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salvatore conte
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sabato 16 aprile 2005
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una ricerca disinteressata
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Vedere esaudito il nostro più grande desiderio è forse il più grande desiderio di noi tutti, ma saremmo disposti a correre il rischio di vedere esaudito il nostro più intimo e nascosto desiderio?
O è più probabile che, forse per pudore, forse per la nostra coscienza, o forse per un principio informatore che ci spinge ad evitare l'irreparabile, noi non saremmo disposti a correre questo rischio?
Emozionante e poetica riflessione sul senso della vita, condotta con tempi cinematografici idoneamente dilatati e con un dominio sapiente della suggestione visiva.
Un film, ma anche un documentario della nostra realtà, inappellabile censura della società moderna.
Il rimedio proposto è quello di riprendere una lenta, paziente e disinteressata Ricerca dell'autentica Conoscenza.
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Vedere esaudito il nostro più grande desiderio è forse il più grande desiderio di noi tutti, ma saremmo disposti a correre il rischio di vedere esaudito il nostro più intimo e nascosto desiderio?
O è più probabile che, forse per pudore, forse per la nostra coscienza, o forse per un principio informatore che ci spinge ad evitare l'irreparabile, noi non saremmo disposti a correre questo rischio?
Emozionante e poetica riflessione sul senso della vita, condotta con tempi cinematografici idoneamente dilatati e con un dominio sapiente della suggestione visiva.
Un film, ma anche un documentario della nostra realtà, inappellabile censura della società moderna.
Il rimedio proposto è quello di riprendere una lenta, paziente e disinteressata Ricerca dell'autentica Conoscenza.
Inappellabile censura della società moderna, vista come un'acquitrinosa, fatiscente e cannibalesca struttura priva d'ogni prospettiva e speranza, realizzata da un uomo devastato dalla perduta consapevolezza di sé, della natura del proprio spirito, e della propria capacità di amare e di provare dolore.
Ciò che in Natura è l'eccezione esemplare, ovvero l'acquitrino sudicio e mefitico, nella Società dell'Uomo moderno esso diviene la regola dilagante.
La violenza e la prepotenza sulle cose, sulla natura, sugli altri e su sé stesso, non ha distrutto l'uomo ma lo ridotto a niente.
L'uomo moderno non è destinato all'estinzione.
Esso è semplicemente niente.
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alefango
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venerdì 22 giugno 2001
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basta con gli spoiler
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E che cavolo...
"Ma una leggenda popolare vuole che all'interno della zona ci sia una "stanza" dove ogni conoscenza e ogni desiderio vengono soddisfatti. Lo Stalker porta uno scrittore e uno scienziato alle soglie della "stanza", dove però i due non osano entrare"
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s.genovese
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martedì 5 giugno 2001
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un vero capolavoro ! ! !
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Innanzituttol'allegoria non è di Tarkovskij,ma di un romanziere (non ne ricordo il nome) dal cui romanzo è tratto il film.
Il viaggio più pericoloso e affascinante è quello all'interno di noi stessi ! !
Un viaggio che va al di là della logica comune, al di là della razionalità.
Il film è una splendida allegoria di tutto questo.....
L'obiettivo di questo viaggio è il raggiungimento di questa stanza dove ogni desiderio viene soddisfatto. In realtà, fuori di metafora,si tratta chiaramente del raggiungimento della perfetta consapevolezza di sè stessi, potremmo dire del raggiungimento del "nirvana" o "illuminazione" dove ogni desiderio semplicemente scompare perchè, risvegliandoci, ci accorgiamo che non ci manca nulla.
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Innanzituttol'allegoria non è di Tarkovskij,ma di un romanziere (non ne ricordo il nome) dal cui romanzo è tratto il film.
Il viaggio più pericoloso e affascinante è quello all'interno di noi stessi ! !
Un viaggio che va al di là della logica comune, al di là della razionalità.
Il film è una splendida allegoria di tutto questo.....
L'obiettivo di questo viaggio è il raggiungimento di questa stanza dove ogni desiderio viene soddisfatto. In realtà, fuori di metafora,si tratta chiaramente del raggiungimento della perfetta consapevolezza di sè stessi, potremmo dire del raggiungimento del "nirvana" o "illuminazione" dove ogni desiderio semplicemente scompare perchè, risvegliandoci, ci accorgiamo che non ci manca nulla.
Una frase è particolarmente rivelatrice: quando lo Stalker (la guida) dice che nella stanza sembra riescano ad arrivare non i più "buoni", ma solo i più "disperati", coloro che davvero non hanno più speranze da raggiungere e possono quindi abbandonare ogni desiderio egoistico.
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(di gianpaolo)
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