tiamaster
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martedì 21 agosto 2012
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non ho parole.....
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il morandini assegna DUE STELLE E MEZZO a questa MONUMENTALE PIETRA MILIARE.che altro dire???
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mondolariano
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martedì 10 maggio 2011
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un polpettone di raffinatissimo gusto
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“Ben-Hur” è un romanzo inventato, non un evento biblico inserito nella cultura universale. Quindi non è paragonabile ad altri film storico-religiosi che, per quanto discutibili, sono valorizzati dal loro stesso significato. E’ uno strano miscuglio di romani, ebrei e cristiani, un minestrone che alla fine rischia di lasciare la bocca asciutta. Gesù è soltanto un personaggio accessorio che funge da collante a qualcosa: l’avventura, la conversione cristiana di un ebreo, i romani buoni e cattivi. Non è possibile considerarlo un prodotto filo-cristiano, né filo-romano e nemmeno filo-giudaico (anche se la frase “la stella di David spenga gli occhi di Roma” è scopertamente faziosa). È soltanto un gran polpettone, ma un polpettone di raffinatissimo gusto, che si avvale esclusivamente delle qualità tecniche dello spettacolo.
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“Ben-Hur” è un romanzo inventato, non un evento biblico inserito nella cultura universale. Quindi non è paragonabile ad altri film storico-religiosi che, per quanto discutibili, sono valorizzati dal loro stesso significato. E’ uno strano miscuglio di romani, ebrei e cristiani, un minestrone che alla fine rischia di lasciare la bocca asciutta. Gesù è soltanto un personaggio accessorio che funge da collante a qualcosa: l’avventura, la conversione cristiana di un ebreo, i romani buoni e cattivi. Non è possibile considerarlo un prodotto filo-cristiano, né filo-romano e nemmeno filo-giudaico (anche se la frase “la stella di David spenga gli occhi di Roma” è scopertamente faziosa). È soltanto un gran polpettone, ma un polpettone di raffinatissimo gusto, che si avvale esclusivamente delle qualità tecniche dello spettacolo.
A parte l’arcinota gara delle bighe, segnalo la battaglia navale e l’impressionante scena dei rematori. Memorabile anche l’incontro con l’Imperatore, anche se Tiberio non governava dalla capitale ma da Capri (vedi “La tunica”), e il suo carattere misantropo non si sarebbe prestato ad una simile platealità. La sceneggiatura è molto avvincente e le uniche scene noiose sono quelle tra Heston e l’amante Ester. I cavalli hanno un ruolo di tutto rilievo.
Kirk Douglas, dopo aver rifiutato l’indegna parte di Messala, preferì vestire i panni di Spartacus. La madre di Ben-Hur fu anche la madre di Mosé ne “I Dieci Comandamenti”, mentre Frank Thring (Ponzio Pilato) sarà Erode Antipa ne “Il Re dei Re”. “Il Re dei Re” erediterà da “Ben-Hur” anche alcuni motivi musicali, opera dello stesso autore che attinse a piene mani dal brano classico “Marte”, di Holst (ma c’è anche un motivo fotocopiato da “I pini presso una catacomba”, di Otorino Respighi).
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lady libro
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lunedì 21 febbraio 2011
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capolavoro del cinema
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Questo film è senza dubbio uno dei più prestigiosi gioielli del cinema: un film meraviglioso, spettacolare, toccante, commovente, mozzafiato e impossibile da dimenticare.
William Wyler era fra i più grandi registi d'America, così come il bravissimo attore Charlton Heston nel suo drammatico e perfetto ruolo di Giuda Ben Hur.
Le scenografia è stupenda, così come i costumi e tutto il cast.
In parole semplici: uno dei più bei film al mondo!
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(di stellina88)
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kaspar.hauser
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lunedì 26 aprile 2010
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un gustoso battibecco
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Rammento che, più o meno quando uscì "Ben Hur", uscì anche "La notte". Quando andai a vedere il film di Antonioni ebbi modo d'assistere a un gustoso battibecco tra due spettatori. Il primo, giudicando "La notte" d'una noia mortale, esternò con bisbigli abbastanza pecepibili il suo dissenso, al che l'altro ribatté con tono sprezzante "Ma vatti a vedere Ben Hur!"
Evidentemente si trattava del solito intellettualino radical-chic secondo cui, se d'un film non capisci un beato piffero o sbadigli dal principio alla fine quando lo vedi, si tratta per definizione d'un capolavoro (il guaio è che, all'epoca, anche molti critici la pensavano allo stesso modo).
A scanso d'equivoci, chi scrive coltiva idee progressiste, ma non è un intellettualino.
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Rammento che, più o meno quando uscì "Ben Hur", uscì anche "La notte". Quando andai a vedere il film di Antonioni ebbi modo d'assistere a un gustoso battibecco tra due spettatori. Il primo, giudicando "La notte" d'una noia mortale, esternò con bisbigli abbastanza pecepibili il suo dissenso, al che l'altro ribatté con tono sprezzante "Ma vatti a vedere Ben Hur!"
Evidentemente si trattava del solito intellettualino radical-chic secondo cui, se d'un film non capisci un beato piffero o sbadigli dal principio alla fine quando lo vedi, si tratta per definizione d'un capolavoro (il guaio è che, all'epoca, anche molti critici la pensavano allo stesso modo).
A scanso d'equivoci, chi scrive coltiva idee progressiste, ma non è un intellettualino. La sinistra s'è screditata anche per certi atteggiamenti snobistici e certi intellettualini ancora non riescono a capirlo.
Ebbene, il tempo è galantuomo e ormai risulta chiaro che "La notte" - pressoché invedibile come tutti i film di Antonioni - è caduto nel dimenticatoio, mentre "Ben Hur" piace ancora... alla faccia degli intellettualini.
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(di renato c.)
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g. romagna
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giovedì 4 febbraio 2010
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ben hur
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Un colossale tripudio di magniloquenza visiva supportato da una vicenda avvincente ed una regia capace. Ben Hur è un film che, volente o nolente, ha fatto la storia del cinema: certo, undici premi Oscar sono sicuramente tanti, troppi (record due volte eguagliato -dal secondo episodio del Signore degli Anelli e dal Titanic di Cameron- ma mai battuto), tuttavia rendono senz'altro onore al valore di un prodotto che ha saputo, come pochi altri, mobilitare milioni e milioni di persone in tutto il mondo alla sua visione, e di questo bisogna rendergliene atto. Sbaglia chi lo definisce solamente un "cinepolpettone": vero, in Ben Hur tutto è spropositato, fastoso, maestoso, ma non esagerato.
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Un colossale tripudio di magniloquenza visiva supportato da una vicenda avvincente ed una regia capace. Ben Hur è un film che, volente o nolente, ha fatto la storia del cinema: certo, undici premi Oscar sono sicuramente tanti, troppi (record due volte eguagliato -dal secondo episodio del Signore degli Anelli e dal Titanic di Cameron- ma mai battuto), tuttavia rendono senz'altro onore al valore di un prodotto che ha saputo, come pochi altri, mobilitare milioni e milioni di persone in tutto il mondo alla sua visione, e di questo bisogna rendergliene atto. Sbaglia chi lo definisce solamente un "cinepolpettone": vero, in Ben Hur tutto è spropositato, fastoso, maestoso, ma non esagerato. Il film, lungi dall'essere solo un'esposizione di grandi scenografie, ha una sua sostanza, resa al meglio da una sceneggiatura solida, attenta ai dettagli, e da interpretazioni di buona caratura. Le oltre tre ore e venti di proiezione hanno tutte un loro perchè, non si perdono in prolissità gratuite o in inutili autocompiacimenti. Da ricordare è, ovviamente, la scena della gara delle bighe, semplicemente di una maestosità assoluta, una di quelle perle che hanno reso il cinema un'arte immortale e capace di colpire nel profondo un numero di persone così vasto quanto mai nessun altra arte sia stata in grado di fare (curioso è, tralaltro, che non sia stato il regista Wyler a dirigerla, autore di cui tutti conosciamo la validità già precedentemente espressa in un capolavoro quale I Migliori Anni della Nostra Vita). Il finale è pienamente hollywodiano, lieto e un pochino smielato tanto quanto si conviene ad un kolossal statunitense, ma tant'è, non ce ne si può lamentare: potrà apparire scontato ed atteso, certo, ma non per questo raffazzonato ad ogni costo pur di far sorridere lo spettatore dopo la lunga maratona visiva in cui è stato coinvolto... e in fin dei conti è questo l'importante. Un grande classico di grande qualità. Almeno una volta nella vita credo che occorra vederlo, se si afferma di amare il cinema.
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xfactor4e altro ke benur
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lunedì 2 marzo 2009
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per
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x colpa di questo nn ho visto x factor vaff..a benur
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gianluca stanzani
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giovedì 19 febbraio 2009
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kolossal epico
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Sullo sfondo delle vicende di nascita, vita e passione del redentore, Ben-Hur (Charlton Heston), discendente di una ricca famiglia di Giudei entra in contrasto con Messala (Stephen Boyd), suo vecchio amico d'infanzia ma anche capo della legione romana di stanza a Gerusalemme. La tensione tra Giudei e Romani è palpabile, e basterà un semplice pretesto per riversare su Giuda Ben-Hur le ritorsioni e le mire di potere di Messala. Tenuto prigioniero come vogatore sulle galee romane, manterrà vivo il suo spirito di ribellione e di tenace opposizione all'oppressore romano, senza per questo mancare di profondi slanci di grande umanità “cristiana”. Vedi alla parola “kolossal” e tuttora rammentiamo distintamente questo film del 1959 (girato a Cinecittà), terza versione dopo quelle mute del 1907 e del 1925.
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Sullo sfondo delle vicende di nascita, vita e passione del redentore, Ben-Hur (Charlton Heston), discendente di una ricca famiglia di Giudei entra in contrasto con Messala (Stephen Boyd), suo vecchio amico d'infanzia ma anche capo della legione romana di stanza a Gerusalemme. La tensione tra Giudei e Romani è palpabile, e basterà un semplice pretesto per riversare su Giuda Ben-Hur le ritorsioni e le mire di potere di Messala. Tenuto prigioniero come vogatore sulle galee romane, manterrà vivo il suo spirito di ribellione e di tenace opposizione all'oppressore romano, senza per questo mancare di profondi slanci di grande umanità “cristiana”. Vedi alla parola “kolossal” e tuttora rammentiamo distintamente questo film del 1959 (girato a Cinecittà), terza versione dopo quelle mute del 1907 e del 1925. Scena epica la battaglia, mascherata da corsa sulle bighe. Successo straordinario per questa pellicola che sbancò gli Oscar vincendo ben undici statuette sulle dodici candidature espresse (non giunse soltanto quella per la sceneggiatura): miglior film, regia (William Wyler), attore (Heston), attore non protagonista (Hugh Griffith), fotografia, colonna sonora, scenografia e arredamento, costumi, montaggio, suono ed effetti speciali. Questi sì che erano Oscar! Pur quasi a cinquant'anni di distanza il film è un classico della cinematografia, in grado ancora di trasmettere forti emozioni sullo spettatore “moderno”. Tra la moltitudine di comparse, i nostri Giuliano Gemma e Lando Buzzanca.
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el matador
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giovedì 12 febbraio 2009
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grandissimo
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penso che dopo cinquant'anni mantenga una incredibile giovinezza. E' un film intramontabile!
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veve18
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martedì 27 gennaio 2009
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vero commento!!!
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ottimo film!!!anzi...stupendo!!!poi per me ke sto studiando i romani ancora meglio!
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veve18
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lunedì 26 gennaio 2009
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1 vero commento da veve18
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è in film molto interessante e per una come me che sta studiando i romani ancora megliol!!!un vero capolavoro
[+] ragione
(di alex)
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