Frasi celebri dal film La morte e la fanciulla

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Un film di Roman Polanski. Con Sigourney Weaver, Ben Kingsley, Stuart Wilson, Krystia Mova, Jonathan Vega.
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Titolo originale Death and the Maiden. Drammatico, durata 103 min. - USA, Francia, Gran Bretagna 1995. - Penta Distribuzione uscita giovedì 6 aprile 1995. MYMONETRO La morte e la fanciulla * * 1/2 - - valutazione media: 2,72 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
Paulina Escobar (Sigourney Weaver)
primo piano
Paulina: Guardami. (Paulina prende il viso del dottor Miranda fra le mani) C'è abbastanza luce, mi riconosci? Davvero non mi riconosci? Non mi hai descritto i tuoi desideri osceni, non mi hai confidato i tuoi segreti?
Dottor Miranda: Sì.
Paulina: Non mi hai stuprata? Non hai goduto dentro di me?
Dottor Miranda: Sì.
Paulina: Quante volte?
Dottor Miranda: Molte volte. Ti ho violentato molte volte. Quattordici volte.
Paulina: E mettevi la musica?
Dottor Miranda: Sì, mettevo la musica. Ti volevo tranquillizzare. Mi sono comportato bene all'inizio. Ho lottato duramente per non cedere. Nessuno ha lottato quanto me, sai? Io sono stato l'ultimo. Ho resistito fino all'ultimo. E non ho ucciso nessuno, giuro. E ne ho salvati molti. Non avete idea di quanti ne ho salvati. Cominciai così, fui contattato per questo. Cercavano un dottore, mio fratello era nella polizia segreta. Mi disse che avevano bisogno di medici per evitare i decessi. Io ti ho lavata, eri lurida di escrementi. Mi hai detto: "Puliscimi" e io ti ho lavata. Gli altri mi incitavano: "Avanti, dottore, non rifiuterai una bella scopata gratis?". Io vacillavo, ero interdetto. Sentivo però che la cosa... cominciava a piacermi. Le lasciavano lì sdraiate... carne sul tavolo... alla luce dei neon. Tu non lo sai, ma quelle stanze erano luminose. Donne che giacevano del tutto inermi. Non dovevo essere carino, non dovevo sedurle, capisci? (Breve pausa) Non avevo nessun tipo di obbligo nei loro confronti. Erano in mio potere, potevo violarle tutte. Dovevano fare e dire quello che volevo. Ero perduto. Ero... curioso. Era morbosa la mia curiosità. Quanto può sopportare una donna? Cosa succede alla sua vagina dopo una scarica di corrente? Può avere un orgasmo dopo le torture? Oh Dio. Godevo a stare nudo... mi spogliavo con lentezza... facevo cadere i pantaloni a terra... perché tu lo capissi dal suono. Volevo che sapessi cosa stavo per farti. Ero tutto nudo in piena luce e tu non potevi vedermi... non potevi darmi ordini. Eri mia, vi possedevo tutte! Diventò una droga... potevo farti male o scoparti. E tu non potevi dirmi di no. Dovevi ringraziarmi... eh! Mi piaceva. Peccato che sia finita. È un vero peccato che sia finita.
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 Altre citazioni dal film La morte e la fanciulla 
Paulina Escobar (Sigourney Weaver) e Gerardo Escobar (Stuart Wilson)
Gerardo: Oh Dio! Ma in che cosa vuoi trascinarmi?
Paulina: Piccolino. Mio povero, tenero cucciolo. Lo sai che non farei mai niente che possa danneggiare te o la Commissione d'inchiesta.
Non voglio che tu smetta di cercare i corpi degli scomparsi e di denunciare i crimini taciuti. Io ti amo. Tu sei la mia vita. Ma ti appresti a seguire solo i casi di coloro che sono morti. Loro non possono parlare. Io invece posso farlo, ora. Sono libera. È la prima volta da quando mi hanno sepolta viva e nutrita col terrore... finché... l'ho preso, l'ho catturato, Gerardo, è l'uomo che volevo, il peggiore di tutti! Gli altri erano solo aguzzini... quelli te li aspetti ma lui era un dottore, chiamato apposta lì per evitare che io morissi sotto le torture. Mi parlava di scienza, di filosofia, amava citare Nietzsche...
Gerardo: Nietzsche?
Paulina: Mi pare che fosse Nietzsche. Era così amichevole, così... riguardoso. Venne dopo una seduta di tortura e mi fece un'iniezione. Per sollevarmi, mi disse, e per sollevarmi di più, per alleviare le mie sofferenze mise anche della musica. Voglio raccontare tutto. Tu vuoi che lo faccia, visto che me la sento?
Gerardo: Sì.
Paulina: Saprai sopportare la verità? (Pausa) Come ti ho detto, avevo una benda sugli occhi. Mi avevano legata a un tavolo, a faccia in su. A volte mi tenevano a faccia in giù dentro il secchio con i miei escrementi ma quel giorno, per il primo incontro con il dottore, erano stati gentili. Avevo un sacco di fili... di elettrodi sparsi e un cilindro di metallo a forma di pene dentro di me. Quando ti danno la scossa, prima ti brucia tanto... e poi il tuo corpo sobbalza e ti fai male essendo legata. Io provavo a urlare più forte quando il dolore era meno intenso... ma non ci cadevano. Il dottore si avvicinò e disse loro che non era il caso di insistere. E li mandò via. Mi fece un'iniezione, sentii calore. Il dolore se ne andò. Io, io non ci volevo credere. Fu una sensazione magica. Lui mi ripulì, mi mise un unguento sulle ferite. Mi disse che ero al sicuro e che voleva ascoltare La morte e la fanciulla... e se mi piaceva Schubert. Sì, dissi io... (Singhiozza) Adoro la sua musica. Lo ringraziai, lo ringraziai più volte... e ascoltammo insieme Schubert, come una coppia di fidanzati. Come due che si vogliono bene. E per qualche minuto non fece niente. Poi... lo sentii... muoversi lì intorno. Fra i suoni, quello di una fibbia che strusciava per terra... e un continuo tintinnio delle monete che aveva nelle tasche. Riconobbi poi il tipico fruscio di vestiti sfilati. Qualche istante dopo lui era sopra di me e farfugliava frasi oscene... si spinse dentro di me, sentii dolore... un bruciore. Cominciai a urlare come quando mi davano le scosse elettriche... ma lui non.,si fermò, continuò a usarmi (Scoppia a piangere).
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Paulina Escobar (Sigourney Weaver) e Roberto Miranda (Ben Kingsley)
Paulina: Erano quasi le due del pomeriggio. Avevo fatto uno scambio all'angolo della libreria. Sono scesi da una macchina dietro di me. Erano in due. Uno mi ha preso per il braccio e mi ha detto:
"Ragazzina, giornata impegnativa!". L'altro, puntandomi la pistola al fianco, ha detto: "Si parte per il weekend". Gli puzzava l'alito di me**a. Mi sono sempre chiesta cosa avesse mangiato. Non ho fatto resistenza. A volte mi sveglio nel cuore della notte con un incubo e pormi domando: "Perché non mi sono ribellata?". La strada era piena di gente. C'erano tanti studenti, magari avrebbero lottato per me. lo però non urlai. Avrei dovuto, tu me lo avevi detto: "Se ti prendono grida il tuo nome forte. Mi chiamo Paulina Lorca, mi stanno sequestrando, questo è un arresto illegale!".
Gerardo: No, sbagliavo. Ti avrebbero sparato.
Paulina: Forse lo avrebbero fatto. Era questo il problema... che io volevo vivere. Volevo vedere il futuro. Che io volevo esserci per godermi il mio lieto fine. Che io volevo vivere per quel lieto giorno in cui libera avrei riabbracciato l'uomo che amavo. Per vivere in un paese libero con lui.
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Luigi Paini
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giovedì 6 aprile 1995
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