fedeleto
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mercoledì 28 agosto 2013
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il processo della confusione etica
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24 Luglio 1943 nel gran consiglio del fascismo si vota l'ordine del giorno grandi ove Vittorio Emanuele riprende il suo potere facendo arrestare il duce.Dopo aver liberato il duce coloro che hanno firmato l'ordine del giorno vengono arrestati,tra i quali Galeazzo Ciano genero del duce.Edda la figlia del duce tentera' di aiutare il marito volendo solo la sua liberta' e la sua vita.Ma la storia deve andare avanti e non c'e' posto per i traditori.Verranno condannati a morte e il suono dei fucili sara' il loro accompagnamento verso la morte.Carlo Lizzani(LO SVITATO,AI MARGINI DELLA METROPOLI,L'ORO DI ROMA) dirige ancora una volta un film di carattere storico,ove sorge l'eterna diatriba tra un senso etico familiare(Edda vuole solo la vita di suo marito arrivando anche a tradire il partito,cosa che invece al duce non interessa preferendo portare avanti le sue ideologie),e politico.
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24 Luglio 1943 nel gran consiglio del fascismo si vota l'ordine del giorno grandi ove Vittorio Emanuele riprende il suo potere facendo arrestare il duce.Dopo aver liberato il duce coloro che hanno firmato l'ordine del giorno vengono arrestati,tra i quali Galeazzo Ciano genero del duce.Edda la figlia del duce tentera' di aiutare il marito volendo solo la sua liberta' e la sua vita.Ma la storia deve andare avanti e non c'e' posto per i traditori.Verranno condannati a morte e il suono dei fucili sara' il loro accompagnamento verso la morte.Carlo Lizzani(LO SVITATO,AI MARGINI DELLA METROPOLI,L'ORO DI ROMA) dirige ancora una volta un film di carattere storico,ove sorge l'eterna diatriba tra un senso etico familiare(Edda vuole solo la vita di suo marito arrivando anche a tradire il partito,cosa che invece al duce non interessa preferendo portare avanti le sue ideologie),e politico.Eccellente la sequenza della telefonata tra Edda e Mussollini,dove la prima sfoggia la tragedia e la rabbia di un periodo che ha fatto solo cicatrici che non si rimarginano facilmente.Silvana Mangano bravissima.Un episodio della storia trascurato ma interessante.Abile la sequenza finale ove Lizzani dirige a stile metafilmico,in cui un tedesco riprende l'esecuzione.
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salvatore scaglia
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domenica 13 ottobre 2013
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l'assente mussolini vero protagonista e traditore
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La pellicola di Lizzani risulta in bianco e nero in ogni senso: perchè non è a colori, ma anche - e soprattutto - poichè racconta il declino inesorabile del regime e di Mussolini dopo aver brevemente, e in apertura, mostrato i fasti littori: dal matrimonio di Edda Mussolini e Galeazzo Ciano fino all'incarico di quest'ultimo come ministro degli esteri di Mussolini, nelle immagini in compagnia del camerata Hitler; che peraltro considerava Mussolini stesso come suo maître à penser (del resto il tedesco andò al potere nel 1933, ben 11 anni dopo la c.
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La pellicola di Lizzani risulta in bianco e nero in ogni senso: perchè non è a colori, ma anche - e soprattutto - poichè racconta il declino inesorabile del regime e di Mussolini dopo aver brevemente, e in apertura, mostrato i fasti littori: dal matrimonio di Edda Mussolini e Galeazzo Ciano fino all'incarico di quest'ultimo come ministro degli esteri di Mussolini, nelle immagini in compagnia del camerata Hitler; che peraltro considerava Mussolini stesso come suo maître à penser (del resto il tedesco andò al potere nel 1933, ben 11 anni dopo la c.d. marcia su Roma).
A parte l'incipit, Mussolini non si vede più in tutto il film, se non in qualche busto e, in conclusione, nello storico scatto del suo cadavere appeso a piazzale Loreto a Milano.
Il Duce, tuttavia, pur sembrando dietro le quinte, è sempre presente ed è il vero protagonista di quest'opera. A lui, infatti, si riferisce costantemente la figlia Edda, o perchè lo vuole incentivare a decidere in autonomia rispetto ai nazisti o perchè lo invoca come padre; a lui, invero, si richiama il genero Ciano, nei cui diari sarebbero annotati i veri retroscena e le reali interpretazioni di cosa fu il Duce del fascismo; e contro di lui congiurarono, secondo l'accusa del processo di Verona, i gerarchi nel Gran consiglio fascista del Luglio 1943.
Ottima la scelta del regista di 'nascondere', rendendolo tuttavia immanente e fondamentale nella pellicola, il Duce. Come valida è la periodica intercalazione di colpi di mitragliatrice durante lo svolgersi del film, a significare non solo che chi di violenza ferisce di violenza perisce, ma altresì che il processo di Verona era già scritto e sarebbe stato eseguito con la fucilazione, alle spalle, dei c.d. traditori: "noi sceglieremo i giudici e gli avvocati", esclama Pavolini a un certo punto. E nei pochi momenti in cui gli avvocati intervengono in difesa degli imputati sono subito tacitati dal Presidente della corte e ricondotti all'irrilevanza che dovevano avere.
Quale il giudizio su Ciano ? Quale quello su Edda ? Quale quello, in particolare, sui votanti del c.d. ordine del giorno Grandi ? Furono opportunisti, veri fascisti in contrapposizione a Mussolini o acceleratori della parabola terminale del fascismo che si notava già fa tempo ?
Una risposta sembra chiara nel film. Se traditori furono, sicuramente, ci fu chi tradì più di tutti: Mussolini in persona.
Nel suo legarsi, mani e piedi, ad Hitler.
Nel suo finire, miseramente, capo di uno stato-fantoccio come la Repubblica Sociale Italiana, convinto di continuare a fare il bene degli ingrati italiani, che in realtà precipitava ancor di più nella spirale della distruzione bellica e socio-politica.
Mussolini, coi suoi sogni di gloria, fu il traditore dei traditori, anche lui ucciso. Ed anche lui inquadrato, appunto, di spalle negli ultimi fotogrammi del film di Lizzani.
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