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            | zen | venerdì 12 dicembre 2008 |  
            | metafisica dell'immagine   |  |  |  |  
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Probabilmente Stalker è uno dei film più affascinanti in chiave metafisico/filosofica mai prodotti.
Diciamolo, è un film difficile che potrà annoiare chi non gli si avvicina con lo spirito giusto; ma se si entra in sintonia con vicenda e personaggi ci si sentirà profondamenti nutriti al termine della visione.
I più critici nei confronti del film hanno accusato Tarkovsky di didascalismo cromatico (l'alternanza di colore e bianco e nero) e di dialoghi assai letterari. Ma ammesso che questi "difetti" esistano (io non li vedo), cadono in secondo piano rispetto alla forza avvolgente della narrazione. Il trasporto degli attori, doppiati benissimo, le straordinarie location post-industriali e decadenti, la raffinatissima fotografia, la colonna sonora onirica e insinuante .
                        [+]
                        
                     
                    
                        
Probabilmente Stalker è uno dei film più affascinanti in chiave metafisico/filosofica mai prodotti.
Diciamolo, è un film difficile che potrà annoiare chi non gli si avvicina con lo spirito giusto; ma se si entra in sintonia con vicenda e personaggi ci si sentirà profondamenti nutriti al termine della visione.
I più critici nei confronti del film hanno accusato Tarkovsky di didascalismo cromatico (l'alternanza di colore e bianco e nero) e di dialoghi assai letterari. Ma ammesso che questi "difetti" esistano (io non li vedo), cadono in secondo piano rispetto alla forza avvolgente della narrazione. Il trasporto degli attori, doppiati benissimo, le straordinarie location post-industriali e decadenti, la raffinatissima fotografia, la colonna sonora onirica e insinuante ... tutto questo contribuisce a fare di questo film un'opera unica.
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                        [+] le critiche...
                         (di oiggamad)
                        [ - ] le critiche...
                             
                        
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            | lorenzo | sabato 20 settembre 2008 |  
            | simbolismo e contrapposizioni   |  |  |  |  
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                        Inutile soffermarsi sui dettagli della trama, o ricercare un significato univico al messaggio del regista. Questo film è un affresco poetico e artistico omnicomprensivo e particolarmente ermetico. Sebbene il ritmo sia lento ed i dialoghi difficili da digerire, offre comunque a chi è alla ricerca di immagini suggestive e simbolismo un intrattenimento cervellotico e piacevole. Il primo spunto di riflessione è dato dalla contrapposizione tra il luogo da cui i tre protagonisti partono e la zona. Il mondo da cui scappano è fatto di immagini sbiadite in bianco e nero di ciminiere, di acqua stagnante e putrida, di povertà e industrializzazione. E' un mondo dove l'uomo domina la natura, non si vedono alberi ed erba.
                        [+]
                        
                     
                    
                        Inutile soffermarsi sui dettagli della trama, o ricercare un significato univico al messaggio del regista. Questo film è un affresco poetico e artistico omnicomprensivo e particolarmente ermetico. Sebbene il ritmo sia lento ed i dialoghi difficili da digerire, offre comunque a chi è alla ricerca di immagini suggestive e simbolismo un intrattenimento cervellotico e piacevole. Il primo spunto di riflessione è dato dalla contrapposizione tra il luogo da cui i tre protagonisti partono e la zona. Il mondo da cui scappano è fatto di immagini sbiadite in bianco e nero di ciminiere, di acqua stagnante e putrida, di povertà e industrializzazione. E' un mondo dove l'uomo domina la natura, non si vedono alberi ed erba. La zona è contrapposta a questa realtà, via, via, che si spostano al suo interno, il film acquista colori, il verde su tutti. La natura nella zona domina sull'uomo, l'ha totalmente cancellato. Si vedono macchine ingoiate dalla vegetazione e acqua ovunque che corrode i resti della presenza umana. Non è una natura rassicurante, anzi i personaggi si muovono con circospezione al suo interno. E'costante il richiamo dello stalker alla "pericolosità della zona", alla "presenza di trappole". Lo spettatore entra uno stato di allerta costante seguendo ogni passo dei personaggi. La zona simboleggia una paura primitiva per l'ignoto, ma anche l'attrazione verso ciò che è inspiegabile. Per quanto pericolosa rappresenta un richiamo irrinunciabile per chi scappa da una realtà razionale e deludente alla ricerca di "risposte". Costanti sono anche i richiami alla religione e soprattutto alla fede. La ricerca della "stanza dei desideri" dove si scopre la verità su se stessi e l'esistenza, potrebbe simboleggiare la ricerca di Dio. Un ricerca che passa attraverso delle prove di fede, rappresentate dalle insidie che i pellegrini incontrano nel cammino verso di essa. Il fatto che lo scrittore ed il professore si rifutino di entrare nella stanza paventando anche di volerla distruggere, è la fotografia di una società intellettuale e materialista che ha perso la fede e addirittura vorrebbe distruggerla(il professore porta con se una bomba). La zona ed il mondo reale sono divisi da una barriera militarlmente protetta. Nel racconto dello stalker, quando la zona si era formata molte persone si spostavano in massa verso di essa obbligando il governo ad recintare i suoi confini per limitare l'emoragia. In quest'ottica la zona potrebbe rappresentare il mondo esterno alla cortina di ferro, un richiamo alla politica di isolamento praticata durante gli anni comunisti nei paesi dell'est. Interessante infine notare che molte delle scene all'interno della zona sono state girate a Chernobyl. Il film è stato girato nel '79 il disastro nucelare avvenne nel '86 (la centrale era stata costruita nel '83). Concidenza abbastanza inquitante se si pensa al fatto che tra le cause della formazione della zona i personaggi parlano di strane radiazioni. La moglie stessa dello stalker, in uno dei monologhi finali, parla del fatto che tutti i figli degli stalker siano soggetti a deformazioni dovute alle zona(la figlia del protagonista è storpia dalla nascita). Queste sono riflessioni personali, proprio per la natura ermetica dei simboli usati nel film è difficile ricostruire i messaggi del regista in modo universale, spero vi sia venuta voglia di guardarlo e lasciarmi un commento.
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                         (di mickey17)
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            | moloch | giovedì 17 luglio 2008 |  
            | masterpiece !!!   |  |  |  |  
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                        Uno dei migliori film di "fantascienza" che  abbia mai visto, un must per gli amanti di altri capolavori sullo stile filosofico di 2001 : A Space Odissey.
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            | mitja | venerdì 30 maggio 2008 |  
            | un film da leggere   |  |  |  |  
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                        Il più intimo desiderio è fondato dal principio di necessità da parte dell'uomo di credere in qualche cosa. Per poter alimentare la volontà di vivere egli ha il bisogno di aspirare a una meta Irraggiungibile.
Se ciò viene a cadere, se l'obiettivo che forse nemmeno l'anima conosce - quello che spinge l'uomo - venisse raggiunto, cosa succederebbe? Davanti a che cosa ci si ritroverebbe? A niente. Morirebbe la speranza e pure la felicità divenuta oramai apatica per l'annientamento del dolore. Si diventerebbe insensibili a qualsiasi emozione. Si sprofonderebbe nella noia.
Ci stiamo muovendo in un labirintico mondo di Escher, possiamo scegliere strade diverse ma ci ritroviamo sempre nello stesso punto: entrare nella Stanza e vedere esaudito il proprio desiderio più intimo pone fine alla fede - perchè l'uomo desidera ciò che non ha -, ma al tempo stesso continuare a vivere in una realtà che uccide la speranza in nome della noia, comporta la stessa conseguenza.
                        [+]
                        
                     
                    
                        Il più intimo desiderio è fondato dal principio di necessità da parte dell'uomo di credere in qualche cosa. Per poter alimentare la volontà di vivere egli ha il bisogno di aspirare a una meta Irraggiungibile.
Se ciò viene a cadere, se l'obiettivo che forse nemmeno l'anima conosce - quello che spinge l'uomo - venisse raggiunto, cosa succederebbe? Davanti a che cosa ci si ritroverebbe? A niente. Morirebbe la speranza e pure la felicità divenuta oramai apatica per l'annientamento del dolore. Si diventerebbe insensibili a qualsiasi emozione. Si sprofonderebbe nella noia.
Ci stiamo muovendo in un labirintico mondo di Escher, possiamo scegliere strade diverse ma ci ritroviamo sempre nello stesso punto: entrare nella Stanza e vedere esaudito il proprio desiderio più intimo pone fine alla fede - perchè l'uomo desidera ciò che non ha -, ma al tempo stesso continuare a vivere in una realtà che uccide la speranza in nome della noia, comporta la stessa conseguenza. Diventeremo comunque insensibili all'odore dei fiori.
Ma il non aver visto aprire quella porta è un messaggio molto significativo: bisogna resistere ed essere forti perchè è meglio una felicità amara che un'esistenza senza speranza.
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            | x u n x | lunedì 12 maggio 2008 |  
            | difficoltà con il "mondo"   |  |  |  |  
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                        Ciò che Stalker rappresenta non ha nulla a che fare con fantascienxa o altro del genere, lo stesso regista parlando della "zona", rammenta che la stessa altro non è che la vita, con le sue difficoltà...cito..."Nella zona, non si può mai percorrere la stessa strada, ne si può tornare indietro"...(...errori di ricordo esclusi...miei...). Una delle vere espressioni artistiche rimanenti, in tutto il percorxo di Tarkovskij non c'è spazio per la mancanxa d'arte e raffinatexxa, cosi come la poesia, elemento chiave e sempre presente.
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            | nathanael | sabato 19 aprile 2008 |  
            | 3 ore?   |  |  |  |  
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                        Dura due ore e mezza scarsa, pirla.
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            | fatteservì ;) | mercoledì 20 giugno 2007 |  
            | noia fantascientifica   |  |  |  |  
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                        Polpettone che, con la scusa della fantascienza, intenderebbe proporre enigmi filosofici, non riuscendo a fare bene nè l'uno nè l'altro: solo noia e deliri pseudo filosofico-fantascientifici, di durata interminabile, con esiti di tristezza desolante.
                     
                
                        [+] chi te lo fa fare?
                         (di paleutta)
                        [ - ] chi te lo fa fare?
                             
                        
                        [+] -_-
                         (di x u n x)
                        [ - ] -_-
                             
                        
                        [+] nessuno
                         (di h3imat)
                        [ - ] nessuno
                             
                        
                        [+] sono d'accordo
                         (di rfpzt9)
                        [ - ] sono d'accordo
                             
                        
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            | francesco | martedì 1 agosto 2006 |  
            | non tutto funziona   |  |  |  |  
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                        E' difficile valutare un film come Stalker. Perchè è un film di talento, brillante nell'idea di fondo che si distende sapientemente attraverso la bellissima fotografia. Ecco, la fotografia merita una menzione d'onore: tutto perfetto, dai colori alle scenografie, quadri desolati, specchio del viaggio che l'anima percorre, specchio della vita e perfetto sfondo per le vicende del film. Dialoghi 'bergmaniani', con alcune punte d'eccellenza soprattutto nel finale.
Ciò nonostante il film non mi ha convinto. Non basta girare un film dall'acuto significato esistenziale, con la classe del regista di talento, perchè lo 'spettacolo' funzioni. Il film riesce a trasmettere anche una certa tensione, e questo è un dato notevole considerando che non si tratta di un horror e quindi non ci si aspetta certo di vedere la testa di qualcuno tranciata improvvisamente di netto.
                        [+]
                        
                     
                    
                        E' difficile valutare un film come Stalker. Perchè è un film di talento, brillante nell'idea di fondo che si distende sapientemente attraverso la bellissima fotografia. Ecco, la fotografia merita una menzione d'onore: tutto perfetto, dai colori alle scenografie, quadri desolati, specchio del viaggio che l'anima percorre, specchio della vita e perfetto sfondo per le vicende del film. Dialoghi 'bergmaniani', con alcune punte d'eccellenza soprattutto nel finale.
Ciò nonostante il film non mi ha convinto. Non basta girare un film dall'acuto significato esistenziale, con la classe del regista di talento, perchè lo 'spettacolo' funzioni. Il film riesce a trasmettere anche una certa tensione, e questo è un dato notevole considerando che non si tratta di un horror e quindi non ci si aspetta certo di vedere la testa di qualcuno tranciata improvvisamente di netto. Eppure i tempi troppo dilatati, il significato che si riflette prepotemente nella fotografia ma che non sorregge l'intera vicenda in quanto essenzialmente sprovvista di una benchè minima trama, impediscono al film di decollare verso l'empireo dell'arte più bella. Un film da vedere, da riflettere, ma lo reputo lungi dal potersi annoverare fra i capolavori.
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                        [+] ciao francesco dissento
                         (di weach)
                        [ - ] ciao francesco dissento
                             
                        
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            | tomek | venerdì 14 luglio 2006 |  
            | non i sensi...   |  |  |  |  
            | 
                    
                        Tarkovsky utilizza degli schemi cinematografici che incredibilmente riescono ad andare oltre i sensi.
Ancora mi domando se sia il ritmo riflessivo che scavalchi le nostre percezioni e agisca sull'intelletto direttamente.
Il film è un viaggio dentro di noi, ragione-scienziato e sentimento-scrittore, in rapporto al mondo vinto dalle ideologie bicromatico.
La tecnica è al servizio dell'arte. Tarkovsky riesce a penetrare oltre gli schemi superficiali dell'uomo.
Il movimento della camera è quello di uno scatto fotografico è quello che meglio visualizza un'emozione, un tormento, una proposizione.
Questo tipo di cinema è molto difficile da analizzare perchè soffocato dalle percezioni accelerate dei tempi contemporanei.
                        [+]
                        
                     
                    
                        Tarkovsky utilizza degli schemi cinematografici che incredibilmente riescono ad andare oltre i sensi.
Ancora mi domando se sia il ritmo riflessivo che scavalchi le nostre percezioni e agisca sull'intelletto direttamente.
Il film è un viaggio dentro di noi, ragione-scienziato e sentimento-scrittore, in rapporto al mondo vinto dalle ideologie bicromatico.
La tecnica è al servizio dell'arte. Tarkovsky riesce a penetrare oltre gli schemi superficiali dell'uomo.
Il movimento della camera è quello di uno scatto fotografico è quello che meglio visualizza un'emozione, un tormento, una proposizione.
Questo tipo di cinema è molto difficile da analizzare perchè soffocato dalle percezioni accelerate dei tempi contemporanei.
Indicata è la visione da soli.
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                         [+] lascia un commento a tomek »
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            | a | martedì 16 maggio 2006 |  
            | 3 ore di sonno   |  |  |  |  
            | 
                
                        [+] allora
                         (di h3imat)
                        [ - ] allora
                             
                        
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