byrne
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lunedì 6 gennaio 2014
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battesimo slasher. ovviamente all'italiana.
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Gli Americani sono talmente bravi a lucrare che a volte ci si dimentica, noi Italiani, anche dei nostri meriti. Mario Bava è stato uno degli artisti più imprevedibili del nostro paese, e con lui, più che con tanti blasonati registi a stelle e strisce, l'Horror è in debito. Halloween, perla slasher di John Carpenter, diede al sottogenere la prima di quelle spinte che l'avrebbero portato ad essere tra i format cinematografici di punta. Di lì in poi, l'America non si fermò più. Tanto che oggi ci ritroviamo subissati di slasher d'ogni tipo, quasi sempre privi di qualsiasi ispirazione o guizzo di inventiva, così come di tecnica e volontà di sperimentare.
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Gli Americani sono talmente bravi a lucrare che a volte ci si dimentica, noi Italiani, anche dei nostri meriti. Mario Bava è stato uno degli artisti più imprevedibili del nostro paese, e con lui, più che con tanti blasonati registi a stelle e strisce, l'Horror è in debito. Halloween, perla slasher di John Carpenter, diede al sottogenere la prima di quelle spinte che l'avrebbero portato ad essere tra i format cinematografici di punta. Di lì in poi, l'America non si fermò più. Tanto che oggi ci ritroviamo subissati di slasher d'ogni tipo, quasi sempre privi di qualsiasi ispirazione o guizzo di inventiva, così come di tecnica e volontà di sperimentare. "Reazione a Catena" (col suo delizioso sottotitolo didascalico "ecologia del delitto") è, prima dello slasher, uno slasher a tutti gli effetti. Le tematiche (ai minimi termini), la trama-tipo, lo svolgimento a base di vertigine, tensione e litri di sangue finto. Si può star certi che il buon Carpenter l'ha visto. O ci saremmo sognati Halloween. Quel che il film di Bava aggiunge, quello che si trova solo qui e che poi, in America, sarà cancellato salvo poi tornare nelle parodie, è un umorismo nero insopportabile e brillante. Ancora robusto e divertente, con effetti speciali (curati dal regista) quanto mai sorprendenti. Importanza storica esorbitante, pari a quella dei primi film di Sergio Leone.
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carloalberto
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sabato 23 ottobre 2021
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eros e thanatos nella nuova pornografia horror
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Mario Bava nel ’71, con Reazione a catena, va oltre il thriller all’italiana degli anni ’70, genere da lui stesso ispirato ed influenzato con la sua filmografia del decennio precedente, che avrà il suo più grande epigono in Argento, che l’anno prima, nel ’70, aveva esordito con il baviano L’uccello dalle piume di cristallo, e crea un nuovo genere horror.
In questo nuovo genere la catena di omicidi è fine a sé stessa, si slega dal movente, non più individuale ma riconducibile astrattamente alla brama di denaro della società consumistica dell’epoca e dal serial killer, che diventa l’anonimo esecutore di una serie di macabre opere d’arte, il cui vero autore è l’effettista Carlo Rambaldi, esposte da Bava nel suo film come in una personale galleria dell’orrore.
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Mario Bava nel ’71, con Reazione a catena, va oltre il thriller all’italiana degli anni ’70, genere da lui stesso ispirato ed influenzato con la sua filmografia del decennio precedente, che avrà il suo più grande epigono in Argento, che l’anno prima, nel ’70, aveva esordito con il baviano L’uccello dalle piume di cristallo, e crea un nuovo genere horror.
In questo nuovo genere la catena di omicidi è fine a sé stessa, si slega dal movente, non più individuale ma riconducibile astrattamente alla brama di denaro della società consumistica dell’epoca e dal serial killer, che diventa l’anonimo esecutore di una serie di macabre opere d’arte, il cui vero autore è l’effettista Carlo Rambaldi, esposte da Bava nel suo film come in una personale galleria dell’orrore.
La messa in scena del delitto, nella sua esasperata efferatezza, diventa l’elemento centrale del film, la suspense dell’attesa, i cui tempi saranno invece dilatati al massimo da Argento, si riduce al minimo. Nella nuova pornografia dell’orrore, che dal soft passa all’hard, i preliminari perdono di importanza. Emblematica di quest’associazione mitologica tra eros e thanatos nell’immaginario baviano è la sequenza in cui i due giovani sono trafitti entrambi da una lancia fallica mentre copulano, così che i loro corpi fremono di piacere e di dolore al contempo, non distinguendosi più nel sonoro i lamenti dei moribondi da quelli di godimento degli amanti.
Il finale è visionario e profetico. La prossima generazione, nata da quella cinica e amorale degli anni ’70, ucciderà per il gusto di uccidere, per puro divertimento, come prefigurava, sebbene con tutt’altro stile, Kubrick in Arancia meccanica nel 1971 e come rappresenterà Oliver Stone in Assassini nati del 1994 con i due protagonisti, i due bambini del finale di Bava diventati giovani adulti.
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