Oblomov |
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Un film di Nikita Mikhalkov.
Con Oleg Tabakov, Elena Solovej, Andrei Popov, Yuri Bogatyryov, Avangard Leontev.
continua»
Titolo originale Neskol'ko dnej iz Zizni I.I. Oblomova.
Commedia,
Ratings: Kids+16,
durata 143 min.
- URSS 1979.
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MI SOVVIEN L’ETERNO E LE MORTI STAGIONI
di Luigi ChiericoFeedback: 36976 | altri commenti e recensioni di Luigi Chierico |
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lunedì 10 febbraio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
La memoria serve anche a riportare alla luce il piacere provato nell’aver assistito ad uno Spettacolo, appunto indimenticabile. Ivan Gongarov scrive il romanzo, Nikita Mikhalkov lo porta sullo schermo per una più vasta platea che non sia stata quella dei soli lettori. Ne fa un film bellissimo e così ci mostra vasti paesaggi, ed attraverso un’accurata ricostruzione degli ambienti un mondo scomparso. Ispirata adesione del personaggio, ozioso, languido che attraversa luoghi lussureggianti, mi tornano a mente le ancor più antiche virginiane bucoliche. Forse è il più bel film del regista che ci ha offerto la visione dei film: “Il sole ingannatore” e “Partitura per pianola meccanica”. Inquieto ed elegante, intenso e giocoso. L’intera vicenda è avvolta in una fotografia raffinatissima, illuminata da Elena Slovej. Non dimentichiamo che questa pellicola è del 1979, quando certi virtuosismi di oggi non erano possibili. Ed è questo romantico ricordo del passato che ci porta ancora più indietro nel tempo allorché ci apprestiamo a gustare un piccolo gioiello di quello di un Cinema d’un tempo che non ritorna. Il film va visto per intero senza farsi impressionare da un inzio di difficile presa. Amicizia ed Amore si alternano quali sentimenti puri e profondi, fatti di altruismo e non d’egoismo. Essi devono costituire motivo di felicità per chi li riceve come per chi li offre, Orazio direbbe “Se tu vales ego valeo”, la mia felicità sta nel saperti felice. La natura offre spettacoli e momenti bellissimi che costituiscono una metafora a cui nessuno si sottrae. Le foglie nascono verdi e danno linfa vitale alla pianta che deve produrre frutti per custodire i semi, necessari alla riproduzione; a tempo debito ingialliscono o diventano color porpora o marroni per cadere ogni anno nel breve arco d’un autunno, si trasformano in concime perché l’albero, che affonda le sue radici nella terra e si rinnova attraverso sempre nuovi rami, abbia una vita centenaria. Non c’è qualcosa in comune con la vita dell’uomo, viste le sue origini, il suo prolificarsi, il suo attraversare le stagioni della vita prima di lasciare la sua Famiglia, destinata ad avere altre generazioni? e perché facciano chiedere a Dante da Farinata degli Uberti: chi sono i tuoi antenati? “Chi furon i maggior tuoi?”, Ascoltate lettori, la colonna sonora è bellissima. Buon divertimento, per un solo attimo della vita è anche importante fermarsi, anche se con pochi, a guardare indietro. chigi
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