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biribissi
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giovedì 29 novembre 2001
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un grande post-noir
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Un grande film, un grande attore, un grande regista. Le atmosfere noir dei films classici americani degli anni Quaranta, sono qui riproposte nell'underground metropolitano in un vero e proprio viaggio agli inferi dei suburbi. Bravi tutti gli interpreti dalla giovannissima Jodie Foster ai comprimari, ma il viso stupefatto-ottuso-dolente del solitario guidatore di taxi resterà per sempre nel nostro immaginario.
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parsifal
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giovedì 24 agosto 2017
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solitudine e rabbia metropolitana
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Martin Scorzese, nel 1976, dà vita , insieme allo sceneggiatore Paul Scharader, a quest'opera che può essere definita il manifesto dell'alienazione metropolitana nell'era moderna, in chiave profondamente noir. Lo sceneggiatore si ispirò alle opere dei filosofii esistenzialisti ed in particolar modo alla " Nausea" di Sartre e " Lo straniero " di Camus, oltre a " Memorie dal sottosuolo" di Dostojewsky. IL risultato, più che azzeccato, ancor oggi , è un film di grande impatto psicologico, un noir moderno che sfocia nello psicodramma, con un finale degno di una tragedia greca. IL Protagonista. Trevis Bickle, da un giovane , talentuoso ed agguerrito De NIro, è un reduce del VietNam con serie difficoltà di inserimento nel contesto sociale in cui vive o per meglio dire sopravvive.
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Martin Scorzese, nel 1976, dà vita , insieme allo sceneggiatore Paul Scharader, a quest'opera che può essere definita il manifesto dell'alienazione metropolitana nell'era moderna, in chiave profondamente noir. Lo sceneggiatore si ispirò alle opere dei filosofii esistenzialisti ed in particolar modo alla " Nausea" di Sartre e " Lo straniero " di Camus, oltre a " Memorie dal sottosuolo" di Dostojewsky. IL risultato, più che azzeccato, ancor oggi , è un film di grande impatto psicologico, un noir moderno che sfocia nello psicodramma, con un finale degno di una tragedia greca. IL Protagonista. Trevis Bickle, da un giovane , talentuoso ed agguerrito De NIro, è un reduce del VietNam con serie difficoltà di inserimento nel contesto sociale in cui vive o per meglio dire sopravvive. La città che lo sovrasta è New York, immensa e tentacolare, con le sue contraddizioni e la fiera delle assurdità alle quali Trevis è estraneo e tale vuole restare. Insonne perenne, vaga nella notte alla ricerca di una risposta alle sue tante domande, osservando il degrado che lo circonda e frequentando assiduamente le sale a luci rosse. Decide di rendere produttiva la sua insonnia ed inizia a lavorare come conducente di taxi notturno. Nel suo peregrinare ,durante una nottata più movimentata delle altre, incontra Iris, prostituta minorenne ( una giovanissima Jodie Foster), che tenta di fuggire dal suo protettore , salendo sul suo taxi. IL tentativo di fuga viene sventato e Trevis rimane colpito dall'episodio. Da quel momento , decide di voler salvare Iris dal suo status e riportarla in seno alla famiglia. I due si frequenteranno e Trevis si accorgerà che l'impresa non si prospetta al meglio. Iris , plagiata dal suo protettore Matthew ( H.Keitel) sembra determinata a voler continuare su quella strada ed a nulla valgono le parole di Trevis,usate per convincerla a tornare ad una vita normale. Nel frattempo Travis tenta un approccio con una donna sofisticata ed elegante di cui si è invaghito. La signora opera nel comitato elettorale di Palantine, è molto colta e raffinata e Trevis fallisce nell'approccio iniziale, portandola in un cinema a luci rosse. I due si allontaneranno e lui resterà molto deluso. Da questo momento, inizia una vera propria discesa nella frustrazione che aveva contraddistinto l'esistenza del protagonista. Inizia un lungo monologo interiore, in cui viene a galla l'insofferenza per tutto ciò che lo circonda. E' stanco di essere uno spettatore vuole passare all'azione. Individua come capro espiatorio della sua rabbia il senatore Palantine e tenta di ucciderlo, non riuscendoci. Si sottrae alla cattura e mette in pratica un altro piano: la liberazione di Iris. Nessuno può fermarlo, il sangue scorre a fiumi ed il protettore viene ucciso. Trevis rimane ferito ma se la caverà. Avrà la riconoscenza dei genitori di Iris e la stampa parlerà di lui come un eroe, cosa che non sarebbe accaduta se avesse attentato alla vita del senatore. Monologhi interiori molto tormentati , atmosfera claustrofobica ed agorafobica al tempo stesso, narrazione delle bizzarrie metropolitane decisamente ben eseguita, con appropriata atmosfera e divizia di dettagli. Un film che ha segnato un epoca e ad oggi resta ancora del tutto attuale.Splendido esordi di De NIro, che da qui darà inizio alla sua carriera.
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lucaguar
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sabato 1 giugno 2013
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taxi driver: un film un,mondo
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Premessa:commentare Taxi driver è veramente arduo perchè esso racchiude in se un vero e proprio mondo;il grande Scorsese tocca un enorme quantità di temi tutti ugualmente profondi ed intricati, che ogni spettatore può cogliere secondo le proprie esperienze e la propria sensibiltà.Io, ad esempio ho colto come argomento fondante di questo film l'incomunicabilità.Trevis, reduce dal Vietnam, frustrato da una guerra devastante sotto tutti i punti di vista, non riesce più a vivere e ad appartenere ad una società sempre più fredda,distaccata,"sporca" e ricolma di ipocrisia (rappresentata attraverso le false e fumose promesse elettorali del senatore Palantine) e di una feroce immoralità (rappresentata principalmente dal protettore "Sport" che si guadagna da vivere distruggendo l'innocenza di una bambina di tredici anni,costretta a prostituirsi).
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Premessa:commentare Taxi driver è veramente arduo perchè esso racchiude in se un vero e proprio mondo;il grande Scorsese tocca un enorme quantità di temi tutti ugualmente profondi ed intricati, che ogni spettatore può cogliere secondo le proprie esperienze e la propria sensibiltà.Io, ad esempio ho colto come argomento fondante di questo film l'incomunicabilità.Trevis, reduce dal Vietnam, frustrato da una guerra devastante sotto tutti i punti di vista, non riesce più a vivere e ad appartenere ad una società sempre più fredda,distaccata,"sporca" e ricolma di ipocrisia (rappresentata attraverso le false e fumose promesse elettorali del senatore Palantine) e di una feroce immoralità (rappresentata principalmente dal protettore "Sport" che si guadagna da vivere distruggendo l'innocenza di una bambina di tredici anni,costretta a prostituirsi).
Il tassista,che aggirandosi ogni notte per le stade di New York vede tutto il male che sussiste nella società, è disgustato da un mondo così lontano dal suo (seppur stano e "disadadattato") ideale di bene e di giustizia.
Il suo dramma però sta nell'incapacità di esprimere il suo moralismo:vuole una società più giusta ma vive come in una prigione di solitudine e di frustazione, ritenendo l'estraniazione dal mondo l'unica via di fuga da una realtà così crudele.Trevis è incapace di esprimersi se non in modo estremo ed esasperato,così un giorno decide,armatosi fino ai denti, di uccidere il senatore Palantine che, come detto, rappreseta tutta l'ipocrisia della società, anch se il colpo fallisce.L'esasperazione del suo mal di vivere si ha però nel finale del film,dove arriva a commettere una vera e propria strage allo scopo di "preservare" almeno la giovanissima Iris (Jodie Foster) dal cinismo e dalla malvagità presente del mondo.La scena finale mostra Trevis, osannato dai quotidiani come eroe (o antieroe fate voi) tornare alla sua solita vita da tassista,non sapremo mai se e quanto cambiata.
Con questa straordinaria pellicola Scorsese effettua un ritratto complesso e tragicamente reale del disadattamanto di un uomo che non riesce a dar sfogo ai propri ideali se non attraverso la violenza; commette il male per avere il bene,incompreso dagli altri e schiavo della sua incomunicabilità.Ovviamente mi è impossibile non menzionare la straordinaria interpretazione di De Niro, uno dei pochissimi attori che, a prescindere dal personaggio che interpreta,riesce sempre a mantenere il suo stile unico ed inimitabile.
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jimmytower
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mercoledì 22 giugno 2011
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la chiave di lettura di un modo di vivere
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Cosa può arrivare a fare un recluso? Un recluso in una vita altrettanto imprigionata in schemi opprimenti di quotidianità, di ritmo, di stranezze degrado e bassezze?
Magari tentare di uccidere un candidato presidente che non cambierà la storia del proprio paese, della propria città, nemmeno del suo quartiere.
Perchè è soprattutto nei bassifondi più poveri che si consuma l'immondizia di un sogno americano che forse non è mai esistito, o che comunque è morto con la guerra in Vietnam.
E forse non è mai esistita neppure l'ultima scena, dove Travis viene ringraziato da una Shepard che in precedenza lo aveva escluso dalla sua vita ed etichettato come diverso.
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Cosa può arrivare a fare un recluso? Un recluso in una vita altrettanto imprigionata in schemi opprimenti di quotidianità, di ritmo, di stranezze degrado e bassezze?
Magari tentare di uccidere un candidato presidente che non cambierà la storia del proprio paese, della propria città, nemmeno del suo quartiere.
Perchè è soprattutto nei bassifondi più poveri che si consuma l'immondizia di un sogno americano che forse non è mai esistito, o che comunque è morto con la guerra in Vietnam.
E forse non è mai esistita neppure l'ultima scena, dove Travis viene ringraziato da una Shepard che in precedenza lo aveva escluso dalla sua vita ed etichettato come diverso.
In effetti Travis è un diverso, ma le sue ragioni vanno capite: ha vissuto l'orrore proprio della guerra, non è mai stato ascoltato, dunque non sa come comportarsi-e dunque non sa che una donna non andrebbe portata al primo appuntamento in uno scadente cinema porno.
Ma la vita di Travis è una non vita, e così appunto perchè lui sa già cosa vuol dire non riuscire a vivere decide poi di aiutare una prostituta minorenne interpretata da una perfetta Jodie Foster.
E Robert? Non ci sono parole per i suoi gesti, i suoi sguardi, per il modo in cui pronuncia ogni singola battuta... Sembra quasi non ci sia confine tra sè e il personaggio.
La colonna sonora, invece? Assolutamente geniale, dai toni jazz profondi, quasi a rimandare ad un'epoca pre-Vietnam in cui (forse) le cose (almeno in America) erano migliori (?).
Tornando all'ultima scena, mi piace pensare non sia soltanto una consolazione; mi piace pensare sia una spinta: una spinta di Scorsese dà a Travis per risalire, una spinta allo spettatore per uscire da ogni baratro possibile-perfino quello che può provocare la visione di una pellicola simile.
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rocky
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mercoledì 14 settembre 2005
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senza via di scampo
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"La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, ovunque. Non c'è scampo: sono nato per essere solo".
questa frase riassume il pensiero e la vita del nostro personaggio: Travis Bickle, solitario tassista newyorchese, infelice quanto solo, infelice perchè solo.
L'angoscia per il senso di vuoto che non lo abbandona un solo istante della giornata, i conseguenti tentativi di affrancarsi dalla routine notturna, dalla decadenza della città invisibile, dalla sua anima nera eppure incerta, danno origine alle coraggiose, temerarie quanto inutili, scelte del Nostro.
Eppure la decisione di uccidere, prima il senatore che le ha "strappato" la ragazza-fidanzata, quindi gli sfruttatori della baby prostituta Iris, non condurranno ad alcuna "rinascita" del protagonista, lontana la "purificazione" che un'anima in perenne lotta con se stessa non potrà comunque raggiungere.
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"La solitudine mi ha perseguitato per tutta la vita, dappertutto. Nei bar, in macchina, per la strada, nei negozi, ovunque. Non c'è scampo: sono nato per essere solo".
questa frase riassume il pensiero e la vita del nostro personaggio: Travis Bickle, solitario tassista newyorchese, infelice quanto solo, infelice perchè solo.
L'angoscia per il senso di vuoto che non lo abbandona un solo istante della giornata, i conseguenti tentativi di affrancarsi dalla routine notturna, dalla decadenza della città invisibile, dalla sua anima nera eppure incerta, danno origine alle coraggiose, temerarie quanto inutili, scelte del Nostro.
Eppure la decisione di uccidere, prima il senatore che le ha "strappato" la ragazza-fidanzata, quindi gli sfruttatori della baby prostituta Iris, non condurranno ad alcuna "rinascita" del protagonista, lontana la "purificazione" che un'anima in perenne lotta con se stessa non potrà comunque raggiungere.
La storica frase: "Stai parlando con me? No dico, stai parlando con me? Eh sì, non c'è nessun'altro qui... stai parlando con me", espressione del velleitarismo dell'anima ormai corrotta, disperata e senza scampo, costituirà la visibile traccia di questo psicodramma spientemente costruito dal regista di origine siciliana.
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giorpost
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martedì 27 gennaio 2009
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la nona sinfonia del cinema
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Partiamo da un presupposto: nella vita media di un occidentale, le cose da salvare sono davvero poche. Tra queste c'è Taxi Driver.
A chi non ama il Cinema in modo intenso tale premessa sembrerà il classico preludio ad una recensione di parte, ma la realtà suggerisce che l'opera scorsesiana è il vero pilastro della cinematografia degli ultimi 30 anni.
Stavolta non si parte da una storia di italo-americani mafiosi (troppo semplice per fare un bel film) come suggerirebbe il binomio dei due artefici del successo, ma da un'idea del sig. Paul Schrader, mai come in questo caso piuttosto auto-biografico. Lo sfondo è New York, ma potrebbero essere tranquillamente Berlino o Napoli o Barcellona; il periodo è quello di una campagna elettorale, con tanto di fermento culturale e recrudescenza della violenza post-Vietnam.
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Partiamo da un presupposto: nella vita media di un occidentale, le cose da salvare sono davvero poche. Tra queste c'è Taxi Driver.
A chi non ama il Cinema in modo intenso tale premessa sembrerà il classico preludio ad una recensione di parte, ma la realtà suggerisce che l'opera scorsesiana è il vero pilastro della cinematografia degli ultimi 30 anni.
Stavolta non si parte da una storia di italo-americani mafiosi (troppo semplice per fare un bel film) come suggerirebbe il binomio dei due artefici del successo, ma da un'idea del sig. Paul Schrader, mai come in questo caso piuttosto auto-biografico. Lo sfondo è New York, ma potrebbero essere tranquillamente Berlino o Napoli o Barcellona; il periodo è quello di una campagna elettorale, con tanto di fermento culturale e recrudescenza della violenza post-Vietnam. La miccia è la solitudine, la scintilla è l'odio per il diverso, il capro espiatorio il candidato presidente prima ed un magnaccia sfrutta-fanciulle poi.
Tali ingredienti sarebbero bastati, ma Scorsese chiama De Niro e l' impasto è perfetto: la psicosi che colpisce Travis Bickle è quella che potrebbe colpire ogni uno di noi, in un occidente fatto di palazzoni, strade buie, indifferenza, diffidenza e intolleranza.
Le luci di Brooklin infastidiscono chi è stato nella giungla a caccia di viet-cong, la musica in sottofondo è una carezza continua allo stomaco altrimenti disturbato dalla brutalità della caduta nell'oblìo del personaggio. La scena dello specchio è un'invenzione deniriana, semplicemente stratosferica, tant'è che Scorsese ne coglie il potenziale e la lascia nel montaggio. Ci sono molte sequenze sperimentali (come quella della cinepresa che inquadra la strada da un corridoio mentre Travis è al telefono)di rilievo assoluto. C'è un diario continuamente aggiornato scritto da un quasi-folle in preda a paranoia aggravata iperossessiva. C'è il candidato che prende proprio il taxi del protagonista pronunciando le solite frasi di circostanza del politichese. C'è un marito che fa sostare l'auto gialla sotto casa dell'amante della moglie... c'è l'Occidente racchiuso in una scatola. Ogni scena un accordo, corde di violino, soave musica che penetra nella coscienza, ti fa sobbalzare, ti stende, ti porge la mano per farti rialzare. Scorsese 10. De Niro 110 con lode. Avrebbero meritato l' Oscar per 10 anni di fila ma si sa, spesso la bravura non paga.
Vera arte. Sublime.
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[+] insuperabile!!!!!!!!!!!!
(di jeopardy)
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[+] capolavoro
(di patrickbateman47)
[ - ] capolavoro
[+] insuperabile capolavoro
(di giorpost)
[ - ] insuperabile capolavoro
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giorpost
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mercoledì 26 agosto 2009
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come una carezza che non ti stanca mai
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Partiamo da un presupposto: nella vita media di un occidentale, le cose da salvare sono davvero poche. Tra queste c'è Taxi Driver.
A chi non ama il Cinema in modo intenso tale premessa sembrerà il classico preludio ad una recensione di parte, ma la realtà suggerisce che l'opera scorsesiana è il vero pilastro della cinematografia degli ultimi 30 anni. Stavolta non si parte da una storia di italo-americani mafiosi (troppo semplice per fare un bel film) come suggerirebbe il binomio dei due artefici del successo, ma da un'idea del sig. Paul Schrader, mai come in questo caso piuttosto auto-biografico.
Lo sfondo è New York, ma potrebbe trattarsi tranquillamente di Berlino, Napoli o Barcellona; il periodo è quello di una campagna elettorale, con annesso fermento culturale tipicamente anni '70 e recrudescenza della violenza post-Vietnam.
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Partiamo da un presupposto: nella vita media di un occidentale, le cose da salvare sono davvero poche. Tra queste c'è Taxi Driver.
A chi non ama il Cinema in modo intenso tale premessa sembrerà il classico preludio ad una recensione di parte, ma la realtà suggerisce che l'opera scorsesiana è il vero pilastro della cinematografia degli ultimi 30 anni. Stavolta non si parte da una storia di italo-americani mafiosi (troppo semplice per fare un bel film) come suggerirebbe il binomio dei due artefici del successo, ma da un'idea del sig. Paul Schrader, mai come in questo caso piuttosto auto-biografico.
Lo sfondo è New York, ma potrebbe trattarsi tranquillamente di Berlino, Napoli o Barcellona; il periodo è quello di una campagna elettorale, con annesso fermento culturale tipicamente anni '70 e recrudescenza della violenza post-Vietnam. La miccia è la solitudine, la scintilla è l'odio per il diverso, il capro espiatorio il candidato presidente prima ed un magnaccia sfrutta-fanciulle poi. Tali ingredienti sarebbero bastati, ma Scorsese chiama De Niro e l' impasto è perfetto: la psicosi che colpisce Travis Bickle è quella che potrebbe colpire ogni uno di noi, in un occidente fatto di palazzoni, strade buie, indifferenza, diffidenza e intolleranza.
Le luci di Brooklin infastidiscono chi è stato nella giungla a caccia di viet-cong, la musica del sax in sottofondo è una carezza continua allo stomaco altrimenti disturbato dalla brutalità della caduta nell'oblìo del personaggio. La scena dello specchio è un'invenzione deniriana, semplicemente stratosferica, tant'è che Scorsese ne coglie il potenziale e la lascia nel montaggio. Ci sono molte sequenze sperimentali (come quella della cinepresa che inquadra la strada da un corridoio mentre Travis è al telefono)di rilievo assoluto. C'è un diario continuamente aggiornato scritto da un quasi-folle in preda a paranoia aggravata iperossessiva. C'è il candidato che prende proprio il taxi del protagonista pronunciando le solite frasi di circostanza del politichese. C'è un marito che fa sostare l'auto gialla sotto casa dell'amante della moglie... c'è l'Occidente racchiuso in una scatola.
Ogni scena un accordo, corde di violino, soave musica che penetra nella coscienza, t'accarezza, ti fa sobbalzare, ti stende, ti porge la mano per farti rialzare. Scorsese 10. De Niro 110 con lode. Avrebbero meritato l' Oscar per 10 anni di fila ma, si sa, spesso la bravura non paga. Vera arte.
Sublime.
P.S. Questa recensione l'ho già pubblicata lo scorso 27 gennaio con il titolo "la nona sinfonia del Cinema", ma rivedendo il film ieri notte ho voluto fortemente riproporla, avendo provato esattamente le stesse emozioni.
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chriss
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giovedì 14 gennaio 2010
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l' estrema solitudine di un reduce di guerra...
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Travis, un reduce dal Vietnam, non potendo dormire, viene assunto come tassinaro notturno, scegliendo, tra l' altro, di offrire servizio anche ai quartieri più malfamati. Un giorno esce con Betsy ( favolosa Cybill Sheperd), che, per lavoro, appoggia la campagna elettorale del senatore Palantine, candidato alle presidenziali. Contro ogni aspettativa Travis la porta in un cinema porno ( lui li frequenta di giorno), ma, indignata, la ragazza lo molla a film già iniziato...Per caso conosce una giovanissima prostituta che vorrebbe liberare dal suo protettore. Ad un certo punto della sua vita, vedendo attorno a sé soltanto violenza e solitudine, Travis impazzisce, intraprendendo un lungo viaggio verso la follia: un profondo baratro di bui dove non esiste rimedio o speranza.
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Travis, un reduce dal Vietnam, non potendo dormire, viene assunto come tassinaro notturno, scegliendo, tra l' altro, di offrire servizio anche ai quartieri più malfamati. Un giorno esce con Betsy ( favolosa Cybill Sheperd), che, per lavoro, appoggia la campagna elettorale del senatore Palantine, candidato alle presidenziali. Contro ogni aspettativa Travis la porta in un cinema porno ( lui li frequenta di giorno), ma, indignata, la ragazza lo molla a film già iniziato...Per caso conosce una giovanissima prostituta che vorrebbe liberare dal suo protettore. Ad un certo punto della sua vita, vedendo attorno a sé soltanto violenza e solitudine, Travis impazzisce, intraprendendo un lungo viaggio verso la follia: un profondo baratro di bui dove non esiste rimedio o speranza...Forse il Vietnam, forse il malessere di vivere, forse la solitudine estrema, hanno logorato la sua mente. Arriva a credere che tutti i suoi mali nascano da Palantine, che, qualche tempo prima, aveva addirittura viaggiato nel suo taxi. Decide così di eliminarlo comprando quattro pistole da uno sconosciuto. Il tentativo fallisce, ma, nella sparatoria finale, salva la giovane prostituta, rimanendo gravemente ferito. Travis diventa un eroe, acclamato dalla stampa e dai media. Da notare che la sparatoria finale è un esempio di autentico realismo cinematografico. Insomma, Taxi Driver è un caposaldo del cinema americano, magistralmente diretto da M.Scorsese. Un film inquietante sulla solitudine estrema di un reduce di guerra. Un film sul male di vivere. Bellissima la musica di Bernard Herrmann. Immenso De Niro, spece nella scena davanti allo specchio con la pistola...
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luca scialò
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sabato 16 gennaio 2010
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film denuncia sugli effetti post-vietnam
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Travis, ex marines in Vietnam, si fa assumere come tassista notturno poichè da quella brutta avventura non riesce più a dormire serenamente. Vive così la strada di notte, con i suoi "mostri" e i suoi "fantasmi", che egli senza mezze misure ritiene rifiuti della società. Non riesce nemmeno a frequentare o anche semplicemente a parlare con qualche donna, e soffoca questa incapacità recandosi spessissimo ad un Cinema porno.
Nota però una donna dall'aspetto angelico. Betsy, che lavora nello staff di un senatore candidato alle presidenziali, l'on. Palantine; e per avvicinarsi a lei finisce anche per appassionarsi alla politica di quest'ultimo, sebbene non ne conosca minimamente le idee politiche.
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Travis, ex marines in Vietnam, si fa assumere come tassista notturno poichè da quella brutta avventura non riesce più a dormire serenamente. Vive così la strada di notte, con i suoi "mostri" e i suoi "fantasmi", che egli senza mezze misure ritiene rifiuti della società. Non riesce nemmeno a frequentare o anche semplicemente a parlare con qualche donna, e soffoca questa incapacità recandosi spessissimo ad un Cinema porno.
Nota però una donna dall'aspetto angelico. Betsy, che lavora nello staff di un senatore candidato alle presidenziali, l'on. Palantine; e per avvicinarsi a lei finisce anche per appassionarsi alla politica di quest'ultimo, sebbene non ne conosca minimamente le idee politiche. Ben presto però la solitudine tornerà a fargli compagnia, ma riuscirà anche a farsi valere. Brava anche l'esordiente Jodie Foster.
Stupenda la musica che accompagna tutto il film, "Twisted nerve" di Bernard Hermann, capolavoro in chiave jazz.
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tomdoniphon
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giovedì 22 maggio 2014
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una delle vette degli anni '70
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Travis Bickle, reduce del Vietnam, fa il taxista di notte a New York; non riuscendo a gestire i propri "demoni" si trasformerà in giustiziere, ma i giornali ne faranno un eroe. Uno dei film simbolo degli anni '70 ed uno dei capolavori del regista. Vera e propria discesa agli inferi in un mondo dominato da alcol e prostitute, indimenticabile ritratto di un uomo che soffre di essere al mondo. Una sequenza, pur di scarsa importanza, dimostra da sola la grandezza del film: quando Travis chiama al telefono la donna da cui è ossessionato, Scorsese distoglie la macchina da presa; per lui osservare la scena è troppo penoso. Una libertà formale assolutamente impensabile per il cinema hollywodiano; un'ulteriore dimostrazione di come i film di Scorsese abbiano "un sapore d'altri tempi ma respirino a pieni polmoni la contemporaneità" (Amelio).
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Travis Bickle, reduce del Vietnam, fa il taxista di notte a New York; non riuscendo a gestire i propri "demoni" si trasformerà in giustiziere, ma i giornali ne faranno un eroe. Uno dei film simbolo degli anni '70 ed uno dei capolavori del regista. Vera e propria discesa agli inferi in un mondo dominato da alcol e prostitute, indimenticabile ritratto di un uomo che soffre di essere al mondo. Una sequenza, pur di scarsa importanza, dimostra da sola la grandezza del film: quando Travis chiama al telefono la donna da cui è ossessionato, Scorsese distoglie la macchina da presa; per lui osservare la scena è troppo penoso. Una libertà formale assolutamente impensabile per il cinema hollywodiano; un'ulteriore dimostrazione di come i film di Scorsese abbiano "un sapore d'altri tempi ma respirino a pieni polmoni la contemporaneità" (Amelio). Determinante per la riuscita del film la memorabile interpretazione di De Niro, la sceneggiatura di Paul Schrader, la fotografia di Michael Chapman e la musica di Bernard Herrmann, storico collaboratore di Hitchcock. Palma d'oro a Cannes.
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