Notevolissimo noir, davvero straordinario per atmosfere e tensione narrativa.
La pellicola, diretta dal maestro del genere Otto Preminger, conta su una trama molto lineare, ma complessa psicologicamente e soprattutto sceneggiata in modo eccellente, con dialoghi di livello.
La storia ruota intorno all’enigmatica protagonista femminile, un personaggio complesso che può essere collocato nella categoria “femme fatale”, pur non presentando tutte le classiche caratteristiche di questo genere di personaggio frequentemente presente nei gialli cinematografici e letterari.
Il film prevede anche una parte processuale, le cui sequenze sono realizzate con accuratezza e sapiente puntigliosità, risultando riuscitissime e molto credibili: questo non stupisce in quanto Preminger deve essere riconosciuto indiscutibilmente come uno dei migliori registi hollywoodiani per operazioni di questo genere (a proposito si ricorda lo stupendo giallo processuale “Anatomia di un omicidio” diretto appunto dal cineasta di origini austriache).
Molto bravo Preminger anche nell’eliminare tempi morti ed adottare una descrizione narrativa molto essenziale, capace di evitare quelle lungaggini che talvolta rischiano di appesantire simili opere.
La giovanissima e bellissima Jean Simmons, già molto esperta, se la cava bene in questa difficile parte, offrendo una performance intensa; Robert Mitchum sforna una delle sue classiche interpretazioni che possono apparire affette da scarsa espressività, ma che invece sono di grande effetto in noir come questo; il cast è completato da ottimi attori quali Mona Freeman, Leon Ames, Barbara O’Neil ed il grande Herbert Marshall, che è sempre piacevole vedere.
Il titolo originale dell’opera “Angel Face”, letteralmente faccia d’angelo, è molto più significativo di quello della versione italiana ed è straordinariamente efficace nel cogliere il tratto fondamentale della protagonista.
Ottime musiche, capaci di esaltare mirabilmente i momenti di tensione.
Finale indimenticabile.
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