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lianò
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martedì 7 febbraio 2006
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capolavoro inarrivabile
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uno dei 5 film che porterei su un'isola deserta. Mitico!!
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nuà
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mercoledì 22 giugno 2005
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in un mondo di replicanti....
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A distanza di 23 anni è ancora il capolavoro assoluto del genere "fantascienza", da rivedere e rivedere, oltre che da riascoltare per la splendida musica di Vangelis. Ancora grazie a Ridley Scott!!
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riccardo
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giovedì 3 marzo 2005
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che ambientazione!!!
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Un film che ti trasporta in un mondo irreale, lo spettatore entra in quel mondo, cupo, estraneo, orientale. Un capolavoro, dalla storia alle interpretazioni, accompagnati dalle musiche straordinarie di Vangelis. E' stato un film travagliato, ma anche questo ha contribuito ad accrescere il mistero che lo circonda. Anche Dekkar era un replicante? Ma! Chi lo sa? Forse è un bene che le cose siano andate così.
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val
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sabato 19 febbraio 2005
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il più bel film (di tutti i tempi)?
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Io penso di sì. Ovviamente sto parlando della versione del 1982 e non dell'operazione puramente commerciale che Scott ha distribuito furbescamente 10 anni dopo (taglio della voce fuori campo, scempio della magistrale colonna sonora di Vangelis, dubbio sull'identità di Deckard). Colonna sonora stupenda e suggestiva, effetti speciali (per quel tempo) ottimi, ambientazione riuscitissima, sceneggiatura avvincente, profonda introspezione dei personaggi, buona recitazione.
Un cult che se visto da un animo sensibile può ancora emozionare e far riflettere, a distanza di più di 20 anni.
Poliziesco, storia d'amore, fantascienza, dramma umano e sociale, questo film non si esaurisce lungo un'unico filo narrativo e interpretativo; è affolato di esistenze umane (e replicanti) tragiche e contraddittorie: il creatore (una sorta di padre) condannato all'invecchiamento precoce che danna i suoi "figli" con la stessa sorte (i replicanti hanno una durata di vita limitata); gli uomini che come le macchine (e assurdamente forse più di queste) hanno perso l'impulso a vivere e la capacità di emozionarsi; un replicante attaccato a una vita che non potrà mai vivere ma per la quale è disposto a lottare; un poliziotto che impara a vivere a ad amare proprio grazie ai replicanti.
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Io penso di sì. Ovviamente sto parlando della versione del 1982 e non dell'operazione puramente commerciale che Scott ha distribuito furbescamente 10 anni dopo (taglio della voce fuori campo, scempio della magistrale colonna sonora di Vangelis, dubbio sull'identità di Deckard). Colonna sonora stupenda e suggestiva, effetti speciali (per quel tempo) ottimi, ambientazione riuscitissima, sceneggiatura avvincente, profonda introspezione dei personaggi, buona recitazione.
Un cult che se visto da un animo sensibile può ancora emozionare e far riflettere, a distanza di più di 20 anni.
Poliziesco, storia d'amore, fantascienza, dramma umano e sociale, questo film non si esaurisce lungo un'unico filo narrativo e interpretativo; è affolato di esistenze umane (e replicanti) tragiche e contraddittorie: il creatore (una sorta di padre) condannato all'invecchiamento precoce che danna i suoi "figli" con la stessa sorte (i replicanti hanno una durata di vita limitata); gli uomini che come le macchine (e assurdamente forse più di queste) hanno perso l'impulso a vivere e la capacità di emozionarsi; un replicante attaccato a una vita che non potrà mai vivere ma per la quale è disposto a lottare; un poliziotto che impara a vivere a ad amare proprio grazie ai replicanti.
Questo film riassume le grandi domande esistenziali dell'uomo (chi siamo? da dove veniamo? che scopo ha la nostra vita?), i suoi dolori, le sue lotte, i suoi errori. E proprio nel momento della morte (quella del replicante, in uno dei momenti più toccanti del film) celebra l'amore per la vita e il desiderio dell'uomo di vivere e soppravvivere anche nella memoria e nella storia.
"...e tutti questi momenti andranno persi nel tempo come lacrime nella pioggia..."
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cirko
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giovedì 10 febbraio 2005
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abbasso il director's cut
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Chi non ha visto l'edizione integrale non ha visto nulla di questo film. E' un capolavoro del cinema mondiale.
Appare subito sconcertante come una pellicola del "lontano" 1982 risulti così fuori dal tempo e dallo spazio, rimanendo attuale anche a più di vent'anni di distanza.Paesaggi futuristici,ambienti cupi, tecnologie aliene, rumori di sottofondo ossessivi e strazianti, catapultano lo spettatore in un'atmosfera coinvolgente, proiettando la mente in un futuro fantastico ma al contempo plausibile. Le musiche eccelse di Vangelis sono la ciliegina sulla torta, il tocco di classe. Quel che stupisce è la trama. Questo film fa nascere mille domande e fornisce nessuna risposta, e nonostante ciò è capace di incollare per tutta la sua durata lo spettatore alla propria poltrona, facendolo sentire in colpa per un'eventuale bisogno fisiologico.
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Chi non ha visto l'edizione integrale non ha visto nulla di questo film. E' un capolavoro del cinema mondiale.
Appare subito sconcertante come una pellicola del "lontano" 1982 risulti così fuori dal tempo e dallo spazio, rimanendo attuale anche a più di vent'anni di distanza.Paesaggi futuristici,ambienti cupi, tecnologie aliene, rumori di sottofondo ossessivi e strazianti, catapultano lo spettatore in un'atmosfera coinvolgente, proiettando la mente in un futuro fantastico ma al contempo plausibile. Le musiche eccelse di Vangelis sono la ciliegina sulla torta, il tocco di classe. Quel che stupisce è la trama. Questo film fa nascere mille domande e fornisce nessuna risposta, e nonostante ciò è capace di incollare per tutta la sua durata lo spettatore alla propria poltrona, facendolo sentire in colpa per un'eventuale bisogno fisiologico.
Ford è un replicante?L'unicorno è un ricordo pre-memorizzato nel suo cervello o è la dimostrazione della sua umanità?Esiste una possibile evoluzione del modello Nexus 6 capace di confondersi competamente col genere umano?L'umanità sarà destinata a scomparire, soggiogata dalle macchine?
Tutto questo avviene negli ultimi 8 minuti, che il regista ha selvaggiamente tagliato.
Compratevi la versione integrale, non ve ne pentirete. Veramente roba dell'altro mondo,da segnalare sui libri di storia contemporanea.
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luigi di marco
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il capolavoro della fantascienza
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Cosa potrebbe mai venire fuori, quando si incontrano il genio del più grande scrittore di fantascienza (Philip Dick), il talento di uno dei più capaci registi di Hollywood (Ridley Scott), la performance di uno splendido attore (Harrison Ford) e l’ispirazione di un elegante musicista (Vangelis), se non un autentico capolavoro?
Blade Runner è un capolavoro, anzi è il capolavoro del genere fantascienza.
Il film, realizzato nell’ormai lontano 1982, rappresenta un metro su cui vedere e giudicare ogni altro film di fantascienza: un esempio di come non ci sia bisogno di costruire storie mirabolanti o intricatissime per mantenere gli spettatori incollati per un’ora e mezza alle loro sedie; un modello a cui si sono ispirati praticamente tutti gli altri autori del genere.
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Cosa potrebbe mai venire fuori, quando si incontrano il genio del più grande scrittore di fantascienza (Philip Dick), il talento di uno dei più capaci registi di Hollywood (Ridley Scott), la performance di uno splendido attore (Harrison Ford) e l’ispirazione di un elegante musicista (Vangelis), se non un autentico capolavoro?
Blade Runner è un capolavoro, anzi è il capolavoro del genere fantascienza.
Il film, realizzato nell’ormai lontano 1982, rappresenta un metro su cui vedere e giudicare ogni altro film di fantascienza: un esempio di come non ci sia bisogno di costruire storie mirabolanti o intricatissime per mantenere gli spettatori incollati per un’ora e mezza alle loro sedie; un modello a cui si sono ispirati praticamente tutti gli altri autori del genere.
La storia è presto detta: in una piovosa e multi-etnica Los Angeles del futuro, Deckard (Harrison Ford) è un poliziotto addetto al recupero, e all’eliminazione, di androidi che sfuggono al controllo dei loro padroni; nella fattispecie deve recuperarne ben quattro scappati da una colonia nello spazio. Roy Batty, il loro capo, (Rutgher Hauer) vorrebbe guidarli verso la vita eterna, gli androidi come gli umani hanno infatti una “data di termine”, e per questo va alla ricerca del suo progettista deciso a chiedergli più vita; lo scontro finale tra Roy Batty e Deckard rimarrà memorabile così come la celebre frase che l’androide pronuncia ormai in fin di vita: “io ne ho viste di cose, che voi umani non potreste nemmeno immaginarvi...”
Il tutto è incorniciato dalla splendida colonna sonora di Vangelis capace, come meglio non sarebbe stato possibile fare, di sottolineare ogni attimo della pellicola, ogni personaggio che si muove al suo interno, ogni animo che si perde tra i rifiuti della megalopoli Californiana.
Le metafore ci sono, e ce ne sono di evidenti e di celate, per cui lasciamo allo spettatore il piacere di estrapolarle da sé.
Per finire una chicca. Il film avrebbe dovuto chiudersi con un finale a sorpresa che non è presente nel libro di Dick: anche Deckard sarebbe dovuto essere un androide; certo la sceneggiatura ne avrebbe guadagnato ma sarebbe stato un vero delitto non seguire alla lettera il bellissimo romanzo “Il Cacciatore di Androidi”; e poi pensate davvero che il grande Philip Dick non ci avesse già pensato?
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boscaiolo
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lunedì 6 gennaio 2003
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il top dei top
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E' il massimo che si puo' chiedere ad un film perche' ingloba in se praticamente tutti i generi cinematografici,dal drammatico al thriller dal fantastico dall'azione alla love story. Cari cinefili se vi definite appassionati dovete vederlo ed apprezzarlo.
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maya
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venerdì 20 settembre 2002
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replicante?
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Due versioni, io preferisco la prima, più ottimista (tanto più lontano dal libro non si poteva andare).
Splendide le immagini della morte di Roy e del volo della colomba;
Un film che si basa sugli sguardi e sulle emozioni, il primo, vero, film del genere.
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batty
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mercoledì 20 marzo 2002
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more human than human
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La recensione sul sito non è accurata sia sul piano delle informazioni sia sul piano dei contenuti. La sceneggiatura è tratta dal romanzo di P.K. Dick Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. Il film appassiona per la trama e per gli effetti speciali che all'epoca risultavano meno "artigianali" e più efficaci. Ma la sua lettura richiede una attenzione particolare alle vicende emozionali e psicologiche dei protagonisti. la profonda umanità delle "copie" non è evidente soltanto nello slogan aziendale del creatore del Nexus 6, ma soprattutto nel contrasto tra gli umani ormai privi di empatia e l'acquisizione di un senso della vita che salva Deckard per mano del suo avversario bionico.
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La recensione sul sito non è accurata sia sul piano delle informazioni sia sul piano dei contenuti. La sceneggiatura è tratta dal romanzo di P.K. Dick Ma gli androidi sognano pecore elettriche?. Il film appassiona per la trama e per gli effetti speciali che all'epoca risultavano meno "artigianali" e più efficaci. Ma la sua lettura richiede una attenzione particolare alle vicende emozionali e psicologiche dei protagonisti. la profonda umanità delle "copie" non è evidente soltanto nello slogan aziendale del creatore del Nexus 6, ma soprattutto nel contrasto tra gli umani ormai privi di empatia e l'acquisizione di un senso della vita che salva Deckard per mano del suo avversario bionico.
e le stesse emozioni (paura, angoscia, amore...) del blade runner sono la conquista, o meglio la riconquista, della dimensione e della percezione di una umanità perduta tra gli uomini. il sogno dell'unicorno è sicuramente un "inserto" nella mente di Deckard perchè anch'esso è un replicante. La sua fuga con Rachel è preceduta dal ritrovamento dell'origamo lasciato davanti casa. Un unicorno, per l'appunto. il senso dell'incertezza nell'esistenza in un mondo in cui i sentimenti e le emozioni appartengono ormai agli androidi.
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[+] notevole
(di aratos)
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(di ladyviolet97)
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