Mario Gromo
La Stampa
Finalmente. Una buona boccata d'aria, vivida e fresca, primaverile. E la dobbiamo a Valerio Zurlini, un giovane fino a ieri quasi ignoto (se ne conosceva un paio di documentari), e che oggi, con questo suo primo film, rivela un suo innegabile talento registico, sensibile, acuto e sopratutto... esperto. Ciò che più infatti sorprende in questo esordiente è la sicurezza del tocco anche minimo e della costruzione anche complessa. Lo si direbbe davvero nato per raccontare su di uno schermo. È un rarissimo battesimo, 4uesto, che ci dà molta letizia; perché il nostro cinema, sempre più insidiato da formule e conformismi industriali che pericolosamente ne dilatano la produzione, ha sopratutto bisogno di nuove energie che ridiano al film italiano un volto italiano. [...]
di Mario Gromo, articolo completo (3092 caratteri spazi inclusi) su La Stampa 1957