90 viene rappresentata l’immagine del tifoso sano, caratterizzato dall’amore per la propria squadra del cuore e non dalla violenza come in “Hooligans”. Certo l’amore per l’Arsenal è ossessivo, ma solo un vero tifoso sa cosa si prova a passare da una storica vittoria (che in questo caso mancava da 18 anni) ad una clamorosa beffa(o viceversa). Gli altri non capiscono, i non-tifosi pensano che si stia esagerando volutamente, pensano che tutto faccia parte del gioco invece è puro malessere o pura goduria, dipende tutto dalla palla, se entra, oppure no…
Alla Domenica c’è solo la propria squadra e non esiste nient’altro in quei 90 minuti, è lei la tua ragazza, la tua squadra del cuore. E per quella donna la tua vera ragazza potrebbe anche mandare tutto al diavolo, giustamente, ma non lo fa perché dopo un po’ di tempo capisce che la passione è passione, ed è una passione che richiede un appuntamento fisso settimanale a cui è impossibile sottrarre tempo; anche il protagonista capisce pian piano che forse è il momento di accantonare momentaneamente l’Arsenal per sistemarsi e metter su famiglia; trent’anni passati a dedicarsi completamente all’Arsenal forse sono abbastanza… o forse no? La frase più bella in quella notte di riflessione, passata a riflettere ancora sull’Arsenal ma finalmente anche sulla propria vita: “oltre il pallone c’è un mondo che non si ferma a maggio e riparte di nuovo in agosto”.
Più che concentrarsi sul film in sé, che non è nient’altro che un ritratto del tifoso inglese passionale e non violento, sarebbe meglio concentrarsi sul significato; per alcuni potrebbe essere una pellicola assolutamente insignificante, ma per molti è vita e potrebbe anche, perché no, risultare il loro film preferito.
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nikita
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giovedì 9 ottobre 2008
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un film sul calcio...
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... dove poi il calcio è solo il pretesto per la storia d'amore che si sviluppa intorno.
Chi ha letto il libro lo troverà forse un po' banalizzato ed eccessivamente romanzato. Chi comunque è "malato" come il protagonista non potrà non ritrovarsi in alcune scene, ad esempio quando si prepara da bambino per andare allo stadio con la propria sciarpa.
Altamente consigliato a tutti quelli che "non supereremo mai questa fase" e a chi vive la propria vita a stagioni calcistiche, ma anche e soprattutto a chi vive con persone così, magari le aiuterà a capirle meglio.
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brici
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domenica 7 settembre 2008
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passione per il calcio a 360°
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FILM STUPENDO, IL MIO PREFERITO SENZA DUBBIO, L' ATMOSFERA DELLA LONDRA FINE ANNI 80 CONTORNATA DALLA GRANDE PASSIONE PER IL CALCIO CHE APPARTIENE COME A POUL A MOLTI DI NOI....GUARDATELO E RIMARRETE SODDISFATTI SICURAMENTE
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r.a.m.o.n.e.s.
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venerdì 25 luglio 2008
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capolavoro
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QUESTO FILM DOVREBBE FAR CAPIRE A TUTT I BENPENSATI E MORALISTI CHE IL CALCIO NON E' SOLO VIOLENZA, TEPPISMO, BUSINESS E INGAGGI MILIONARI MA ANCHE AMORE, PASSIONE, IDENTITA' CITTADINA E VITA DI TUTTI I GIORNI...........
A ME QUESTO FILM MI HA COMMOSSO.............
QUESTO E' IL VERO CALCIO............
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marck
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martedì 19 febbraio 2008
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quando il tifo diventa un ideale !
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L'ho visto ieri e mi sono commosso...
Il mio sogno, la mia speranza è quella di vivere
le emozioni vissute dal nostro protagonista coi suoi
Gunners.
Credo anch'io si tratti del miglior film sulla passione
calcistica che spesso condiziona la vita di ognuno di noi
che vedono ancora al giorno d'oggi nel "pallone" una poesia,
un ideale.
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jok3r74
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sabato 19 gennaio 2008
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febbre
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solo il calcio puo dare queste emozioni
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cioppa
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sabato 29 dicembre 2007
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tifo e amore
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Calcio e amore s' intrecciano in questa commedia soft sul tifo per la propria squadra del cuore (l' Arsenal)e la normalità della vita quotidiana. Quando appunto entra in gioco l' amore la vita dello stravagante professore d' inglese e allenatore della squadra di calcio scolastica, sembra non cambiare più di tanto, mentre la sua compagna e collega proprio non riesce a capire come si possa amare più una squadra di calcio che una persona. Finirà quasi con l' invertirsi dei ruoli. Apprezzabile colonna sonora, l' ironia non manca, azzeccatissimi i ritorni sull' adolescenza del giovane tifoso che grazie al padre inizia a frequentare lo stadio, trasferte comprese. Ottima l' ambientazione negli stadi che fanno respirare il fascino del calcio inglese degli anni 70 e 80.
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Calcio e amore s' intrecciano in questa commedia soft sul tifo per la propria squadra del cuore (l' Arsenal)e la normalità della vita quotidiana. Quando appunto entra in gioco l' amore la vita dello stravagante professore d' inglese e allenatore della squadra di calcio scolastica, sembra non cambiare più di tanto, mentre la sua compagna e collega proprio non riesce a capire come si possa amare più una squadra di calcio che una persona. Finirà quasi con l' invertirsi dei ruoli. Apprezzabile colonna sonora, l' ironia non manca, azzeccatissimi i ritorni sull' adolescenza del giovane tifoso che grazie al padre inizia a frequentare lo stadio, trasferte comprese. Ottima l' ambientazione negli stadi che fanno respirare il fascino del calcio inglese degli anni 70 e 80.
Da vedere,per tutti, non solo per chi ama il calcio ma adatto anche al pubblico femminile.
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dado
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giovedì 29 novembre 2007
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il migliore
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un film super... davvero non credo di aver visto un film (ed un libro) che sppiano descrivere e rappresenatre così le passioni di chi tifa per una squadra di calcio
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