renato c.
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giovedì 5 gennaio 2017
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il primo leone
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Due stelle e mezzo al primo films di Sergio Leone come sceneggiatore e regista! Genere "peplum", cioè film attinto dalla Storia e poi romanzato, di moda tra i secondi anni '50 ed i primi anni '60. Si vede, comunque che c'è la mano di un artista diversa dai vari peplum dell'epoca con Steve Reeves. Gli attori, mi erano praticamente sconosciuti con l'eccezione di Lea Massari, che ricordavo come protagonista dello sceneggiato televisivo "Capitan Fracassa" con Arnoldo Foà! Comunque è stato un buon inizio dopo essere stato aiuto-regista in colossals hollywoodiani. Mi pare sia stato lui a dirigere la corsa delle bighe nel "Ben Hur" di William Wiler! Comunque la sua fama arriverà col genere western anche se, la prima volta si nasconderà sotto lo pseudonimo di Bob Robertson.
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Due stelle e mezzo al primo films di Sergio Leone come sceneggiatore e regista! Genere "peplum", cioè film attinto dalla Storia e poi romanzato, di moda tra i secondi anni '50 ed i primi anni '60. Si vede, comunque che c'è la mano di un artista diversa dai vari peplum dell'epoca con Steve Reeves. Gli attori, mi erano praticamente sconosciuti con l'eccezione di Lea Massari, che ricordavo come protagonista dello sceneggiato televisivo "Capitan Fracassa" con Arnoldo Foà! Comunque è stato un buon inizio dopo essere stato aiuto-regista in colossals hollywoodiani. Mi pare sia stato lui a dirigere la corsa delle bighe nel "Ben Hur" di William Wiler! Comunque la sua fama arriverà col genere western anche se, la prima volta si nasconderà sotto lo pseudonimo di Bob Robertson. In ogni caso questo è un film che si lascia guardare e certamente non manca di spettacolarità! Già il colosso è una statua particolare con sacco di meccanismi all'interno! La scena finale del terremoto e della conseguente distruzione del colosso è poi di una grande spettacolarità! Leone non fa eccezione, comunque ad una usanza cinematografica dei peplum l'usanza: se la protagonista muore, il protagonista si prende la donna di riserva, magari meno appariscente d'aspetto ma più buona di carattere!
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elgatoloco
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venerdì 29 maggio 2015
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un peplum degnissimo
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"Il COlosso di Rodi"è del 1961, quando Sergio Leone è già pienamente autore di cinema. Lo si vede nelle scene d'insieme, portentose, nei campi lunghi e lunghissimi, nelle scene in primo piano, quando affronta la violenza, che prelude alla rappresentazione disincantata che il materialista storico(id est marxista)Leone ha della realtà e che esplicita poi nei grandi"spaghetti western"e nei due affreschi epici"C'era una volta il West"e"C'era una volta in America": penso alla demistificazione che si trova nelle scene del terremoto e della violenza estrema(viste , appunto, non come"punizione divina"come negli altri pepla, ma come pure risultanti di azioni umane e storiche, non di azioni sovrannaturali), ma anche alla caduta misera del Colosso e del potere tirannico.
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"Il COlosso di Rodi"è del 1961, quando Sergio Leone è già pienamente autore di cinema. Lo si vede nelle scene d'insieme, portentose, nei campi lunghi e lunghissimi, nelle scene in primo piano, quando affronta la violenza, che prelude alla rappresentazione disincantata che il materialista storico(id est marxista)Leone ha della realtà e che esplicita poi nei grandi"spaghetti western"e nei due affreschi epici"C'era una volta il West"e"C'era una volta in America": penso alla demistificazione che si trova nelle scene del terremoto e della violenza estrema(viste , appunto, non come"punizione divina"come negli altri pepla, ma come pure risultanti di azioni umane e storiche, non di azioni sovrannaturali), ma anche alla caduta misera del Colosso e del potere tirannico. Moloch e Leviathan caduchi, come si può agevolmente vedere da e in tutto il film. Cura straordinaria della scenografia, con attenzione alla psicologia e(questo poi sarà un elmento volutamente"silenziato"nella trilogia western)all'erotismo, accennato(altrimenti la censura sarebbe intervenuta pesantemente)ma comunque fortemente presente. Da notare Lea Massari nel ruolo di protagonista femminile. El Gato
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davide di finizio
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domenica 3 gennaio 2010
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il colosso di leone
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Molti ignorano che Il Colosso di Rodi sia un film di Sergio Leone, il suo primo film da regista, un unicum nella sua esperienza cinematografica, prima di passare alla più fortunata strada degli spaghetti western. Apparentemente non è che uno dei tanti peplum sfornati dal cinema italiano di quegli anni. Ma Leone, con l'originalità che contraddistinguerà anche i suoi capolavori, saprà trasformare un lineare film di genere in uno straordinario, e anche ridondante, prodotto cinematografico. La trama è una delle solite: c'è Dario, il classico pupazzone bello e impavido, in vacanza a Rodi, che deve vedersela col tiranno di turno, in una lunga e un po' prolissa epopea che culmina in un trito e ritrito espediente di scena: il deus ex machina del terremoto, che pur seminando morte e distruzione farà scivolare la storia nell'agognato e (sin troppo) atteso happy end.
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Molti ignorano che Il Colosso di Rodi sia un film di Sergio Leone, il suo primo film da regista, un unicum nella sua esperienza cinematografica, prima di passare alla più fortunata strada degli spaghetti western. Apparentemente non è che uno dei tanti peplum sfornati dal cinema italiano di quegli anni. Ma Leone, con l'originalità che contraddistinguerà anche i suoi capolavori, saprà trasformare un lineare film di genere in uno straordinario, e anche ridondante, prodotto cinematografico. La trama è una delle solite: c'è Dario, il classico pupazzone bello e impavido, in vacanza a Rodi, che deve vedersela col tiranno di turno, in una lunga e un po' prolissa epopea che culmina in un trito e ritrito espediente di scena: il deus ex machina del terremoto, che pur seminando morte e distruzione farà scivolare la storia nell'agognato e (sin troppo) atteso happy end. Degno di menzione il personaggio di Diala, bella e terribile nella sua oscillazione tra bene e male e destinata al tragico epilogo, forse l'unica dotata di un margine d'introspezione psicologica, in un fin troppo spettacolaristico quadro in cui i soggetti sembrano soprattutto votati all'azione. Ma il vero protagonista è il Colosso, la grande e minacciosa meraviglia che incombe su tutto il film quasi come un oscuro presagio di morte (parallelo al Vesuvio di que Gli Ultimi giorni di Pompei di cui Leone era stato regista di seconda unità) e che sembra preannunciare, metaforicamente, anche la fine di un genere, che aveva appassionato, ma che continua ad appassionare i suoi cultori.
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enrico
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mercoledì 7 febbraio 2007
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e leone debuttò così....
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Correva l'innocuo 1961 quando Sergio Leone firmò il suo primo film propriamente detto; ci confezionò un prodotto da molti definito il fiasco di Leone, anche se forse più che un fiasco è una piacevolissima pellicola.
Non è un capolavoro, perché non ha nulla che lo contraddistingue come tale.
Non è un ottimo film, perché a tratti stanca.
E' un film più che discreto poiché presenta una storia innovativa ed originale impreziosita da bellissimi costumi e da una recitazione buona.
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