sev7en
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sabato 31 maggio 2014
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oltre la fantascienza
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Un mago dei computer, a soli 11 anni, manda in tilt Wall Street e dopo 7 anni di condizionale e astinenza dai computer, entra a far parte di un gruppo di hackers con cui scoprirà le cause di un disastro petrolifero di cui verranno accusati ed insieme le prove della loro innocenza.
Nel mondo informatico, in cui anche la Legge di Moore appare anacronistica, recensire un film datato 1995 in cui le scorribande degli hackers (crackers per l’esattezza) e phreackers erano all’ordine del giorno, si accedeva alla Rete tramite modem 28k ed il cyberspazio era raffigurato come una realtà tanto aliena quanto caleidoscopica, può rivelarsi un bagno di bytes soprattutto se la stessa pellicola, al tempo, aveva scucito più di qualche sorriso.
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Un mago dei computer, a soli 11 anni, manda in tilt Wall Street e dopo 7 anni di condizionale e astinenza dai computer, entra a far parte di un gruppo di hackers con cui scoprirà le cause di un disastro petrolifero di cui verranno accusati ed insieme le prove della loro innocenza.
Nel mondo informatico, in cui anche la Legge di Moore appare anacronistica, recensire un film datato 1995 in cui le scorribande degli hackers (crackers per l’esattezza) e phreackers erano all’ordine del giorno, si accedeva alla Rete tramite modem 28k ed il cyberspazio era raffigurato come una realtà tanto aliena quanto caleidoscopica, può rivelarsi un bagno di bytes soprattutto se la stessa pellicola, al tempo, aveva scucito più di qualche sorriso. La regia di Iain Softley volendo legittimare quel coro anarchico, ma vivo e pulsante, di cowboy della rete, finisce per confezionare un meltdown di circostanze che si barcamenano fra l’amore, come sentimento, tra i due protagonisti e quello come atto eversivo per limiti e barriere imposti da una realtà assoluta, quale la convinzione che l’essere “diversi” sia sinonimo di fuorilegge.
Regia e montaggio sono vivaci ma dove l’opera cola a picco è nei pilastri che dovrebbe sorreggerla: sceneggiatura, fotografia, doppiaggio e recitazione.
La sceneggiatura e la fotografia ammiccano più alla frivolezza dell’immaginazione che non alla cronistoria di come le tecnologie allora fossero implementate forse perché avrebbe avuto poco presa sul pubblico o non avrebbe reso a dovere le azioni intraprese (dopotutto l’informatica è eterea…): sappiamo però che gli attacchi non avvengo attraverso tunnel cibernetici alla Nathan Never e che le matrici matematiche faranno la loro figura qualche anno più tardi, con Matrix, per cui non si può che restare allibiti, al limite della farsa. Il colpo di grazia arriva dal doppiaggio perché se avessero di certo avuto a disposizione il Google Translator si sarebbero risparmiati un congruo numero di strafalcioni: il worm, il virus informatico, non è il verme come pure la backdoor, l’exploit adottato per “accedere al sistema”, non è la porta sul retro… meglio quindi la versione in lingua inglese, se non altro per ascoltare la voce di un cast di prestigio: Angelina Jolie, la Kate, bella e dannata, forse l’unica a salvarsi dal punto della recitazione; Jonny Lee Miller, lo Zero Cool di Softley che qui acerbo maturerà nello Sherlock di Elementary; Laurence Mason (inconsistente) e Jesse Bradford, bravo ma non in grado di risollevare la piattezza generale.
A chiusura di codice, un film che non consigliamo, benché non sarebbe da privarsi di nulla, in quanto anche il solo vedere la maturazione di attori e attrici sia di per sé una ricchezza, il resto finisce per provocare quella sensazione di “potevo dedicare il tempo a…” che raramente concilia il sonno. Da vedere solo magari se trasmesso in TV in modo tale da poter cambiare canale in qualsiasi istante.
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tradescandia pallida
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venerdì 25 luglio 2008
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frizzante senza eccellere
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Uscito nelle sale nel 1995 questo film è ambientato negli anni '80, quando hackers e phreackers (hackers specializzati nel sabotaggio e nello sfruttamento dei telefoni) avevano la
meglio sulle multinazionali ancora inesperte quanto a metodi di protezione informatica.
Dade/Zero Cool è un bambino prodigio di 11anni che viene condannato a 7anni di condizionale col divieto di utilizzare computer dopo aver infettato 1507 computer di Wall Street provocando un crollo di proporzioni mondiali in Borsa.
Finalmente 18enne Dade si trasferisce a New York con la madre, dove conosce un gruppo di hacker liceali come lui (tra cui Kate/Acid Burn di cui si innamorerà).
Durante una scorribanda tra i file di una compagnia petrolifera scopriranno un virus ideato dal responsabile della sicurezza della compagnia.
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Uscito nelle sale nel 1995 questo film è ambientato negli anni '80, quando hackers e phreackers (hackers specializzati nel sabotaggio e nello sfruttamento dei telefoni) avevano la
meglio sulle multinazionali ancora inesperte quanto a metodi di protezione informatica.
Dade/Zero Cool è un bambino prodigio di 11anni che viene condannato a 7anni di condizionale col divieto di utilizzare computer dopo aver infettato 1507 computer di Wall Street provocando un crollo di proporzioni mondiali in Borsa.
Finalmente 18enne Dade si trasferisce a New York con la madre, dove conosce un gruppo di hacker liceali come lui (tra cui Kate/Acid Burn di cui si innamorerà).
Durante una scorribanda tra i file di una compagnia petrolifera scopriranno un virus ideato dal responsabile della sicurezza della compagnia. Per sventare il possibile disastro provato dal virus (5navi petrolifere capovolte e un grandissimo danno ambientale) e salvarsi (sono accusati di averlo ideato loro) il gruppo di amici, sincronizzati attraverso internet con hackers da ogni parte del mondo, riuscirà ad averla vinta.
Nonostante la trama sia inconsistente e spesso inverosimile e l'interpretazione degli attori (bei faccini ma niente capacità) scarsa, è un il film nel complesso piacevole e divertente.
La cura dei costumi e degli ambienti (stuzzicanti senza essere eccelsi), i dialoghi frizzanti e le musiche elettroniche sono coronati dagli effetti speciali utilizzati per mostrare un cyberspazio fatto di tunnel luminosi e cattedrali di dati.
I personaggi sono vestiti da fumetti, sfrecciare per la città sui pattini e sono tanto tanto amici (viva la solidarietà) senza avere una caratterizzazione particolare si rendono interessanti nella loro collettività.
Gli pseudomini sono un particolare divertente: Acid Burn per Angelina Jolie, Zero Cool e Crash Override per Jonny Lee Miller, Cereal Killer (il migliore, provate a pronunciarlo) per Matthew Lillard e Lord Nikon per Laurence Mason.
In conclusione, una pellicola da affrontare a cuor leggero, che vale la pena di esser vista senza fare faville.
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